RAFFAELE FAMELI
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Vivevo in una bellissima valle tutta fiorita. Il sole, che dalle prime luci dell’alba faceva capolino, illuminava l’erba facendo risvegliare tutte le creature che erano assopite nelle loro anguste tane.
Io mi chiamo Ron, sono un coniglietto! Non sono mai stato coraggioso come tutti i conigli! Questo è un luogo comune che, purtroppo, mi calzava a pennello! Noi coniglietti, abbiamo sempre paura, ma questo non è che per cause naturali! Io non facevo differenza! Siamo prede e lo siamo sempre stati, infatti, fin da piccoli, i nostri genitori, da moltissime generazioni ci inculcano nella mente il pericolo.
Quando ero piccolino, ero un coniglietto come tutti gli altri. Anche se la mia condizione mi portava sempre a scappare, ero comunque coraggioso. La mia vita è cambiata, quando un predatore… una faina… voleva già far terminare la mia vita! Fu davvero terribile! Una sera, ero fuori a mangiare qualche filo d’erba, quando avvertii la presenza di qualcuno! Mi girai e vidi il predatore che aveva già aperto la sua bocca verso di me! Ero anche solo! I miei fratelli con mia madre erano in un altro posto! Gridai a più non posso e cominciai a correre veloce, così come mia mamma mi aveva insegnato! Ma la faina, mi tenne dalla coda con i dentini affilati! Il terrore di quel momento lo ricordo bene! Ero spacciato… così almeno pensavo! Quando tutto ormai era perduto, la faina fu disturbata da qualcosa! Un lupo, in lontananza aveva ululato! Ebbe paura! Pensava che il lupo l’avesse vista! Scappò via lasciandomi vivere dicendomi: “Ci rincontreremo coniglio! Dovrai prima o poi essere mio!” Non lo sapevo, ma anche la faina per il lupo era una preda! Tutti diranno che è il ciclo della vita, ma per me, fu solo la salvezza, ma il prezzo che ho pagato fu comunque alto! Restai traumatizzato!
Purtroppo da allora, non m’allontanai dalla mia tana se non per brevi tragitti! I miei fratelli, essendo già cresciuti, e come me diventati grandi, se ne erano andati già via! La nostra mamma era stata uccisa da un cacciatore! Già… anche di questo, noi poveri coniglietti dobbiamo avere paura!
La mia tana era confortevole! Non ero mai stato veramente solo! Spesso, mi veniva a trovare mio fratello Kim con mia sorella Kite!
Bellissime giornate abbiamo passato insieme! Con loro non avevo paura, ma, la sera quando dovevano rientrare nella loro tana ricascavo di nuovo nell’angoscia… quella vera! L’angoscia che ti fa battere forte il cuore! Pensavo che in quella oscurità ci fossero mille insidie e mille denti pronti a dilaniarmi! Ripensavo alla promessa fatta da quella faina! Credevo di vederla sbucare da un momento all’altro! E così, restavo tremante in fondo al mio nascondiglio.
Non potevo andare avanti così… ero arrivato, in certe occasioni, anche al punto di non nutrirmi per non fare brutti incontri al di fuori di quello che consideravo a tutti gli effetti il mio bunker. Pensavo che tutti fossero pronti a minacciarmi… ogni rumore delle foglie, così come ogni fruscio dell’erba poteva essere qualsiasi cosa!
Me ne rimanevo tremante! Fuori la vita per i miei fratelli continuava normalmente, ma io, io vivevo solo per incontrarli!
