RAFFAELE FAMELI
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1. LE OMBRE – L’ASCENSORE
Senza nemmeno accorgermi ero fuori da quella casa e da quel palazzo! Stranamente lì in strada non si udiva nessuna musica o rumore. Sembrava quasi che tutto il condominio, nonostante quello che avevo visto ed udito, fosse completamente disabitato! Mi vennero i brividi, e m’accorsi del sole al tramonto. Ora si che capivo che quello che avevo fatto quella notte non era un sogno ma un ricordo… Però, chi avrebbe dovuto spianarmi la via e dirmi tutto, ora, si trovava in una situazione difficile! Comprendevo che da Elisabetta non avrei saputo nulla, così nemmeno da Assunta o da Wanda… Quella donna, con la sua radio m’aveva inquietato e spaventato!
Con le mani in tasca, decisi di dirigermi verso la strada. Pensavo, che ormai, non aveva più senso starmene davanti a quel cancello. Però… qualcosa mi diceva che non sarebbe finita lì! Infatti, dentro quell’appartamento mi era successo davvero qualcosa! Arrivai alla strada principale, ma mi fermai davanti quella pompa di benzina. Mi venne di nuovo un brivido… Entrai dentro lo spiazzo per osservare bene il mio appartamento! Adesso potevo vederlo! Era lì che abitavo prima di trasferirmi in una nuova casa! I balconi erano proprio come li ricordavo… Una ringhiera nera, mattoni rossi e delle serrande aperte! Le luci erano accese proprio come quando vi abitavo. Pensai a chi avrebbe potuto abitare in quella casa. Fu allora, che vidi, attraverso quelle finestre, una cosa che mi fece drizzare i capelli in testa! Vidi, come attraversare le stanze come delle figure allungate che correvano! Pensai ad un’allucinazione e, come fanno i bambini, mi stropicciai gli occhi per vedere meglio, ma quando riuscii a vedere di nuovo quelle erano scomparse… Le luci erano spente. Fui colto da una specie di panico! Io, quelle figure le avevo viste davvero! Poi, le luci erano accese, questo avrei potuto giurarlo! Ma la cosa che più m’aveva turbato era una! Io quelle figure già le avevo viste! Non era la prima volta… Mi ritornarono in mente i lunghi pomeriggi a giocare nella mia vecchia casa, e proprio in quelle stanze! Non so perché, ma quando si tenta di ricordare qualcosa del passato, si rivive tutto con un’ottica molto diversa! Si rivede tutto con colori molto particolari e con una nebbiolina… A me, nel guardare quei vecchi balconi, riemergevano ricordi lontani che rivedevo in quel modo. Purtroppo, nel ricordare provavo anche una gran agitazione! Cosa c’era dentro quel palazzo? Ad un tratto ricordai proprio lei! Quella FINESTRA! Ora, girando la testa l’avrei potuta veder meglio, così lo feci! Mi girò la testa, in quanto il palazzo posto sulla sinistra del mio vecchio balcone, proprio come il mio, era alto, comunque cercai di raggiungere con lo sguardo quella finestra… Ecco! Adesso la vedevo! Questa volta, la serranda era mezza abbassata, ma la luce gialla che m’aveva colpito la prima volta, era ancora lì! No! Non dovevo lasciar perdere la mia brava ricerca! Dovevo sapere! Conoscere! Quella finestra mezza aperta, m’aveva ridato coraggio di proseguire! In fin dei conti ero professore d’informatica! Tutto poteva esser spiegato scientificamente! In effetti, quello che mi era capitato fin ad allora, era si strano, ma non inspiegabile! Il paranormale non si trova dietro l’angolo… pensavo! Di cosa avrei dovuto aver paura? Dei fantasmi? Di certo no! Non avevo mai creduto ai lenzuoli bianchi che si muovevano da soli… No! La mia mente era razionale! Fu lì che volli ritornare in quel palazzo… Questa volta non avrei chiesto nulla a nessuno! Dovevo trovare il coraggio per entrare in quell’ASCENSORE e premere il tasto giusto! Guardai l’orario… era ancora presto!
Fregandomi le mani, m’apprestai a girare di nuovo per raggiungere l’entrata di quel palazzo! Se c’era qualcosa da scoprire, l’avrei fatto subito!
