FUORI DALL'INFERNO

RAFFAELE FAMELI

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          Inizio : 06/12/2014

          FINE : 20/01/2015

 

Fuori dall’inferno  (R. Fameli)           Inizio : 06/12/2014

                                                                           FINE : 20/01/2015

 

In una bellissima giornata di sole, una cagnolina di razza Beagle, diede alla luce uno stupendo cucciolotto. Oh, quanta tenerezza e quante leccatine sul pancino del suo piccolo!

Era il primo parto per Betty, e quindi aveva provato moltissima paura, ma, il vedere quella creatura che era interamente sua, le fece, come per magia, dimenticare ogni cosa.

“Che nome gli metterò?” Si chiedeva con ansia Betty, mentre il piccolino, come tutti i cuccioli del mondo era attaccato alla sua mamma per succhiare il latte… la risposta non tardò: “… Visto che è nato in una giornata di sole, il nome ideale sarà Sun… Ecco! Questo nome gli porterà sicuramente fortuna! Il nome è UNA COSA MOLTO IMPORTANTE!” Così pensando, Betty continuò ad allattarlo ed a leccarlo teneramente.

 

Il luogo dov’era nato Sun, era una campagna poco distante dalla città. Dalla tana, ricavata da uno scatolone abbandonato, si poteva vedere una stradina, che poi girava in una curva. Quante volte Betty l’aveva attraversata… infatti, quella strada portava diritto al paese dov’era cresciuta. Infatti, Betty, non era stata sempre randagia, aveva avuto una famiglia… ma poi, seguendo un altro Beagle si inoltrò fuori città, diventando di fatto un’abitante di quel posto.

L’altro Beagle le aveva fatto battere il cuore… E così, fra un gioco ed un altro, nacque in loro l’amore che portò alla nascita del cucciolo. Tuttavia, Joe, il suo compagno, sparì improvvisamente prima della nascita di Sun.

La povera Betty, una notte d’inverno, udì solo dei passi ed il guaire disperato del suo compagno, che era uscito, come tutte le sere, per trovare cibo. Di lui, non si seppe più nulla… eccetto un odore… L’odore d’un uomo che certo l’aveva portato via. La cagnolina, comunque sembrava sapere… Purtroppo, né lei e né il povero Sun sapevano che presto quell’uomo si sarebbe di nuovo fatto vivo.

 

Le giornate, comunque, trascorrevano felicemente tra una poppata e l’altra. Sun cresceva bene. Il suo pelo era lucido e sua mamma, non vedeva l’ora di portarlo fuori per fargli scoprire il mondo, soprattutto fargli vedere la città a cui era molto legata.

Dopo circa tre mesi, il piccolo Sun era pronto per l’avventura. Aveva da molto aperto gli occhi, ed ormai, era quasi del tutto svezzato, anche se ogni tanto cercava ancora i capezzoli della mamma.

Nessuno poteva immaginare che proprio quel giorno che doveva portare tanta felicità, sarebbe stato invece l’inizio di qualcosa di pericoloso e terribile, che avrebbe portato solo paura e pianto.

Sun, pieno di vita, non vedeva l’ora che Betty lo portasse con lei in quella città! Già aveva gironzolato vicino allo scatolone, aveva anche visto la stradina, ma non aveva mai trovato il coraggio di vedere cosa ci fosse dietro la curva… Ma quel giorno era diverso… Betty gli aveva concesso, prima di portarlo con sé, di esplorare, s’intende, poi ritornando indietro verso la tana. Il cucciolo, così fece. All’inizio, grande stupore e gioia, ma poi, voltando lo sguardo vide un qualcosa che gli fece, anche se non ne sapeva il motivo, drizzare il pelo. Una costruzione grigia con tanti cancelli tutt’intorno. Le finestre erano oscurate, ed in cima ad una ciminiera che emetteva fumo nero e puzzolente, una luce rossa intermittente. Cos’era? Questo il povero cagnolino non lo poteva sapere. Annusando l’aria gli si stringeva lo stomaco, ed iniziò a provare un forte senso di paura. Ringhiò con forza… Era la prima volta che lo faceva davvero e non per gioco! Betty, al sentire il suo Sun ringhiare, accorse subito chiedendosi il perché di quel gesto da parte di suo figlio, che, comunque non l’avrebbe mai fatto, in quanto era un cagnolino tenero ed educato. Betty, infatti, gli aveva sempre detto d’essere buono anche con gli abitanti di quella campagna… Ma, Sun continuava a ringhiare con il musetto rivolto a quella costruzione. Anche capendo, Betty gli disse, avvicinandosi: “Perché ringhi Sun? Cos’hai visto? Dillo alla mamma…” Ed il cagnolino, leccandola disse: “Non lo so mammina… Ho visto quel coso lì ed ho avuto paura… Cos’è? Tu lo sai?” Betty guardò anche lei, e poi, con le lacrime agli occhi disse: “Quello è l’INFERNO, Sun… l’INFERNO da cui sono scappata quando avevo circa la tua età… Sai, è stato l’uomo a costruirlo! Ma credimi… non tutti gli uomini sono cattivi… solo alcuni di loro… Non lo guardare più Sun!! Noi, non ci avvicineremo mai a quel maledetto posto… Sono stata separata lì da mia madre!! L’ho sentita piangere e poi… e poi più nulla!! Non l’ho più vista!! Ah!! Sono stata malissimo… Ricordo che con me c’erano altri Beagle come noi!! Erano tutti Beagle!! Ma… NESSUNO AVEVA UN NOME… avevano solo una gabbia di ferro! Ho visto moltissimi cuccioli non tornare più… Lì puzza Sun!! L’uomo cattivo, non so cosa faccia in quelle stanze, ma il mio istinto mi ha suggerito solo dolore e paura!! Per fortuna, uno di quegli uomini vestiti di bianco, una notte, che m’aveva messo non con gli altri cuccioli, si scordò la mia gabbia aperta… Riuscii a scappare ed ad arrivare fuori… Una bimba, che poi diventò la mia padroncina, mi prese… Ero fuori nella città! Pioveva ed io ero tutta bagnata! Quella bimba mi diede amore e protezione ed un NOME… proprio come ho fatto io con te!! Avere un NOME significa esserci ed essere vivi!! Ah!! Quella bambina mi fece, anche se non del tutto, dimenticare da dove provenivo! Non guardare Sun!! Non guardare l’INFERNO!!” Sun al sentire questo giurò alla mamma che non avrebbe mai più posato lo sguardo in quella direzione, ma all’improvviso, il piccolino ebbe uno scatto di pianto e disse: “Se è stato l’uomo a fare quell’INFERNO… forse papà… forse papà sarà lì?” Betty, guaendo disperatamente, leccò suo figlio dicendo: “… forse si Sun!! Ma se è così… Ora basta!! Scendiamo dall’altra parte… andiamo in città per mangiare qualcosa!! Lasciamoci l’INFERNO alle spalle Sun!! La vita è bella… bisogna saper dimenticare e non guardare mai indietro… Prometti… promettimelo che non lo farai piccolo mio…” Sun, non capì le parole della mamma, ma lo stesso giurò.

 

Betty, portò il piccolo Sun in quella città e gli mostrò tutti quei luoghi che aveva visitato con la sua padroncina. Il cucciolo rimase estasiato da tutti quei suoni e colori ed anche odori, e non gli sembrò che gli esseri umani fossero tanto cattivi come la mamma gli aveva detto riguardo all’INFERNO.

Con molta curiosità, riuscirono anche a farsi accarezzare da alcuni passanti. Gli esseri umani si rivolgevano a loro con suoni rassicuranti e Betty scodinzolava, così anche Sun cominciò a imitare la mamma, ed a muovere la coda, cosa che fece tenerezza a tutti. Tuttavia, aleggiava tra quei visi tranquilli un’ombra.

Tutto sembrava essere perfetto! Betty era stata molto attenta a non farsi vedere dalla sua padroncina.

Si stava facendo sera… Ora mamma e figlio dovevano ritornare a casa. Così, presero di nuovo la strada del ritorno. La sera che stava per arrivare sembrava essere chiara così come era stato il giorno, ma dei nuvoloni neri carichi di pioggia e di paura, stavano per abbattersi su quei prati che avevano visto nascere come il sole, anche il piccolo Sun.

 

Betty ed il cucciolo, andarono verso la loro scatola che era abbastanza grande ed accogliente. Il piccolo Sun si stiracchiò soddisfatto ma anche stanco dall’esperienze che aveva avuto quel giorno! Era soddisfatto della vita, e così, cominciò a chiudere gli occhi mentre Betty lo leccava con dolcezza infinita, proprio come quando era appena nato.

 

Avevano già cominciato a sognare, quando un tuono fece sobbalzare i due cagnolini. Betty alzò il capo e odorò l’aria. Fuori, una pioggia violenta creava pozzanghere. Sembrava voler venir giù tutto il cielo, ma non era questo a preoccupare la mamma di Sun. Era un odore… l’odore… Un odore che Betty aveva già conosciuto. “Cosa c’è mamma?” Chiese teneramente Sun svegliandosi e sbadigliando, e Betty rispose: “C’è l’uomo Sun!! L’uomo cattivo… L’uomo!!” “Ma mamma, gli esseri umani non sono buoni? Cosa vuole da noi? Magari vuole solo accarezzarci…” Disse Sun sorridendo, ma la cagnolina rispose piangendo: “Ricordi questa mattina, mio piccolo Sun? No… Non vuole accarezzarci… vuole solo il nostro dolore!! Ricordatelo Sun!! Non tutti gli uomini sono buoni… Ricordatelo sempre!! Ricordati  papà e l’INFERNO… Non farti rubare il nome Sun!! Non fartelo prendere!!” Sun non capì nemmeno questa volta, ma non ebbe il tempo di chiedere spiegazioni in quanto Betty lo prese per la sacca del collo che hanno tutti i cuccioli, e si ritrovarono subito sotto la pioggia battente.

 

Quanto corse Betty per quei campi zuppi di pioggia… Stavano scappando, ma da chi? Forse da quell’uomo cattivo? Forse! Il cuore di Betty per la gran corsa batteva forte! Voleva salvare Sun il suo cucciolo ed il suo bene ad ogni costo! Aveva avvertito il pericolo… pericolo che aveva portato via anche Joe… il papà del suo cucciolotto.

Sun aveva paura, ma si fidava della sua mamma, ma quel bellissimo rapporto stava per interrompersi in modo tragico, però il cucciolo non lo poteva sapere…

Tutto successe molto rapidamente!

Betty, nel correre, inciampò su un ramo che sporgeva pericolosamente dal terreno e dal dolore aprì la bocca per gridare. Sun cadde sul terreno bagnato battendo forte la testa. Perse i sensi ma si riprese subito, e guaendo vide giacere al suolo sua madre ormai priva di forze! Le si era spezzata una zampa ed ora piangeva, ma la poverina capiva d’avere qualcosa di molto più grave. Piangeva anche perché aveva la preoccupazione di lasciare suo figlio da solo in quel pericolo.

Il cucciolo andò vicino alla mamma e per istinto, provò a leccarle la ferita, ma Betty, ormai sapeva che la fine era giunta, lo leccò a sua volta e gli disse piano: “Sun… Figlio mio! Unico mio raggio di sole! Per la mamma è tempo di dormire… Ma tu devi vivere!! Scappa via da qui… Scappa via!!” Sun non capì e disse ingenuamente: “Dormire? Qui fuori? Dai mammina!! Alzati e ritorniamo nella nostra tana!! Ti sei solo fatta male ad una zampina, ma starai bene di nuovo!!” Betty guaì come non aveva mai fatto! Infatti, sapeva che nel cadere, non solo la zampa gli si era spezzata, ma un altro ramo le aveva perforato la pancia raggiungendo organi vitali! Questo lo capì perché il dolore era troppo grande. “No Sun!! Figlio mio!! La mamma non potrà più venire con te!! Ma… non ti lascerò da solo… ti starò sempre accanto… Non lo dimenticare!! Adesso corri… La mamma deve dormire!! NON FARTI RUBARE IL NOME SUN!! Promettilo alla mamma che ti ha voluto un bene infinito!! Non ti avvicinare all’INFERNO!! Giuramelo piccolo mio…” Sun, che ancora non aveva capito la gravità della situazione, rimase immobile, ma Betty, con l’ultimo alito di vita che le era rimasto, ringhiò a suo figlio con amore per farlo andare via, ma quell’atto disperato fece in modo che quel maledetto ramo toccasse e squarciasse il suo cuore. Si udì solo un guaito prolungato e poi nulla più! Betty era morta cercando, come ogni mamma, sempre fino all’ultimo, di proteggere suo figlio.

 

Sun adesso che la mamma non si muoveva più, comprese quello che era accaduto in tutta la sua drammaticità. Lui… piccolo cucciolotto di Beagle, adesso era solo al mondo. Come pianse Sun su quel corpo straziato… Leccava sua madre immobile piangendo. Non riusciva nemmeno a respirare! “Oh mamma!! Mamma mia… Non mi lasciare da solo… Ancora ho bisogno di te… Mamma!! Sono ancora troppo piccolo… Non sono coraggioso come eri tu!! Ho paura!! Cosa mi accadrà adesso?” Così, il povero cucciolotto guaiva cercando di scuotere la mamma, ma ormai non c’era più nulla da fare… Così, dopo molte ore… sotto quella maledetta pioggia, Sun decise d’andare via… ma prima, leccò di nuovo i capezzoli della mamma, cercando disperatamente d’avvertire ancora una volta il suo odore… L’odore di chi, con molta tenerezza lo aveva messo al mondo, ed ora anche difeso fino alla morte.

 

Con gli occhietti pieni di lacrime, ma con una nuova consapevolezza, Sun, correndo si diresse verso la tana. Ormai la sua vita era cambiata! Era solo! Solo contro l’ignoto… contro quel nemico invisibile che gli aveva portato via chi l’aveva voluto bene più d’ogni altra cosa al mondo! Sun… il cucciolo di Beagle, adesso era deciso a combattere… ma il poveretto, ancora, non immaginava che cosa il destino aveva in riserbo per lui.

 

Sun arrivò in quella scatola che era stata per lui il luogo più bello e sicuro, ma ora, senza la presenza della mamma, era diventata buia e piena di paure. Si sentì morire non percependo più la presenza di quella dolce creatura che lo aveva tanto amato. Quanto pianse…  pianse per tutta la notte! Chi lo avrebbe accudito e nutrito? Chi mai poteva difenderlo ora? Nessuno! Le parole di Betty risuonavano ancora nella mente del cucciolotto, ma ancora non le capiva. Di cosa aveva paura la mamma? Sun, cercò tra le lacrime di comprenderlo, ma per quanti sforzi facesse non ci riuscì, e così guaendo, dopo molte ore s’addormentò.

 

Che notte di incubi… Sognò sua madre che s’allontanava mentre lui cercava disperatamente di raggiungerla. La vedeva scomparire in mezzo a tanti altri cani Beagle sporchi di sangue che s’avvicinavano ad un edificio nero con degli uomini vestiti di bianco che li chiudevano in gabbie strette ed arrugginite, anonime… i cani, entrando lì, sembravano essere tutti uguali… senza identità. Gli uomini ridevano e li picchiavano con violenza, mentre lui cercava senza tregua sua madre, ma non riusciva a trovarla. Ma poi, all’improvviso vide la ciminiera con la luce rossa intermittente. S’avviò verso quella costruzione, e quando arrivò vi trovò sua madre rinchiusa insieme al papà che non aveva mai conosciuto in una gabbia uguale a quelle altre, ma i loro occhi erano vitrei e senza espressione. Ripetevano: “Noi non abbiamo un NOME! Non sappiamo chi siamo…” Sun cercò di parlare con loro, dicendo che lui era loro figlio, ma quelli sembravano non riconoscerlo… Sun si svegliò piangendo.

 

Era già giorno, ed ora il sole illuminava la campagna. Il piccolo aveva fame. Non poteva rimanere in quella scatola, e così uscì fuori. Si ricordò della città e di tutte le carezze che, sia lui che sua madre avevano ricevuto. Pensò che per sopravvivere doveva rischiare. La solitudine era pericolosa e gli pesava molto.

Appoggiando le sue zampette sul terreno umido, avvertì un forte senso di smarrimento, ma coraggiosamente, andò verso la stradina. Lì, intravide quel luogo che aveva sognato: ‘ l’INFERNO ‘… era ancora lì a ricordargli il suo triste destino e la mancanza della mamma tanto amata… Anche se Betty non era morta in quel luogo, il cucciolo dava la colpa a quella cosa e si mise a ringhiare in modo molto forte dicendo: “E’ tutta colpa tua!! Non so neppure cosa sei, ma sei stato tu a far morire la mamma, ed ora capisco che hai ucciso anche il mio papà!! TI ODIO INFERNO!!” E dopo si mise a guaire tristemente. Quando riuscì a smettere di piangere, andò verso la città attraversando quella strada… l’ignoto era in agguato, e lui stava per avvicinarsi ad esso.

 

Sun, fece tutta la strada che aveva già percorso il giorno prima, arrivando in città, ma ora, quella distesa di case non gli parve accogliente come la prima volta. Nessuno sembrava averlo notato ma si sbagliava… Un uomo lo aveva visto ed adesso, cercando di non farsi vedere lo seguiva. Il povero cucciolotto, purtroppo, non se ne accorse e continuava a cercare, più che il cibo, la compagnia di qualcuno.