Kim, un giorno venne a trovarmi come al solito! A lui dava fastidio che io stavo sempre chiuso, ma per amore fraterno non me lo aveva mai detto, ma quel giorno mi disse: “Ron! Non restare sempre qui! Perché non vieni con me? Sai… ho scoperto che c’è un prato verde pieno di…” “Io non vengo Kim! Lo sai fratello! Magari… se è possibile, potresti portarmi tu qualche filo d’erba…” Quello, questa volta s’arrabbiò! Non l’aveva mai fatto! Però la situazione richiedeva fermezza! Il mio comportamento era divenuto troppo solitario! Tutto sommato, aveva ragione! Quella volta, mi disse parole che mi fecero molto male! Solo ora riesco a capire, e dovrei anche ringraziarlo… “Ron! E’ vero! Siamo coniglietti! Tutto potrebbe ucciderci! Però tu sei un caso disperato fratello! Non si può avere paura di tutto! Non puoi avere paura della vita! Devi viverla! Non ti sei neppure trovato una compagna e stai addirittura morendo di fame solo per restare sempre chiuso nella tana! Comincia a crescere ed a vivere! Se non lo vuoi fare per te, fallo per la mamma! No Ron! Io non ti porterò l’erba! E se lo vuoi proprio sapere, non verrò nemmeno a trovarti fino a quando non cambi! La vita è rischiosa, ma è tanto breve e bella! E’ un dono! Un dono che tu stai sprecando! Morirai da solo Ron! Nessuno potrà aiutarti! Non saranno i predatori ad ucciderti… no! Ma lo farai tu! Ti ucciderai tu stesso! Ora… ora io vado! Se vuoi vienimi a trovare tu! Sai dove abito…” Io nel sentire quelle parole, mi girai dall’altra parte per non guardarlo in faccia e feci l’offeso: “Ah! E’ così? E’ così che si tratta un fratello? Bene! Da oggi in poi io non ti conosco! Per quanto mi riguarda noi due non siamo più fratelli! Non mi puoi parlare così… Kim! Per me sei morto, e così lo è anche Kite! Ora va via dalla mia tana!” Quello con le lacrime agli occhi disse andando verso l’uscita: “Ti pentirai Ron… ti pentirai del male che ci stai facendo… Siamo la tua famiglia! Chissà come ci resterà male Kite!” “Non me ne importa! Sto benissimo da solo! Sei tu ad essere cattivo con me!” Dissi al colmo della rabbia, e poi gli diedi anche un morso sulla zampa! Quello gridò dal dolore, ma non solo dovuto al morso, ma alla tristezza d’avere perso un fratello. Lo vidi piangere e scomparire. Non si voltò.
Tristi giorni m’attendevano… Ero stato malvagio e crudele, ed anche solo… come Kim m’aveva annunciato! Non avevo più nessun amico! Mangiavo da solo, mi pulivo il pelo da solo! Quanto mi disperai… ma, non serviva a nulla! Avevo, tra le altre cose, ancora paura… quella paura che mi aveva fatto perdere tutto!
Di notte piangevo! Avevo bisogno di conforto ed amore. Mi ero reso conto solo allora, dell’importanza di mio fratello e di mia sorella! Diventai come in realtà non ero! Ne soffrivo moltissimo!
Era evidente che non potevo reggere a lungo a stare così solo ed impaurito da tutto! A me, piaceva il sole ed il suo calore, ma lì fuori, tutto da solo era impensabile poter correre e giocare! Per nutrirmi, raccoglievo solo l’erba che era cresciuta davanti alla tana e la mangiavo stando dentro.
Da fuori, potevo udire zigare gli altri coniglietti che, ignari della mia presenza, continuavano, come al solito a fare festa a quella vita a cui per paura avevo rinunciato. Stavo lentamente lasciandomi andare! Stavo per abbandonarmi! Avevo sempre sonno, e così mi lasciavo cullare dalle voci e dal vento che era il mio unico amico in quella desolante solitudine!
Certe notti, visto che dormivo di giorno, non riuscivo a prendere sonno ed allora, piangendo invocavo la mia mamma! Anche una di quelle notti andò così! Piangendo dicevo: “Oh mammina! Sono io! Sono il tuo Ron! Perché… perché mi devono capitare sempre cose brutte? Io… io non ho mai fatto nulla di male! Nemmeno Kim e Kite mi sono stati vicino! E’ vero! E’ stata colpa mia… ma tu lo sai… Lì fuori è pericoloso! Tu stessa, anche se sempre attenta, sei stata uccisa! Ma no! Tu vivi ancora! Vivi dentro di me! Dimmi mamma… come faccio… come posso fare per vivere felicemente? Ho paura mamma! Ho paura di tutto e di tutti! Fammi venire con te in quei prati dove vivi felicemente… Fammi chiudere gli occhi e finalmente ritrovarti… io… sono solo e disperato in questo mondo di dolore e di pericoli! Consentimi d’essere felice e libero! Sono stanco d’aver paura della paura!”
