RAFFAELE FAMELI
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1. L’INCONTRO CON L’ALTRA STORIA… RICCARDO
Avevo ancora molte ore per ricercare e capire! Dopo l’incontro con Mirmo la mia missione ora era quella di leggere il resto del primo racconto anche se ciò mi provocava malessere e paura. Così, preso da un entusiasmo tutto nuovo, corsi di nuovo a casa per continuare la mia lettura. In così pochi giorni avevo visto sia il bene che il male! La tenerezza del coniglietto, la tenerezza di me PUZZOLA ed in fine la volpe e la sua KALIMBA LUNARE che ora albergava anche in me! Ma di questa, io non ne conoscevo né l’uso e né il modo per poterla sfruttare quando ce ne fosse stato bisogno… Dopo, avrei dovuto incontrare Riccardo… Così, con il cuore in gola per la grande agitazione mi diressi verso la mia abitazione.
Eccomi arrivato! Ora potevo continuare ad imparare. Col computer davanti cliccai sul primo racconto e cominciai a leggere fino alla fine! Nemmeno pranzai! La voglia di conoscenza era davvero troppa.
Ero arrivato alla fine, ma ancora mancava il secondo racconto da leggere! Guardando le RIGHINE che dalle persiane semi chiuse del mio balcone si disegnavano sul muro bianco, decisi di leggere il secondo quando sarei stato pronto. Nel leggere l’ultimo capitolo del primo stetti bene, ma prima… quanta paura e quante lacrime! Quel Riccardo doveva essere un ragazzo eccezionale! Anche Mario il gatto! Adesso dovevo andar a trovare l’eroe di quello che avevo appena letto che non era fantasia ma, purtroppo realtà! Una realtà che comprendevo essere pericolosissima! Almeno Riccardo aveva con sé Meni! Almeno Riccardo aveva ritrovato suo fratello e la signora Mary… ma io? Io chi avevo? Mi sovvenne Nino e Mirmo! Ma ora, dovevo proseguire per la mia strada incontrando chi m’avrebbe spianato la strada! La strada già la conoscevo! Il mare! Dovevo andare in quella casa sul mare! Così, chiusi il calcolatore, ma prima scrissi degli appunti per poter, una volta finita la MIA STORIA, scriverla e divulgarla, anche se non molto abile come scrittore! Ero pronto per l’incontro con Ric!
Presi le chiavi della mia automobile! Era da un bel po’ che non guidavo, e m’apprestai ad uscire e montare nell’abitacolo! Con molta sorpresa notai che la carrozzeria che molto tempo prima avevo scelto era di colore bianca e nera! Sorrisi! Inconsciamente avevo scelto proprio i miei colori! Girai la chiave nel quadro e la macchina partì! Ovviamente feci il pieno prima d’imboccare la strada verso il mare… verso la casa di Riccardo e Meni!
Mentre guidavo sentivo che l’agitazione aumentava ad ogni metro! Cosa mi sarei dovuto aspettare? Mirmo era stato chiaro! Dopo aver RICORDATO avrei dovuto LOTTARE! Naturalmente speravo che ciò non si verificasse, anche perché quelli che avrei dovuto affrontare non erano umani ma dei dèmoni! Assassini crudeli! Riccardo, con molte difficoltà e dolore era riuscito nell’intento, ma io come potevo fare? Ancora non avevo che avuto dei ricordi e nulla più… Intuivo che la parte più difficile doveva ancora arrivare! Comunque, eccomi arrivato! La casa era proprio lì come nel SUO RACCONTO! Era tutto tale e quale! Parcheggiando alzai una nuvola di sabbia, e scesi dall’abitacolo! Guardai il mare e cercai in quello conforto e sicurezza. M’avviai e notai anche la famosa bicicletta di Doroty. Sorrisi e salii le scale polverose e ricche di sale incrostato. Arrivando davanti alla porta, esitai e non poco prima di bussare, ma non ce ne fu bisogno perché m’aprì proprio lui… Riccardo!
Appena mi vide, mi sorrise e mi disse: “Tu dovresti essere Antonio? Mirmo m’ha telefonato poco fa avvertendomi del tuo arrivo! Entra… Entra in casa così potremo parlare!” Io, balbettando dissi: “Certo Riccardo! Per me è un vero piacere conoscerti… però…” Lui, capendo tutto, mi prese per un braccio e mi tirò dentro dicendo: “I però dovresti lasciarli perdere! Adesso devi trovare certezze! Purtroppo, la strada che devi compiere sarà lunga e tortuosa! Qualcosa Mirmo te l’ha spiegato e so che hai letto la MIA STORIA! Tu dovrai scoprire su te stesso cose che hai sepolto dentro di te, proprio come è successo a me! E’ inutile dire che sarà molto dura perché dovrai vedere oltre il buio! LA LUCE NEL BUIO! Noi siamo creature della luce, e LORO odiano tutto quello che è LUCE! Adesso accomodati su quel divano…”.
Mi sedetti proprio su quel divano davanti a quella finestra che dava sul mare. Tutto in quella casa era proprio come Ric l’aveva descritta! Mi sentivo come trasportato nella SUA storia. “Allora Antonio… Tu desideri delle risposte ed io su qualcosa ti posso rispondere! M’ha detto Mirmo che sei un insegnante… bene!! Questo potrà aiutarti a comprendere meglio! Tutto è ricominciato! Questo era nell’aria già da parecchio tempo! Purtroppo, non so perché, adesso sei tu che devi lottare! Non so perché si è scelti per far questo, ma dentro di te esiste la RISPOSTA! Con gli EXPERIMENTES che condurremo dovremo scavare nei tuoi ricordi perché TU HAI VISTO QUALCOSA… e penso che tutto sia cominciato proprio in quel palazzo e DIETRO QUELLA FINESTRA che ha scatenato in te il tumulto! Farti andare ora sarebbe una pazzia ed è per questo che dobbiamo cominciare subito! Tu hai la protezione della KALIMBA LUNARE donata in parte da Mirmo, ma questo potrebbe essere poco! In questa casa non si possono condurre gli EXPERIMENTES! Ti dovrò condurre in un posto diverso!”. Nel sentire le parole di Ric mi sentii come se mi crollasse il mondo addosso! Era lui ora ad insegnare ed io ero l’allievo. Gli dissi: “Riccardo… Io ho letto degli EXPERIMENTES e so che sono terribili… Io ancora non sono pronto per questo!” Ric, mi guardò come per rimproverarmi e disse: “Ti dirò quello che Mario disse a me a suo tempo! Se ti consideri non pronto e vuoi abbandonare la TUA RICERCA… quella è la porta!! Però sappi, e con questo non voglio darti delle responsabilità, che questa tua VIGLIACCHERIA la pagheranno molti innocenti come in passato!! Proprio come in quell’INCENDIO IN QUEL TEATRO!! Però, se rimarrai tutto si potrebbe aggiustare!! Questo dipende da te! Allora Antonio… Sei pronto oppure no?” Stavo quasi per mettermi a piangere! Il sentir parlare dell’incendio m’aveva aperto gli occhi! Moltissimi innocenti erano morti a causa LORO!! Io dovevo, proprio come aveva fatto Riccardo, riscattare tutti! Dovevo vendicare quelle povere creature pure… PURE proprio come lo ero io! Risposi dunque: “Mi vergogno per quello che ho detto!! Su di te so molte cose! ACCETTO!! Accetto quello che mi hai proposto!! Mi vergogno di me stesso, Riccardo!!” Quello, con un sorriso m’abbracciò e disse: “La paura dell’ignoto è una cosa normale!! So bene quello che stai provando! E ti chiedo scusa in anticipo per quello che dovrai sopportare, ma sappi che è per il tuo e nostro bene! Ci vedremo questa sera alle ore sette…” Dicendo così mi porse un bigliettino con un indirizzo, e poi disse: “Cerca d’essere puntuale PUZZOLA! Da ora in poi non si scherza più!”. Io, abbracciai Riccardo, e salutandolo con la mano prima di chiudere quella polverosa porta, dissi: “Non mancherò all’appuntamento… VOLPE!!”.