Dei bimbi lo videro e si misero a giocare con lui ed a dargli da mangiare. Quella fu una consolazione temporanea che, comunque, lo rese un po’ felice. “Senza di te mamma… anche giocare non mi piace!! Quanto mi manchi!! Adesso cosa farò senza il tuo aiuto? Tu m’hai detto che sei con me… ma… io non posso più vederti!!” Così, pensava Sun. Gli uomini, ancora una volta, non gli parvero degli esseri minacciosi… ma, purtroppo, un’altra sera stava per scendere… forse la sera più terribile della sua giovane vita.

Stanco per tutti i giochi e sazio, decise, al calar del sole, di cercarsi un riparo sicuro. Non volle andar più in campagna! Quel posto, ormai, non gli apparteneva più. Trovò sistemazione dietro ad una panchina in un parco con molta erba. Lì si sentì un po’ sicuro, in quanto era circondato da folte siepi. S’accucciò guardando gli altri cani portati al guinzaglio dai loro padroni. Sun, non voleva diventare come loro… Era nato libero, e così, libero voleva rimanere.

 

Dopo un po’ di tempo, un cagnolino s’accorse di lui. Era un randagio che gli chiese notandolo fra l’erba: “Uh!! Ciao… E tu chi sei? Cosa ci fai qui? Non t’ho mai visto prima… Cosa ci fa un cucciolo tutto solo?” Sun gli rispose: “Io non ho più nessuno! La mia mamma non c’è più! Mi chiamo Sun… sono venuto qui per mangiare!! Ma ora sono tanto tanto stanco!!” Il cagnolino, lo odorò e poi disse: “Io mi chiamo Ben! Tu sei un cucciolo di Beagle… una bellissima razza… ma sai… non dovresti girare da solo per questa città… Io sono un bastardino, e per me… tutto va bene, ma per voi… Mi hanno detto che per voi Beagle le cose non sono per niente belle!! Non in questa città!! Anzi… mi stupisco come tu, ancora, non sia scomparso! Avevo un’amica una volta… Si chiamava Betty… Era proprio una Beagle come te!! Lei, è riuscita a scappare da quell’INFERNO… Ma altri non sono più tornati!! Qui i Beagle vanno a finire tutti lì!! Io… ti consiglio piccolino, d’andartene immediatamente via da questa città!!” Sun, nel sentire questo disse: “Ah!! Betty… Betty era il nome della mia mamma!! Dunque tu l’hai conosciuta Ben? Ma dimmi… cos’è questo INFERNO? Io l’ho solo intravisto… e forse la mamma è morta proprio per causa sua!! Anzi… ne sono certo!! Ha avuto paura la notte scorsa!! Noi, abitavamo in campagna, ma poi, sentendo qualcosa, è scappata via con me, ma è caduta facendosi male in modo gravissimo!! Fino a morire!! Povera mamma mia…” Ben, lo guardò e tristemente guaì dicendo: “Ah!! Betty… la mia amica… No!! Questo non doveva capitarle… Mi dispiace d’aver sentito che è morta!! Comunque, Sun… nessuno sapeva, tranne tua madre che adesso non può più dirlo, cosa c’è nell’INFERNO!! E’ L’INFERNO dove vanno a finire solo i cani della tua razza!! Da quelle poche parole che tua madre, Betty, mi disse al riguardo, ti posso dire solo che in quel posto le cagnoline partoriscono i loro cuccioli, ma poi, vengono presi da alcuni uomini vestiti di bianco e non si sa che fine facciano! Un mio amico che è passato da lì, mi ha detto che si sente solo piangere e guaire nell’INFERNO, che poi, da come mi ha raccontato, quel posto puzza di medicinali e di veleno!! Oh Sun!! Scappa da questa città!! Per voi Beagle non c’è posto!! Qui i Beagle muoiono oppure scompaiono… Io volevo bene alla tua mamma, e non voglio che tu faccia la stessa fine!! Betty, abitava per questo in campagna… Scappava anche lei!! Ma… tu il papà lo hai?” Sun si mise a piangere, e disse: “Il mio papà è stato catturato da un uomo… Questo me lo ha detto la mamma… Magari… Magari è ancora vivo? Dimmelo Ben… Perché, noi Beagle dobbiamo fare tutti questa fine?” A rispondere fu un topolino bianco, che uscendo fuori dalla sua tana disse: “… Perché con i Beagle ci fanno esperimenti… piccolo… Anche per noi topini bianchi è la stessa cosa!! Io ti consiglio come Ben d’andartene via!! Io… io ho visto l’INFERNO!! Se mi sono salvato è perché anche io sono riuscito a fuggire da una finestra rotta!! Non ho mai conosciuto né la mia mamma e né il mio papà!! Ricordo solo, che quando aprì per la prima volta gli occhi, vidi solo tanti topolini come me, tutti bianchi dentro ad un contenitore… e di tanto in tanto, una mano di un uomo, con un guanto di lattice ne prendeva uno… Anche a me è capitata la stessa cosa… Mi portarono sotto una luce potente, e poi mi hanno messo con una siringa un liquido negli occhi!! Questo liquido bruciava come il fuoco!! Oh!! Quanto ho pianto… volevo solo morire!! Ma, un uomo distratto, lasciò… lasciò quella finestra aperta… e via!! Ancora, dopo tutto questo tempo, non vedo bene ed avverto molti dolori agli occhi!! L’uomo è cattivo piccolo!! L’INFERNO è il suo regno!! Scappa piccolino!! Sei in pericolo!!” Il povero Sun era confuso e spaventato… Dunque era tutto vero? Volle pertanto chiedere al topolino bianco un’ultima cosa… “Scusami topolino… ma… la mamma mi ha raccontato d’un'altra cosa che non ho capito… Dimmi… come ti chiami?” Il topolino bianco cominciò a piangere a dirotto e disse con voce alterata dal pianto e dalla disperazione: “… Io piccolino… NON HO MAI AVUTO UN NOME… SOLO UNA GABBIA!!”

 

Da quella risposta, Sun capì cosa voleva dire la sua mamma. Comprese che per i Beagle, come per i topolini bianchi, in quel posto non ci sarebbe mai stata pace… Ma perché proprio i Beagle? Cosa aveva fatto di male la sua razza per meritarsi tutto quel male? Non ebbe il coraggio di chiederlo, anche perché già il topolino era scappato… forse per non piangere davanti a lui ed a Ben.

Con Ben, continuarono a parlare… ma purtroppo, anche lui dovette andare via, raccomandando a Sun d’andarsene da lì il prima possibile. “Lo devi fare per Betty… tua madre e mia amica!! Va via piccolino!!” Sun rispose: “Appena farà giorno andrò via…” Ma Ben, guardandolo tristemente disse leccandolo: “Lo spero per te piccolino… Buona fortuna…” E poi se ne andò. Così, il piccolo Beagle rimase da solo…

 

Le ore della notte passarono, ma, in quel silenzio, un furgoncino s’avvicinò al parco e qualcuno scese aprendo il portellone posteriore, e s’udì anche il suono sinistro d’un'altra porta… quella di una gabbia di metallo.

 

Sun non si era accorto di nulla, si era appena appisolato. I pensieri, e soprattutto le parole di Ben e del topolino bianco lo avevano confuso e stancato ancor di più!

Intanto, proprio quell’uomo che lo aveva visto girovagare in città, si era messo un camice bianco, ed ora, si stava avvicinando a lui furtivamente. Quando riuscì ad arrivare dietro la panchina, prese il cucciolotto dai fianchi prelevandolo con forza, senza preoccuparsi che gli stava facendo del male. Svegliandosi di soprassalto, Sun, si mise ad abbaiare e poi a guaire. Capì che a prenderlo in quel modo violento, facendogli molto male, era un uomo vestito di bianco, e capì interamente di trovarsi in estremo pericolo. Provò a mordere la mano del rapitore, ma purtroppo non lo fece con forza, e perciò il suo morso risultò inefficace. L’uomo nel vedere questo si mise a ridere dicendo: “Ah… E così cerchi di mordermi… Bricconcello… Verrai con me… che ti piaccia oppure no!!”. Sun… piccolo ed indifeso non capiva quelle parole, e quindi guaiva… ma quell’uomo sembrava non accorgersene, e così, lo condusse fuori dal parco.

Il cucciolo con quelle mani sul suo corpo, implorava l’aiuto della mamma: “Mamma… Mi stanno portando via!! Dove sei? Mi avevi detto che saresti stata insieme a me!! Oh!! Cosa mi capiterà ora?” Ma la mamma, di certo, non poteva esserci, e così il piccolino provò ancora più paura e disperazione.

L’uomo con Sun, erano arrivati al furgone bianco. Il cucciolo, ormai, aveva smesso di lottare. Se avesse saputo leggere, sulla fiancata del mezzo, avrebbe di certo letto le seguenti parole: ‘ LABORATORIO DI COSMESI E FARMACIA ‘, ma si sa… i cani non sanno leggere. L’unica cosa che capì, era che quell’uomo in camice bianco lo aveva portato fino al portellone posteriore e lo aveva messo in una gabbietta chiudendola. Il contatto con le sbarre della gabbia sotto le zampe, gli fece molto male… erano fredde! Fredde come la paura che stava provando e dure come un incubo che diventa realtà. Dunque, le parole di Betty sua mamma, di Ben e del topolino bianco erano vere? Purtroppo si! Per i Beagle, in quella città, poteva esserci solo dolore e pianto!

Quello che fece più terrore a Sun, fu il sentire la porta della gabbietta serrarsi, e poi il portellone del furgone chiudersi con un rumore sordo. Si sentì morire e prese a piangere, ma dopo… solo silenzio! In quel furgone regnò solo questo per qualche minuto.

Il cucciolotto, non capiva nulla! Dal finestrino poteva solo vedere il parco da cui era stato rapito, e comprese di non poterlo mai più rivedere.

La cosa peggiore capitò dopo… Il motore del mezzo cominciò a far rumore, ed egli ebbe paura. Non aveva mai sentito prima un rumore simile. Poi, si rese conto che tutto si muoveva! Stette male e cominciò a tremare ed a piangere disperatamente. La grande velocità di quel mezzo lo stordì e cominciò ad urinare per la paura… ma quello era solo l’inizio…

 

Infatti, dopo circa cinque minuti di viaggio, nel quale Sun era stato sballottato come una palla, vide apparire dal finestrino una cosa che gli fece aumentare il terrore. Vide in lontananza l’INFERNO! Dunque era lì che doveva terminare il suo viaggio? No! L’aveva promesso e giurato a sua madre che non si sarebbe mai avvicinato a quel posto! Non poteva essere vero! Nel pensare così, ripensò per un istante l’incubo che aveva fatto la notte prima… Al poveretto gli si strinse lo stomaco e vomitò. Era solo ed indifeso, ed ora l’incubo era divenuto reale! Cosa ne sarebbe stato di lui?

Intanto il furgoncino che puzzava, si diresse proprio in direzione di uno di quei cancelli che il cucciolo aveva già visto… si aprì da solo facendo passare il mezzo. Appoggiando le zampette anteriori sulla gabbia per riuscire a vedere meglio, vide ergersi come un fantasma, quella ciminiera… quella ciminiera che, con la sua luce rossa, sembrava voler spiare tutto e tutti. Era il simbolo dell’uomo! Simbolo tetro che sprigionava un fumo nero che puzzava di morte! Quello… era il simbolo dell’INFERNO da cui Betty voleva scappare, e pensava d’esserci riuscita… ma… non era così! Infatti, se pur indirettamente, l’INFERNO l’aveva uccisa… Ed adesso anche Sun doveva avere lo stesso destino…

 

Il furgone si fermò improvvisamente! Il cucciolo capì d’essere arrivato al termine del suo travagliato viaggio. Ormai non aveva più senso piangere e si rassegnò al suo destino che ancora non conosceva. Sun voleva solo vivere… ma ora? Cosa gli avrebbero fatto?

Tutto era buio… Solo silenzio… Era l’attesa… L’attesa prima del verdetto dell’uomo cattivo su di lui!

L’uomo che lo aveva rapito, all’improvviso, aprì il portellone facendo rumore. Aprì anche la gabbia, e stringendolo, senza delicatezza, lo prelevò dalla sua prigione. Quando il cucciolo uscì, si vide dentro l’INFERNO e cominciò a guaire, ma quell’uomo, con un colpo molto pesante sulla testa lo zittì. Sun comprese che non avrebbe neppure potuto piangere liberamente… Gli uomini lo stavano privando anche della voce e della sua voglia di vivere! Era chiaro! L’uomo non voleva scocciature… ed il pianto era una scocciatura, e quindi veniva punito!

Una cosa sola poteva fare Sun… tremare… Troppo dolore e paura! Provò per darsi coraggio a ricordare l’odore di sua madre, ma troppi pensieri affollavano la sua mente per poter ricordare… Ma lui non voleva dimenticare… Aveva giurato.

 

Il tenero cucciolo con quell’uomo, entrò dentro l’INFERNO… vide un luogo tutto colorato di bianco con delle strisce verdi alle pareti. C’erano solo tantissime porte. Nelle sue piccole narici, solo un odore acuto di medicinali. Sun, era sempre stato all’aria aperta e quell’odore lo nauseò. Vomitò di nuovo, ma questa volta addosso all’uomo cattivo! Quello, con crudeltà infinita, con un gesto violento, lo allontanò imprecando, e per tutta risposta gli tirò un orecchio, tanto forte che il povero cucciolo si sentì morire e gridò forte per il dolore. Non aveva mai provato un male così intenso. Cominciò a guaire, ma comunque si bloccò subito. Infatti, si ricordava che l’uomo non voleva sentire piangere! Si! L’uomo, anzi, tutti gli uomini erano cattivi e malvagi! Il piccolino si scordò delle carezze che aveva avuto qualche ora prima… L’uomo l’aveva portato ad essere anche diffidente… Quello era il primo cambiamento che l’INFERNO portava a chi ci capitava dentro.

L’uomo, pulendosi il vomito, lo portò dentro ad una di quelle stanze. Lo liberò, facendolo cadere a terra. Lì era buio… Dopo di questo, il crudele essere umano, chiuse a chiave la porta, ancora imprecando contro il cucciolo… Lo lasciò su quel pavimento freddo, dolorante.

 

Il buio di quella stanza era totale! Non si vedeva nulla! Sun ebbe moltissima paura! “Ma… dove sono? Qui non si vede nulla!! Mamma!! Mamma mia!! Dove sei? Mi hai lasciato solo in mezzo a tutti questi pericoli!! Mi fa male l’orecchio!! Mi sento morire!! Io te lo avevo promesso che non mi sarei mai avvicinato qui… ma non sono stato io mammina… Mi ci hanno portato con la forza!! Oh mamma… Non voglio morire… Non voglio!! Voglio vivere!! Salvami… Ti prego!!” Diceva piangendo Sun. Adesso poteva farlo… poteva finalmente piangere! Era solo!

Non ottenendo nessuna risposta, decise di accucciarsi e dormire… infatti, solo questo poteva fare in quella buia stanza.

 

Quante ore erano trascorse in quell’oscurità? A questa domanda il povero cucciolotto, svegliandosi, non seppe dare una risposta. Sapeva solo che aveva paura e che gli faceva molto male l’orecchio che l’uomo crudele e sadico gli aveva lacerato. Cercò d’orientarsi ma non gli fu possibile… Troppo buio… un buio che il poveretto pensava che gli avrebbe per sempre precluso la luce! Aveva anche molta fame e sete…

All’improvviso la porta s’aprì davanti a lui, e le luci al neon del soffitto s’accesero improvvisamente abbagliandolo! Un altro uomo con quello che lo aveva rapito, entrarono in quella stanza vuota. “Ecco qui il cane che ti avevo detto… E’ ancora un cucciolo… ma è possibile che in città ci sono ancora dei Beagle? E poi… anche in stato da animali randagi? Evidentemente… qualche cagna e qualche cane del nostro laboratorio sono riusciti a scappare… Ne ho avuto notizia!! Sai… ho trovato anche, poco distante da qui, forse la madre di questo cagnetto!! Volevo prenderli tutti e due… anche perché li avevo notati… Purtroppo, la cagna era morta!! Quella bastarda, forse per salvare il suo cucciolo, oppure per paura, voleva ancora scappare!! Poco male… La cagna l’abbiamo persa, ma il suo cucciolo è qui!! Dobbiamo subito far rapporto di sicurezza!! Non possiamo permetterci il lusso di perdere altre bestie… non ti pare George?” Disse il rapitore all’altro uomo, che intanto si avvicinò al povero Sun che tremava. : “Uhm… fammi un po’ vedere… Ah!! E’ un maschio!! Bene… potrà accoppiarsi e darci altri Beagle… Certo Ken… dobbiamo aumentare la nostra sicurezza!! Ma… aspetta… Scusami… ma il cucciolo ha un orecchio quasi staccato? Come mai?” Disse George, toccando il povero orecchio di Sun che subito si mise a guaire. “Eh!! Il bastardo mi ha vomitato addosso!! Mi sono arrabbiato e…” Disse Ken, il rapitore, senza provare nessuna pietà e rimorso. “ANIMALE!!!” Urlò l’altro uomo: “I cani ci servono sani per gli esperimenti!! Sei proprio un animale!! Dovrei farti licenziare in tronco!! Tu lo sai… Qui dobbiamo, almeno in parte, far finta di rispettare i nostri cani… Gli animalisti sono sempre sull’assetto di guerra!! Potrebbero far chiudere il nostro laboratorio se solo, qualcuno di quelli s’accorgesse di quello che facciamo!! Ah!! Adesso ci toccherà, per il momento, metterlo con l’altro… Quel cagnolino a cui tu… e solo tu… hai staccato la coda ieri!! Sei solo un bruto!! Prega Dio che nessuno veda questi due cuccioli… Uno con l’orecchio distrutto, e l’altro senza coda… Questo è un istituto di ricerca rispettabile!! I cuccioli ci servono sani!! Anche a me fanno schifo e li UCCIDEREI TUTTI, ma non possiamo!! Dobbiamo far finta!!” Sun, non capì nulla delle parole dei due uomini, però sentiva e capiva che stavano discutendo sul suo futuro. Ken, il rapitore, cercò di scusarsi con George, ma quello, prese Sun in braccio e lo portò via in un’altra stanza.