Dicendo queste parole disperate, mi misi a piangere disperatamente! Non m’accorsi che una creatura era entrata nella tana sentendo il mio lamento. Provò pietà di me! S’avvicinò e cominciò a leccarmi ed a riscaldarmi con suo corpo: “Povero piccolino! Non devi più piangere! Ora ci sono io! Starò io con te!” Con gli occhi pieni di lacrime non mi accorsi che si trattava di una volpe. Incominciai a stringermi anch’io a lei, ma poi, toccandola gridai dal terrore! “Ma tu… tu… sei… sei… UNA VOLPE!! AIUTO!!!” M’allontanai per istinto e mi misi a piangere tremando di paura. Quella, però mi venne vicino e cominciò di nuovo a leccarmi: “Si coniglietto! Sono una volpe, è vero! Ma… credimi, non voglio farti del male! Ho ascoltato quello che hai detto! Ho ascoltato tutto il tuo dolore! Sai… anch’io ho paura…” Mi misi a ridere tra le lacrime: “Paura tu? E di cosa? Sei una volpe! Dovrebbero essere gli altri ad aver paura di te… non dire sciocchezze volpe!!” Quella non se la prese e disse: “Non è vero coniglietto! Anche io ho paura! Hai detto di chiamarti Ron… io mi chiamo Mary! Vedi Ron… In questa valle ci sono moltissimi lupi! Per non parlare delle linci! Anche io ho delle difficoltà, e proprio come te posso essere uccisa dai predatori! Per non parlare delle faine che mi rubano sempre quello che con tanta fatica riesco a cacciare… oops… scusa piccolo!” Io sentendo la parola ‘ faine ‘ cominciai a battere i denti terrorizzato e non feci caso alla gaffe della volpe. Quella se ne accorse e disse: “Hai paura delle faine piccolo? Hai ragione! E’ vero sono bestiacce e ladre matricolate!” Sentendo queste parole, cominciai a raccontarle la mia storia! Era da tempo che desideravo raccontarla a qualcuno. Mary, sentendo il tutto disse: “Oh poverino! Hai sofferto davvero tanto… ma adesso ci sono io Ron! Nessuna brutta faina oserà toccarti…” Io, sgarbatamente le dissi: “Già! Ma da te… chi mi difenderà?” Quella, con molta calma mi spiegò: “Vedi… Come già t’ho detto non ti toccherò! Sai piccolo… noi volpi abbiamo molte regole, per esempio ne esiste una che consiste nel condividere la tana anche con le nostre prede, e se decidiamo di proteggerle lo facciamo anche al costo della nostra vita! Io ho scelto di proteggerti e di non attaccarti mai! La tua storia mi ha fatto intenerire e poi… odi come me le faine… quindi, visto che ho anche bisogno di una tana dove stare, ho pensato di esserti amica! Che ne dici Ron? Quando mi chiamerai io accorrerò a difenderti! Mi permetti di stare con te?” Io che non avevo mai sentito dire di queste regole delle volpi rabbrividì pensando che forse era tutta scena, ma poi, pensai che era la giusta occasione per non temere più! Quella volpe mi sembrò sincera! Forse, la preghiera alla mia mamma era stata ascoltata, però volli fare un piccolo test alla volpe. “E… se per caso io ti dicessi di no? Cosa mi accadrebbe?” Quella non rispose ed io capì. Accettai di buon grado la sua insolita e pericolosa compagnia.
Da quel giorno, la volpe Mary occupò la mia tana di giorno, mentre all’imbrunire usciva. Io che vivevo di giorno, mentre di mattina essa dormiva, potevo andare senza paura in giro, poiché sapevo che se l’avessi chiamata, sarebbe venuta di corsa a proteggermi come mi aveva detto! Io comunque non ci speravo troppo, però il fatto d’avere una volpe che mi faceva da guardia del corpo mi dava una certa sicurezza.
Nel vedermi uscire, tutti gli altri coniglietti si domandavano il perché di tale cambiamento. Non conoscevano il mio segreto.
Ero diventato spavaldo e spericolato! Siccome sapevo d’essere protetto, iniziai a fare tutto quello che non avrei mai fatto! Con gli altri coniglietti diventai aggressivo. M’atteggiavo a gran coniglio senza pensare che stavo diventando antipatico a tutti. Ridevo perfino in faccia a chi mi diceva di stare attento! Quando mi dicevano di non andare in certi posti dove avrei potuto incontrare volpi, lupi e faine, io rispondevo che ormai non avevo più paura di nulla! Credevo d’essere diventato invulnerabile! Nessuno, così pensavo, avrebbe osato attaccarmi. Avevo dimenticato che Mary era una volpe e quindi un predatore, e che anche lei, così m’aveva detto, poteva essere attaccata e fatta fuori! Ero troppo euforico per capire e ricordare! Troppo contento della mia nuova vita per poter, come la mia natura da coniglio imponeva, essere cauto e guardingo. Addirittura andai, senza pensarci due volte, da Kim. Mio fratello abitava molto distante da dove io avevo la tana. Vi andai correndo, senza nascondermi tra l’erba. Quello, nel vedermi arrivare, solo e con tanta baldanza, mi venne incontro dicendomi: “Ron! Come mai sei venuto qui? Non hai pensato al pericolo? Perché non sei venuto dalla parte dove c’è l’erba alta?” Io, felice gli dissi: “Eh fratellino! Sapessi… Innanzi tutto ti devo chiedere scusa per quello che ti ho fatto e detto qualche giorno fa nella mia tana! Comunque, ora sono cambiato Kim! Non ho più paura di nulla! Vedo che sei solo… dov’è Kite? E’ nella sua tana?” Kim si mise a piangere e, abbracciandomi disse: “Oh Ron! Fratello mio! E’ accaduta una tragedia! Kite, purtroppo è morta! E’ stata uccisa da una volpe due giorni fa sotto i miei occhi! Anche il suo e la mia compagna sono stati sbranati! Sono rimasto solo Ron! Ora… sono io ad aver paura! Mi resti solo tu ora…” Mi misi a piangere anch’io. Quello che era successo mi aveva scosso! Decisi, comunque, di fare un regalo a mio fratello donandogli la protezione di cui pensavo di godere io! Tra le lacrime gli dissi: “Fratello… Ti confido una cosa! Vedi… ora né io e né tu dobbiamo più preoccuparci d’essere mangiati! Vieni nella mia tana che ti faccio vedere una cosa che cambierà anche la tua vita come è successo a me!” Quello mi guardò in modo strano. Io ero raggiante anche se triste per la notizia appena ricevuta! Non poteva certo immaginare cosa avrebbe visto! Mi seguì senza domandarmi nulla, però mi osservava.