2. IL RICORDO DELLA CASA DAL TAPPETO ROSSO
Corsi in automobile e mi ci infilai dentro! Però dalla ringhiera polverosa ed arrugginita mi sembrò solo per un attimo di vedere come sporgersi un musetto di volpe. Sorrisi e misi in moto.
In macchina guardai l’orologio! Erano ancora le tre! Avevo tutto il tempo per preparami psicologicamente a quello che avrei dovuto affrontare! Ripensai al racconto del mio amico Ric e cercai il coraggio per affrontare quella dura prova. Era davvero difficile trovare il coraggio. Cercai di ripensare a quella finestra di quel palazzo! La risposta, certamente, si trovava dietro quella serranda! Cosa avevo visto da piccolo? Quali segreti si celavano dietro quella luce gialla? Chi abitava dentro quell’appartamento? Forse colui o colei che aveva iniziato tutto fin dall’origine? Ecco cosa dovevo recuperare con gli EXPERIMENTES! Probabilmente, Mami con gli altri VOLTI trovavano sempre il modo per entrare nel nostro mondo proprio da quell’appartamento che probabilmente conteneva una PORTA verso il MULTIVERSO!! Si… ma se era così, chi li aveva EVOCATI e perché? Ed io… io avevo visto sia LORO che il RESPONSABILE d’un simile delitto? Ecco! Forse era per questo che mi stava accadendo tutto questo!! Io, inconsapevolmente avevo visto qualcosa, ed ora ero in serio pericolo! Decisi che dopo l’incontro con Ric e gli EXPERIMENTES sarei subito corso a leggere l’altro racconto! Avevo trovato finalmente lo scopo della mia RICERCA.
Decisi di ritornare a casa e cercare di ricordare. La strada me la aveva indicata Ric con il SUO RACCONTO, ora dovevo solo seguirla. Arrivai a casa e come un lampo andai in camera mia per scrivere gli appunti e poi sdraiarmi sul letto. Chiusi le persiane lasciando trapelare solo poca luce. Eccoli i puntini proiettati sul muro! Ero finalmente pronto. Accesi il computer e scrissi, subito dopo mi coricai sul letto. Chiusi gli occhi e mi concentrai. Solo buio e la consapevolezza che, nonostante tutto, proprio io dovevo concludere tutta quella brutta storia che da moltissimo tempo attanagliava la mia città e non solo. Così pensando caddi in un sonno profondo…
Con la mente provai a raggiungere quel palazzo. Infatti eccomi proprio davanti all’entrata. Con la consapevolezza di stare sognando, come in un sogno lucido, adesso non avevo paura d’attraversare quella soglia e di dirigermi proprio su quel piano. Raggiunsi l’ASCENSORE, ma invece di trovarmici dentro, fui come catapultato in un altro ambiente. Era come una casa con un lungo corridoio che sembrava non volesse finire mai. A destra ed a sinistra tantissime porte. Ricordavo quel corridoio! Era la casa della mamma di una mia zia acquisita. Si trovava al centro d’un piccolo paese. A lato del portone d’entrata un piccolo bar, ma molto importante visto che era nella piazza principale. Vicino una FIUMARA. Questa casa austera metteva ansia, infatti non volli attraversare quel corridoio e scesi per le lunghe scale che mi dovevano portare proprio nell’anticamera dove troneggiava il portone. Arrivai, e sentivo come se in un’altra stanza ci fossero i miei zii con i miei cuginetti ancora piccoli ed anche i miei genitori. Sentivo a distanza voci ed un suono di chitarra. Volli avvicinarmi alla fonte di quelle voci e così girai alla mia destra dove si trovava un’altra anticamera con le porte a vetri. Tutto sapeva d’antico… di misterioso. Potevo udire anche distintamente il suono di quella chitarra. Pensai che si trattasse di un mio zio a suonare. Il pavimento era coperto d’un tappeto rossiccio che con i piedi ne potevo sentire la morbidezza ed anche la polvere che mi entrava dentro le narici. Qualcosa però mi impedì di girare a destra. Infatti, proprio davanti a me, la porta, sempre a vetri che faceva accedere ad un garage molto particolare. Ricordai che lì mi era proibito entrare da piccolo… infatti, proprio in quel garage mi avevano raccontato ci fosse il padre della mia zia che lavorava con roba pericolosa e tagliente. Distolsi lo sguardo da quella porta e mi girai verso destra. Un’altra porta, sempre a vetri, ma da lì s’accedeva ad un piccolo salottino dal gusto sempre antico. Però regnava un’altra atmosfera! Infatti, era tutto come illuminato dalla luce grigia che arrivava da delle finestre molto alte. Guardai questa stanza e vidi un divano antico ed un tavolino davanti. Tutte le altre stanze erano illuminate da lampadine dalla luce soffusa gialla, ma quella no! Quella era diversa! Quel grigio mi ricordò l’UOMO CON LA TUNICA! MAMI! Volli correre via da quella stanza, ed attraversandola mi trovai di nuovo nell’anticamera delle scale! Ripercorsi tutto il tragitto fatto! Volevo andare nella grande stanza dove pensavo ci fossero i miei genitori ed i miei zii con i miei cugini. Però, nell’andare avanti su quel tappeto rosso, una specie di malinconia mi percorse il corpo. Ricordavo che in quella stanza non ci poteva essere più nessuno. Infatti i padroni di casa erano morti da un pezzo. La padrona di casa era una maestra di scuola elementare. Sempre vestita di nero, aveva i capelli grigi ed era abbastanza corpulenta. Metteva anche lei soggezione proprio come quella stanza grigia… La sua capigliatura era particolare, e quando parlava sembrava socchiudere le labbra in modo strano e poi le allargava. Fu proprio lei che ricordai