Così, mi ritrovai di nuovo davanti quel cancello! Questa volta feci un po’ di fatica per aprirlo! Ci dovetti mettere un po’ di forza, ma alla fine, cigolando, s’aprì! Pensai che forse era stato il dottore a chiuderlo così dopo esser stato da Elisabetta… Aprì il portone e m’infilai dentro! Non volli chiuderlo dietro di me, come se volessi aver avuto una via di fuga, ma tutto questo lo feci inconsciamente! Ora, invece di girare sulla sinistra, mi diressi a destra! Di nuovo quella musica… Ecco l’ASCENSORE! Con la sua porta rossa bordò e la sua maniglia lunga argentata! Dovetti premere il tasto di chiamata per farlo arrivar giù. Aspettai, ma alla fine eccolo! La luce dalla piccolissima finestra allungata sopra la porta, annunciava il suo arrivo! Aprii la porta tirandola verso di me, e m’accolse una luce a neon molto bassa d’intensità, ma nonostante questo bianca… molto bianca! Chiusi la porta! Ero dentro! Finalmente mi trovavo dentro quell’ASCENSORE che doveva condurmi al penultimo piano di quel palazzo! Stranamente, ora, non udivo più nessun suono! Era tutto ovattato ed assordante nel suo strano silenzio. Notai la pulsantiera e premetti il tasto del piano che volevo raggiungere! Sfiorai il tasto argentato, ma nell’atto di premerlo, presi la scossa! Era come se quell’ASCENSORE non volesse farmi arrivar fin lassù al penultimo piano, ma io, duro, presi il giubbotto e allungai la manica fino a coprire il dito indice della mano destra! Così, riuscii a premere il pulsante senza prendere la corrente! Pensai ai rischi che dovevano correre gli inquilini di quel palazzo a prendere l’ASCENSORE… ma a pensarci bene, forse quello era un altro avvertimento per me! Ormai, pensavo che, proprio come aveva fatto Elisabetta e quell’ASCENSORE, m’avrebbero impedito di capire… di scoprire! Chi erano quelli che si erano PERSI? E perché quel nome da dare ad un piano? PORTALE? Questi erano tutti i dubbi che ho avuto prima che l’ASCENSORE con un tremendo scossone cominciò a muoversi…
Stranamente, l’ASCENSORE ci impiegò parecchio tempo per arrivare al piano che avevo selezionato! Mi prese, anche non soffrendone, una sorta di claustrofobia e di paura mista alla sensazione molto sgradevole di nausea forse dovuta al movimento. Mi dovetti persino mettere la mano sulla bocca per paura di rimettere! Non mi era mai successo di stare male in ASCENSORE, ma quella volta si!
Eccomi la piano tanto sospirato! Uscii aprendo la porta dell’ASCENSORE, e corsi fuori! M’accolse un’atmosfera molto strana… Il pavimento sembrava appiccicoso e umido, mentre una luce fioca illuminava il pianerottolo, mentre dalla parte della scala un buio quasi totale! Sembrava quasi che da quell’oscurità sarebbe uscito fuori qualcosa di spaventoso, ma pensai che fosse solo una mia suggestione, e rivolsi il mio sguardo alle porte che dovevano condurre ai vari appartamenti! Pensavo ce ne fossero solo due, ed invece m’accorsi che erano tre! Uno di fronte a me e gli altri a destra ed a sinistra! Pensai all’eventuale planimetria dell’edificio per trovare quello che mi interessava, e mentre ci pensavo l’ASCENSORE fu chiamato e se ne andò giù! Quella era una cosa che avrei voluto assolutamente evitare, ma il peggio doveva ancora accadere…
Infatti, da un punto indefinito si sentì ancora quella musica, ma questa volta accompagnata da uno strano brusio di voci! Immediatamente pensai a Wanda… Ricordai la sua bocca distorta e deformata mentre pronunciava quelle parole… “Ecco!! Ora si sentono le voci… Vuoi ascoltare??” Se ne andò via la luce! Di sicuro il relè che regolava il tempo era scattato, infatti s’udì un suono sordo come provenire da un altro piano! Mi si fermò per un attimo il cuore in petto! Com’è naturale, cominciai a tastoni a cercare l’interruttore per accendere la luce a bottone posta sopra il muro di fronte all’ASCENSORE… ma, toccavo solo muro… Com’era possibile? Eppure, nell’uscire dall’ASCENSORE l’avevo visto… Cosa potevo mai fare? Ero solo nel buio… un buio totale, e quella musica… quella musica ancora risuonava più martellante di prima!
Guardando in giù, verso il pavimento, notai che sotto quelle porte c’erano le luci degli appartamenti, e delle ombre che andavano avanti ed indietro! Non capivo il perché le persone che abitavano in quegli alloggi corressero in quel modo… Ripensai alle ombre che avevo visto prima e provai terrore! Ad un certo punto, ritornò la luce! Una voce dal piano di sotto, urlò: “Chi c’è? Che volete? Chi c’è su… Andate via! Non c’è nessuno! Nessuno ci deve essere! Abbiamo già sofferto… ORA BASTA!”. Nel sentire questo, corsi immediatamente all’ASCENSORE e lo chiamai! Senza pensare all’eventuale scossa, premetti il tasto che doveva portarmi al pian terreno. L’ASCENSORE cominciò a muoversi, e mi ritrovi in un lampo fuori da quel palazzo, ansimavo…
2. LA VERA RIVELAZIONE DEL BARISTA – I TRE
Non avevo corso tanto in tutta la mia vita! Mentre percorrevo la via mi domandavo il perché di tanti spaventi e cose strane. Quel giorno avevo visto molto ma capito ancor meno! Cosa c’era in quel palazzo? Che razza d’edificio era per essere così strano e spaventoso?
Corsi al mio solito bar, ma era ancora molto presto per bere, quindi mi sedetti sul solito gradino guardando proprio quella palazzina. Vista così sembrava normale… tutto normale, ma soltanto io e qualcun altro che non m’avrebbe di certo aiutato, sapevamo che non era così! Tutto così profondamente onirico e misterioso… Avrei avuto il coraggio di rientrare? Questo ancora non potevo saperlo, anche se il cuore mi diceva di si, ma il cervello, calcolatore, logico e prudente mi diceva di non farlo mai più! Di certo, quanto avevo vissuto non poteva essere frutto di un caso oppure di un’allucinazione! Tutto era così tremendamente reale.