Saltellando, arrivammo alla mia tana. Dissi a Kim di stare un momento fuori e di non entrare. Dovevo avvertire la mia amica Mary della sua visita. Entrai nella tana. Trovai la volpe addormentata. Piano piano mi avvicinai e la svegliai. “Mary! Svegliati! Ho portato qui mio fratello per fartelo conoscere! Spero che darai anche a lui la protezione che hai promesso a me! Sai… è l’unico parente che m’è rimasto! Mia sorella è stata uccisa da…” Mi resi conto che dire a Mary chi aveva compiuto quel gesto, sarebbe stato come darle una colpa ingiustificata, così mi fermai e non le dissi nulla. La volpe assonnata, aprendo i suoi occhi color ambra, e aprendo la sua bocca per sbadigliare (uno sbadiglio da far paura), mi disse: “Ron… Se me lo chiedi tu… lo farò! Non ti preoccupare… però… non posso proteggere tutti i tuoi amici… tu mi capisci? Comunque… fammelo conoscere!” Pieno di gioia, dissi a Mary di uscire dalla tana. Finalmente, pensavo, avessimo risolto tutti i nostri problemi.
Mary uscì fuori e Kim balzò terrorizzato, ma ingenuamente io, m’avvicinai a lui dicendo: “Di cosa hai paura Kim? E’ lei chi ci proteggerà dagli attacchi dei predatori! Si chiama Mary, è una…” “VOLPE! Lo so bene cos’è! Ma dimmi Ron… sei pazzo o cosa? E poi…” Dicendo così, mio fratello si mise ad odorare e poi a tremare ed a piangere, e poi continuò: “E poi… E’ stata lei ad uccidere senza alcuna pietà nostra sorella Kite ed il suo compagno, e come se non bastasse ha ucciso anche la mia compagna! Lo ha fatto senza avere un attimo di esitazione! Ricordo ancora le loro grida di paura e di dolore! Come puoi… come puoi dire che ci proteggerà? Tu sei pazzo Ron!” Rimasi pietrificato! Non mi aspettavo che Mary fosse l’assassina di mia sorella! Non avevo più pensato che quella volpe potesse far del male… ma, le parole di Kim mi fecero per la prima volta vedere la realtà in modo diverso! Mary disse a quel punto: “Oh… mi dispiace! Io… io non sapevo… Se lo avessi saputo prima… ma sapete… avevo fame… mi dovevo nutrire in qualche modo! Coniglietti! Vi giuro che mi dispiace e che non farò male a voi due!” Kim mi guardò disgustato e mi disse: “Non crederai alla volpe spero… Sei in pericolo! Proprio tu che tremavi, ora invece ti sei fatto abbindolare da questa bestia feroce! Non voglio Ron! Non voglio che tu venga ucciso! Scappiamo… presto!” Mary, mi guardò triste e mi disse: “Non vi toccherei mai… credimi Ron! E’ una nostra regola!” Kim, dicendo: “Al diavolo le vostre regole…” mi tirò con se da una zampa, ma io non volevo dare a Mary questo dolore! Mi staccai da Kim violentemente ed andai vicino alla volpe. Kim, vedendo questo disse: “A tal punto arriva la tua pazzia Ron? Vuoi morire? Ma… ma io non te lo permetterò!” Venne vicino a me, e questa volta mi strattonò via con lui. Mi girai per un momento, e vidi la volpe che ci guardava piangendo. Mi intristì.