 

Il povero Sun, preso da quell’uomo non sapeva cosa sarebbe accaduto. Sapeva solamente che stava lasciando quel buio… si! Ma per andare dove? Dalla fisionomia del nuovo uomo capì che non era violento come quello che l’aveva rapito (tutta apparenza) … ma non si fidava… e poi, quell’orecchio gli faceva un gran male, tanto da farlo guaire. George, aveva intenzione di medicarlo, così, accarezzandolo in modo strano, lo portò in un nuovo ambiente che aveva tutta l’aria di essere un ambulatorio medico. Sun, provava ora emozioni forti e contrastanti… Si trovava nell’INFERNO, e pure, quell’uomo sembrava un angelo… ma il povero cucciolo non conosceva il vero fine di quelle cure… Presto se ne sarebbe accorto.

“Vieni con me cane… Ti devo far guarire, prima che qualcuno veda come ti ha ridotto quel deficiente!! Il lavoro o si fa bene… o non si fa per niente… Avrebbe dovuto strozzarti… e non mutilarti…” Il cucciolo, sentendo solo il tono di quella voce, guaì come per dimostrare tutta la sua riconoscenza ed il suo dolore. Non capì.

Fu fatto sdraiare su un tavolo fatto interamente di metallo freddo, mentre George lo lasciò per un attimo. Doveva prendere ago, filo e disinfettante. Sun aveva una paura immensa ed invocò sua madre. “Mamma!! Mammina mia!! Cosa mi succederà ora? Questo umano non sembra cattivo come quell’altro… ma starò attento!! Oh!! E’ brutto l’INFERNO!! Appena potrò scapperò via!! Non mi farò rubare il mio nome!! Ora… ora ho capito!! Non voglio diventare triste come quel topolino bianco… NO…” Mentre pensava così, il povero cucciolotto provò un dolore lancinante all’orecchio già martoriato. Era George che stava mettendo i punti, anche se non era veterinario. Quella era un’operazione che doveva rimanere segreta! Ne dovette mettere molti… L’orecchio era quasi staccato di netto, e si sa… le orecchie dei Beagle sono sensibili e lunghe. Quanto pianse Sun! Stava quasi per svenire… I suoi guaiti lunghi e prolungati, echeggiarono per quei lunghi e deserti corridoi. Si udirono anche risposte lontane… Altri guaiti ed abbai disperati, ma il piccolo Sun non poteva ascoltare! Piangeva dal dolore… Perché? Perché l’uomo lo stava facendo morire… morire in un modo così atroce, tra mille dolori?

 

All’improvviso, il cucciolotto, non sentì più alcun dolore… Era svenuto. Pensò d’essere morto… ma, così non era…

Quando si svegliò, si ritrovò in un ambiente diverso da quello in cui si trovava prima di svenire… era un ambiente molto particolare… Una scatola!! Già… uno scatolone come quello dove, con Betty aveva vissuto per tutta la sua breve vita… ma… non c’era la campagna!! Era ancora all’interno dell’INFERNO! Ebbe paura, e cercò di spostarsi all’indietro, ma toccò qualcosa di morbido e caldo… Non era solo!! Chi mai poteva condividere con lui quell’esperienza così dolorosa? Dalle dimensioni sembrava un animale grande quanto lui… forse… forse era un altro cagnolino?

 

Il cucciolo, volle girarsi per guardare, ma prima voltò lo sguardo in avanti. Quello che i suoi teneri occhi videro era una stanza simile a quelle altre dove era stato. Sconfortato, si girò indietro… Vide un altro Beagle… piccolo come lui… ma stava dormendo… Lo odorò e capì che si trattava d’un maschietto. Poi, il piccolino, volle odorarlo meglio, e s’avvicinò dalla parte posteriore, ma dovette allontanarsi! Era terribile quello che vide… Si disgustò! Infatti, s’accorse che al posto della coda, quel cagnolino, aveva solo un moncone insanguinato avvolto da una garza. Il Beagle, sentendosi annusato si svegliò, e nel vedere Sun, dolorante gli disse: “Cosa ci fai qui? Come sei arrivato? Cosa hai fatto per essere rinchiuso come me in questa stanza?” Sun, lo guardò e disse: “Io mi chiamo Sun… Non ho fatto nulla!! Mi ci hanno portato qui!! Un uomo cattivo mi ha portato all’INFERNO… e tu? Tu come ti chiami?” Il povero cagnolino rispose piangendo: “Io… io, Sun, non ho un nome!! Ah!! Tu sei fortunato ad averne uno!! Ma chi te l’ha dato? E’ stato l’uomo?” Sun rispose: “No!! Non è stato l’uomo… Me lo ha dato mia mamma quando sono nato… Sai… sono nato in un giorno di sole… e così, la mia dolce mamma m’ha messo questo nome!!” “Ah!! Tu quindi sei nato fuori dall’INFERNO? Ah!! Tu hai visto il sole? Tu allora SEI IL SOLE!! Io non l’ho mai visto… non ho mai sentito il suo calore sulla pelle!! Solo da una finestrella l’ho visto!! Oh!! Come ti invidio!! Tu hai conosciuto la tua mamma… io ho solo sofferto e pianto come tanti altri qui… Ma forse… forse, non li vedrò più!! Io non so chi sono Sun!! Non ho mai avuto né una mamma, e né un amichetto con cui giocare!! Siamo ancora cuccioli… ma già morti dentro!! Qui, ieri ho perso con pianto e dolore la mia coda, come sicuramente avrai visto… Me la hanno strappata!! Ma… questo dolore non è stato l’unico!! Tutto è partito dopo la mia nascita!! NON RICORDO LA MAMMA!! NON HO MAI PRESO DA LEI IL LATTE!! Sun!! Sono solo al mondo!! Tu, almeno hai vissuto… ma io? Che futuro potrò mai avere, e quale passato ho da ricordare?” Sun, avvertì tutto il dolore di quella povera creatura e compagno di sventura, tanto da guaire anche lui. Volle, per quel cucciolo, essere come un fratello, e gli disse: “Oh!! Povero piccolino!! Sei come me… Sai… io non ti posso dare un passato… ma farò di tutto per essere per te, per quanto possibile, il futuro!! Non posso darti altro che la mia amicizia e vicinanza… Però… ti posso dare anche un’altra cosa… Ti darò l’unica cosa che non potranno mai prenderti!! Io… io ho promesso a mia mamma… Ed adesso lo farai anche tu!! TI DARO’ UN NOME!! Non fartelo prendere mai!! Io… io ora ho capito!! L’identità è la cosa più importante!! Ti chiamerò LIGHT!! Ora sei luce!! Io Sun e tu Light!! Promettimelo Light… non fartelo prendere mai il nome!! NOI ESISTIAMO!! Il nome ne è la prova!! Tu hai perso tutto… ma sei VIVO!! Sei vivo come lo sono io!! Giuralo Light!! Giuralo!!” Il cagnolino sorrise! Sorrise per la prima volta in vita sua… Nessuno gli aveva mai fatto un regalo così importante… anzi al dire il vero non ebbe dalla vita mai nulla! Ma quello che Sun gli aveva donato con amore, fu un gesto capace di farlo nascere per la seconda volta! Light, il piccolo Light, guardando l’unico amico che aveva mai avuto in tutta la sua vita, disse: “Perché? Perché tanto bene? Perché proprio a me? Ah!! Sei davvero un raggio di sole!! Si!! Fratellino… so che da ora in poi posso definirti così! Si!! LO GIURO!! Siamo davvero uguali io e te!! Rinnovo anch’io la promessa che hai fatto alla tua mamma!! Ora… ora sarà anche la mia!! Non permetterò che mi rubino, anche se siamo all’INFERNO, il mio nome!! Non so se riusciremo mai ad uscire da qui, ma… tu per me sarai il tutto!! Oh!! Quanto vorrei uscire da qui per giocare al sole con te… Lo vorrei tanto… ma, siamo qui… siamo qui insieme, e questo mi basta…” I due cuccioli si strinsero l’un l’altro e si leccarono. Erano fratelli… non per sangue ma per la vita! Quanto giocarono e gioirono d’essere vivi!! L’INFERNO, anche se crudele, non aveva potuto scalfire la loro gioia vitale.

 

Purtroppo, la loro felicità non poteva far dimenticare dov’erano! L’uomo, cattivo e malvagio, stava per entrare in quella stanza.

I due cuccioli, udirono dei passi veloci, e poi videro aprirsi davanti a loro, una porta. Era l’essere umano che aveva operato tutti e due i cuccioli, senza nemmeno usare l’anestesia. “Eccovi… eccovi come nuovi!! Pronti per essere portati insieme agli altri… Ma siccome avete avuto questa disavventura con quello lì… ho voluto essere buono!! Ho riparato al danno… Adesso, miei cagnolini, vi mostrerò dove dormirete, mangerete ed aspetterete il vostro turno per far da cavie!! AHAHAHA!!” Così, l’uomo disse, guardando Sun e Light. Rideva… rideva sguaiatamente e malignamente. L’uomo crudele, che già aveva deciso il loro destino, adesso li stava pure schernendo con odio. I due cucciolotti, anche non avendo capito le sue parole, avevano però percepito il male… Cominciarono a ringhiargli contro, e quello diede due pedate in pancia ai piccoli che cominciarono a guaire dal dolore. “Ah!! Adesso ringhiate? Sono stato io a guarirvi… Se v’avessi lasciato con Ken… a quest’ora sareste belli e morti!! Ma va a capire la riconoscenza… Dicono che voi cani siete i MIGLIORI AMICI DELL’UOMO… BALLE!! Per me siete… anzi… non siete altro che cavie da laboratorio… Mangia pane a tradimento!! Comunque… non posso far a meno di farvi vivere… Tanto, prima o poi, proverete le ‘ PENE DELL’INFERNO ‘!! AHAHAHA!! Morirete comunque, ed io butterò i vostri corpi nell’inceneritore!! Quanti ne avrò buttati tra ieri ed oggi? Forse trenta… oppure quaranta? Ma che importa!! In ogni caso, e la fine che meritate tutti quanti voi cagnacci!!” I poveri Sun e Light, nemmeno immaginavano quanto George aveva appena detto con rabbia ed odio verso di loro, e quindi, guardandosi con terrore l’un l’altro, accettarono di essere presi in braccio dall’uomo che non capiva altro che la violenza e la morte. George non sapeva che tra i due cuccioli era nata un’amicizia che li aveva resi fratelli! Per lui erano solo CAVIE.

 

Fecero un tragitto lungo prima di arrivare a destinazione. Da una porta chiusa, le narici dei cuccioli, odorarono qualcosa di nauseabondo, che fece vibrare i loro stomaci. Stavano quasi per rigettare. Era un odore di carne bruciata! “Ah… Forse non dovevamo passare da qui…” Disse George accorgendosi dello stato dei due cuccioli. “State quasi per vomitare… lo so!! Ma io non voglio far la fine di Ken… Non voglio che mi vomitiate addosso!! Avete capito cosa c’è oltre questa porta? E’ la fine del vostro viaggio… AHAHAHA!! L’inceneritore che sbocca direttamente nella ciminiera!! AHAHAHA!! Finirete anche voi in fumo… AHAHAHA!! Ma adesso andiamo… i vostri amichetti ed amichette vi stanno aspettando…” Disse l’uomo accelerando il passo.

Un’altra porta chiusa… ma questa volta da dietro l’uscio solo lamenti e guaiti. Sun capì che c’erano altri cani lì dietro, e guardò in modo interrogativo Light che gli disse: “… E’ da qui che provengo Sun…Ci sono tantissimi Beagle… tutti disperati come noi!! Nemmeno loro hanno un nome!! Non sono stati fortunati come me e te!! Da qui… non si va più via!! Molti non tornano più, oppure ritornano… ma non sono più loro!! Ferite infette… dolore… tanto dolore!!” Sun rabbrividì… Sembrava che il suo incubo stava di nuovo per concretizzarsi. Pianse e pensò a sua madre, ma questa volta non guaì… L’uomo non voleva aver scocciature.

Quell’uscio si aprì… Lo scenario che si presentò a Sun, lo portò a ripensare alla sua vita passata… Sarebbe stata quella, d’ora in poi la sua vita? Forse si… Ma lui e Light erano diversi da tutte quelle creature disperate che affollavano quel luogo… Loro avevano un nome… un nome ed una vita da vivere.

 

Quello che Sun vide all’inizio fu un pavimento bianco… mattonelle piccole e regolari… Luce a neon accecante, e qualcuna di quelle lampade non funzionava oppure era intermittente in modo irregolare, per via dello starter non funzionante oppure, quasi bruciato. L’odore poi, era terribile! Sun sentì nelle sue piccole narici un odore acuto di cibo e di medicinali, per non parlare dell’odore di quelle povere bestie che si trovavano rinchiuse in delle gabbie strette. Quelli, nel vedere i due cuccioli, guaendo da far pietà, sembravano dire: “… Andate via se potete… Siete ancora dei cuccioli!!” Insomma, una situazione paradossale e dolorosa. Nessuno, anche se Light era stato portato via da lì qualche giorno prima, sembrava riconoscerlo. Quello era un altro terribile effetto dell’INFERNO! La mancanza della memoria… Mancando il nome, manca, non solo l’identità ma anche il passato, il presente ed anche il futuro… un futuro negato dalla crudeltà!! Il futuro negato.

 

Senza neppure accorgersene, Sun con Light, furono portati fino all’angolo opposto di quella stanza tra gli sguardi vuoti degli altri Beagle. Sun avrebbe voluto chiedere molte cose a Light, ma non osava. Capiva che la sua vita si sarebbe svolta tra quelle mura e tra il pianto e la rassegnazione di quegli altri cani… Già… RASSEGNAZIONE! Era appunto questo quello che si respirava all’INFERNO! La più totale perdita di speranza e di se stessi. Ma il piccolo Sun aveva giurato sia alla mamma che a Light! Doveva RESISTERE!!

George, l’uomo che prima sembrava un angelo, adesso aveva mostrato il suo vero volto!! Era tutto l’opposto da quello che si era dimostrato! Era un carceriere! Dunque… tutti gli uomini erano così? Tutti malvagi e cattivi? Allora, tutte le carezze avute in città, erano solo bugie? Al povero Sun, venne solo in mente una risposta a quelle domande… ma, tutto sommato, ancora non voleva crederci.

I cuccioli, frastornati da tante emozioni, non s’accorsero subito che George, già aveva aperto una gabbia metallica… Lo scoprirono solo quando, il loro carceriere, senza alcun rispetto o pietà, li scaraventò dentro con violenza, chiudendo con foga un lucchetto che bloccava l’uscita. Quel lucchetto significava per i cuccioli la definitiva prigionia. “Vi ho messi insieme… Contenti? Fate proprio una bella coppia voi due…” Disse ridendo George: “… Uno… senza coda e l’altro con un orecchio scassato!! Mi viene da pensare che il ricercatore, per i prossimi esperimenti, sceglierà proprio voi due… E’ meglio farvi scomparire… Non vi pare? Non siete sani!! Potreste portarci solo dei guai… E’ vero, siete maschi, potreste diventare riproduttori… Però, vedete, questa è un’azienda seria!! Se qualcuno vi vedesse così conciati, potrebbe farci passare un brutto quarto d’ora!! Ok!! Ho deciso!! Non posso far altro…” Disse l’uomo, prendendo da una scrivania un post-it ed una penna. I cuccioli, lo guardarono senza capire, ma con degli occhi che esprimevano tutto il loro malessere e terrore. “Ecco fatto!!” Esultò George, avendo finito di scrivere qualcosa su quel post-it, che poi appiccicò sulla gabbia: “Ho scritto un appunto… Ve lo leggo… AHAHAHA!!” Rise malignamente: “Dunque… Per il ricercatore Michael… Usare questi cani per gli esperimenti di domani di prova farmacologica e per i test di allergologia… AHAHAHA!! Ci sarà da divertirsi… Non vi pare stupidi cagnacci luridi? AHAHAHA!! Naturalmente a divertirsi sarà solo lui… AHAHAHA!! Contenti di dare la vostra vita per la causa della scienza medica? AHAHAHA!! Tanto… tanto voi siete solo animali… NON PROVATE NULLA!! Non siete come le persone che, per mancanza di medicinali, soffrono oppure muoiono!! Io dico una cosa… Meglio a voi che a noi… AHAHAHA!! Qualcuno deve pur sacrificarsi per il bene comune, no? E di certo, non possiamo fare test dolorosi agli uomini… Non siamo come i NAZISTI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO… Noi, siamo persone civili!! Non vi pare cagnacci? AHAHAHA!!” Nel parlare così, George, assunse un’espressione tanto cattiva, che Sun e Light ebbero paura e si misero a ringhiare, ma l’uomo, sbattendo con rabbia, e scuotendo con disprezzo indicibile quella gabbia, disse: “Ancora? Ancora mi mancate di rispetto? Chi vi credete di essere? VOI NON SIETE NULLA!! SIETE SOLO DEI NUMERI SU UN REGISTRO… Anzi… Ecco cosa ho dimenticato di fare a te, ultimo arrivato… Ah!! Ken non me lo ha ricordato… Mah…” Dicendo così, George si allontanò, e prese da un armadietto uno strano arnese, mise la spina e lo accese. Sembrava essere una penna, ma era elettrico e faceva molto rumore… Un rumore metallico. Tutti i cani presenti, compreso il povero Light, a quel suono cominciarono a piangere disperatamente e ad agitarsi nelle loro gabbie. Sun non ne capiva il motivo, e guardava il suo amico che era terrorizzato. “Perché tremi Light? Di cosa avete tutti paura?” Chiese il cucciolotto, e Light rispose: “Abbiamo paura del dolore… Quando si sente quel rumore è meglio morire Sun!! A me l’hanno fatto due settimane fa… Ti appoggiano il fuoco nella pelle, e ti fa morire dal dolore e piangere!! Vorresti solo morire in quel momento… Vedi… ti resta un segno appena sopra la zampa!! Puzza!! E’ la pelle che brucia Sun!! Tutti i Beagle che vedi hanno quel segno… anche io… Ecco… ecco cos’è quel rumore…” E dicendo così, fece vedere a Sun la zampetta… Appena sopra di quella, dei segni incomprensibili… Era un CODICE NUMERICO! Sun, si ricordò che anche sua madre ne aveva uno simile… Lo aveva sempre visto, ma non le chiese mai di cosa si trattava.