quando attraversai quel tappeto. All’improvviso andò via la luce, ed al posto di quella gialla tutto divenne grigio… Andai verso la stanza dove mi era parso di sentire la chitarra e le voci, ed invece… invece un luogo in rovina. Tutto sembrava essere abbandonato. Tanta polvere ed il tavolo lungo dove erano soliti i miei zii mangiare, tutto spoglio con dei fogli di giornale. Vedendo quella scena mi ricordai anche che un mio cuginetto era morto. Stavo per mettermi a piangere, quando mi ritrovai di nuovo in quel corridoio. Adesso potevo sentire odor di braciere. La via per scendere di nuovo al piano inferiore era sparita! Dovevo andare avanti. Osservai a lungo tutte quelle stanze e ad un certo punto mi decisi ad entrare nella prima sulla mia destra. Aprii e vidi un letto tutto in disordine come se qualcuno ci avesse appena dormito. Notai parecchi vestiti attaccati alla sedia vicino a quel giaciglio. Di fianco un computer. Era un computer di vecchio tipo. Lo ricordai! Cosa ci faceva in quel posto quella macchina? Questo me lo ero sempre chiesto. Comunque, lo accesi. Sullo schermo dopo mille rumori apparve la scritta lampeggiante ZODIACO 14, e subito dopo tutto piombò nel buio più assolto. Mi mancò l’aria. Mi sentii trascinare da delle braccia molto magre in un altro posto. Si trattava del garage! Potevo udire il suono come di un flessibile! Mi girai per vedere, e notai la sua lama che squarciava il mio petto. Mi misi ad urlare, ed in fine mi trovai di nuovo nell’anticamera del tappeto rosso. Vidi la padrona di casa venirmi incontro uscendo proprio dalla sala dal grande tavolo, e con voce metallica e strana, storcendo in modo innaturale la bocca, mi disse: “Perché sei andato SOPRA? Non sai che la PORTA E’ SERRATA? Non sai che ti puoi tagliare con i ferri? LORO non vogliono che tu giochi SOPRA! TI PRENDERANNO… come hanno preso mio nipote… e tuo zio!!”.
Mi svegliai di soprassalto! Di certo quella cosa non mi era mai accaduta ma le atmosfere quelle si! Anche il computer c’era. Come mai mi era venuto in mente quella casa? Cosa mi era accaduto davvero dentro quelle mura spesse ed antiche? A questa domanda guardai l’orologio! Erano le cinque. Avevo ancora tempo prima d’andare da Ric. Mi sentii scombussolato anche perché quel sogno m’aveva turbato! Forse proprio lì mi era accaduto qualcosa che riguardava LORO? Di certo si… ma cosa! Non capivo. Volevo cercare dentro di me risposte ma trovavo sempre dei muri insormontabili. Corsi in bagno perché avevo bisogno di bere. Avvicinai la mia bocca al rubinetto ed aprii l’acqua. Mi ricordai solamente allora delle parole udite in sogno… Dunque, mio cugino era stato preso? Era stato un’altra delle LORO vittime così come anche mio zio? Piansi disperatamente. Io ricordavo un’altra versione della storia… M’avevano sempre raccontato che mio cugino era morto per una brutta malattia… ma evidentemente anche quella era una menzogna! Mio zio era anche lui morto per un’orribile male!! Ecco cosa mi voleva comunicare quel maledetto sogno! Se già quello che sognavo e vedevo era terribile, cosa avrei visto durante gli EXPERIMENTES?
3. I QUADRETTI DEL PASSATO - GLI EXPERIMENTES – LA PAPERELLA DAL LUNGO COLLO – LE OMBRE
Lentamente si stava avvicinando l’ora degli EXPERIMENTES. Il ricordo che avevo avuto m’aveva destabilizzato, ma dovevo farmi forza per affrontare qualcosa di più duro. Con l’anima in pena, guardando sempre l’orologio, andavo avanti ed indietro per il corridoio aspettando l’ora designata. Per fortuna, avevo già da quella mattina preso un mese di ferie dal mio lavoro da insegnante perché prevedevo di dedicarmi alla risoluzione di questa storia interamente. Dopo, ci sarebbero anche state le vacanze di Natale… Dove m’avrebbe condotto questa ricerca? Di sicuro ad uno scontro! Pensavo anche che avrei dovuto leggere l’altro racconto, ma, onestamente me ne mancava il coraggio! Ero ancora all’inizio… avevo solamente intravisto il terrore! Questo lo comprendevo e provavo un’incredibile agitazione.
Intanto, l’ora fatidica era scoccata. Il posto dove dovevo affrontare gli EXPERIMENTES era abbastanza vicino alla mia abitazione, e così, per non perder tempo, uscii. Il cielo s’era fatto scuro! Sembrava voler venir giù un acquazzone da un momento all’altro. C’era anche un freddo pungente e mi strinsi nel cappotto bianco e nero. Solo questo in quel momento mi dava coraggio! La consapevolezza di quel che ero. Il senso d’appartenenza a qualcosa mi faceva in parte, dimenticare la paura dell’ignoto. Ma quale posto Ric aveva scelto per farmi affrontare i miei ricordi e paure più profonde? Sicuramente un posto adatto a lui… ad una VOLPE! Ero comunque preparato! Le volpi sono animali notturni… animali che vivono benissimo nell’oscurità, ma io? Io ero qualcosa di diverso! Se la volpe doveva aver paura della luce nel buio, io allora avrei dovuto aver paura del buio nella luce! In ogni caso il risultato non cambiava! Ora avrei dovuto affrontare tutto questo, ma non, come nel caso di Ric, per cercare LORO, ma il VERO o la VERA RESPONSABILE che aveva sempre aperto le porte che aveva da sempre portato il terrore? Conoscevo il luogo della apertura di quella porta… ma cosa si celava dietro quella finestra di quell’appartamento in quel palazzo malefico? Camminando, pensavo a tutto questo.