Arrivammo nella tana di Kim di corsa. Anche se avevo capito la reazione di mio fratello, mi doleva molto aver perso l’amicizia e la protezione di Mary. Kim era arrabbiato e terrorizzato! Pensava che quella volpe ci stesse seguendo, ma non era così! Io lo sapevo! “Kim! Ora nessuno ci proteggerà! Avevamo trovato la salvezza! Perché? Spiegami… Adesso, per causa tua dobbiamo ricascare di nuovo nella paura e nel terrore! Potevamo vivere senza problemi… invece… Spiegami… perché fratello? Perché chiuderci di nuovo?” Quello mi diede uno schiaffo con la zampa: “Svegliati Ron! Siamo prede! Siamo anche soli al mondo! Nessuno! Non c’è nessuno che ci possa voler bene e proteggere! Sei troppo ingenuo fratello! Quella creatura stava aspettando solo che voltassi le spalle e poi t’avrebbe sbranato… proprio come ha fatto con Kite! Davvero non capisci Ron? Davvero ti fidavi di una volpe? Le volpi sono animali astuti! Lei voleva solo farti del male e basta! Noi conigli, così come altri animali, abbiamo un detto… mai fidarsi di una volpe! Ma tu, te ne sei completamente scordato! Sei passato da un eccesso ad un altro! Prima avevi paura di tutto, ed ora di nulla! Cerca d’essere normale Ron! Ora… ora non lo sei!” Toccandomi il muso ancora dolorante dissi: “Lo so Kim! Scusami!”
Ormai era passato un giorno da quando me ne ero andato dalla mia tana. Restai con Kim cercando di non dare troppe preoccupazioni, ma in realtà pensavo a Mary. Mi mancava la sua compagnia e la protezione che aveva promesso di darmi.
Essendo andato via in quel modo, mi sarebbe stata, incontrandola un’altra volta, amica oppure nemica? Questo era il dubbio che tormentò la mia mente da quel giorno. Kim, dal canto suo, continuava ad essere preoccupato. Quella volpe, pensava, sarebbe potuta venire in qualsiasi momento per mangiarci! Non lo diceva apertamente, ma sicuramente dava a me la colpa di un eventuale attacco. Il poveretto tremava come facevo io un tempo, ma nonostante ciò, continuava ad uscire con me per nutrirsi ed anche per trovare un’altra compagna. Costrinse anche me a darmi da fare! Così feci. Trovammo dopo qualche settimana due conigliette molto carine e disposte ad accettarci come compagni.
Con Ann e Sabry (questo era il nome delle due conigliette), passammo giorni felici. Ann si era innamorata di Kim e diventò la sua nuova compagna, mentre Sabry si innamorò di me. Dovetti da subito imparare ad iniziare a proteggere, non solo me stesso ma anche lei e gli eventuali cuccioli che sarebbero nati dalla nostra unione. Mi ero, per la prima volta, realizzato! Finalmente ero felice e scordai la paura ma non del tutto… ricordavo ancora Mary la volpe. Mio fratello però non si era scordato della mia strana amicizia e stava sempre in guardia con le orecchie ben tese.
Erano giorni di felicità. Io e Sabry, come del resto anche Kim con Ann, eravamo contenti della vita e felici per quello che avevamo raggiunto. Già, le due conigliette aspettavano dei cuccioli che sarebbero venuti al mondo presto.