 

Quello era il marchio dell’INFERNO! Tutti i cani che stavano vivendo quell’incubo, ne avevano uno! Non lo sapevano… però erano diventati dei numeri… numeri progressivi che non hanno né identità e né memoria e futuro. Ai cani, però, quel segno ricordava solo dolore e voglia di morire per non sentirlo più… Non sapevano altro… Tuttavia, quasi nessuno si ribellava! Non mordevano mai la mano di chi li torturava. I cani non sanno leggere…

George, senza preoccuparsi dei guaiti di quelle povere creature, con quello strumento di tortura in mano ed un registro, avanzò verso la gabbia di Sun e Light con uno strano sorrisino sul volto, dicendo: “… Impostiamo il numero sullo strumento… Ecco… Fatto!! Uh!! Sei fortunato cagnolino… Ti è stato assegnato il numero 7890/H!! AHAHAHA!! Non so se per te è proprio una fortuna… Farà parecchio male… ma chi se ne frega… Tanto, prima o poi l’avresti dovuto fare… Meglio a te che a me!! Infondo, sei solo un cagnaccio pulcioso… Dovresti essere ormai abituato al dolore!! AHAHAHA!! Voi Beagle lo sopportate bene… AHAHAHA!! Ieri… sei svenuto… già!! Prima hai gridato come un dannato… E certo!! Ti ho operato senza anestetico!! AHAHAHA!! Ma sai… quel medicinale costa parecchio, era inutile sprecarlo!! Pensa… credevo fossi morto… ma sei molto forte… Già!! L’inceneritore reclamava la tua presenza… ma ancora è presto!! AHAHAHA!! Comunque, in barba agli animalisti del piffero, adesso, devo marchiarti a fuoco, proprio come si fa ad una forma di formaggio… AHAHAHA!! Molti cuccioli sono morti durante questa procedura… Dimmi cagnaccio? Tu morirai? AHAHAHA!!” Il povero Sun, che naturalmente, non aveva capito, nel vedere l’uomo crudele guardare proprio lui, si sentì mancare. Comprese, infatti, che quel trattamento doloroso era riservato a lui. Guaì a più non posso. Vide la punta di quel marchingegno che era arroventata! Chiamò sua madre piangendo. Light al sentire quello strazio, volle difendere l’amico ringhiando, cosa che fece indispettire ancora di più George, che gridò: “Vuoi anche tu aver, come tuo padre prima di te, un aggiornamento di codice? Smetti subito di ringhiarmi contro… tanto, TU NON SEI NULLA, ED IO IL TUTTO!!” Dicendo così, l’uomo, spinse nella gabbia lo strumento, colpendo al petto Light che cominciò a guaire ed a contorcersi per il gran dolore. “Light!! Fratellino mio!! Maledetto essere umano… Cosa gli hai fatto?” Disse Sun, mostrando all’uso dei lupi i suoi denti a George. Era arrabbiato ed infuriato! La rabbia che provava, gli aveva momentaneamente anche fatto dimenticare la paura, ma l’uomo, nel vedere questo, fu preso da una rabbia incontenibile, e senza alcuna pietà, aprì la gabbia e prese Sun dal collo dicendo: “IO… IO SONO IL TUTTO!! TU NON SEI NULLA!! NON OSARE MAI PIU’ MOSTRARMI I DENTI!! IO, PER TE, QUI SONO DIO!!! Tu sei solo CARNE DA MACELLO!! Ah… ho per te in riserbo, un trattamento speciale!! Tanto chi se ne frega!! Morirai… NON ARRIVERAI ALL’ETA’ ADULTA!! Se non muori così… morirai per gli esperimenti che ti faranno!! NON SEI NULLA!!” Sun, capì che l’uomo crudele era in collera… ma anche lui lo era! Perciò, girando la testa, morse la mano di George con tutta la forza che aveva in corpo.

 

L’uomo, vide sgorgare il sangue dalla sua mano! Provò dolore… ma non si placò! Non voleva che una creatura di una RAZZA INFERIORE lo umiliasse ancor di più, così, sollevò Sun dicendo: “Questa me la paghi… Volevo colpirti in pancia con questo strumento… ma ora mi hai fatto cambiare idea!! TE LO FARO’ RICORDARE PER SEMPRE IL TUO ODIO!!” Così, con molta rapidità, George colpì Sun con lo strumento arroventato ai testicoli che si bruciarono. Sun cominciò a gridare come non aveva mai fatto! Il dolore provato, lo fece quasi morire… Era un dolore terribile! Vomitò e gridò ancor di più… I suoi lamenti arrivarono fino in cielo.

L’uomo, non solo lo stava facendo morire, ma lo aveva anche privato, se fosse riuscito a sopravvivere, del diritto naturale, una volta adulto, di essere padre.

 

Quelle grida disperate, fecero arrivare in quel luogo altri due uomini, che, vedendo quello che era successo, presero George e lo trascinarono via in malo modo dal cucciolo dicendo: “Cosa hai fatto? Perché tanta crudeltà contro uno dei nostri animali? E’ solo un cucciolo!! Adesso non potrà più riprodursi!! Che cattiveria… E’ vero!! Qui di persone come te ce ne sono tante… Ma mai… mai sono arrivate al tuo livello George!!” L’uomo rispose: “Se lo meritava!! Mi ha morso ad una mano!!” “Questa non è una giustificazione per quello che hai fatto a questo povero cucciolo indifeso!! Guarda… guarda cosa gli hai fatto!! E’ orribile!! Forse… forse morirà e sarà tutta colpa tua!! Ti rendi conto che ci stanno già braccando? Se gli animalisti verrebbero a sapere quello che, qualcuno fa in questo centro, potrebbero farci chiudere!! Crudeltà si… ma limitata agli esperimenti!! La tua era solo rabbia gratuita… Oh che puzza!! Puzza di carne bruciata… dà il voltastomaco!! Povero cucciolo!! Poverino…” Quegli uomini, stavano, a loro modo, facendo giustizia per il povero Sun, che ora gemeva in braccio ad un altro uomo. Non riusciva più a muoversi. “Ok… Adesso uscite da qui… Devo operare d’urgenza il cucciolo all’apparato riproduttivo!! Uscite!!” Disse l’uomo che teneva in braccio il povero cucciolotto, che aprendo lentamente gli occhi, lo vide, ma poi svenne. Quell’uomo era un veterinario. Era stato da poco assunto in quell’azienda.

George, fu allontanato dall’altro uomo da quella stanza, e per lui si prospettò anche il licenziamento, ma prima d’andarsene, guardò malignamente Light, che, dalla sua gabbia, vedendo la scena e pensando che Sun fosse morto piangeva anche lui, dicendo: “Perché… perché tanto dolore solo per salvare me? Perché fratellino Sun? Ah!! La vita mi ha tolto anche l’ultima speranza!! Quest’INFERNO, sta mietendo molte vittime… Ma tu… tu non dovevi finire così… Non meritavi questo!! Fratellino!! Non morire… Non devi…” Così, guaiva il povero Light.

 

Sun fu sottoposto dal veterinario, ad un’operazione molto delicata sotto anestesia che durò molte ore! I suoi segni vitali erano al minimo… Ma, l’uomo, prima d’operarlo, prese tra le mani un telefono cellulare e scattò molte fotografie al martoriato corpicino di Sun, poi, accorgendosi anche di Light, lo prese, e fece anche a lui delle foto. Fotografò la sua coda mancante.

 

Durante l’operazione, Sun sognò… Sognò di trovarsi ancora in libertà! Percorse tutta la strada a ritroso per giungere fino a quello scatolone che gli aveva fatto da casa. Stranamente, non vide in lontananza l’INFERNO, ma al suo posto un prato tutto verde con dei Beagle che giocavano. Come un lampo, arrivò fino a casa sua, e rivide Betty. Con le lacrime agli occhi, corse fino ad arrivare da lei, che quando lo vide lo andò subito a leccare. “Mamma… Sai… sono stato nell’INFERNO!! Ho pianto tanto!! Ti ho delusa!! Io… ti avevo giurato, ed invece io… Però, non è stata colpa mia!! Io non volevo!! Mi ha rapito un uomo in camice bianco… mi hanno fatto molto male!! Ho ancora paura!!” Betty, dolcemente lo leccò sotto la pancia come sempre, e gli disse: “So tutto piccolo mio!! Mio piccolo raggio di sole!! Sei stato molto coraggioso… No!! Tu non mi hai delusa… Sono stata io a lasciarti molto presto, proprio come tuo papà… Ma adesso, mi devi fare un’altra promessa… Devi promettermi che riuscirai a fuggire dall’INFERNO!! Dovrai prenderti cura di Light… ora è tuo fratello!! Conosco il dolore che hai provato, e ti prometto la felicità… si, ma non subito… Ricordalo Sun… Adesso, tu credi che gli uomini siano tutti malvagi e cattivi… in realtà non è così… Noi Beagle vogliamo sempre bene… Dimentichiamo!! Dimentichiamo il dolore… Adesso attaccati a me… bevi ancora il mio latte!! Devi crescere e capire… Sai… quello che vedi ora non è la realtà!! Io non ci sono più, ma…” Qui Sun si mise a piangere disperatamente, ma la mamma leccandolo continuò: “Non piangere… E’ difficile dirsi addio!!” E si sdraiò su un fianco per farlo attaccare alle mammelle: “Non piangere più piccolo!! La vita riserva sempre sorprese… Io sarò con te per sempre anche se i tuoi occhi non mi vedranno!! Cerca di sfuggire al destino ed all’INFERNO che riduce al NULLA!! Libera anche Light dalle sofferenze!! E’ tuo fratello!! Me lo hai giurato e promesso… NON FARTI RUBARE IL NOME E LA DIGNITA’ CHE TUTTE LE CREATURE DEL MONDO HANNO!! Tu sei il sole, mentre tuo fratello è la luce!!” Sun, teneramente si attaccò piangendo a sua madre e succhiò il latte ma piangendo. Si era reso conto che tutto quello era un sogno, e perciò provò una grande tristezza. Sua madre non era lì, e non ci sarebbe più stata! Il cucciolo, solo allora, si rese conto di non essere il solo attaccato a prendere il latte. Vide, vicino a lui un altro cucciolotto. Si rese conto che si trattava di Light. Erano ora davvero fratelli! Solo allora, Sun vide una luce immensa e subito dopo il buio.

 

L’operazione era ormai terminata. Il Veterinario fece del suo meglio per salvargli la vita, ma non riuscì a far nulla per i testicoli, che erano ormai andati persi. Il cucciolotto era ancora sotto anestesia.

Dopo circa mezz’ora, riprese i sensi. Si trovò disteso su un tavolo metallico, ma questa volta non provò nessun dolore. Alzò il capo e vide l’uomo che gli aveva salvato la vita. All’inizio provò paura vedendo quella creatura, ma poi, si ricordò che non era stato lui a fargli del male… ma ancora era diffidente. E’ difficile fidarsi quando si ha già molto sofferto… Però, Sun, ricordò in quel momento il sogno appena fatto. Udì ancora le parole della madre. Teneramente, il cucciolotto scodinzolò. L’uomo, non gli fece alcun male! Lo accarezzò dolcemente sulla testa, e poi disse: “Tutto questo deve finire!! Farò di tutto che quest’odio e questa violenza svanisca nel nulla!! Forse… ancora è presto… Ma lo giuro!! Farò qualcosa!!” Anche l’uomo fece un giuramento, ma questo Sun non poteva saperlo, ma sentendo quelle parole che non sapevano di rabbia, volle premiare per la carezza il veterinario. Gli leccò le mani, sotto lo sguardo degli altri Beagle e di Light. L’uomo pianse.

 

Il veterinario, prima fece mangiare e bere Sun, visto che era da parecchio che non toccava cibo. Aveva paura che lo rigettasse… Ma questo non accadde. Sun, avendo molta fame mangiò tutto, e guardava con riconoscenza l’uomo, ma, ancora non poteva muoversi liberamente, così, il veterinario decise che doveva rimanere a riposo, altrimenti le sue ferite potevano riaprirsi.

Fece mangiare anche gli altri cani, che, affamati mangiarono tutto e subito. Anche Light mangiò. Il gesto di quell’uomo di dare cibo, rinfrancò lo spirito dei Beagle… che avevano solo e comunque, visto sempre il male. Si sa… il modo più diretto di comunicare con gli animali è proprio il cibo.

Il veterinario, dopo che Sun si fu sfamato, decise di portarlo in un’altra stanza per farlo riposare. Ma Sun, a vedersi portare via guaì. Anche Light, vedendo la scena si mise a guaire. I due piccoli si sentirono morire all’idea di non stare più insieme. L’uomo intuì, anche se non poteva farlo del tutto, il legame che univa i due cuccioli, così, con Sun in braccio, si avvicinò alla gabbia di Light dicendo: “So che ora non potete capire… Ma non vi separerò per sempre piccoli!! Vi rivedrete molto presto… Ma per ora, vi devo separare … poi, andrò per la mia strada!! Io… io non sono come loro!! Spero tanto di vedervi correre felici su un prato!! Queste strutture non dovrebbero esistere… ma gli uomini sono malvagi ed avidi di denaro!! Non pensano che voi vivete, e come noi, soffrite!! Ora… purtroppo non resta che attendere!! Per ora, solo l’ATTESA!!” Dicendo così, il veterinario s’avviò verso la porta e la aprì, portando via da quella stanza Sun… Quella stanza che era stata il teatro della crudeltà umana.

 

Sun, fu trasportato con delicatezza nello studio del veterinario, che con gentilezza ed amore gli aveva salvato la vita, facendogli anche riassaporare il rispetto, ma, quel posto in cui lavorava quell’angelo era, e sarebbe rimasto l’INFERNO!

Il cucciolo non poteva certo sapere che quell’uomo, così buono, non avrebbe potuto essere sempre presente. L’unica cosa che davvero gli pesava in quel momento era la mancanza di Light. Comunque, non aveva alternative! Se l’uomo aveva deciso così, allora doveva rimanere buono ad aspettare gli eventi. Si sa… l’uomo decide sempre tutto!

Il veterinario, in realtà, era un’ animalista, ma nessuno dei dipendenti dell’INFERNO lo sapeva, a parte un’altra persona… Era stato assunto perché il precedente veterinario, anch’esso complice di quelle atrocità, era andato via per motivi di salute. Christopher, quello era il nome del veterinario, appena arrivato in quella maledetta fabbrica di morte, vi trovò una situazione intollerabile… Animali mutilati e maltrattati… animali intossicati da sostanze pericolose… naturalmente… tutti Beagle e topolini bianchi.

Christopher, non riusciva a sopportare tutto quello strazio, e si batteva in gran segreto per cambiare quello stato di cose… La vicenda di Sun, non era stata che la goccia che aveva fatto traboccare il vaso… Purtroppo, l’uomo, non poteva battersi alla luce del sole! Non poteva! Aveva famiglia, e quindi aveva bisogno di lavorare.

 

Sun, fu adagiato in una cuccia comoda, senza gabbia né sbarre! Era da parecchio tempo che il cagnolino non provava una sensazione così piacevole! Anche se ancora dolorante, apprezzò molto quella sistemazione. Christopher, gli fece avere ancora del cibo e dell’acqua. Stette parecchio tempo con lui, facendogli anche molte carezze. Il piccolo era spiazzato! L’altro uomo lo aveva quasi ucciso, mentre questo gli dimostrava rispetto, anche se lo aveva separato da Light. Pensò che gli uomini sono strani… Non li capiva! Comunque, Betty, sua madre, gli aveva detto che quegli esseri che avevano costruito l’INFERNO, non erano tutti cattivi.

L’uomo, dopo un po’ gli disse: “… Piccolo… io devo lasciarti per un po’!! Qui sarai al sicuro… sai… Io devo mandare le foto che vi ho scattato a degli amici!! La vostra storia sarà presto conosciuta in tutto il mondo!! Non posso permettere che tu, ed altri animali, siate ancora maltrattati così crudelmente!! Devi resistere ancora per un po’… Ti giuro che sarete liberi…” Così dicendo, Christopher si alzò dalla sedia sul quale era seduto, ed andò via, ma non spense la luce.

Sun si mise a guaire, questa volta, non per dolore ma per richiamare quell’uomo che lo aveva trattato bene! Semplicemente si sentiva solo ed abbandonato.