Avevo ragione! Incominciò a piovere a dirotto, e verso il luogo dell’incontro fui costretto ad aprire l’ombrello. Tuonò ed io cominciai a tremare! Eccomi! Ero arrivato dove dovevo incontrare Riccardo. Era una vecchia costruzione con davanti una strada abbastanza trafficata! Avendo letto il racconto di Ric avevo capito che si trattava della casa dove egli aveva toccato in bagno la PARRUCCA! Sobbalzai! La porta era chiusa, e dovetti suonare ad un campanello molto antico a lato della porta! Il pulsante si trovava al centro di una sorta di cupolina di metallo arrugginito. Ci fu uno squillo di campanella simile a quella che si sentiva a scuola, ma il suo squillo veniva amplificato dalla eco. A quel suono ricordai la mia vecchia scuola elementare ed avvertii un senso di malinconia dovuta ad una strana sensazione! Per un attimo mi parve d’essere seduto al mio banco e potevo sentire l’odore tipico delle scuole d’una volta… odore d’infanzia! Quando mi ripresi, udii dei passi come scendere da una scala di marmo, e poi il cigolio della porta che s’apriva. Vidi Ric. Quello, sporgendosi dall’uscio, mi fece subito segno d’entrare. Così, misi il piede dentro quella casa, e Ric serrò subito la porta con un grosso chiavistello. La luce proveniva da una lampadina in alto di tipo antico. Il lampadario era allungato e mi fece una grande impressione in quanto la luce gialla che ne usciva, faceva allungare tutte le ombre degli oggetti e quadri che erano attaccati ai muri. Notai subito alcuni quadretti, e Riccardo accorgendosene, mi disse: “Antonio!! Non guardare!! Ancora no!! Queste sono solo IMMAGINI!! Tu non devi guardare il PASSATO… Devi guardare il TUO di PASSATO!!”. Non capii interamente quello che Ric voleva dirmi, ma l’occhio mi cadde su uno di quei quadretti! Ritraeva un qualcosa che di certo non poteva essere ritratto in quadri che avevano di certo un sacco d’anni! Ritraeva una sfera e tanto tanto fuoco! Tante figure allungate sembravano aver le mani in alto nell’atto di gridare! Era la scena dell’INCENDIO in quel maledetto TEATRO! Urlai ed il piede mi si girò sul gradino. Stavo quasi per cadere, ma Ric mi trattenne dicendo: “Ecco quello che intendevo! E’ inutile tornare indietro quando quell’indietro non è il nostro! Impara Antonio! Impara anche a distogliere lo sguardo!” Con il cuore in gola, dissi: “Certo Riccardo! Imparerò anche questo! Ma… come mai…” Ric, alla mia domanda disse: “Non farti molte domande! Se è qualcosa che devi sapere il tutto ti verrà detto a tempo debito! Adesso saliamo queste poche scale. Salii insieme a Ric, e davanti a noi una porta aperta verso un altro ambiente. Era come un vecchio salotto! Tutto sembrava esser stato così com’era da parecchio tempo! Anche in quella stanza regnava una luce gialla, ed il profumo che si respirava era come d’antico… di molto antico. “Antonio! Adesso ti porterò nella camera dove effettueremo gli EXPERIMENTES! Devi stare da solo in un posto particolare! Io ti raggiungerò dopo…”. Dicendo così, Ric mi fece andare verso un’altra porta situata alla nostra sinistra. Ci ritrovammo al buio in un altro corridoio molto stretto, ed a destra… il BAGNETTO. Non feci nessuna domanda a Ric! Quella era parte della SUA STORIA! Avevo imparato. Alla nostra sinistra un’altra stanza dove a parte il buio rotto solo da una abatjour molto particolare con tre pannelli rossi con strani disegni a circondare una vecchia lampadina, troneggiava un letto molto alto. A tenere il materasso c’era una struttura in metallo e delle lastre che a toccarle facevano un suono particolare… quasi come dei tamburi sempre con l’effetto eco. “Ecco Antonio! E’ qui che dovrai stenderti ed aspettare! Questo era il letto di mia zia… avrai letto nel mio racconto! Bene! Mi sembrava il posto più indicato per effettuare i nostri EXPERIMENTES! Adesso stenditi sul letto e cerca di respirare piano! Qui c’è molta polvere! Quando sarai pronto, spegni la luce!”. Dicendo così, con un sorrisino, mi fece stendere su quel letto e se ne andò chiudendo la porta da dove eravamo entrati. Steso, cominciai ad osservare quella strana stanza. Tutto era diventato troppo silenzioso e cupo. Potevo, sporgendo la testa in avanti, osservare un grosso armadio con uno specchio che rifletteva la mia immagine. Mi fece davvero impressione! Ricordavo che da piccolino, proprio nel guardare negli specchi mi pareva di vedere qualche volta il volto di qualcuno e questo mi faceva a volte spaventare. Notai anche l’abatjour e mi resi subito conto che i disegni riportati nei pannelli rossi erano certi segni che io avevo già visto tanto tempo prima, ma non ricordavo esattamente quando. Distolsi lo sguardo e girai la testa, ma nel farlo misi la faccia sul cuscino e cominciai a tossire! Mi era entrata nelle narici fuligine e chissà Dio cosa… Provai schifo! Come si poteva dormire in un letto simile? Mi venne un conato ma resistetti! Cercai di raggiungere l’interruttore per spegnere la luce, ma, invece di toccare l’interruttore toccai un qualcosa che prima non avevo notato e che di certo non poteva essere li! Per me era una cosa spettrale! Era da tanto che non pensavo a quella cosa… da quando avevo circa tre anni! Non l’avevo ancora vista, ma al tatto capii cos’era! Fu come se un mio ricordo d’un tempo lontano mi ripiombasse addosso… un pensiero terribile! Era come essere una paperella che avevo quando ero bambino! Tanto per capirci era come quelle paperelle che si mettono in acqua quando si fa il bagnetto, ma quella diversa! Aveva un collo lungo lungo ed occhioni grandi grandi, ma ora potevo anche ricordare altro… infatti ricordai con terrore il becco! Era come se sorridesse malignamente, quasi come un ghigno d’un dèmone o giù di lì! Mi ricordai di Ric e del suo sorrisino prima d’andare via! Trattenni un grido e la luce si spense di colpo. Lasciai andare l’oggetto per terra e chiusi gli occhi! Ci fu come un tonfo che venne ingigantito come da una eco. Con il batticuore esitai per parecchio ad aprire gli occhi! Ancora non avevo visto però l’impressione era che se avessi aperto gli occhi, proprio davanti a me, avrei certamente visto, ai piedi del letto, proprio quella paperella ma come se fosse viva ed alta. Il terrore fu tanto che cercai con disperazione di chiamare Ric ma, purtroppo, senza riuscirci. La voce non voleva uscire. Cosa mai poteva centrare con gli EXPERIMENTES e con me quel giocattolo? Apparentemente, oltre ad essere una cosa molto strana che da piccolo mi provocava turbamento, proprio nulla! E allora?