Quando eravamo soli, io e la mia compagna, lei non si stancava mai di dirmi parole dolci. Io cercavo di dimostrarle coraggio! Quante volte, vedendo in lontananza un predatore, invece di scappare facevo le linguacce quando Sabry mi guardava. Si divertiva tantissimo e si sentiva protetta e voluta bene! Apprezzava moltissimo il mio coraggio e determinazione! Me lo faceva capire stringendosi a me. Però, ancora non le avevo detto della mia storia! Decisi di farlo un giorno, mentre eravamo a mangiare dell’erba vicino ad un ruscello. Le raccontai della faina che voleva uccidermi quando ero ancora un cucciolotto e poi, della conseguente enorme paura che non mi aveva consentito di vivere bene e di uscire dalla tana. Parlai anche di mia madre e dei cacciatori, ed infine della tragedia di mia sorella e del suo compagno, e di Kim che aveva perso, anche lui, a causa di un predatore, la sua prima compagna. Sabry mi strinse e mi leccò. Mi aveva ascoltato con molta tenerezza e dolore. Dovevo condividere proprio tutto con lei! Lei mi avrebbe senz’altro capito! Le dovevo parlare di Mary. Iniziai il racconto, ma quella mi guardò terrorizzata! Anche per lei, parlare d’una volpe era un tabù. Nel mio racconto, mettevo talmente tante parole d’affetto per quella creatura così diversa da noi che la povera coniglietta non mi lasciò finire di raccontare, perché mi interruppe dicendo: “Ron! Ma davvero non hai avuto paura? Come mi puoi parlare di una volpe come di una amica? Io ne ho una paura matta! Hanno una bocca spaventosa e non sono mai sazie! Ti avrebbe potuto mangiare in un sol boccone, questo lo sai?” Io le risposi: “Sabry… lo so che non mi credi! Anche per me è stato difficile da accettare, ma ti assicuro che è così! Non mi avrebbe mai toccato! Me lo ha giurato! Penso che se la incontrassi di nuovo, non mi farebbe nessun male!” Lei mi guardava con tanto d’occhi di fuori dalle orbite. Non credeva alle proprie orecchie. Poi, mi venne in mente di dirle altro… non avevo la più pallida idea dei pericoli che potevo farle correre! Le dissi: “Sabry! Noi due dobbiamo condividere tutto… giusto?” Quella annuì: “Bene! Allora vieni con me! Anche tu, come me e Kim devi avere la protezione di Mary! Mi prometti che verrai?” Quella, un po’ titubante, tremando di paura disse: “Se è questo che vuoi Ron, io ti seguirò! Con te mi sento al sicuro! Però se mi spavento, io scapperò!” Erano le parole di una coniglietta innamorata che si fidava ciecamente del suo compagno. Io le dissi: “Non ci sarà alcun bisogno di scappare! Sarai contenta di saperti al sicuro e sotto protezione!” Dicendo così, ci avviammo per la strada che conduceva alla mia vecchia tana! Kim ci vide e capì. Sbiancando di colpo ci volle seguire. Se lo aspettava! Mentre camminava, pensava ad alta voce dicendo: “Ron! Tu sei pazzo! Stai facendo rischiare la vita anche alla tua innocente compagna! Perché? Perché sei tanto ingenuo e senza cervello… dimmi fratello… perché?”
Arrivammo davanti alla tana. Come al solito, entrai prima io. Mary era nella tana. Era distesa con un cucciolo attaccato a lei! Aveva partorito da un giorno, ed ora, lo stava allattando teneramente. Mi fermai incantato dalla scena! Era impensabile che una creatura così dolce, in realtà, fosse un predatore tanto spietato e senza cuore! Non ci potevo credere! Quel cucciolo, godeva di una protezione straordinaria! Non aveva paura! Non conosceva ancora il terrore! Lo invidiai… solo questo posso dire! Lui aveva la mamma, mentre io, ero stato privato per sempre di quell’amore.
Restai in silenzio ancora per un po’! Non avevo intenzione di disturbare una simile perfezione d’amore e di tenerezza! Però, la volpe, si accorse della mia presenza. “Ma tu… tu sei Ron! Cosa ci fai qui?” Io le risposi: “Sono venuto per farti conoscere anche la mia compagna…” Quella, con fermezza mi disse: “No! Noi ormai non siamo più amici! Hai abbandonato la tana! Io… io… dovrei ucciderti… però voglio salvarti la vita! Va via prima che ritorni in mio compagno! Va via!” Era passato parecchio tempo da quando avevo lasciato lei e quella tana! Ora non m’apparteneva più! Era diventata a tutti gli effetti una tana di volpe! Mary mi stava avvertendo e salvando! Avrebbe dovuto vedermi non più come amico ma come preda, ma io non lo avevo capito. Mi avvicinai di più a lei, ma quella mi ringhiò contro con fare minaccioso. Adesso avevo capito! Mi misi a piangere dicendo: “Così, la nostra amicizia finisce qui? Perché mi fai questo? Perché Mary?” “E’ la natura Ron! La natura e le sue regole che hai dimenticato di seguire! Hai infranto una legge! Forse la più importante!” Disse Kim entrando nella tana. Mary, ringhiando ancora disse: “Vero! E’ vero coniglio! Ora… se non volete morire, andatevene via di corsa! Vedete, ora sono diventata anche madre! Ho fame! Se non ve ne andate subito, visto che siete prede dovrò sbranarvi per nutrirmi con la vostra carne che diventerà latte per il mio piccolo! Anche lui ha fame! Lui è molto più importante di me!” Io capivo che quelle dure parole erano state dette per nostra difesa e non per vera volontà di attaccarci, ma lo stesso, per me furono pugnalate.
Intanto, fuori dalla tana, Sabry, insieme ad Ann che era appena arrivata seguendo Kim, erano puntate da due occhi gelidi che le seguivano attenti. Non si resero conto di nulla, ma erano in grave anzi in gravissimo pericolo!