Seduto lì, con lo sguardo perso verso quella costruzione, attesi parecchio prima di muovermi. Non avevo idea su cosa fare o pensare, infatti, attesi un orario decente per entrare e bere! Già bere! Si dice che di solito chi beve vuol dimenticare, ma per me era diverso… Si bevevo, ma bevevo perché mi piaceva, ma ora, quel bere, per me, non significava affatto dimenticare… anzi, tutto l’opposto… RICORDARE! Volevo ricordare quello che mi era accaduto molti anni prima lì dentro!
Entrai nel bar, e chiesi al simpatico barista una birra. Quello, vedendomi smunto in viso mi domandò cosa avessi, io, non volendolo preoccupare gli dissi che non avevo nulla, ma quello insistette, e disse: “Se vuole il mio parere professore… lei ha qualcosa! Sembra dal suo aspetto che abbia visto l’INFERNO IN TERRA…” Nel sentire le parole di quell’uomo mi irrigidì e, per smorzare la sua curiosità dissi: “Oh no! Lei si sbaglia! Non ho nulla… Sono solo un po’ stanco per la scuola ed il lavoro… sa… sti ragazzi…” Ma quello, appoggiandosi al bancone, mi disse: “Ah… Mah… Comunque, prima, non ho potuto far a meno di notare che lei è andato dietro quella via, e poi s’è fermato alla pompa di benzina per far ritorno sempre in quella strada! Ah! Mi creda! Non so quello che ha visto, ma penso che sia una cattivissima idea andar proprio lì! Sa, quella strada è FOSCA!! FOSCA nell’asfalto e FOSCA in tutte le sue case!! Lei è un professore, per giunta venuto qui da poco anche se in quella strada c’è nato… e quindi ha una mente super scientifica, ma le assicuro che ha ancora molto da imparare, ma le suggerisco di non indagar di più… potrebbe essere molto pericoloso! Non so cosa la spinga ad avventurarsi in quella MALEDETTA VIA, e soprattutto, da come ho capito guardandola osservare quel palazzo, CAPIRE. ma vede… in questa città sono successi molti episodi inspiegabili, anche se, a dir la verità, io come tanti altri abbiamo capito che non erano affatto inspiegabili… Dietro c’era sempre l’ombra di qualcosa di… ma lasciamo perdere! Lasci stare professore finché è in tempo!!” Io, nel sentire questo, preso sia dalla curiosità ma anche dalla paura, lo presi per un braccio e gli dissi: “No! Io non voglio lasciar perdere! Mi dica… mi dica cosa è successo! Sapevo qualcosa ma… a dir il vero, a me sembravano tutte favole!” Quello, staccò il braccio dalla mia mano, e disse: “Parlar di questo in un bar mi sembra inopportuno e pericoloso! Comunque, se ha davvero intenzione d’avventurarsi in queste cose, posso darle solamente un indizio che è un numero! Un numero PERICOLOSO! Ah! Prima… si diceva che fossero in 3… poi c’è chi ha giurato d’averne visti 4… poi 1, ma la realtà non sta nel numero ma nei fatti! Tutto comincia con i RICORDI che si trasformano in RICERCA e subito dopo LOTTA! Che Dio non voglia, ma lei sembra aver assistito a qualcosa…” Io rimasi pietrificato, e gli confidai quello che avevo sognato e visto! “AAAAH!! MIO DIO!! Allora è vero quello che si dice! L’ULTIMA CASA… la LORO ULTIMA CASA, quella che non è mai stata scoperta è ancora ATTIVA? Ecco il perché del suo arrivo mio caro professore!! Deve stare attento!! Tutto è appena iniziato allora!! Elisabetta… Quella che abita al piano terra di quel palazzo sa tutto, ma non ha mai voluto parlarne! Ma tutti in città sappiamo quello che presumibilmente accadeva… e da come m’ha raccontato… SUCCEDE ANCORA tra quelle dannate mura!! Professore!! Lacrime e dolore!! Solo questo è regnato qualche anno fa! Si pensava ad un miracolo… Si pensava che non potesse più accadere ed invece… GRANDE DISGRAZIA!! Di nuovo!! LORO… LORO sono tornati!!” “LORO chi?” Chiesi al barista, ma quello non mi rispose e fece con le mani il numero 3. Ripresi a bere freneticamente mentre osservavo lo strano comportamento di quell’uomo! A quanto pare, tutti sapevano… tutti sapevano tranne me! Chi mai potevano essere quei 3 o quei 4? Cosa diavolo centravano con me e con la mia presunta storia passata?
Presi, quella sera molte birre! Tutte da ¾! Non so per quanto tempo sono rimasto lì a rimuginare il tutto, senza però capirci un’acca di nulla! Bevendo l’ultima, per evitare di rientrare a casa ubriaco, pagai e me ne andai! L’indomani avrei dovuto ritornare a scuola. Con tutti quei pensieri, come avrei potuto affrontare il mio lavoro e gli alunni?