Cercai di farmi coraggio pensando che un qualcosa di plastica non poteva essere VIVA e che di certo non poteva trovarsi dove l’avevo immaginata, e così decisi ad aprire gli occhi e feci proprio questo mettendomi seduto sul letto. Purtroppo per me non vidi nulla oltre che respirare ancora polvere ed a sentirmi come una coperta addosso! Forse era stato Ric a far questo! Ripensai al SUO racconto e capii! Capii che gli EXPERIMENTES per me erano già iniziati! Infatti, non feci in tempo a far nulla, perché mi sentii di nuovo buttare su quello sporco giaciglio e due mani mi presero per i fianchi stringendomeli fino a farmi urlare! Udii solo BUIOS e mi sentii come mancare il respiro.
Mi ritrovai all’improvviso come nel bagno di casa mia di molti anni prima! Bagnetto questo con delle mattonelle rosa, proprio come nelle case di molti anni prima. Ero immerso nella vasca e mia madre mi stava lavando con amore. In quella visione mi sentivo bene! Avevo circa un anno d’età! Era una bellissima scena d’amore e di tenerezza! Capii da qualcosa che dovevo anche essermi trasformato in PUZZOLA! Ad un tratto, mia madre s’allontanò dal bagno dicendomi di stare buono ed io sorrisi. Fu allora che andò via la luce per un secondo. Vidi davanti a me, una figura lunga che veniva verso di me da sotto l’acqua insaponata. Non capivo ma sentivo che qualcosa non andava! Incominciai a piangere. Ad un tratto vidi proprio quella paperella venirmi incontro in modo scattoso e poi immergersi di nuovo. Cercai di prenderla per il lungo collo, ma il risultato fu come il toccare carne molliccia che quasi si scioglieva e poi un grande dolore allo scroto come se me lo stessero mordendo. Davanti a me un’ombra di qualcuno con un cilindro! Mia madre, nel sentirmi piangere giunse subito e quell’ombra scomparve così come quel deforme giocattolo. Il ricordo finì, ma non finirono gli EXPERIMENTES ed il BUIOS. Infatti, proprio come succede nei sogni, mi ritrovai in un altro ambiente. Riconobbi la stanza in cui dormivo quando ero piccolino. Una sensazione di suono ovattato e lenzuola candide. Sul soffitto, le ombre dovute al passaggio delle automobili sulla strada. La serranda, infatti, dava la luce tipica del sole al tramonto, e così disegnava sui muri le ombre di tutto ciò che passava in strada in modo confuso. Nell’aria un odore di borotalco e di cremine. M’accorsi d’essere in mutandine e che avevo la testa appoggiata su un morbido cuscino. Con me non c’era nessuno. Osservando quelle ombre, viaggiavo con la fantasia. Se pur piccolo, da quelle, riuscivo a riconoscere figure famigliari come animali ed oggetti! Dalla radio, da qualche appartamento più su, una musica dolce. Tutto era tranquillità e pace. Sapevo, comprendevo che vicino a me c’erano i miei genitori. Purtroppo tutto cambiò all’improvviso! Le lenzuola su cui mi trovavo furono violentemente gettate giù dal letto insieme a me come se qualcuno le avesse strappate di lato! Caddi e sbattei forte la testa sul pavimento e non capii più nulla, ma avvertivo delle mani che cercavano di tapparmi la bocca, mentre altre cercavano d’arrivare alle gambe e da quelle più su. Urlai.
Mi ritrovai di nuovo nella stanza della zia di Ric. Vidi che lui era accanto a me. Mi disse: “E’ dura! Lo so bene, Antonio! Ma credimi tutto è stato necessario! Ho visto ciò che hai provato! E’ evidente che già sei stato in passato contattato direttamente dai TRE o forse anche da LUI! I tuoi, evidentemente, t’hanno sempre salvato arrivando in tempo! Vedi Antonio, non tutti hanno avuto la nostra stessa fortuna! Tu lo sai… lo hai letto… ma ancora devi RICEVERE come ha fatto Alberto! Infatti, anche tu come me e come lui hai ascoltato e forse anche visto TELEPIANURA!” Era vero! Ric aveva ragione! Wanda con la sua strana radiolina m’aveva fatto una strana impressione. Ric, a quel punto mi disse: “Antonio! Adesso devi leggere anche l’altra parte della storia! La STORIA D’ALBERTO! Forse, leggendo, riuscirai a scoprire altro su te stesso, ma ricordati sempre che quello che hai letto e che leggerai NON SONO LA TUA STORIA! Proprio come quei quadretti che hai visto! Sono ricordi Antonio… ricordi d’un passato di altri! Sono richieste! Richieste di pace e di LUCE!”. Mi misi a piangere! Dunque, tutto quello che stavo passando e che stavo vivendo servivano a questo? Era proprio così, ma, tuttavia, anche avendone viste e sentite di tutti i colori avevo un dubbio che mi era venuto proprio in quell’istante. Tutti erano convinti che i TRE o i QUATTRO fossero tornati… ma io avevo come l’impressione che non fosse così, probabilmente lo volevo più d’ogni cosa! Lo feci notare a Ric dicendo: “Riccardo! Non lo so! Ma credo che in questo momento LORO non ci siano! Io ho visto sempre e solo ricordi… OMBRE! Come fai ad essere così sicuro che SIANO TORNATI?” Quello facendomi alzare dal letto mi disse: “Spero che sia come dici tu! Ma tutto fa supporre che Mami, la Cinesina e la Strega con Nessuno siano riemersi dal buio in cui erano caduti! La chiave è tutta nella tua memoria e in quel palazzo DIETRO QUELLA FINESTRA!! Se sei venuto a conoscenza della verità è perché TU HAI VISTO! Tu hai visto il LORO PASSAGGIO!! Dovevi essere anche tu come ogni altra LORO vittima, ma hai avuto un DESTINO DIVERSO!! Vedi, il male non si può cancellare del tutto e questo ne è la prova lampante! Pensavo… pensavamo d’averli spediti all’inferno per sempre, ed invece siamo di nuovo qui a combattere! Adesso fa quello che ti dico! Torna a casa e leggi l’ALTRA STORIA! Dopo, cerca di RICEVERE più che puoi! Non sarà facile! I nuovi EXPERIMENTES li farai con lo scoiattolo striato! Adesso ti accompagnerò all’uscita!” Dicendo così, ci alzammo da quel letto e le luci della stanza s’accesero da sole diffondendo una luce gialla simile a quella della stanza dietro a quella finestra. “Incontrerò mai tutti gli altri, e cioè Mario, la Signora Mary, Doroty?” Ric, ridendo mi rispose: “Credo proprio di si! Ancora è troppo presto! Adesso vieni!” Dicendo così, Ric mi condusse fuori da quella casa! Adesso avevo un’altra missione… dovevo LEGGERE e RICEVERE.