 

Il cagnolino rimase da solo in quello studio! Non era più in gabbia, e quindi, decise di esplorare il posto. Aveva intenzione di uscire per andare da Light.

Si accorse che una finestra era aperta! Era la libertà tanto sperata! Si avvicinò ad un tavolo che era posto proprio sotto quella finestra, e faticosamente vi salì. I suoi piccoli occhi si riempirono di sole! Le sue narici odorarono il profumo dell’erba! Era estasiato e stava quasi per saltar fuori, quando il suo pensiero tornò a Light. “Non posso andare via!! Devo salvare il mio fratellino!! L’ho promesso!!” Sun… il piccolo Sun, aveva la libertà a portata di zampa, tuttavia, l’amicizia lo fece rimanere in quel dannato posto! Saltò via da quel tavolo, ed andò verso la porta. Cercò di aprirla saltando sulla maniglia! Dopo molti tentativi, riuscì ad aprire… Eccoli… i corridoi pieni di dolore e di puzza! Da quale parte doveva andare? Questo non lo sapeva… quelle porte erano tutte uguali… stesso colore… stessa puzza di medicinali! Non si orientava più siccome era stato portato in braccio dal veterinario fino allo studio. Decise allora d’affidarsi alla sua voce! Era pericoloso, ma era l’unica cosa che poteva fare! Cominciò a chiamare Light guaendo dolcemente. Sun, sapeva che il suo amico si trovava ancora in quella stanza… la stanza che lo aveva visto piangere e perdere quasi l’unico bene… forse il più prezioso… la vita! Ma, il coraggioso Beagle, non se ne preoccupò, e continuò nella sua ricerca.

Da dietro una porta chiusa, Sun, fiutò un odore molto particolare… Era un odore che sembrava essere famigliare… ma non riuscì a decifrarlo meglio… Fu scosso, comunque, da un guaito d’un cane adulto che piangeva. Sentì pure dire: “… Mi hanno tolto tutto!! Dove sarà la mia compagna? Era incinta!! Oh… che destino crudele è toccato, sia a me che a lei… Quanto tempo sarà passato da quel giorno… giorno in cui, l’uomo crudele e malvagio mi ha portato qui? Tanto… sono vecchio e malato!! Mi duole tutto il corpo!! L’INFERNO mi ha tolto anche la luce dei miei occhi!! Non ci vedo più!! Oh vita!! Vita… ti cerco ma non riesco a trovarti… Rimane… rimane solo il dolore ed i ricordi... ricordi di una vita che non tornerà mai più!!” Sun, rimase immobile! Era profondamente turbato da quelle parole, di quel povero cane, e stava per aprire quella porta, ma… a pochi metri di distanza, un altro guaito lo fece scattare! Era il guaito di Light.

 

“Light… Fratellino mio!! Sto venendo da te!!” Disse Sun, cercando disperatamente di capire da dove proveniva quel guaito… Alla fine, capì che proveniva da una di quelle porte che si trovavano dietro di lui. “Light!! Fratellino!! Ti ho trovato!! Non piangere più…” Ma non fece in tempo di saltare su quella maniglia, perché, l’uomo che lo aveva rapito in quel parco, attraversò quel corridoio. Il cagnolino, fu preso dal terrore, e si nascose a fianco ad un cestino dell’immondizia. L’uomo, entrò proprio nella stanza dove Light attendeva Sun.

Il cagnolino, nel vedere questo, uscì dal suo nascondiglio, ed andò vicino alla porta, facendo capolino dal telaio della stessa con il capo. Vide Light essere prelevato dalla sua gabbia tra lamenti e pianti. Sun, avrebbe voluto andare a salvarlo, ma non osò. Si nascose di nuovo ed attese. Vide l’uomo in camice bianco, uscire da quella stanza, tenendo per le zampe anteriori Light, facendogli molto male. Solo per un istante gli sguardi dei due cuccioli si incrociarono! Nessuno dei due, comunque, osò abbaiare… si sa… L’uomo non voleva scocciature… ed il abbaiare era appunto una scocciatura! Nemmeno Sun voleva essere scoperto, ma stava quasi per ringhiare contro quell’uomo, ma non lo fece! I Beagle, sono cani dolci… il ringhiare non apparteneva a quella razza, se non in casi eccezionali!

Dove stavano portando Light? L’avrebbe rivisto? Sun, giurò a se stesso d’andare di nuovo a cercarlo… ma, un altro guaito, che già aveva sentito, lo fece uscire dal suo nascondiglio, dopo che l’uomo aveva girato l’angolo. Era di nuovo quel cane adulto…

 

Di chi mai poteva essere quel pianto disperato? Sun se lo domandò, ma senza trovare una risposta. Tuttavia, sentiva dentro di lui l’impulso di avvicinarsi alla fonte di quel guaito… Qualcosa, gli diceva che parte di lui si trovava dietro quella porta di ferro! Era una cosa inconscia… un qualcosa che proveniva dal passato…

Il cagnolino, si avvicinò alla porta, ma non osava aprirla. Cosa avrebbe trovato all’interno di quella stanza? E poi, perché quell’INFERNO lo aveva condotto proprio lì? Quante domande si fece Sun… ma quel pianto insistente continuava e non gli dava tregua! Decise d’affrontare di nuovo l’ignoto, come quando aveva, per la prima volta, intravisto quella strada verso la città! Qualcuno aveva bisogno di lui! Non poteva tirarsi indietro… doveva farlo!

Saltò verso la maniglia per molte volte, come aveva fatto nello studio del veterinario, ma la ferita gli fece male! Il piccolino guaì ma non s’arrese! Senza badare al pericolo che stava correndo, stringendo i denti per il gran dolore, s’aggrappò a quella maniglia… e dopo moltissime prove, la porta con uno scatto metallico s’aprì, e Sun saltò giù.

 

Quella che si presentò davanti ai suoi occhi, era una stanza molto piccola… senza finestre. Se Sun avesse saputo leggere, su quella porta, avrebbe certo letto queste parole: ‘ ISOLAMENTO PRE SOPPRESSIONE ‘ , ma si sa… i cani non sanno leggere!

C’erano solo gabbie vuote… ma in una di queste, adagiata sul pavimento, vide un cane Beagle adulto che guaiva proprio come un cucciolo! Il suo pelo non era lucido… Era sporco di feci e di urina! Non aveva in quella gabbia, né da mangiare e né da bere! Sun si accorse con terrore, che gli mancava anche una zampa posteriore… Gli era rimasto solo un moncone! In pratica, una zampa a metà! Il piccolino, capì che si trattava d’un maschio, e nello scorgerlo meglio, si accorse che il poveretto era anche cieco! Al cucciolo gli si strinse lo stomaco… ma cominciò a piangere.

Il cane adulto, s’accorse della presenza del cucciolotto, e con dolcezza disse: “Tu… tu sei un cucciolo!! Cosa ci fai qui all’INFERNO? Cosa ci fai qui in questo luogo di morte? Io… io sono condannato!! Mi uccideranno domani… ma forse per me è meglio così… Mi hanno tolto tutto!! Anche la dignità ed il NOME!! Non ho mai conosciuto i miei piccoli… adesso, da quel che le mie povere e vecchie orecchie hanno sentito dalla tua giovane voce, dovrebbero avere la tua stessa età!! Ma avvicinati… avvicinati a me… Quanti mesi hai? Non c’è nessun umano con te? Come hai fatto ad arrivare qui tutto solo?” Sun, aveva il cuore che gli batteva forte… aveva intuito qualcosa, ma non osava chiedere nulla. Si avvicinò a quella creatura sofferente… Si avvicinò a quella gabbia di dolore, accorgendosi che era aperta. Forse, si erano dimenticati di chiuderla… oppure, pensarono, visto le condizioni di quella povera bestia, che non ce ne fosse bisogno… Semplicemente non serviva chiudere quella gabbia!

Il cucciolotto, ora, era proprio vicino a quel Beagle distrutto. Piangendo disse: “Eccomi!! Sono proprio qui!! Ti ho sentito piangere… Avrei voluto salvare un mio amico… ma… un uomo… l’uomo che m’ha rapito in città, l’ha portato via!!” Il vecchio Beagle, a sentire questo guaì disperatamente, e Sun continuò: “… Eccomi!! Voglio liberare dalla schiavitù dell’INFERNO anche te…ora… Io… io mi chiamo Sun!! Nessuno… nessuno potrà togliermi il nome che la mia mamma m’ha dato!! L’ho promesso… Ho pochi mesi… quasi un anno…” Il vecchio Beagle, si avvicinò a lui dicendo: “… Anche tu… anche tu hai sofferto!! Lo sento!! Povero piccolo!! Sei un Beagle anche tu… Qui ci siamo solo noi… noi della nostra razza!! Sei piccolo… Non dovevano portarti qui… non dovevano farlo!! Ah!! Troppa crudeltà e dolore… Troppo… insopportabile!! Ma… ma tu hai un nome… Sai… anche io lo avevo… Joe… Così mi chiamavo prima che mi portassero in questo INFERNO!! Oh!! Rimpiango il sole!! Rimpiango la mia compagna!! Invoco il suo nome spesso!! Invoco la tenerezza e la gioia!! Rimpiango anche la mia amata campagna dove ho vissuto con lei… Ora… ora solo il buio!! I miei occhi non vedono più…” Il cucciolo, guaendo in modo tenero disse: “Adesso… adesso sarò io il tuo sole… PAPA’… PAPA’ MIO!!!” Sun, disse queste parole, anche non sapendo nulla di quel cane, ma dentro di lui c’era la certezza. Il vecchio Beagle, si avvicinò al corpo del cucciolo e lo odorò. Si sollevò solo un guaito di dolore e di gioia. “Piccolo… piccolo mio!! Se sei tu… cosa che solo il tuo odore m’ha detto, ti prego… dimmi il nome di chi t’ha dato vita!! Dimmelo!! Ti prego…” Sun, anche lui odorando il vecchio Beagle disse solo: “… Betty… Mamma si chiamava Betty…”

 

Light, intanto, era stato portato da quell’uomo in un orrendo laboratorio. Non era la prima volta che il cagnolino veniva portato lì, ma ogni volta era pianto e voglia di fuggire.

L’uomo crudele, già lo aveva sbattuto su un tavolo di metallo, incurante dei lamenti del poveretto. Con rabbia, gli strinse intorno alle zampette delle fasce di cuoio molto duro per non permettergli di muoversi! Light già aveva provato quella sensazione terribile, e tremava! Sapeva, infatti, che tra poco sarebbero iniziate le torture! Chiamava il suo amico Sun… suo unico amico, ma quello non arrivò!

Con un sorriso ironico, l’uomo gli disse: “Cane… vedrai oggi… vedrai cosa ti capiterà… AHAHAHA!! Sta arrivando il ricercatore… Deve testare un nuovo farmaco! Non farai lo schizzinoso, non è vero? AHAHAHA!!” Light non reagì anche se moriva dalla voglia di mordere l’essere umano che lo aveva imprigionato, e che dal tono della sua voce, sembrava anche volerlo prendere in giro… Non reagì perché l’uomo andava rispettato e temuto! L’uomo nell’INFERNO poteva tutto… Era Dio! Un Dio, non di misericordia ma di terrore e potere. Questo, il povero Light lo aveva imparato a sue spese… e la coda mozzata di netto, ne era la prova suprema! Si accontentava, perciò, di tremare.

All’improvviso, entrò un altro uomo in camice bianco… il ricercatore! Colui che doveva compiere l’esperimento su di lui! Senza dire nulla, si avvicinò a Light e constatò che le cinghie erano lente. A tal riguardo, rimproverò l’altro uomo ad alta voce, e dopo, iniziò lui stesso a stringerle. Light, provò un dolore lancinante alle zampette… Quegli arnesi gli stavano quasi spezzando le ossa, e anche se sapeva di non dover, per nessuna ragione guaire, lo fece in modo acuto… Il dolore era troppo forte! L’uomo non gradì, e Light, come se non bastasse, fu picchiato ai fianchi dai pugni terribili del ricercatore, che scocciato gridava: “… Ancora non abbiamo iniziato, e questo stupido cucciolo già si è messo ad urlare? Senti come grida… Ah!! Non ci sono più i cani resistenti di una volta… Ma vedrai… ecco… ecco quello che ti meriti… Noi, siamo avvezzi ad usare sempre questi metodi sui cani che non vogliono rispettare la quiete di questo laboratorio di ricerca…” Ed urlando in questo modo, volle ulteriormente punire Light che già piangeva disperato. Gli mise una mano sotto la pancia, ed arrivò fino ai piccoli testicoli del cagnolino! Gli strinse con una mano in modo molto forte, fino a farli scontrare l’uno contro l’altro… Light urlò in modo da spaccare l’anima! Era un dolore che non aveva mai provato prima, e che non si sarebbe mai più dimenticato. Sembrava che in quell’INFERNO, i genitali degli animali erano presi di mira! Infatti, solo alcuni di quei cani Beagle, sarebbero diventati dei riproduttori, agli altri, semplicemente, i genitali servivano solo a fare i bisogni fisiologici, in apposite lettiere… Se qualche cane non lo faceva… botte sul capo e sul groppone. In pratica, gli animali rinchiusi nell’INFERNO avevano il diritto negato di diventare grandi e genitori. Una tortura che andava contro la natura stessa.

Light, ancora urlava… cercava di liberarsi, ma poi, non potendone più, si mise ad urinare sul tavolo… urinò sangue! Il ricercatore, nel vedere questo disse: “Uh… Che schifo!! Forse ho stretto troppo… oppure i reni di questo cagnaccio maledetto sono andati… Già, non ha più la coda!! I reni, sono molto importanti per gli esperimenti!! Ma va bene… tanto, non è buono a nulla!! Andrà presto a finire nell’inceneritore insieme ad altri inutili cagnacci come lui!!” Light era stordito e stava male. Cercò, per l’ennesima volta di non piangere per compiacere l’uomo che gli provocava dolore… Avrebbe voluto, proprio come  aveva fatto Sun, mostrare tutti i denti all’uomo come se fosse stato un lupo, ma la RASSEGNAZIONE, altro effetto terribile dell’INFERNO, gli impose la sottomissione più assoluta a quella ignobile creatura che portava alle altre creature della luce, solo disperazione e dolore.

“Vedo che ora non ti agiti più… Bravo cagnaccio della malora!! Aspettami… aspettami qui fermo…” Gli disse il ricercatore con tono beffardo, tirandogli con forza un orecchio, dicendo all’altro uomo di tenerlo fermo.

Il ricercatore, andò verso un armadietto grigio… Si udì solo il rumore d’un lucchetto, e poi, come di bottigliette di vetro… Light si sentì gelare il sangue nelle vene! Quel rumore, infatti, per lui significava solo dolore… Ne aveva una tremenda paura. Quell’armadio, conteneva le boccettine del farmaco sperimentale e le siringhe per poterlo iniettare. Questo Light di certo non poteva saperlo… conosceva solo il dolore dell’ago nella pelle! Un dolore che già aveva provato! Un dolore, che poi diventava insopportabile quando il farmaco entrava nel corpo! Il piccolo, sapeva anche che dopo sarebbe stato molto male, e per questo motivo, su quel nudo tavolo pieno di urina, stava quasi per svenire dalla paura.

L’uomo, prese una di quelle boccette, e poi preparò una siringa, togliendo il tappo dall’ago, che poi infilò nel tappo di gomma di una di quelle fiale, ed aspirò il contenuto. Light, a quella vista, cominciò a guaire ed a cercare di scappare, ma sia le cinghie, che l’altro uomo, gli impedivano qualsiasi movimento. “Fermo!! Sta fermo!!” Gridava, intanto l’uomo che lo teneva, e per farglielo capire bene, gli sferrò un colpo molto forte al ventre. Light smise di combattere… iniziò solo a guaire chiamando Sun disperatamente.

Il ricercatore, si avvicinò, e toccò una zampa del cucciolo, per capire dove doveva inserire l’ago. A quel tocco, Light aspettava da un momento all’altro il DOLORE DELL’INFERNO! Un dolore così forte da morire.

L’ago non si fece attendere… Penetrò nella carne, ma il ricercatore non s’accontentò… spinse ancor di più, in modo sadico, quella siringa, facendo toccare l’ago con l’osso, e poi spinse lo stantuffo per iniettare il farmaco. Light emise un guaito di estremo dolore! Un guaito che lacerava il cuore e lo spirito! Lo stavano facendo morire, e lui lo sapeva! Ma poi… pian piano, il guaito andò affievolendosi, diventando un cupo rantolo! Light, così, svenne su quel tavolo, e nel cadere, quasi non si fratturò del tutto le zampe… furono gli uomini a togliere le fasce, lasciandolo adagiato sul tavolo sporco.