3. IL BIANCO ED IL NERO NEL VERDE – L’INCENDIO - MARIKA
Ritornai a casa verso le nove e mezza! Non avevo nemmeno fame, e quindi decisi d’andare a dormire! Così, con molti dubbi ed ora molto terrore ingiustificato, mi infilai nel letto e non spensi nemmeno la luce! Avevo paura… avevo paura come può avere paura un bambino, ma io ero adulto! Non capivo nemmeno di cosa avrei dovuto aver terrore! Ripensai a tutto quanto, e nel pensare così chiusi gli occhi rimanendo immobile! Cercai di ripercorrere il tutto, ma non riuscivo a capire! Da sotto le lenzuola, ora, potevo sentire un odore particolare… come di braciere acceso! Casa mia era una casa moderna, e quindi era da escludersi una cosa simile! Le lenzuola erano calde, ed anche se la mia mente era affollata da mille pensieri, mi lasciai cullare dall’odore e dai ricordi della mia infanzia… Così, m’addormentai…
Quella notte feci ancora strani sogni, sognai di non esser più io, almeno nell’aspetto! Già m’era capitato di fare sogni simili quando ero bambino… Sognai di trovarmi su un morbido prato! Potevo capire d’esser a gattoni, ma qualcosa in me suggeriva che non mi potessi alzare! Vedevo di fronte a me una immensa pianura verde! Capivo che era meraviglioso anche se non capivo il perché! Semplicemente gioivo della mia vita! Nel guardarmi vedevo solamente due colori… il bianco ed il nero! Poi… tutto ad un tratto calò il buio! Ma non un buio normale! Adesso, mi sembrò di non trovarmi più in quel prato, ma seduto come in una platea con moltissimi bambini! Tutti osservavamo una scenografia coloratissima con una specie di sfera al centro! A lato di questa scenografia, molte telecamere… Poi, dei ballerini cominciarono a ballare ed una cantante cominciò anche lei a danzare ed a cantare! Tutto ad un tratto, la sfera che era al centro cominciò a prendere fuoco!! Ci fu un fuggi fuggi generale, e dopo andò via la luce dei riflettori facendo rimanere solamente quella sfera infuocata e quell’inferno incandescente mentre non si sentiva altro che urlare e piangere!
Mi svegliai gridando dal terrore! Era mattina! Erano le sei e mezza! M’alzai dal letto barcollando ed avvertii un forte senso di nausea! Dovetti correre in bagno per rimettere! Il cuore nel petto sembrava voler uscire! Quando mi ripresi, mi sciacquai il viso, e mi feci la barba con il rasoio elettrico! Mi rimbalzavano alla mente le immagini del sogno che avevo fatto… e poi… ricordai! Quell’incendio… quello che avevo visto in sogno, era in realtà accaduto davvero quando ero piccolo! Certo… non l’avevo vissuto in prima persona ma in TV! Quell’episodio l’avevo rimosso! Come mai, adesso tornava prepotentemente nella mia mente? Cosa centrava quell’incendio e quell’INFERNO con me e con quello che mi stava capitando? Questo non lo sapevo!! E poi… quella tenerezza in quel prato? No!! Dovevo capire… Mi decisi, anche se non osavo, di far una ricerca su Internet di quel maledetto filmato dell’incendio… l’avrei fatto a scuola… durante la ricreazione!!
Infatti, anche essendo sconquassato, mi recai a scuola! Anche quel giorno non avevo voglia di far nulla, ma si sa… il dovere chiama! Così, mi recai in laboratorio e feci la mia solita brava lezione sui linguaggi di programmazione! Suonò la campanella… era già giunta la ricreazione! Tutti gli studenti erano già usciti per mangiare il tanto sospirato panino, e così, mi trovavo da solo con i computer accesi e la LIM ancora illuminata dietro di me! Le luci erano spente! Il proiettore che avevo sulla testa trasmetteva le immagini del mio computer!
Come un fulmine, andai a cercare in rete quel maledetto filmato! Ci impiegai parecchio tempo, ed alla fine riuscii a trovarlo! Lo mandai in PLAY e stetti a vedere dallo schermo del computer! Era tutto come lo avevo sognato! Il cuore incominciò a battere all’impazzata! Volli rivedere ancora ed ancora quel maledetto video, Però, tuttavia, anche se le immagini erano le stesse del sogno, vidi tra i ballerini vestiti da pagliaccio, delle strane TRE figure aggirarsi dietro le quinte… dopo… solo fuoco! Feci in tempo a leggere il titolo del video: “INCENDIO AL TEATRO PIANURA”… Ad un tratto, il mio PC andò in corto circuito! Tutto cadde nel buio più assoluto! Provai la stessa paura che ebbi in quel palazzo… su quel piano!! Si sentiva ancora odor di braciere, ma capivo bene che era il computer a dare quell’odore! M’alzai di scatto per accendere la luce e per staccare la spina del calcolatore! Così feci, ma una figura furtiva m’osservava dalla porta del laboratorio! Era la bidella del mio piano! Quando s’accorse che l’avevo notata scappò via, ma io la inseguii e le dissi: “Cosa ci faceva alla porta?” Quella, con le lacrime agli occhi, cercando di non piangere, mi disse: “Perché? Perché m’ha fatto rivedere