4. L’ALTRA LETTURA – UN RAGAZZO PARTICOLARE
Ritornai a casa mia. Quell’esperienza di dolore m’aveva fatto capire molte altre cose, ma era arrivato il momento per me di leggere il racconto di Alberto! Avrei letto, se fosse stato necessario, anche per tutta la notte, così stampai in fretta ed in furia il cartaceo dell’altra storia e mi sistemai sul letto.
Cominciai a leggere e m’accorsi subito della straordinaria coincidenza! Io ed Alberto eravamo insegnanti! Comunque, quello che m’impressionò di più fu lo scoprire che tutte le storie cominciavano così… per caso! Ric, con un ricordo lontano, Alby, come lo aveva definito Mario, con una radio… Tuttavia, filo conduttore erano sempre ed esclusivamente LORO! Purtroppo per me, capii subito che a me, ancora, non era accaduto davvero nulla e questo mi faceva sperare in un lieto fine! Ma lo sarebbe davvero stato?
Avevo letto fino a notte fonda! M’addormentai solo alle cinque di mattina! Durante quel breve lasso di tempo che passai a dormire, feci ancora dei strani sogni. Sembravo ripercorrere parti mancanti della mia vita! Non pensavo d’aver rimosso così tante e tante cose, ma ora erano lì che si palesavano come riemergendo da una nebbia fitta e profonda! Era evidente che leggere il libro di Alby m’aveva suggestionato e non poco! La crudezza delle scene era talmente forte che riuscii a stento a finir di leggere. Mi sembrava che LA MIA STORIA, anche se ricca di mistero e di paura, ancora non fosse arrivata a quel punto e mi domandavo quando avrei cominciato a provare LA VERA PAURA! A livello onirico, comunque, stavo recuperando. Era sempre un’esperienza che mi portava malessere.
Appena chiusi gli occhi, ancora con i fogli del racconto d’Alberto in mano e sparsi sul letto, cominciai a RICEVERE.
Avevo circa otto anni! Mi trovavo a casa d’un mio amico d’infanzia! Niky! Così lo chiamavo. Giocavamo agli esploratori, e la sua casa era perfetta per quel tipo di gioco! Infatti, tra stanze varie, piene d’atmosfera, ci divertivamo a far finta che dovevamo cercare un ladro che s’era nascosto! Nella stanza da letto di sua madre e di suo padre, lui prese dall’armadio due walkietalkie e uno lo diede a me. Mise le batterie nuove e mi disse che con quelli potevamo parlare anche se eravamo distanti. Io presi con gioia quel giocattolo pregustando l’imminente gioco che m’avrebbe fatto entrare nel racconto da lui ideato! Bisogna sapere che il mio amico nonché vicino di casa… della nuova casa, inventava un sacco di storie! Sarebbe diventato una volta cresciuto, un patito di cinema ed anche un regista! Infatti, mi disse che dovevamo cercare un assassino e che lo dovevamo cercare in quella casa! Non sospettavo minimamente che qualcuno nascosto c’era davvero! Con le radio accese, cominciammo a girare per tutta la casa tenendoci sempre in contatto! Sua madre s’accorse del gioco che stavamo facendo, e preoccupata ci disse: “Non fate quel gioco! E’ pericoloso! C’e il PIANO e lo STUDIO di mio marito e non vuole che si tocchi il COMPUTER! Non andate a vedere i PRESEPI ed i PASTORI! Non accendete la TV in cucina perché c’è il TXT… potreste leggere… oh no! Io ora vado giù in cantina! Rimanete nella stanza di Nicky!”. Un sacco di cose strane… Io ed il padrone di casa, comunque, abbiamo detto che saremmo rimasti in quella stanza, ma la nostra intenzione era proprio d’esplorare tutta l’abitazione! Cetty, la mamma di Nicky andò davvero giù in cantina, e rimasti soli, uscimmo con le radio in mano. Io girai verso la stanza dove si trovava il piano, ma Nicky mi disse d’andare insieme a lui perché mi doveva mostrare il TXT! Io, per paura che venisse sua mamma, da principio non volevo, ma poi andai con lui, accendemmo la TV su uno strano canale tutto disturbato! Nicky mi disse che in quel canale c’era il TXT, così premette il tasto del telecomando! C’era un servizio teletext ma molto strano! C’erano solamente strane scritte che non capii. Comunque, il mio amico, spegnendo il televisore mi disse che non dovevo toccarlo altrimenti si sarebbe rotto. Decidemmo di cercare l’assassino e così ci dividemmo. Io rimasi in cucina e lui andò non so dove! Per curiosità accesi di nuovo il televisore ma di quello strano segnale nemmeno l’ombra! Mi spaventai pensando che davvero si fosse rotto, e così spegnendo la tv mi sono diretto verso la stanza del piano. Nicky, intanto dalla radio mi disse che era sul terrazzo al piano superiore, ed io dissi d’essere diretto in salotto dove troneggiava il piano di suo fratello… fratello che io non avevo mai visto! In quella stanza tutto era strano! Sulla destra uno strano tavolo tutto pieno di bomboniere messe a casaccio ma con un strano ordine. C’era un odore particolare… un misto d’odore di liquore e legno. Mi girai dalla parte opposta e notai tre divani vicino all’uscita che dava sul balcone! La tapparella era semi aperta! In quel posto regnava un’oscurità quasi totale, ma riuscii a vedere tutto. Proprio davanti a me il piano! Al di sopra un metronomo. Senza che lo toccassi, cominciò a ticchettare e dal piano s’udì come uno scoppio di corde che si rompevano! Corsi verso il corridoio e m’accolse una luce tenue di lampadina gialla! Dalla radio udii Nicky che mi diceva di stare attento poiché c’era GIANNI che mi cercava! Avrebbe voluto picchiarci! Gianni era un cugino di Nicky molto strano! Sapevo che abitava in una città lontana e che da qualche giorno occupava la casa sotto dell’appartamento in cui mi trovavo! Era vero! Quel ragazzo era bizzarro, e tentò, una volta, qualche giorno prima, proprio nel salotto del piano di strangolarmi con dei cuscini. L’arrivo provvidenziale dei miei scongiurarono il peggio. Comunque, ora i miei non c’erano! Mi trovavo da solo in quella strana casa e sapevo che in quella casa c’era lui… GIANNI! Non potendo fare altro, dissi dalla radio a Nicky di venir da me, ma non ottenni nessuna risposta! Provai più volte ma nulla! Intanto, cercai di raggiungere l’uscita che si trovava