 

Sun, si trovava ancora con il Beagle adulto. Adesso Joe piangeva… Aveva ritrovato suo figlio, ma aveva appreso della morte della sua amata compagna. Guaì da spezzare il cuore, e Sun, capendo il suo stato d’animo, gli disse teneramente: “Papà… non piangere… Sai cosa mi ha detto la mamma prima di lasciarmi? Mi ha detto che lei è sempre vicino a me… e, sono certo che adesso è qui… anche con te!! Mi manca tutto di lei… il suo latte ed il suo bene!! Ma adesso ho te… Ho te e Light!! Non sono più da solo… ed adesso non lo sei nemmeno tu!! Adesso vieni!! Vieni con me!! Devo cercare Light, che se anche non è il mio vero fratello, è come se lo fosse!! Gli ho dato il nome!! Una cosa importante… una cosa che non si può perdere!! Sai papà… ti nutriremo noi… Papà mio!! Usciremo da questo maledetto posto!! Già, ho trovato una via di fuga… una finestra aperta… una finestra sul sole!! So che non potrai vederlo, ma i miei occhi saranno i tuoi… Ti descriverò tutto!! Ti descriverò il mondo…” Il vecchio Beagle, pianse e lo leccò, ma poi, sconsolato gli disse: “Figlio mio!! Non c’è più speranza per me!! Per me no, ma per te SI!! Lasciami qui!! Lasciami morire!! L’uomo mi ha tolto tutto, ma questo non deve accadere anche a te!! Scappa tu!! Tu sei proprio come Betty che ho tanto amato… che ho amato fino alla fine… Ah!! Uomo!! Creatura dimenticata da Dio!! Perché tanto strazio? Perché sei tanto crudele? No Sun!! Tu non devi morire!! Non devi morire come me!! VA VIA!!” “No papà mio… Non succederà come per la mamma!! Io starò insieme a te e ti libererò!! NON MORIRAI PAPA’!! Non ora!! Non morirai a causa dell’INFERNO!! Te lo giuro…” Disse Sun risoluto senza piangere. Aveva fatto un altro giuramento… Così, risoluto, aprì quella gabbia arrugginita con la bocca.

 

Così, padre e figlio, riacquistarono, anche rimanendo dentro a quell’edificio maledetto, una parvenza di libertà! Sun, aiutava come meglio poteva il genitore che ancora non credeva d’aver ritrovato suo figlio… il figlio che non aveva mai conosciuto. Comunque, Joe, non voleva essergli di peso, e gli chiedeva spesso di non preoccuparsi di lui, ma Sun rispondeva sorridendo: “… Ora che ti ho ritrovato, caro papà mio… non ti lascerò mai più!! Troveremo Light, ed insieme correremo via per andare verso la libertà!! Non temere…” Ma il vecchio Beagle guaendo diceva: “Salvati almeno tu!! Io sono vecchio… vecchio, cieco e senza una zampa!! Per me l’INFERNO decreterà la fine!! Ma tu sei giovane e forte!! Per l’amor di Dio… Lasciami morire!!” Ma il cucciolo, gli faceva coraggio, e quando furono fuori da quella stanza di morte, disse: “Attaccati alla mia coda papà… Anche se sono piccolino, ho giurato!! Sarò io e tuoi occhi e la tua zampa!! Ecco!! Siamo fuori!!” Il vecchio Beagle, si attaccò per disperazione a quella piccola coda… Era bellissimo vedere, come un figlio possa prendersi cura di un genitore vecchio e malato! Era la vera forza della natura… una forza che né l’uomo crudele e né l’INFERNO, avrebbero mai potuto cancellare e far scemare!

 

Nel laboratorio, Light, era ancora svenuto! I due uomini decisero di portarlo in un altro luogo chiamato QUARANTENA POST ESPERIMENTI! Quella stanza isolata da tutte le altre, serviva per vedere le reazioni ai farmaci appena iniettati agli animali che vi erano rinchiusi.

Senza alcun rispetto per la vita, il ricercatore, prendendo il cucciolo dalla sacca di pelle del collo, lo spinse dentro ad una gabbia e poi cercò di chiuderla, ma non si rese conto che una delle zampette del piccolo Beagle era rimasta fuori dalla porta metallica, e così, nel chiuderla, la schiacciò con violenza, provocando moltissimo dolore e pianto al piccolino, che proprio per quel tremendo trauma, si era svegliato. Guaì e si contorse! “Ma cosa diavolo avrà da piangere? Secondo me, non sa fare altro questo stupido cane!!” Disse il ricercatore udendo quel pianto, e l’altro uomo, ridendo, gli fece notare la zampetta che impediva la chiusura della gabbia. Il ricercatore rise anche lui, e disse con disprezzo: “Ah!! Ecco perché questa dannata non voleva chiudersi!! AHAHAHA!! Ma… adesso ci penserò io a chiuderla per benino!!” E nel dire così, spinse la porta della gabbia con ancora più violenza, senza togliere la zampetta già martoriata! Light guaì in un modo talmente forte, che le sue grida raggiunsero Sun e Joe che ora si trovavano proprio lì vicino.

“E’ Light!! Sta piangendo!! Oh!! Cosa gli avranno fatto? Dobbiamo subito andar da lui papà!!” Disse Sun girandosi verso il vecchio Beagle, che piangendo gli disse: “… Quelle… quelle sono urla di dolore, piccolo mio!! Ah!! Quante volte le avrò sentite… dopo… dopo solo il SILENZIO!!” Già… in quell’INFERNO tutto terminava con il SILENZIO, ma non un silenzio di riposo... Quelle povere creature, sapevano infatti, che l’INFERNO toglie la VOCE… e senza VOCE non esiste vita. Perciò, il SILENZIO è MORTE!

“Si… ma non possiamo lasciarlo… Light ha bisogno di noi e della libertà!! Papà… Raggiungiamolo!! Raggiungiamo il mio fratellino!!” E così, Sun e Joe, andarono verso la direzione da dove avevano sentito le urla disperate del cucciolo. Non sapevano… non sapevano nulla di più.

 

Christopher, il veterinario, era arrivato a casa sua. Scaricò velocemente tutte le foto che aveva scattato sul computer di casa! Lo fece con foga! “Questi crimini non possono essere lasciati impuniti!! Quell’azienda… anzi… quell’INFERNO, deve chiudere!! Poveri cagnolini… povere creature di Dio!! Ah!! Loro non hanno VOCE… hanno solo il SILENZIO!! Bene… sarò io la loro VOCE!! Tutti devono sapere quello che accade in quel terribile posto!! Sembra un LAGER!! Molti, lì dentro, dovrebbero essere arrestati!! Ah!! Mi stupisco che solo io e qualcun altro ce ne siamo accorti!! Sembra che a nessuno interessi… Ma ora basta!! L’INFERNO deve chiudere!!” Così dicendo, dopo aver scaricato tutte le foto, ma anche molte altre, tra le quali quelle dell’inceneritore e della stanza dove venivano soppressi gli animali, volle anche inserire come didascalia alle foto, la frase usata per “giustificare” tali uccisioni nelle orrende relazioni fatte dai ricercatori: “… Si procede, con l’ELIMINAZIONE FISICA dei cani Beagle e dei topi da laboratorio, che risultano essere: INADEGUATI / AMMALATI / DEFORMI / PERICOLOSI / NON ADATTI AI FINI DELLA SPERIMENTAZIONE / INTOSSICATI DAI FARMACI SPERIMENTALI, A CAUSA DI MALATTIE EREDITARIE GIA’ ESISTENTI e perciò DIVERSI, usando sistemi di STERMINIO approvati dalla legge in vigore in questo Istituto di ricerca, che rispecchiano e soddisfano le varie normative nazionali ed internazionali sul rispetto degli animali da laboratorio e sulla salute pubblica. Al tal riguardo si PRECISA: che LE DOSI DEI FARMACI SPERIMENTALI USATE, SONO SCIENTIFICAMENTE NON LETALI E GIA’ TESTATE DA ALTRI ISTITUTI DI RICERCA E SONO A NORMA DI LEGGE…” Una frase, piena di bugie e di orrore! Si parlava addirittura di STERMINIO senza il minimo problema, come se quella pratica fosse una cosa naturale… e poi, cosa significava DIVERSI? Forse significava che essere DIVERSI significava essere cattivi e malvagi? E poi… parlare delle leggi sul rispetto degli animali e sulla salute pubblica? Di certo, nell’INFERNO, venivano puntualmente e deliberatamente trasgredite, facendo morire in modo orrendo e tra mille torture delle creature che non desideravano altro che vivere! Solo gli umani dovevano stare bene! Insomma, una frase tra le più vergognose che si possano mai scrivere…

Christopher, nel leggere questa frase, stava puntualmente male! Ma doveva trascriverla ed inviarla a tutti per amor di vita! Tutto quello che era menzionato in quel documento, ricordava in modo eccezionale e terrificante, la vergognosa azione che i tedeschi fecero contro gli ebrei nei campi di concentramento! Sembrava essere la stessa cosa… la stessa vergogna! Non ce la fece più, ed inviò il tutto, foto e frase, all’e-mail della sua associazione animalista al quale era iscritto ed anche socio onorario. “… Ed ora… non mi resta che aspettare… Era già da parecchio che volevo farlo… inviare tutto quanto… Ho sempre cercato di resistere per paura di perdere il lavoro… ma la storia di quel povero cagnolino, mi ha dato il coraggio necessario! Tutto questo orrore finirà… Ed al diavolo il posto di lavoro!! La vita e la dignità, se pur di poveri animali indifesi… proprio come quelle degli uomini, sono cose molto più importanti! Quell’INFERNO chiuderà i battenti!!”

 

Sun con suo padre, erano arrivati proprio davanti la porta dove era rinchiuso Light… I poveretti non sapevano che con il cucciolotto, c’erano anche i due uomini, che intanto si erano allontanati dalla gabbia. Sun, nel vedere la via libera, decise di entrare con Joe: “Eccolo… ecco Light!! Lo vedo… Papà, è proprio di fronte a noi!!” Disse il cagnolino, ma Joe, odorando l’aria con aria preoccupata disse: “No piccolo mio… è pericoloso!! Avverto l’odore… avverto l’odore degli uomini!! Di sicuro sono dentro questa orrenda stanza!! Cosa vedi piccolo mio? Che stanza è?” Sun, avanzò e disse: “E’ una stanza luminosa!! C’è solo odore di medicinali ed una gabbia!! Sembra essere uguale a quella dove mi è successo…” “Cosa? Cosa piccolo?” Disse Joe, interrompendo Sun, ma quello, non volendo far preoccupare il genitore riguardo alla sua salute ed a quello che aveva passato disse: “… Nulla papà!! E’ solo che ne ricordo una simile!!” Joe, capendo qualcosa, guaì e disse: “Ah!! Solo dolore… dolore e morte!! Perché? Perché mi hai portato fuori da quella stanza dove stavo attendendo la morte che mi avrebbe liberato da questo INFERNO? Sun!! Anche tu hai sofferto… ma tu potevi scappare via!! Perché non lo hai fatto figlio mio? Ora… ora potrebbe essere troppo tardi!! L’uomo è in agguato… lo sento!!” Il coraggioso cucciolo rispose con determinazione: “Non l’ho fatto perché ho giurato… sia a mamma che a Light, ed ora anche a te!! Devo portare a termine quello che ho iniziato!! Non posso tirarmi indietro papà!!”

Light, sofferente, aprendo i suoi occhi pieni di lacrime, vide e riconobbe il suo amico, ed il suo piccolo cuore ebbe un sussulto. Gli scappò un abbaio di richiamo.

Gli uomini, che si trovavano dietro ad uno schedario, udirono e si voltarono verso la gabbia. Notarono subito la presenza di altri due cani. Ken, il rapitore disse al ricercatore: “… Ma… quello lì è il cagnaccio che mi ha vomitato addosso dopo averlo portato qui!! Come cavolo ha fatto a scappare? Chi è stato tanto ingenuo da fargli fare ciò? E poi… chi ha liberato quel cane rognoso che doveva essere soppresso? Ha avuto una cancrena alla zampa a causa d’un farmaco scaduto, e poi, è diventato cieco per via degli esperimenti!! Ah!! Inaudito!!” Il ricercatore, udendo queste parole disse all’amico: “Senti… Facciamo finta di nulla!! Stiamo nascosti qui… Proverò a chiamare qualcuno al telefono!! Li prenderemo di sorpresa!! Ma… adesso vediamo cosa hanno intenzione di fare!! Di certo, sono qui per puro caso… I cani SONO CREATURE INUTILI DA STERMINARE!! Non possono aver SENTIMENTI e NON SONO INTELLIGENTI… Non possono essere qui, per salvare quello in gabbia!! E’ assurdo!! Non ti pare Ken?” Quello, rise dicendo: “Certo che no!! Ci mancherebbe solo questa…”

Sun, non si accorse di nulla, e progettò la liberazione di Light che, intanto continuava ad abbaiare, ma stranamente non festeggiando l’arrivo dell’amico. Sembrava quasi, voler avvertire Sun del pericolo imminente. “Papà!! Io vado ad aprire la gabbia del mio fratellino!! Tu, rimani fermo!! Tra poco… tra poco andremo via da qui tutti e tre!! Riacquisteremo la nostra libertà!! Quest’INFERNO non ci vedrà più piangere ed essere rinchiusi tra mille sofferenze a causa dell’uomo… MA NON SONO TUTTI COSI’… Aveva ragione mamma a dirmelo!!” Ma il vecchio Beagle disse guaendo: “Ah!! No Sun!! Gli uomini sono tutti uguali!! Sembrano buoni… ma poi… dimostrano di essere più cattivi del demonio!! Sono esseri senza scrupoli… Non puoi parlar così!! Nemmeno per uno solo di loro!! Non sono come noi animali… Loro non amano!! Non sottovalutarli!! Sicuramente ci faranno tornare in PRIGIONE e poi… e poi, solo il SILENZIO ed il PIANTO!! Ecco… ecco cosa ci riserva il futuro a noi poveri Beagle!! NOI NON ABBIAMO UN FUTURO… SOLO IL SILENZIO DELLA MORTE!!” Ma il piccolino, disse al genitore: “Io ne ho conosciuto uno… io ho conosciuto un essere umano che mi ha fatto stare bene e mangiare… L’ho conosciuto in questo INFERNO!! E’ vero… gli esseri umani sono strani… però, quello sembra essere diverso!! La mamma me lo aveva detto… E poi… noi abbiamo un NOME!! Il mio e Sun, quello del mio fratellino è Light, ed il tuo e Joe, papà!! Abbiamo ancora un’IDENTITA’!! E poi… abbiamo un giuramento!! Mamma Betty, sarà contenta da lassù!! Adesso… devo pensare a come liberare Light…” E così dicendo, cercò di saltare su una scrivania che si trovava a pochi centimetri dalla gabbia dell’amico.

 

Light, malridotto com’era, non si era reso conto che la sua gabbietta non era stata chiusa per bene… Probabilmente, gli uomini crudeli, volevano farlo in seguito, ma Sun notò subito la mancanza compiuta dagli uomini, e saltando per raggiungere la gabbia disse a Light: “Fratellino!! Oh!! Finalmente ti ho ritrovato!! Aspetta… tra un po’ sarai libero!! Ti libererò io!! Ma… cosa ti è successo? Hai pianto molto? Stai tremando!! Ti hanno fatto molto male?”  Light, rispose guaendo in modo molto debole: “Ho provato male Sun… Troppo male!! Non ti racconto quello che mi è successo perché non vorrei far star male anche te!! Sono stati gli uomini Sun!! Gli uomini in questo INFERNO!! Dobbiamo stare attenti!! Gli uomini sono ancora in questa stanza!! Si sono nascosti!! Ah!! Non dovevi venire fin qui!! Io ti ho cercato molto… Ti ho chiamato nel pianto… fratellino mio!!” Sun, aprì la gabbia, come se non avesse capito che l’uomo crudele era lì a due passi, e disse: “Cosa ci potrebbe accadere di più terribile Light? Adesso siamo insieme!! Io, tu ed il mio papà che ho ritrovato!!” “Tu non capisci Sun!! Gli uomini sono qui…” Disse guaendo il povero Light che non si reggeva sulle zampe! Quello era l’effetto nefasto del farmaco sperimentale. “Ma cosa dici? Ecco… la gabbia è già aperta!! Ti aiuto io ad uscire fuori!!” Gli disse Sun aprendo del tutto quella gabbia fatta di terrore e dolore.

“Ah!! E’ questo che quel dannato d’un cane voleva fare? Liberare il suo amico? Chi l’avrebbe mai detto!! NON E’ POSSIBILE!! I cani sono creature senza senno!! Sono creature INFERIORI!! Forse… forse è solo un caso!! Loro NON POSSONO PENSARE!! Sono esseri INUTILI capaci solo di defecare e di mangiare a tradimento!!” Così, commentò di nuovo con disprezzo il ricercatore, non capendo che quelle creature non erano affatto INUTILI, ma soffrivano, vivevano, proprio come gli esseri umani. L’INFERNO modificava anche il modo di pensare! Questo era un altro effetto terribile! Il ricercatore vedeva in loro solo CAVIE per i suoi terribili esperimenti!

 

Sun, cercò d’aiutare il suo amico ad attraversare la porta di quella gabbia, ma Light, tremando e guaendo, inciampò avendo messo la zampa già distrutta in fallo tra le sbarre della gabbia che la chiudevano dal basso, e cadde rovinosamente al suolo insieme a Sun. I due piccolini si fecero molto male, in quanto avevano sbattuto tutto il corpo e la testa con violenza sul freddo pavimento di mattonelle bianche.

Il padre di Sun, nel sentire i guaiti disperati dei due cucciolotti, faticosamente si avvicinò a loro e si mise a leccarli. Una scena di folgorante bellezza e tenerezza che, però non fece minimamente commuovere gli uomini dal cuore indurito, che invece di aiutare quelle povere creature indifese, iniziarono a ridere sguaiatamente, prendendo in giro il bellissimo gesto paterno di Joe, che se anche privo d’una zampa e della vista, cercò di dare sollievo ai cuccioli doloranti. Sun si riprese quasi subito, ma Light, avendo ancora il maledetto farmaco in corpo, stette malissimo e con conati molto forti, rigettò un liquido puzzolente. Era straziante vedere star male quel povero cagnolino… ma il vomitare gli fece bene! Lo liberò, almeno in parte di quel veleno che aveva in corpo! Il veleno che gli era stato somministrato dall’uomo!