l’orrore? PERCHE’ professore!! Stavo quasi per dimenticare… Stavo quasi per cancellare dalla mia mente l’orrore!! Perché l’ha fatto? Per farmi piangere ancora? Mia figlia… MIA FIGLIA MARIKA E’ MORTA IN QUELL’INFERNO!! La PIANURA non si trovava lì!! ERA TUTTA ILLUSIONE! I TRE… SONO STATI LORO GLI ARTEFICI DI TUTTE LE MORTI DI TUTTE QUELLE CREATURE PURE!!! Io non lo sapevo… Ho mandato Marika in quel posto pensando che c’era la luce… invece… invece SOLO BUIO E DOLORE! Perché professore m’ha fatto questo? Cosa le ho fatto?” Io rimasi di stucco e non osai dir nulla! Non ricordavo che ci fossero state vittime, ed invece mi sbagliavo! Ora ricordavo anche di quel fatto! Era accaduto proprio nella mia città! Capii anche lo strano comportamento della bidella! Era evidente… quella poveretta aveva visto tutto proiettato sulla lavagna elettronica dietro di me! Abbassai la testa e dissi solo: “Mi scusi… Non volevo farle ricordare quella tragedia… Sa… io… io non sapevo…” “Tante cose lei non sa, professore!! Ma i responsabili, ora, NON CI SONO PIU’!! Dio non voglia che ritornino a far del male ed a far SCOMPARIRE…”. Ecco! Ritornava anche quella strana parola: “SCOMPARIRE”! La bidella, nel vedermi più turbato di lei, mi disse: “Meglio dimenticare! Meglio per tutti…” E dicendo così andò via prendendo una scopa che aveva appoggiata al telaio della porta. Rimasi molto turbato! Presi comunque un’altra decisione. Staccando il computer dalla rete, pensai d’andare a casa per saperne di più su quella tragedia! Era strano! Infatti, adesso ricordavo che nella mia città non c’erano mai state emittenti televisive, e tantomeno sapevo di quel teatro! Nessuno ne aveva più parlato per moltissimi anni, almeno fino ad allora!
Arrivarono di nuovo gli alunni, ed io dovetti a malincuore, riprendere la mia lezione. Suonò anche l’ultim’ora, e così uscii da scuola trafelato. Adesso, dopo aver mangiato qualcosa avrei potuto riprendere la mia brava ricerca sul computer di casa, e magari salvare quel maledetto video. Cosa centravo io con quell’incendio?
Infatti feci proprio così… Rientrai a casa, mangiai e mi recai subito nel mio impolverato studio dove tenevo moltissimi computer raccolti nel tempo. Mi sedetti ad una di quelle macchine, e cominciai a cercare in rete quello che volevo! Stranamente, l’account di quel misterioso video era stato chiuso un’ora prima! Era come se qualcuno avesse saputo che avevo guardato quel filmato maledetto, ma ciò mi risultava impossibile! Perché avevano tolto proprio quel video? E poi, perché farlo così in fretta? Non potendone più feci una ricerca testuale, ma dell’incidente in questione NULLA! Sembrava che non fosse mai accaduto nulla, ma le parole della bidella erano state molto chiare! In quel teatro… TEATRO PIANURA, erano morti molti bimbi! Non poteva essere solamente il vaneggiamento d’una pazza! Infatti, feci allora un’altra ricerca proprio col nome della figlia della donna… MARIKA… Quello che ho letto mi lasciò di stucco! Sul sito di notizie della mia città, c’era scritto che la povera Marika era morta in un incidente stradale!! Com’era possibile? Eppure, la sua mamma m’aveva detto che sua figlia era morta in quel maledetto teatro!
Con l’animo pesante, mi gettai sul divano a dormire, solo che nel farlo ripiombai nel terrore! Se di notte avevo sognato l’INFERNO, cosa avrei sognato ancora? Mi ritornò in mente quel palazzo e quella maledetta finestra. Chiusi gli occhi, e nel farlo, pensai d’andare ancora in quel bar e chiedere altre informazioni… Fu allora che cominciai a sognare! Sognare o RICORDARE di nuovo…
4. ERMELINDA ED I SUOI RACCONTI – PICCU PUCCU E PACCU
Il buio del sonno, questa volta mi condusse nella mia vecchia casa. Sognai di trovarmi sul balcone assolato, proprio quello che avevo visto al di là della pompa di benzina! Si sentiva una strana musica! Il sole era alto, ed io m’accorsi d’essere piccolino e seduto proprio su quel pavimento a mattonelle larghe e rosse! Capii che doveva essere estate, in quanto non indossavo nulla a parte delle piccole mutandine bianche. Le mie manine erano appoggiate su quelle mattonelle, ed io godevo del riverbero del calore del sole che da esse mi giungeva in modo piacevole. Potevo addirittura sentire l’odore della terracotta! Tutto sembrava tranquillo… piacevole! Si sa, da piccoli si ricerca solamente il benessere e se ne gioisce, non come si fa da adulti che per provare un po’ di sollievo bisogna cercare altro… In quella tranquillità mi sentivo perso, ma avevo come l’impressione che stesse per arrivare qualcuno… non so spiegarmi il motivo. Infatti, dopo un po’, sentii il vecchio campanello della mia casa suonare! Di sicuro mia madre andò ad aprire, e vidi apparire nella mia cucina due persone… due persone che erano di casa.