proprio a pochi passi da me, ma vidi la porta dello studio. Pensai che non c’era nessuno visto che la porta era chiusa, e così entrai. In quel posto regnava la confusione più assoluta! Fogli di qua e di là. Sul divano tanti e tanti libri, ma uno attirò la mia attenzione! Era un libro aperto su una pagina… ed in quella pagina una CARICATURA! Mi fece impressione e cercai di girare lo sguardo, e fu lì che vidi quello che sembrava essere non un computer ma un sistema di videoscrittura molto vecchio! Sono stato sempre curioso di queste cose! Girai da dietro alla scrivania e lo accesi. Quello, si mise in moto con un rumore stridente della stampante ad aghi integrato! Mi spaventai ma lo stesso attesi che il monitor s’accendesse. C’era un documento già caricato! Dalla stampante ne uscì un foglio con su stampata proprio quella caricatura già vista! Mi spaventai anche perché mi sentii prendere da dietro le spalle da qualcuno! Mi girai e fu lì che vidi Gianni! Era un ragazzo molto alto e grosso, con degli occhiali rotondi molto grandi. Nella penombra di quello studio, e con la luce grigia di quel monitor che gli illuminava il viso, faceva molta paura. Mi prese per i fianchi e mi disse con voce nasale ed alterata: “Finalmente ti ho trovato!! Adesso non CI sfuggurai!! Hai letto il TXT ed hai visto uno dei VOLTI? La pagherai questa volta PUZZOLA! A ME ED A LORO NON LA PUOI FARE SOTTO IL NASO!!” Naturalmente quel plurale non lo capii, ma lo stesso ebbi un’enorme paura, così riuscii a sottrarmi a quella presa, e riuscii a correre verso il divano! Presi la prima cosa che mi veniva in mano per gettarla addosso a Gianni! Trovai un pastore di presepe che puzzava! Puzzava terribilmente! Stavo per rigettare, ma lo stesso riuscii a tirarglielo e riuscii così ad arrivare alla porta, ma stranamente, invece d’andare verso il portone andai verso la camera dei genitori di Nicky, sempre cercando di contattare attraverso la radio il mio amico che non rispondeva. Per nascondermi, entrai dentro l’armadio! Quando fui dentro, udii la voce nasale di Gianni che era già arrivato in quella stanza! “Sei in trappola! Hai toccato il PASTORE… IL SUO PASTORE!! L’hai rotto!! Adesso ti dovrò PICCHIARE e poi chiamerò LUI!!” Io nel più assoluto panico, tastai dietro di me per trovare quello che poteva essere un’arma per difendermi, ma trovai uno strano aggeggio con un qualcosa simile ad un’antenna ed una piccola lampadina rossa. L’accesi! Gianni, nel sentire quel rumore stridulo che usciva da quell’apparecchio, urlò quasi con paura: “Non lo toccare!! E’ L’APPARECCHIO PER SMETTERE DI FUMARE!! Non è TUO!!! Quella è la LUCE DELLA LUNA!! Quello… quello mi fa male!!! NON LO TOCCARE!!” Non so come feci, però capii che quello strano oggetto mi poteva salvare da lui, così, senza pensarci uscii dall’armadio, e mi scagliai verso Gianni con la punta dell’apparecchio rivolta verso il suo stomaco. Quello, si piegò in due e cominciò a vomitare ed a gemere in modo convulso, mentre sia Nicky che sua madre arrivarono correndo. Mi portarono fuori da quella stanza! Non rividi mai più Gianni! Almeno fino ad un'altra volta…
5. LA CRUDELTA’ DI GIANNI – LA VERITA’ SUL TXT – IL FANTASMA LORO COMPLICE
Mi svegliai di soprassalto. Era ancora notte. Ripensai a quello che avevo sognato e mi vennero in mente molte cose. La prima era che probabilmente quel TXT che avevo letto fosse proprio il servizio teletext di TELE RADIO PIANURA. Poi ripensai al sistema di video scrittura e compresi, anche se non del tutto che le pagine strane di quello strano servizio venivano scritte proprio da quell’aggeggio malefico, si ma se era così da chi potevano essere mai state scritte? Dal padre del mio amico Nicky? O forse da Gianni? Con terrore realizzai che io abitavo vicino alla casa che poteva essere di sicuro una delle LORO basi! Ma il mio amico ne sapeva qualcosa? Questo non lo sapevo! Di sicuro sapeva delle stranezze del suo o LORO appartamento! Ma Gianni? Avevo come l’impressione che quello strano ragazzone fosse lì da sempre e non come dicevano che era venuto solo una volta! Con tutti questi pensieri in mente mi riappisolai di nuovo, ma questa volta cercai d’indirizzare la mia memoria proprio in quella casa e proprio su Gianni.
Infatti, questa volta, il mio cervello mi riportò ancora più indietro nel tempo. Questa volta mi ritrovai proprio davanti la casa del mio amico ma ero ancor più piccolo. Giocavamo a rincorrerci in bici, quando qualcosa attirò l’attenzione di Nicky. Mi lasciò dicendomi che sarebbe ritornato presto perché era arrivato suo cugino Gianni. Io non sapevo chi fosse e ne avevo molta curiosità, ma non osai seguirlo e rimasi in groppa alla mia bici su quella strada polverosa. Aspettai molto e si fece quasi sera! A quel punto, preso dalla curiosità, scesi dalla bici e m’affrettai ad andare a casa del mio amico. Scendendo una ripida discesa mi ritrovai davanti al portone aperto di casa sua. Senza citofonare entrai e vidi la tromba delle scale. Guardai in su ma nessuno. Mi girai sulla destra e vidi la porta di un appartamento chiusa, ma sulla sinistra… la porta che conduceva ad un altro ambiente molto particolare. Si trattava di una specie di appartamento tutto rustico fatto interamente da mattoni e non ancora completato, infatti si potevano vedere i vari pilastri. Non esistevano muri di delimitazione delle stanze! Quello che regnava in quel posto era la più assoluta sporcizia e puzza, anche perché la mamma del mio amico Nicky, proprio lì teneva le galline a becchettare il cemento e il mais, gettato amorevolmente sia da lei che da suo figlio. Per il resto scatoloni ed oggetti vari. Proprio infondo, sulla sinistra, l’unica stanzetta delimitata da muri… sembrava uno stanzino per le scope, ma non era così… Quella sera entrai proprio dentro quell’ambiente molto vasto. M’avvicinai alla porta e la spinsi. S’aprì e vidi subito quell’ambiente illuminato da delle sporche lampadine di color giallo. Di certo