I cagnolini, anche se storditi, si rialzarono, e Sun, cercò di guidare sia suo padre che Light verso l’uscio di quella dannata stanza, ma Light vide i due uomini e cominciò a guaire dicendo: “Scappiamo!! Gli esseri umani… gli uomini ci prenderanno!! Sono proprio qui!! Li vedo!!” Anche il povero Sun se ne accorse, ed abbaiando, fece strada.

 

Corsero verso la via d’uscita… Pensavano d’avercela fatta, ma un altro uomo… George, che aveva risposto al ricercatore per telefono, li braccò da dietro con un bastone in mano, mentre Ken ed il ricercatore, uscendo dal loro nascondiglio, adesso si trovavano davanti a loro. I tre poveri Beagle, erano ora circondati, e, disperatamente abbaiavano per la paura.

“Cagnacci!! Adesso cosa mai potete fare? AHAHAHA!! Dove potrete scappare? Ora… ora v’aspetta solo l’INCENERITORE!! Vi siete condannati da soli!! Da qui, NON SI FUGGE!! Per voi, INUTILI, stupidi cagnacci, è finita!! Non vi resta che il FUMO DELLA CIMINIERA!! Lì, incontrerete tutti i vostri amici… AHAHAHA!!” Così, rise il ricercatore, mentre i poverini non capendo le parole, ma solo l’odio, provarono a difendersi ringhiando.

I poveri cani, si trovarono così circondati dagli uomini che, di certo, non erano armati dalle migliori intenzioni. Sun si guardava disperatamente intorno… Non sembrava esserci nessuna via d’uscita da quella situazione infernale! “Oh!! Cosa faremo ora? Ci prenderanno!!” Disse il povero Light disperato a Sun, il quale aveva solo voglia di fuggire e di piangere, ma… aveva giurato di far uscire tutti loro dall’INFERNO, e perciò, senza far vedere la sua grande paura e tristezza, con determinazione che non era di un cucciolo di pochi mesi, gli disse: “Vedrai… vedrai fratellino mio!! Ce la faremo… costi quel che costi!! Questo INFERNO sarà per noi solo un ricordo…” Ma non fece in tempo a dire altro, perché il ricercatore provò a prenderlo dai fianchi senza usare nessuna delicatezza. Questa volta, il tenero cucciolotto reagì e diede un morso all’uomo che, arrabbiato lo lasciò cadere a terra, facendolo sbattere con la testa sul freddo pavimento. “Lo prendo io…” Urlò George che, gettando via il bastone,  prese Sun dalla coda facendogli molto male. Il cagnolino guaì di dolore… In parte, la sua ferita si era riaperta e qualche punto era saltato. Joe sentì l’urlo di dolore di suo figlio, ed anche se cieco e privo d’una zampa, saltò addosso a George, cercando di morderlo alla gola… Avrebbe voluto ucciderlo. Un padre stava combattendo per suo figlio… Era una scena ricca di disperazione e di vita… ma si sa… nell’INFERNO la vita non può esprimersi, e così nemmeno la giusta rabbia d’un genitore! La rabbia è VITA! E così veniva REPRESSA con violenza inaudita! “Ti aiuto io George…” disse Ken il rapitore, che avanzò verso l’uomo con l’intenzione di togliergli di dosso quel padre disperato, ma Joe udì Ken e si girò verso di lui mostrandogli i denti. Comunque, riuscì a staccare di dosso Joe da George. Il ricercatore, intanto, nel panico, provò a prendere Sun e Light, ma quelli gli sfuggirono da sotto alle gambe.

“Ah!! E così ti ribelli a me…” Disse George a Joe, che essendosi voltato, non poteva sapere… Preso dalla rabbia, George, con il collo ancora sporco di sangue, mise la mano in tasca e prese una pistola! “Mettilo giù Ken!! Metti giù quel cagnaccio maledetto!! E’ solo un cagnaccio del diavolo!! Adesso… adesso gli farò vedere io… MORIRA’!!” Urlò George impazzito: “… E poi, moriranno anche quei dannati cagnolini rognosi!!” Ken, nel vedere l’uomo con la pistola in mano, rimase turbato e, gettò con violenza Joe a terra rompendogli una zampa… Proprio quella con cui si reggeva! Si udirono le ossa rompersi con un suono terribile, ed il povero cane guaire come un cucciolo di pochi giorni!

Sun e Light, rimasero immobili dietro al ricercatore che, spaventato si era girato per osservare la scena. “George!! Per l’amor di Dio!! Cosa fai con quella pistola? Mettila giù!! Qualcuno potrebbe sentire… Non vale la pena sparare!! Questo cane ha già i secondi contati!! Potrebbero licenziarci…” Disse il ricercatore, ma l’uomo, pieno di risentimento e di odio contro quelle povere creature, strinse ancor di più tra le mani l’arma, e diede un calcio in pancia a Joe molto forte, dicendo: “NON ME NE FREGA NIENTE!! Deve morire!!” Il Beagle iniziò a gridare per il dolore lancinante, e gli uscì dal muso sangue. Sun, nel vedere suo padre in quelle condizioni provò ad andare vicino al vecchio genitore, ma si bloccò perché aveva sentito un forte rumore!

 

Era uno sparo! George aveva, senza alcuna pietà, premuto il grilletto! Fu un rumore sordo di morte e di tenebre! Un rumore che fece rintronare tutto l’INFERNO! Quella struttura era abituata da sempre al SILENZIO, conobbe solo allora qualcosa di più terribile… UN COLPO DI PISTOLA!

George portava quell’arma sempre con se, naturalmente senza averne l’autorizzazione! Chissà quante altre volte l’aveva usata… Chissà quante altre creature di Dio furono colpite da quell’uomo…

Ken ed il ricercatore guardarono George con la pistola ancora fumante in mano, mentre Joe si trovava in una pozza di sangue che arrivò fino alle zampette di Sun e Light.

“Cosa hai fatto imbecille!!” Urlò il ricercatore: “Perché? Ma cosa ti è saltato in mente? Adesso, a causa tua, arriveranno qui i guardiani!! Come ci giustificheremo? Ci licenzieranno e perderemo il lavoro a causa tua!! Dimmi chi ti ha dato quella pistola!! Prendere a calci… fare esperimenti dolorosi, è una pratica CONSENTITA… ma sparare? Non siamo mica così incivili!! George… ti consiglio di far sparire quella dannata arma e di venir via con noi!! Dobbiamo scappare!!” Ken annuì e cominciò vigliaccamente a correre per quel corridoio, mentre, già si udiva vociare nelle stanze chiuse e negli altri corridoi, mentre tutti i cani dell’INFERNO cominciarono ad abbaiare. George… George, l’uomo senza scrupoli rideva! Sembrava non aver capito, e puntò l’arma contro i due cuccioli, ma il ricercatore si lanciò su di lui disarmandolo. “Adesso basta!! Vieni con me!!” Ma quello gli urlò: “LE CREATURE INFERIORI DEVONO MORIRE!! Tutto questo perbenismo mi ha sempre fatto venire la nausea!! Ah!! Ho dovuto fingere anch’io… MA ORA BASTA!! Dammi la pistola!! Anche tu sei stato sempre crudele… non è vero ricercatore del cavolo?” Il ricercatore abbassò la testa, ma poi disse: “E’ vero!! Non li sopporto nemmeno io!! Ma non mi va di farmi licenziare!! Tanto… o li uccidiamo noi… o da soli… sempre nel FUMO andranno a finire!! Il lavoro è molto più importante… Dimmi… vuoi farti licenziare George? Se non sbaglio, già lo volevano fare…” Quello, diede un altro colpo a Joe che respirava a fatica e disse: “Al diavolo il lavoro… Ma adesso… questo schifo? Chi è che lo toglie dal pavimento?” “Ah! Io no di certo!!” Rise l’ignobile ricercatore: “Dirò agli inservienti di togliere questa carcassa di mezzo!! AHAHAHA!! Ma adesso andiamo… Potrebbe arrivare qualcuno…” Così, i due crudeli esseri umani andarono via, lasciando Sun e Light con Joe steso sul suo stesso sangue.

 

“Papà!! Papà mio!! Cosa ti hanno fatto? Non lasciarmi anche tu da solo come la mamma!! Oh!! Che ne sarà di me? Ah!! Io ti avevo promesso la libertà ed il sole… Adesso… adesso non lo potrò fare più!! Oh papà!! Non morire!! Ti prego!! Non come la mamma… E’ successa la stessa cosa!! E’ tutta colpa mia!! Per difendermi, siete andati in cielo!!” Così pianse Sun, correndo verso il padre e leccandogli tutto il corpo insanguinato sotto lo sguardo impaurito di Light.

Il vecchio Beagle, attanagliato da forti dolori, sorrise al figlio dicendo, con quel poco fiato che gli restava: “… Sun… Piccolo mio!! No… Tu non hai colpa di nulla!! Mi hai liberato sai… Mi hai liberato da questo INFERNO!! Finalmente riavrò pace!! Grazie!! Non piangere Sun… Non piangere più!! Scappa… io rivedrò la mamma ed il sole!! Tutto potrà ricominciare!! Ci rivedremo un giorno… Ti voglio bene Sun!! Io sarò, insieme alla mamma, sempre con te e con Light!! Giura!! Dovrai prenderti cura di lui… lui è… lui è tuo fratello…” E spirò.

 

Sun, dolorante, sia nel fisico che nell’anima, si mise a guaire su suo padre, leccandolo con tenerezza infinita. Light, non osava avvicinarsi… comprendeva… comprendeva il dolore straziante di Sun, ma ne soffriva anche lui… Infatti, egli non aveva mai conosciuto i suoi genitori. Il piccolo Sun, notò che Light stava in disparte, e così lo chiamò: “Light… Fratellino mio!! Vieni qui!! Nostro padre… nostro padre non c’è più!! L’uomo… l’uomo crudele ce lo ha portato via!! Ma… ma noi dobbiamo RESISTERE!! Rimarrà insieme a noi come la mamma!!” Light, avvicinandosi si mise a guaire anche lui, e piangendo disse: “… Perché tanto dolore mischiato al bene? Perché proprio a noi? Sun… fratellino!! Ti ringrazio per avermi dato un NOME e dei genitori!! Ma adesso… adesso dobbiamo scappare!! Troppo dolore e sangue!! Noi… noi siamo ancora piccolini!! Come faremo?” Sun, andò vicino a Light e lo leccò a lungo dicendo: “… Ho giurato!! Devo portarti via da qui!! Conosco la strada… Seguimi!!” E dicendo così, i due cuccioli, anche se a malincuore, piangendo, abbandonarono il corpo di Joe, e corsero per quel corridoio, in direzione dello studio del veterinario.

 

Christopher, intanto, in casa sua, ricevette una E-Mail dai suoi amici animalisti! Le foto, e quella frase aveva suscitato grande scalpore ed indignazione da parte di tutti. Si erano, dunque, organizzati per compiere irruzione dentro l’INFERNO.

I commenti furono tutti molto eloquenti e Christopher volle anche mandare i nomi degli uomini che compivano puntualmente tutti quegli scempi… Uno su tutti quello di George, che secondo lui era il peggiore. Non dovette attendere molto, poiché, il capo dell’associazione animalista, fissò proprio l’orario dell’irruzione! Doveva compiersi tra una mezz’ora, e quindi, allertò tutti di trovarsi subito nelle vicinanze dell’INFERNO.

Di questo, naturalmente, né Sun e né Light potevano sapere… e continuarono la loro fuga.

 

Il ricercatore, accompagnò un inserviente nel luogo dove c’era il corpo del povero Joe. Nel vedere quel terrore, l’inserviente chiese al ricercatore spiegazioni, ma egli rispose sapendo di mentire: “… Ah!! E’ stata una disgrazia!! Povera bestia!! Questo cane doveva essere soppresso… era malridotto da SUE PATOLOGIE!! E’ riuscito a scappare insieme ad altri due cuccioli… che, dannazione, adesso non vedo… ma, ha battuto la testa contro i termosifoni!!” L’inserviente, vide sul corpo del Beagle il foro del proiettile, e guardando il ricercatore disse: “See… Già… Contro un termosifone…” Il ricercatore, facendo finta di nulla, s’allontanò un poco dall’inserviente, e prese il telefono, comunicando con Ken: “… Ken!! Quei cuccioli dannati sono ancora in giro!! Quegli INUTILI devono essere trovati!! Va e stanali… Non usciranno vivi da qui… Forse… l’inserviente che ho chiamato ha capito tutto!! Siamo nei guai… Quindi muoviti!!” Ken, ridendo rispose: “Sarà fatto!! Non vedo l’ora di strizzare i loro corpi fino a farli urlare!! Gli farò uscire le budella dalla bocca!! AHAHAHA!!” Il ricercatore nel sentire questo riagganciò, ma l’inserviente, che aveva udito ed aveva avuto conferma su quello che era accaduto. Fece uno squillo a qualcuno dal telefono cellulare, e portò subito quel corpo, non nell’inceneritore, ma nello studio di Christopher… il veterinario.

 

George, intanto, libero, girava per l’INFERNO, e così incontrò Ken, il quale gli disse: “… Gli indegni cuccioli sono riusciti a scappare!! Il ricercatore non li ha trovati dove hai STERMINATO quel cavolo di Beagle schifoso, cieco e pure zoppo!! Ah!! Il cucciolo che ha ricevuto l’iniezione ha vomitato!! Che peccato!! Se non vomitava il medicinale… di sicuro avremmo potuto prenderlo lì per lì, stordito com’era!! AHAHAHA!!” George, ridendo, con una strana luce negli occhi gli rispose: “Quindi… Fammi capire Ken… Vuoi che ti aiuti a trovare quei due demoni? Ma certo!! Con vero piacere!! Uno, quando gli avremo trovati, sarà tutto tuo!! Potrai strozzarlo come vorrai… Ma l’altro… Avrà il mio super trattamento speciale!! Non sarà come l’ultima volta… NO!! Sarà molto peggio!! AHAHAHA!!” Così dicendo, i due uomini senza cuore si misero in cammino guardando ovunque per trovare i due poveri cuccioli, ridendo con insana malignità.

 

I due cuccioli, si avvicinarono allo studio del veterinario, proprio mentre l’inserviente, in un gran sacco nero, portò il corpo di Joe all’interno della stanza. Per paura, si nascosero dietro ad uno schedario posto nel corridoio, ed attesero che l’uomo andasse via. I cuccioli non potevano sapere che dentro quel sacco c’era il corpo del povero Beagle Joe. Erano tremanti… non potevano comprendere, e rimasero lì anche dopo che l’uomo se ne fu andato.

L’uomo, nel chiudere la porta a chiave, comunicò con il veterinario al cellulare, raccontando tutto quello che era accaduto con molta indignazione, e gli disse pure, che quel cucciolo che era nello studio era scomparso, e che probabilmente, uno dei cuccioli di cui il ricercatore aveva farfugliato, probabilmente era quello. Christopher, nell’apprendere quella notizia, gli disse: “Oh no!! Ora ne ho davvero abbastanza di questo INFERNO!! Preparati Omar!! Vedrai che tra mezz’ora tutto sarà risolto!! Ma va a cercare quel cucciolo!! L’ho appena operato!! Poverino!! Soffrirà molto… Speriamo che quegli AGUZZINI non lo trovino prima di te!! Sarà il nostro simbolo!! Io, insieme ai nostri amici, porteremo il sole dove c’è sempre stato il BUIO!! George, insieme a Ken ed a quel ricercatore da nulla, la devono pagare cara ed amara!! Dopo… dopo toccherà anche agli altri!! La devono pagare per la loro bestialità!! Però… tu hai parlato di cuccioli al plurale? Beh… Trovali tutti… Fallo per amor della vita!!” Omar, l’inserviente disse: “Sarà fatto Dottore!! Conti pure su di me, che sono uno di voi… Lei lo sa…”

 

Sun e Light, videro così allontanarsi l’uomo di fretta. Purtroppo, Omar non si era reso conto che loro erano lì ad osservarlo…

Al povero Sun gli faceva tanto male la ferita… un dolore forte, ma per il giuramento che aveva fatto, non fece capire a Light nulla. Da parte sua, anche Light stava molto male! Quel correre disperatamente, e tutti gli avvenimenti che avevano vissuto, lo fecero dar di stomaco un’altra volta, ma ora in modo assai violento… Tutto il veleno fu espulso, ma al prezzo che il cucciolotto vomitò anche molto sangue! Sun, come un fratello gli stette accanto piangendo e temendo per la vita dell’amico. Pensava di stare per perdere anche lui, ma poi, dopo un po’, Light stette meglio, e leccando Sun gli disse: “… Fratellino!! Non piangere!! Ora sto bene!! Grazie di cuore!! Non ti preoccupare più per me!! Ho gettato via quel veleno… Quel veleno che gli uomini crudeli m’avevano messo dentro il corpo!! Fuggiamo via da qui… Ma… tu perdi sangue fratellino?” Infatti, Sun perdeva sangue dai testicoli, ma rispose: “… Non è nulla Light!! Adesso non importa!! Dobbiamo solo aprire quella porta!! Oltre… oltre c’è il sole!! La libertà!!”

 

I due uomini malvagi, erano ancora in giro. Non sapevano che tutto stava per compiersi, e cercavano dappertutto i due cucciolotti, che intanto, cercarono come potevano di aprire quella porta che li avrebbe condotti verso la libertà.