Si trattava ti Titi e sua figlia Ermelinda! Titi faceva l’insegnante… la maestra nella scuola elementare della mia città, mentre Ermelinda, era un po’ più grande di me. Mi metteva in soggezione questa bambina non so dire il perché. Aveva gli occhi allungati ed un viso appuntito, circondato da lunghi capelli con grandi boccoli che gli scendevano ai lati della fronte. Di certo, non era la compagna di giochi ideale per me, comunque non avevo scelta, in quanto mia madre con Titi si misero a parlare tra di loro in cucina, mandando Ermelinda proprio dov’ero io! La ragazzina in questione se ne stava in piedi davanti a me, mentre io cercavo di vederla bene con gli occhi socchiusi per il sole che avevo proprio di fronte. Lei, mi prese per un braccio e mi sollevò da terra, dicendomi: “Antonio! Vieni con me che giochiamo! Io faccio la maestra e tu l’alunno!!” Non so perché ma non mi sono opposto. Mi portò in un angolo del mio terrazzo dove c’era una pianta spinosa, e lei si sedette su una piccola sedia di plastica, intimandomi di sedermi davanti a lei in terra. “Tu… tu Antonio, conosci la storia di PICCU, PUCCU e PACCU?” Io, con molta ingenuità le risposi di no! Quella, facendo con la sua bocca una smorfia, mi diede un pizzicotto su un braccio facendomi molto male, e disse ridendo, fregandosene se piangevo: “Ah no? Si vede che sei ancora piccolo!! Se non la conosci te la racconto io… Antonio! PICCU, PUCCU E PACCU, abitano proprio qui! Devi sapere che vanno alla ricerca dei bambini cattivi come te, e poi se li mangiano!! Devi fare il buono perché LORO vengono e ti prendono a morsi!” Io, tra le lacrime le chiesi dove abitavano quelli che capivo fossero persone cattive, ed Ermelinda, anche lei malvagia, mi indicava proprio l’altro palazzo dicendo: “LORO abitano lì… PACCU ti insegue, mentre PUCCU ti picchia, ed infine PICCU ti mangia i ditini!!” Dicendo così, Ermelinda si mise in bocca le mie manine e mi morse le falangi con crudeltà mentre, non so come, né mia madre e ne Titi udirono il mio pianto disperato! “Mi fai male Erme…” Le dicevo, ma quella, ridendo disse: “Devi fare il buono!! Te l’ho detto!! Stanotte verranno e ti porteranno via… PUZZOLONE!! A me non mi toccano!! Io sono grande!!”. Il sogno terminò sulla lapide di Ermelinda.
Mi risvegliai dal divano urlando! Le mani mi facevano male sul serio! Adesso ricordavo… Quello non era un sogno ma un ricordo delle tantissime volte che questa diabolica bambina ci veniva a trovare con sua madre! Mi ricordai anche della lapide! Ermelinda era morta da parecchio tempo! Forse due anni dopo di quella visita! Si disse che avesse avuto una brutta febbre, ma ricordo, pensai che i veri responsabili della sua morte fossero proprio quei PICCU, PUCCU e PACCU di cui andava raccontando. E se quei mostri fossero stati reali? Se davvero abitavano proprio in quel palazzo che avevo visitato? Se fossero stati LORO i responsabili dell’incendio in quel teatro?
Dicendo così, m’alzai ed andai a sciacquarmi il viso. Ma no! Quei tre erano solo il frutto della fantasia malata di Ermelinda! Non potevano esistere davvero! Però, a pensarci bene, tutto sembrava riferirsi proprio a TRE colpevoli! Si, ma io con questi TRE cosa potevo mai centrare? Ormai avevo deciso! Dovevo indagare… SCOPRIRE! Non vedevo l’ora d’andare nel bar a parlare con il barista o con chiunque altro potesse levarmi ogni dubbio su tutto quello che mi stava capitando!
5. IL CORTILE SPORCO – DONATELLA – NINO IL BIANC CONIGLIO
Come una saetta, con tutti quei pensieri in testa, uscii da casa! Il mio pensiero era andare in quel bar dove avevo ricordato quella finestra. Siccome ancora era presto, essendo già arrivato, mi decisi a passeggiare un po’ per schiarirmi le idee ed anche per darmi coraggio. Così, quasi meccanicamente arrivai nella via dove c’era l’entrata di quel palazzo. Il sole quasi al tramonto diffondeva sulle finestre un chiarore arancione che mi fece ripiombare nelle sensazioni che provavo quando ero bambino… sensazioni dolci… già! Troppo dolci per esser vere! Dai vetri si potevano scorgere anche le nuvole che passavano. Fu allora che scendendo con lo sguardo vidi una cosa che non ricordavo. Vidi il piano seminterrato di quello stabile al di sotto della strada! Guardai laggiù. Tanta sporcizia e tante buste di plastica… ma quel posto non era sempre stato così! Infatti, nell’osservare quelle tapparelle che davano sul muro, mi ricordai che proprio in quella strana casa abitava una certa ragazzina di nome Donatella! Anche quella per me bambino, era una presenza costante nella mia vita! Proprio all’epoca dei miei incontri con Ermelinda, sentii per la prima volta parlare di quella ragazzina! Io da piccolo, passando per quella strada, sognavo di vederla correre per quello strano e stretto cortile al di sotto del manto stradale, ma non la vidi mai! Sapevo comunque che c’era poiché i miei genitori me lo ripetevano molte volte… “Lì abita Donatella!!”