non a basso consumo. Mi misi la mano sulla bocca perché l’odore di penne di gallina bagnate mi stavano nauseando. Chiamai Nicky ma quello non rispondeva, però potevo sentire delle voci provenire dal fondo della stanza dove troneggiava un vecchio tavolo di legno lurido con al di sopra qualsiasi cosa… Senza pensare a cosa stavo andando incontro, m’incamminai dentro ed a ogni passo un polverone di cemento. Appena avvicinato, rimasi stupito nel vedere il mio amico legato ad una sedia con uno spago molto grosso alle mani, ed in bocca la stoppa delle tubature. Nel veder questo, mi nascosi dietro ad uno scatolone! Capivo che quello che stavo vedendo non era per nulla normale! Nel girar lo sguardo, notai immediatamente Gianni! Si trovava all’angolo di quel lurido tavolo ed in mano aveva un cacciavite arrugginito. Se lo girava nelle mani come se volesse lanciarlo. Intanto, Nicky cercava d’urlare. Non l’avevo mai visto in quelle condizioni! Aveva gli occhioni spaventati e pieni di lacrime. Sul tavolo una gallina morta tutta squartata su un foglio di giornale. Gianni, proprio come se fosse stato un insegnante, toccava quel cadavere di quella povera creatura, spiegando come sezionarlo. Prendeva brandelli di carne col cacciavite, sollevando i tessuti. Stavo quasi per vomitare ma mi trattenni per la paura! Sapevo che se avessi fatto rumore avrei fatto la stessa fine di Nicky oppure, nella peggiore delle ipotesi, proprio di quella gallina! Compresi la pericolosità del cugino del povero Nicky. Comunque, avrei dovuto far qualcosa… ma la porta era lontana, e se quel mostro non m’aveva visto entrare, di sicuro m’avrebbe visto uscire… e lì di sicuro sarei stato catturato da quel dannato, che intanto continuava a spiegare con gli occhi scintillanti. Non riuscivo a capire il perché di quell’insana lezione, e decisi d’aspettare per poter liberare Nicky da quella tortura. Di sua madre nemmeno l’ombra. Gianni, nello spiegare disse: “… Ecco come ci si deve comportare con chi fa il cattivo con LORO! Dimmi… tu conosci qualche tuo amico cattivo?” Nicky scuotendo la testa fece capire che non conosceva nessuno, ma Gianni disse: “Ne sei sicuro? Ho visto quel tuo amico in bici insieme a te, prima! Secondo me, quello è cattivo! Me lo hanno detto LORO! Lui LI ha VISTI! Lui è una PUZZOLA! DEVE FAR LA STESSA FINE DI QUESTO PENNUTO!!”. Compresi che stava parlando proprio di me, e decisi di scappare via, ma nel momento in cui cercai di raggiungere la porta, mi sentii buttare a terra. Era Gianni su di me! Mi trascinò verso il punto dove c’era quello stanzino e sentii le mie ginocchia lacerarsi sul nudo cemento. Gridavo! Ma nessuno udì il mio pianto disperato! “Ti faccio fare la stessa fine del fratello di Nicky! Non gridare!”. Detto questo, mi prese e mi portò proprio dentro quell stanzino cominciando a picchiarmi sullo stomaco. Mi piegai in due! Capii che era arrivata la mia fine, ma lo stesso speravo in un miracolo. Gianni, non s’accontentò di darmi pugni, ma mi calò i pantaloncini corti per arrivare fino ai miei genitali! Ci fu un miracolo! Quello non fece in tempo a far nulla, poiché la mamma di Nicky arrivò, e vedendoci lì, io nudo e lui con intenzioni cattive, di sicuro capì, ma disse: “Cosa fai Gianni?” Quello, si giustificò dicendo: “… Zia… Doveva far pipì ed io l’ho accompagnato! Nicky ha fatto male ad una gallinella, ed io per punirlo l’ho legato alla sedia!! Scusa!!” La mamma del mio amico, sospirò e poi con gli occhi pieni di lacrime, disse: “Disgrazia della mia vita! Perché tanta crudeltà! Perché LORO ci hanno scelti per simili crudeltà! Non mi bastò perdere mio figlio… adesso si vogliono prendere anche l’altro con quest’altra povera creatura di Dio! E tutto per mano d’un PAZZO che è stato SCELTO per far del male!! UN LORO SICARIO!!” Ovviamente non capii le parole della mamma del mio migliore amico, ma capivo che si trattava d’una cosa molto seria, e decisi, per calmarla di dire una bugia: “No! Sono stato io a ferire la gallina! E’ caduta e s’è fatta male ed è morta! Gianni non mi stava facendo nulla! Io e Nicky stavamo giocando al PRIGIONIERO!” La mamma di Nicky, asciugandosi gli occhi, disse: “Angelo!! Tu sei proprio un angelo!! Anche tu hai VISTO ed ora TI CERCANO! LORO TI CERCANO! Tirati su le mutandine ed i pantaloncini e va a casa! E tu Gianni, esci fuori dalla mia vista! Tornatene all’INFERNO insieme a QUELLI che definisci AMICI!! Tu… tu SEI MORTO!! MIO FIGLIO E’ MORTO E TU NON SEI LUI!!! Mio marito… mio marito non voleva aiutarli nel progetto TXT e PASTORI!! TU SEI MORTO PER QUESTO!! Lasciate stare Nicky e quest’altro ANGELO!!! ANDATE VIA!!!”.
Mi svegliai e piansi! Avevo compreso la verità su quello che avevo visto! Mi resi conto che non solo LORO erano pericolosi come già avevo dedotto dalle altre STORIE ma, addirittura, c’erano evidentemente LORO COMPLICI che non erano più in vita e che erano stati a loro volta LORO VITTIME! Ma perché? Perché anche questo? Come si poteva essere talmente crudeli da diventare anche dopo morti dei mostri? Una cosa era certa! Io ero un miracolato. La mia storia non assomigliava a quella di Ric ed Alby… no! La mia storia era molto diversa ma allo stesso tempo uguale! L’unica differenza, almeno fino a questo momento, era il fatto di stare ancora RICEVENDO, proprio come Alby dalla sua radio… Avevo bisogno, a questo punto, per poter andar ALLA FONTE proprio di Alby e dei suoi EXPERIMENTES di RICEZIONE! Era vero! Ricordando o RICEVENDO, non solo stavo scoprendo delle cose sconvolgendo la mia vita ma stavo anche facendo in modo d’essere in serio pericolo.
Era appena l’alba, ma io non volevo perder tempo! Dovevo cercare Alby e cominciare a RICEVERE sul serio! Volevo, a tutti i costi, chiudere quel maledetto portale che probabilmente LI aveva portati ancora nella mia città, e magari trovare il RESPONSABILE o la RESPONSABILE di tutto!! Sapevo che il tutto era lì nel mio cervello!! Io AVEVO VISTO!! Non ero come gli altri!!