Con un balzo, una faina era piombata addosso a Sabry e ad Ann, proprio mentre io e Kim uscimmo fuori dalla tana di Mary. Vedendo quella scena restammo paralizzati dalla paura. “No! Ann! No!” Gridò Kim mentre io, vedendo la povera Sabry essere attaccata e piangere dal dolore, gridai: “Mary! Mary! Aiuto! Vienici a salvare!” Ma Kim piangendo disse, voltandosi verso di me con uno sguardo arrabbiato: “Ron! Chi stai chiamando? Non verrà! E se per caso la volpe decidesse di uscire, sicuramente ci ucciderà! Lei è un predatore proprio come la faina!” Io non desistetti! Continuai a chiamare ed a gridare il nome Mary.
Nella tana, Mary, sentendo il mio pianto disperato, da prima non si mosse, ma poi, calde lacrime scesero dai suoi occhi. Certamente ricordava tutto quello che le avevo raccontato. Si ricordava anche, di questo sono sicuro, della sua promessa! Infondo non l’aveva scordata! Staccando da lei il cucciolo che stava allattando, uscì fuori di corsa.
Quando la vidi, cominciai ad urlare: “Mary! Una faina! Una faina sta facendo del male alle nostre compagne! Ti prego! Salvale tu! So che non ti sei dimenticata di me! So che non è colpa tua per l’uccisione di Kite mia sorella! E’ la natura! Io lo so!” Quella, sentendo queste parole restò pietrificata, ma poi vedendo la faina si lanciò e cominciò a morderla sul collo, liberando così Ann e Sabry.
Io e Kim, insieme alle nostre compagne appena liberate, cercammo di scappare via. Nutrivo grande riconoscenza per la mia amica Mary, che, nonostante la differenza di specie si era ricordata della promessa di protezione.
Mi girai per l’ultima volta verso di lei, quando, allontanandomi, notai che un’altra faina era entrata nella tana della volpe. Le sue intenzioni erano chiare! Attirata dal pianto del cucciolotto di Mary, lo voleva attaccare e mangiare!
La volpe era distratta! Non si era resa conto del pericolo imminente per il suo piccolino, ma poi, udendo il suo pianto disperato, si staccò dalla faina ormai morta. Anche Mary restò ferita! Una lunga scia di sangue sul suo corpo faceva capire che era impensabile per lei salvare il suo cucciolo.
La situazione era davvero grave! Pensai che dovevo fare qualcosa! Dovevo anch’io, rispettare la promessa di protezione! Io… coniglietto! Proprio io, che avevo paura della paura, dimenticai il terrore della morte, e scansando Kim con le due conigliette mi diressi verso la tana, mentre la povera Mary piangeva disperata. Aveva capito, che ormai per il suo piccolino era finita! Sarebbe di sicuro morto!
Urla di dolore del cucciolo, insieme al verso di lotta di quella faina, intanto, facevano tremare quella tana! Entrai… La scena che si presentò davanti ai miei occhi era così terribile che ricordai l’esperienza che ebbi io quando, proprio una faina come quella, voleva far terminare la mia vita quando ero ancora un cucciolo! In quel tenero volpacchiotto, mi rividi!
Kim mi chiamava in continuazione, ma era come se non lo sentissi! Qualcuno, ora, più indifeso di me, aveva bisogno del mio aiuto!
Balzai dietro la faina intenta a mordere al collo il cucciolo, e m’attaccai con quanta forza avevo alla sua zampa cominciando a morderla fortemente con i miei denti incisivi! Stavo per la prima volta combattendo e non scappando! La faina, urlando dal dolore si staccò dal volpacchiotto e mi vide. Mi riconobbe… ed io riconobbi lei! Era proprio la faina che tentò di uccidermi tanto tempo prima! Era lei la causa di tutti i miei problemi!
“Tu?” Mi disse, ed io le risposi: “Si! Sono io! Maledetta! Mi hai riconosciuto eh? Lascia stare questo cucciolo! Perché? Dimmi? Perché te la prendi sempre con chi è più debole e non può difendersi? Sei malvagia! Si… però ora io te la farò pagare, non solo per questo cucciolo ma anche per quello che mi hai fatto!” Quella, sentendo le mie parole, si lanciò verso di me dicendo: “Tu sei un coniglio! Cosa ne vuoi sapere di sopravvivenza! Tu non sai chi sono io…” ed intanto mi colpì con i denti ad un orecchio, e poi mi azzannò alla gola. L’istinto di paura mi ritornò prepotente! Mi ricordai delle parole dette dalla faina quando fu per uccidermi da cucciolo! Mi aveva detto che prima o poi sarei stato suo… infatti, stava succedendo! Mi misi a piangere ed a tremare. Il coraggio che prima avevo, mi stava lentamente abbandonando! Chiusi gli occhi ed aspettai… aspettai di morire.