. Di questa altra ragazzina non seppi mai altro, solo questo! Nel ricordare quel nome, un brivido mi scese giù per la schiena! Ricordai che i miei, nel parlare di questa ragazzina, dicevano che un giorno era partita. A pensare questa cosa, il brivido che avevo provato divenne ancor più intenso! Ora, nelle mie narici un odore nauseabondo come di un animale morto! Distolsi lo sguardo da quell’seminterrato e mi misi davanti alla bocca ed al naso la mano per non respirare. Era strano… quell’odore non l’avevo notato quando ero arrivato! Adesso era molto intenso! All’improvviso, dalle tapparelle chiuse, m’apparve come se qualcuno da dietro avesse accesso la luce e subito dopo venne spenta! Che in quello strano appartamento ci stava qualcuno? No! Questo era da escludere! Infatti, regnava solamente il caos in quello strano cortile! Una cosa comunque era certa! Quel palazzo metteva i brividi! Notai un piccolo cancelletto bianco e nero! Da lì si poteva accedere a quel cortiletto. Ebbi la tentazione d’aprirlo per scendere ma non osai. Quei colori… il bianco ed il nero però mi fecero ricordare il sogno che avevo fatto prima di ricordare l’incendio! Ah! Razionalmente, certe cose non possono essere spiegate, almeno così pensavo, ma, nonostante tutto mi sentii come se io non fossi più io… non sapevo come spiegarlo! Mi prese una tenerezza strana mischiata ad una voglia strana! Per la prima volta nella mia vita, ripensai a me non come ero… ma fu solo un attimo! Il sole era già sparito… la sera era alle porte, e quell’odore di morte ora si era fatto molto più intenso. Fui lì lì per rimettere! Dovevo andare via, ma prima, con la mano sulla bocca ed i conati che si stavano facendo sentire sempre più forti, guardai di nuovo quel cortile! Mi parve di vedere, tra le buste sporche, uno scheletro d’un animale! Corsi per la strada e m’appoggiai alla ringhiera per vomitare. Stavo malissimo! Quando mi ripresi, notai che da una finestra di una casa, c’era una vecchietta che m’aveva osservato per tutto il tempo. Quando s’accorse che la guardavo, chiuse velocemente la finestra e rientrò in casa come se avesse avuto paura di me. Mi domandai il perché d’un simile comportamento ma non riuscii a cavarne un ragno dal buco. A pensarci bene, tutti, da quando avevo visto quella finestra, sembravano aver terrore nei miei riguardi, ma a pensarci bene, ero sol io ad aver paura di quello che mi stava accadendo! Con un sospiro, mi diressi verso il bar! Adesso avevo anche lo stomaco sottosopra! E se davvero PICCU, PUCCU E PACCU esistevano? E se tutto si riconduceva a questi strani personaggi? E poi… cosa centravo io con LORO? M’avevano detto… TROPPE DISGRAZIE E PAURA… era infatti quello che stavo provando! Adesso, però, non avevo paura soltanto di ombre indefinite! Adesso, avevo paura d’un qualcosa che poteva anche diventare FISICO!
Corsi verso il bar provando un senso di smarrimento. Cosa m’avrebbe rivelato il barista? Pensavo che non m’avrebbe spiegato, come del resto tutti, un bel niente, ma lo stesso dovevo provare! Così, arrivai al bar e per poco una macchina non mi mise sotto! Chiesi scusa ed entrai. Nel bar c’erano parecchi clienti e l’atmosfera era come sempre. M’accostai al bancone e chiesi la mia solita birra. Il barista che si chiamava Nino, nell’atto di servirmi, mi guardò in viso e disse: “Noto che non sta molto bene! Cosa l’è successo?” Io, dissi subito: “Le devo parlare! Sa… in questi giorni mi sono successe un sacco di cose particolari! Credo che a questo punto, solo lei mi può fornire delle spiegazioni al riguardo…” Quello, sospirò e mi disse: “Ho capito tutto! Ma forse era meglio rinunciare! Comunque mi segua! Non voglio che gli altri clienti sentano e VEDANO! Mi segua sul retro!” Io, senza farmi pregare, posando la birra sl bancone, seguì Nino che, dopo aver detto a sua figlia di rimanere al bancone mi condusse nel retrobottega. In quel luogo quasi in penombra che metteva una certa ansia, c’erano due poltrone sgualcite tra scaffali pieni di bottiglie e di altre cose. Mi fece accomodare su una di quelle e mi disse: “Non c’è bisogno che lei mi dica nulla! Ho già capito tutto! Ah! Comunque mi dispiace! Lei dunque cerca la verità… dico giusto?” Annuii deglutendo per l’agitazione: “La verità, molte volte è una cosa buona ma alcune volte può spalancare un mondo diverso da quello che si può vedere normalmente! Antonio, lei vuole davvero VEDERE E SCOPRIRE? Come si dice in un racconto, per farlo deve seguire il BIANC CONIGLIO… ma lei lo deve fare LETTERALMENTE! Diamoci del tu!” Avevo letto Alice nel Paese delle Meraviglie… ma quell’affermazione mi provocò paura ma anche una certa curiosità, così dissi a Nino: “Si! Ormai dopo tutto quello che ho ricordato e saputo… ed anche visto, sono pronto a SAPERE e SCOPRIRE! Certo ci possiamo dare del tu! Ma… perché tutti sembrano aver paura di me? Non mi era mai successo prima! Sembra quasi che io sia DIVERSO!” “No Antonio! Tu non sei affatto diverso! Lo scoprirai presto… Gli abitanti di questa città, credimi, non hanno affatto paura di te, ma di LORO! La diffidenza che tutti hanno nei tuoi confronti è dovuta alla paura del BUIO! Si pensava che tutto fosse finito… invece… Non so perché questo ingrato compito sia capitato proprio a te… comunque, tu, insieme ad altri probabilmente fate parte d’un disegno più grande di voi! Gli altri due, prima di te hanno quasi dato la vita per SCONFIGGERLI! Antonio! Pensavamo davvero che dopo il la LOTTA NELLA STANZA BASSA BASSA ed il MARE e la DISTRUZIONE DEI LIBRI non ci fosse più nulla… ma, evidentemente non è così! Adesso ti devo parlare di NOI! Io, non sono un esperto in certi argomenti, ma ho conosciuto una persona che era molto esperta e che veniva spesso in questo bar! Forse non conoscerai Mirmo…” Risposi di no. “Ah! Beh… sono passati parecchi anni da allora! E’ naturale che non lo conosci! Come ti dicevo, molti in questa città, sono NATI IN MODO PURO! Nascere in modo puro è appunto quello che quei TRE o QUATTRO odiano, poiché la purezza è LUCE! LORO sono il BUIO ed il DOLORE! Comunque capirai tutto a tempo debito!” A quelle parole, volli chiedere se quei TRE o QUATTRO fossero quelli di cui mi aveva raccontato Ermelinda e così, interrompendo Nino dissi: “Senti Nino! Io di questi TRE ho dei nomi… Non so se ricordi una ragazzina che purtroppo è venuta a mancare molti anni fa… si chiamava Ermelinda… Lei, raccontava che proprio in quel palazzo stavano PICCU, PUCCU e PACCU!! Vorrei sapere se stiamo parlando proprio di loro…” Nino saltò dalla poltrona, ed a me sembrò che dietro il suo sedere ci fosse una sorta di pon pon bianco che poi scomparve. “Ah! Ricordo quella povera bambina… Oh Antonio! Quelli che ti ha detto quella poveretta non sono proprio i LORO nomi… LORO non hanno nessun nome ed hanno tutti i nomi del mondo! Per il momento sappi che si manifestano in tantissimi modi diversi! Sono incubi, Antonio!! Sono gli incubi di ognuno di noi! Dovrei farti leggere qualcosa al riguardo, ma ancora è presto! Per ora sappi che quelli che hai nominato sono appunto LORO! Però, io ti devo, come ti dicevo, parlare di NOI… dei PURI! Anch’io sono NATO IN MODO PURO. Non so se hai mai sentito in te qualcosa di particolare… Sai, si comincia sempre così! Adesso, ti chiedo di non aver paura! Qui, tanti anni fa è passato Mirmo con la sua Kalimba Lunare! LORO non possono entrare qui! Rilassati Antonio! Adesso vedrai cosa sono davvero io… povero barista spaventato!” Non capivo! Io volevo sapere di quello che mi stava capitando, invece Nino mi voleva far vedere altro… Si, ma cosa? Chi era davvero Nino?
Nino, s’alzò dalla poltrona, e s’allontanò da me andando verso un piccolo bagno. Mi disse: “Adesso vedrai una cosa che ti sembrerà impossibile! Ricordati che SONO IO!” Entrò in quel luogo e subito dopo, mi sembrò che si curvasse sul pavimento con le mani! Pensai che stesse male ed andai a soccorrerlo, invece notai sopra la sua testa delle orecchie come da coniglio ed il batuffolo che avevo già visto! Trattenni un grido, ed all’improvviso vidi Nino essersi trasformato in un coniglietto bianco. Non potevo crederci! Chiusi gli occhi per un momento. Mi sentii toccare sulla spalla! Vidi Nino dietro di me! Era di nuovo normale! “Ecco!! Ecco chi sono Antonio!! Sono un coniglietto!! E’ proprio questo che LORO odiano!! La purezza! Mirmo, di cui ti ho già parlato è una volpe!! Io, sono un coniglio, ma in questa città moltissimi sono come noi… e moltissimi sono morti proprio per questo! Sono stati sempre LORO ad ucciderci!! Io non so cosa sei Antonio! Ora, prima di proseguire la tua ricerca, cerca di RICERCAR TE STESSO!! Basta solo concentrarti e volerti bene!! Tutto nasce da lì…” Avevo capito bene? Dunque c’era chi si poteva trasformare in animale come nelle favole? Mi vennero i brividi, e poi pensai a PICCU, PUCCU E PACCU… Dunque erano proprio quelli che avevano commesso la strage del teatro? La risposta era si! Da come avevo sentito, LORO odiavano tutto quello che era puro! Cosa c’è di più puro che nascere d’animale? Allora, erano stati anche LORO ad aver ucciso Ermelinda e magari anche Donatella? A questo pensiero, guardai negli occhi Nino e gli dissi: “Ho paura! Adesso ho davvero paura! Chi sono LORO?” Nino, mi fece uscire dal retro del bar e mi disse: “LORO SONO IL BUIO… Adesso vieni a bere! Probabilmente questa notte ti CONOSCERAI DAVVERO! Adesso conosci la VERITA’… Quella che LORO vogliono DISTRUGGERE!”.