Il cucciolo, intanto, con la forza della disperazione, uscì piangendo fuori dalla tana. Mary, che ormai era convinta della sua morte, appena lo vide gli andò incontro leccandolo. Solo allora, si rese conto che a salvare la vita al suo piccolo indifeso ero stato io! Pensò che, come la lepre in quella storia, mi fossi sacrificato! Non pensò a nulla! Forse era ancora in tempo per salvarmi… Come un fulmine entrò nella tana, sotto lo sguardo di Kim, Ann e Sabry e del cucciolotto. La volpe stava mantenendo, ancora una volta, la sua promessa! Stava venendo a salvarmi la vita! Io, sentii solo il suo ringhio disperato. Aprii gli occhi e la vidi attaccare, anche se ferita in modo grave, la faina. Una volpe, stava difendendo un coniglietto! Proprio lei che avrebbe dovuto divorarmi! Si era verificato un vero miracolo naturale! Una di quelle cose che si verificano molto di rado, come succede per le eclissi di sole!
“Come osi faina! Come hai potuto attaccare il mio piccolo e dopo questo coniglio che è sotto la mia protezione? La devi pagare cara ed amara!” Probabilmente la faina, un po’ per paura, ed un po’ perché non capì il perché dello strano comportamento di una volpe che non solo difendeva com’è giusto il suo piccolo, ma anche una preda, si mise a combattere anche lei con molto furore, dicendo: “Che diavolo vuoi volpe? Anche io devo nutrirmi!” “Ma non così!” Dissi: “Non si può attaccare un cucciolo a tradimento! Lui è indifeso! E’ indifeso più… è indifeso più di me!” Quella, però non mi diede retta, ed avvicinò i suoi denti alla gola di Mary. Vedendo il suo gesto, mi ritornò il coraggio! Mi lanciai piangendo come un disperato sulla faina, ed affondai i miei denti nel suo collo uccidendola.
Kim con Sabry ed Ann, entrarono nella tana con il cucciolo! Videro la scena! Non potevano credere ai loro occhi! E’ vero! Noi conigli abbiamo la nomea d’essere le creature più paurose che il buon Dio abbia creato! Si dice anche di noi che siamo incapaci di difenderci, ma chi dice e pensa questo sbaglia! Anche noi sappiamo combattere! Questo lo facciamo solo quando siamo costretti! Non ci piace farlo! Io l’ho fatto ma non volevo! Mi costò molto quel gesto!
Mary, nel vedermi attaccato al collo della faina, con le lacrime che le solcavano il muso disse: “Ron! Coniglietto! Fermati! Lascia la presa! E’ morta! Hai salvato la vita di mio figlio, ed hai salvato anche me! Ah! E pensare che avrei dovuto darti io protezione… invece… sei stato tu a proteggerci! Ti sono debitrice piccolino! Dimmi… cosa posso fare per te?” Io, essendomi staccato dalla faina, tra gli sguardi di Kim e le conigliette, guardando Mary occhi senza paura le dissi: “Nulla Mary! Ora ho imparato! Ho imparato che bisogna trovare un giusto equilibrio tra la paura ed il coraggio! Non si può avere paura di tutto, ma non si può nemmeno essere spericolati ed aggressivi sfidando addirittura la morte! Come ho già detto, serve trovare equilibrio! Equilibrio che è vita! Bisogna solo avere il CORAGGIO DELLA PAURA! Il coraggio che bisogna avere quando si è in pericolo! Voi predatori, ho capito, siete costretti ad uccidere! No! Io non ti chiedo nulla Mary! Ti voglio solo ringraziare per avermi dato la possibilità di capire!” Quella, con molto affetto mi leccò e disse: “Non ho parole! Sono io a doverti dire grazie di aver rischiato la tua vita per quella del mio piccolo! Bene… ora andate! Qui è pericoloso!” Io capendo le sue ultime parole le dissi: “Lo so Mary! Grazie ancora!” E senza voltarmi, insieme a Kim, Sabry ed Ann andammo via.
Non incontrai mai più Mary!
Io e mio fratello con le nostre rispettive compagne, abbiamo vissuto in armonia e felicità! Per quanto riguarda me, dal giorno in cui ho combattuto e vinto la faina, ho cercato di vivere da vero coniglietto! Imparai a gestire la mia paura, considerandola non una cosa negativa ma parte integrante del mio istinto!
Ho finalmente compreso IL CORAGGIO DELLA PAURA, che alle volte, può salvare la vita sia a se stessi che agli altri.