Sun, ricordandosi di come aveva aperto, sia quella porta che quella di dov’era rinchiuso suo padre Joe, cercò di saltare per appendersi alla maniglia! Il poveretto non sapeva che quell’uscio era stato chiuso a chiave da Omar l’inserviente! Non fece neppure caso al dolore che provava! Doveva riuscirci e subito! Purtroppo, i punti cedettero di colpo, ed il povero cagnolino guaì per l’immenso dolore, ma lo stesso continuava a provare, ma invano, ad aprire quella porta! “Sun!! Fratellino!! Sarà chiusa!! Non t’affaticare!! Stai soffrendo!! Lo so!! Ti esce sangue da lì… Gli uomini cattivi avranno chiuso a chiave!! Per noi è finita…” Guaì il povero Light, preoccupato per Sun, e quello dovette smettere di saltare, poiché gli girava la testa! Stava perdendo molto sangue. “E’ vero!! E’ chiusa!! Maledetti uomini!! Ma la mamma mi ha detto che non tutti sono cattivi… L’uomo che mi ha guarito… non sembrava cattivo!! Mi ha anche accarezzato!! Adesso… adesso… credo d’aver ancora bisogno di lui… Sto male Light!!” Disse il povero Sun guaendo debolmente. Light si vide perduto! Pensava che Sun avesse potuto salvarlo da quell’INFERNO… ma si rese conto della realtà! Sun, anche se forte, era pur sempre un cucciolo come lui… Non avrebbe potuto salvare nemmeno se stesso… Light, a questo pensiero, si mise ad abbaiare disperato! Infatti, Sun aveva perso i sensi.

 

L’abbaiare disperato di Light, richiamò l’attenzione di Ken e di George, che, seguendo quel lamento, riuscirono a trovarli. “Uh!! Guarda che sorpresa… Quei due maledetti cagnacci!! AHAHA!! Non vi muovete… Stiamo venendo per farvi un bel regalo…” Disse Ken ridendo, mentre George, il carceriere, disse sghignazzando: “Già… un bel regalo!! Il mio super trattamento speciale!! AHAHAHA!! Ma… uno… quello a cui ho bruciato le palline… è già, o quasi, morto? Poco male… Lo farò morire del tutto!! AHAHAHA!!” Light, al sentire quelle fastidiose voci, volle anche se spaventato a morte, difendere Sun… Si mise accovacciato sul suo corpo, ringhiando all’indirizzo di George, che, guardando Ken, rideva come non mai!

Anche il ricercatore aveva udito l’abbaiare di Light, ed era arrivato anche lui sul posto.

George, armato di un bastone, colpì Light in modo violento facendolo guaire: “Ecco!! Ecco cosa ti meriti!! Bastardo… bastardo di un Beagle!! Togliti di lì… Togliti da quell’altro pezzo di carne!! E’ mio… è solo mio!!” E dicendo così, lo prese dalle zampe anteriori, torcendogliele violentemente. Light pianse dal dolore che era talmente forte che Sun, riprendendo i sensi, e vedendo George, si mise a ringhiare fortemente: “Uomo!! Hai ucciso mio padre!! Ed ora, vuoi uccidere anche mio fratello? Perché tanto dolore e male? Lascia stare Light… il mio fratellino…” Ma non riuscì a far nulla di più, perché Ken lo immobilizzò prendendolo dalla coda. Come guaì Sun… La coda si trova in posizione vicino alla ferita, e quindi, il dolore era insopportabile! Poi, senza nemmeno preoccuparsi, l’uomo lo prese per i fianchi e cominciò a stringerlo forte dicendo a George: “Amico… prima che lo stritoli, facendogli uscire tutti gli organi dalla bocca… Fagli il regalo… Credo che se lo meriti…” George, dando una pedata al ventre di Light che cominciò a tossire sangue, disse: “Ah!!Giusto!! Il mio super trattamento speciale!! Già!! Lui l’ha voluto… Bene!! Lo avrà subito!! Ma prima… voglio staccargli l’orecchio!! Tanto non gli servirà più!! AHAHAHA!!” E provò a staccare l’orecchio a Sun, il quale lo morse con violenza ad una mano! “BASTARDO!! ESSERE INFERIORE!! IGNOBILE CREATURA!! Come osi mordermi di nuovo? Ecco… ecco cosa ti meriti…” E mise le mani al collo del cagnolino fino a strozzarlo, sentendo il rumore della trachea schiacciata. Sun non riusciva a respirare! Stava per morire, e così anche Light, che intanto era sotto il piede di Ken. L’uomo lo aveva voltato con il groppone a terra, ed adesso il suo piede lo stava schiacciando in pancia ed agli organi genitali. Sun e Light stavano per morire!

Il ricercatore, non fece nulla per fermare quello scempio! L’unica cosa che faceva era ridere! Già! Ridere dell’atrocità che aveva sotto gli occhi! L’INFERNO stava facendo morire due giovani vite… e l’uomo RIDEVA!

 

Sembrava essere la fine… Sembrava che nulla nell’INFERNO potesse cambiare… Oh… quanto tempo era passato da quando Betty, anche lei vittima dell’INFERNO, aveva dato alla luce Sun… Era una bellissima giornata di sole… ma adesso, se pur l’astro splendeva ancora alto nel cielo, sembrava essere arrivato il buio… Era tutto finito!

Ma, all’entrata dell’INFERNO, molte automobili avevano appena parcheggiato. Si trattava degli animalisti, con Christopher a fagli da guida. “Andiamo!! Cosa stiamo aspettando? Ci sono delle creature innocenti in difficoltà!! Quei poveri cagnolini non aspettano che noi!! Ecco!! Faccio strada io… Da qui si può entrare!! E’ un’entrata non custodita!! Andiamo!!” Dicendo così, Christopher e gli animalisti, tutti uomini indignati, con delle bandiere verdi, andarono verso una recinzione rotta e l’attraversarono! Appena dentro, iniziarono a gettare volantini con le foto che aveva scattato il Veterinario, facendo diventare quel piazzale che era l’anticamera dell’INFERNO, un tappeto di fogli.

Gli uomini della sicurezza, s’accorsero dopo un po’, dell’invasione, e tramite ricetrasmittente chiesero rinforzi ed uscirono dalla loro guardiola armati di pistola, intimando l’alt. Ci fu una vera e propria battaglia! Gli animalisti, comunque, ebbero la meglio… Gli agenti di sicurezza, con i rinforzi appena arrivati, dovettero anche sparare vari colpi, ma furono sopraffatti e scapparono via a gambe levate.

Nell’ufficio dirigenziale dell’INFERNO, arrivò immediatamente la notizia dell’intrusione non gradita, e non sapendo cosa fare, il dirigente, diede l’ordine a tutti i dipendenti di sospendere ogni attività, e di distruggere tutte le prove dei massacri che venivano sistematicamente compiuti all’interno di quella struttura… Alcuni lo fecero senza discutere, ma altri si rifiutarono e s’unirono agli animalisti in quel piazzale.

 

Christopher, appena entrato con un pass magnetico, dentro l’INFERNO, aprì varie porte per far passare gli altri animalisti, e poi correndo, per quei corridoi che conosceva bene, cercò di raggiungere il suo studio. Chiamò al cellulare Omar per informarsi se era riuscito a trovare il cucciolo, ma quello rispose di no! Il veterinario, a questo punto gli disse: “… Omar!! Dobbiamo fare qualcosa!! Mi serve il tuo supporto!! Và ed aiuta i nostri amici animalisti ad aprire le gabbie degli animali!! Io andrò subito nel mio studio, e da lì comincerò a cercare quella povera creatura!! Ti farò sapere se riesco a trovarlo…” L’inserviente rispose: “Certo Dottore!! Intanto… credo che sia meglio chiamare la polizia ed i giornalisti!! Lei cosa ne pensa?” “Ottima idea Omar!! Tutti devono sapere… Tutti devono vedere cosa è sempre accaduto qui!! I responsabili di tali atrocità devono essere arrestati, e quest’INFERNO… deve CHIUDERE!! Chiama pure… Avverti tutti gli organi di stampa e le TV!! La devono pagare!!” Dicendo così, Christopher chiudendo la comunicazione con l’amico, corse veloce verso il suo studio.

 

Sun e Light, erano in fin di vita! Non si muovevano più! Il ricercatore, pensando che i due cuccioli avessero esalato l’ultimo respiro, disse a George ed a Ken: “Ok… Adesso basta!! Sono belli e morti!! AHAHAHA!! Abbiamo fatto il nostro dovere… comunque… cos’è questa sirena? Sembra l’allarme!!” George, lasciando il collo martoriato di Sun, fece spallucce, mentre Ken divenne pallido e disse: “E’ l’allarme generale!! Cosa diavolo sarà successo?” E dicendo così, guardò da una finestra con le sbarre di metallo, e vide gli animalisti che stavano cercando d’entrare e disse affannosamente: “Mio Dio!! Sono quei dannati animalisti del cavolo con le loro squallide bandiere verdi!! Vogliono entrare qui… Qualcuno li avrà aiutati… La porta sembra essere già aperta!! Ma che diavolo fanno quelli della sicurezza? Dormono?” Il ricercatore, disgustato e spaventato disse: “… Ah!! Di certo sarà stato qualcuno che lavora qui dentro!! Un interno!! Ah!! A questo punto siamo arrivati? Ok… va bene!! Voi due, prima che arrivino quelli lì, fate scomparire questi cagnacci morti!! NON LI DEVONO VEDERE!! Salviamo il salvabile!! Pulite anche questo vomito e questo sangue da terra!! Non vorrete farci scoprire?” I due uomini senza cuore, lasciarono i due cucciolotti svenuti, sistemandoli uno sopra l’altro senza alcuna pietà, e con uno strofinaccio trovato per caso, iniziarono a pulire i pavimenti quando… due lievi guaiti di dolore fecero sobbalzare gli uomini. George disse urlando: “Ah!! Sono ancora vivi? Com’è possibile? A quello lì ho schiacciato la gola!! Avrebbe dovuto buttare il sangue… ed invece… invece respira ancora!! Ah!! Dannato cagnaccio lurido!! Adesso ti faccio vedere io… CREATURA INFERIORE…” “… Ed io? Pensavo d’averlo schiacciato come un verme a quest’altro!! Ho sentito tutte le sue ossa sbriciolarsi sotto i miei piedi… E le sue palline quasi uscire fuori dallo scroto!! No!! Secondo me, sono protetti da Belzebù in persona…” Disse Ken, ma il ricercatore, urlando a squarciagola disse: “IDIOTI!! Non sapete nemmeno UCCIDERE E STERMINARE due cuccioli di pochi mesi!! Com’è che v’anno assunti in questo posto? Non siete che due deboli!! Ecco… ecco come si esegue l’ESECUZIONE di questi maledetti…” E si avvicinò rabbioso ai due cuccioli, che anche se devastati dal dolore, si alzarono sulle zampe ringhiando verso quell’uomo vestito di bianco, che voleva ucciderli senza pietà! “Ecco… Guardate incapaci!! Gli farò uscire gli occhi fuori dalle orbite…” Urlò l’uomo, prendendo Light dai fianchi, mettendo forza nelle dita, tanto da far penetrare le sue unghie nella carne, e poi cominciò a stringerlo fortemente, facendolo guaire pietosamente, tanto che per il guaire forte, il povero cucciolo di Beagle, cominciò a vomitare sangue misto a bile.

Sun nel vedere quella crudeltà gratuita, ringhiò ancora più forte: “ASSASSINO!! Stai facendo male al mio fratellino!! Me lo vuoi togliere… come mi sono stati tolti i miei genitori!! Mamma e papà!! Ma io non te lo permetterò… essere umano!! Stupido e cattivo!!” Il cagnolino, provò riuscendoci, a saltare al collo del diabolico ricercatore, ma George, lo prese dall’orecchio operato, ed iniziò a tirarglielo con forza, mentre Ken, spaventato dalle urla che venivano da fuori, capì che gli animalisti erano riusciti ad entrare anche superando le porte interne della struttura.

Sun, furibondo, provò un’enorme dolore che lo fece quasi svenire, ma, anche se guaendo in modo da tagliare il cuore in due, non sembrava volersi staccare dal collo del ricercatore, che intanto aveva fatto cadere violentemente Light, che continuava a piangere ed a vomitare, per terra.

L’ira giusta del cucciolotto Sun era terribile! Non gli importava di morire… Non più!! Ora, voleva solo far pagare ai suoi aguzzini, tutto il male che gli avevano provocato… Ora pensava a Betty… la sua mamma, a Joe… il suo papà ed a Light… suo fratello di sventura! Pensava anche alla promessa che aveva fatto, ed al NOME che non avrebbe mai permesso a nessuno di farsi portare via! Ma pensava anche che la sua vita stava per terminare… Ma non aveva intenzione di staccarsi dal collo dell’uomo crudele! Voleva ucciderlo! Voleva giustizia!

 

Light, riprendendosi un po’, vide combattere fino allo sfinimento Sun, e capì che lo stava facendo per lui! “No Sun!! Fratellino!! Non devi morire per me!! Tu mi hai già dato tanto!! Mi hai dato un NOME… mi hai dato un FUTURO ed un raggio di sole!! Tu sei un raggio di SOLE… capace di rendere me LUCE!! Non voglio vederti morire… NON PER ME!! Fratellino… Se dobbiamo morire… allora lo faremo insieme!!” E dicendo così, saltò anche lui al collo del ricercatore, che aveva il collo dilaniato dai piccoli denti dei due cuccioli coraggiosi.

George, stava per staccare definitivamente l’orecchio a Sun, ma Light, staccandosi solo per un momento dal collo del ricercatore, lo morse alla mano. L’ira dell’uomo fu atroce! L’uomo non poteva essere morso all’INFERNO! Era una cosa proibita che veniva fatta pagare con atroci sofferenze, e questo Light lo sapeva bene… George gridò: “AH!! BASTARDO!! Come ti sei permesso? Non vedrai più la luce del sole…” E urlando, mise negli occhi del cucciolo due dita, premendoli con forza bruta! Light, vide solo una gran luce, poi buio pesto, e provò molto… molto dolore! Iniziò a guaire da spezzare l’anima, ma nemmeno lui, come Sun, lasciò la presa! Lo fece anche se i suoi occhi sanguinavano!

Era un combattimento per la vita! Un combattimento impari… Due cuccioli di pochi mesi di vita, stavano cercando disperatamente di sopravvivere all’INFERNO dell’uomo distruttore ed assassino! Sapevano di non aver alcuna possibilità di riuscita, ma la vita reclamava giustizia contro la pazzia dell’uomo e la sua crudeltà che erano senza limiti!

Ken, non sapendo che fare, per staccare dai due uomini i cuccioli, iniziò a premere con forza i loro addomi, facendogli guaire come non mai, provocando nei due cucciolotti anche ferite molto profonde. I due cagnolini, esausti da tanto male, si staccarono e caddero rovinosamente in terra in una enorme pozza di sangue.

Sun, aveva la ferita che si era riaperta completamente… Il sangue era molto… Light, anche lui, aveva tutto il corpo insanguinato… Era la fine! Ma la sirena annunciava qualcosa…

 

Il ricercatore, ormai libero, cadde seduto sul pavimento lurido! Si teneva la gola… quasi non riusciva a respirare! Ken, preoccupato per gli uomini che stavano entrando di prepotenza nell’INFERNO, non osava muoversi, ma poi, prese una decisione… Vigliaccamente, corse via dal lato opposto del corridoio, ma improvvisamente vide un qualcosa che lo fece rabbrividire! Gli animalisti, aiutati da Omar l’inserviente, erano riusciti ad entrare nelle stanze dell’INFERNO dove c’erano tutte le gabbie degli animali DETENUTI, e li liberarono. Quelle creature disperate, cercando una via di fuga, stavano percorrendo velocemente e furiosamente proprio il corridoio dove lui, Ken il rapitore, stava cercando di scappare! Quelle povere bestie, conoscevano bene quell’uomo… ne avevano sempre avuto terrore, ma ora erano liberi! Non avevano più paura! Erano in tanti, e l’uomo crudele era da solo! Come un branco di lupi, gli saltarono addosso tutti insieme! Più di quattrocento Beagle, con altrettanti topolini bianchi. Si trattava sia di cani adulti che di cuccioli! Sbranarono letteralmente Ken, che morì tra atroci sofferenze! Così, Ken, morì gridando dal terrore, sotto i denti di quelle povere creature che, non per cattiveria, ma per voglia di vita, sentendo in lui il male, vollero punirlo! Era stato l’INFERNO a rendere quelle bestie pacifiche in lupi affamati di giustizia! Lo smembrarono vivo! Di Ken non rimase altro che qualche osso e qualche brandello di carne!

Il ricercatore, udendo tutti quegli abbai capì, e provò a scappare anche lui, ma nell’opposta direzione, ma incontrò gli animalisti, che infuriati, lo portarono subito fuori dall’INFERNO, insieme ad altri dipendenti cattivi ed al dirigente, facendoli arrestare immediatamente dalla polizia che era appena giunta insieme ai giornalisti ed alle varie troupe televisive, allertati da Omar che aveva anche avuto il tempo di far avere agli agenti, oltre che le foto scattate da Christopher, anche tanti, terribili documenti tutti firmati, senza i vari OMISSIS che il dirigente ordinava di mettere nei reperti che dovevano essere letti all’esterno di quella orrenda struttura INFERNALE.

Solo George rimase vicino allo studio del Veterinario. Aveva visto bene tutto quello che era accaduto a Ken ed al ricercatore, e ne rise sguaiatamente. “Ben vi sta!!” Urlò: “A me, non può capitare nulla!! IO SONO DIO!! IO SONO IL DIO DI QUEST’INFERNO!! Tutti gli ESSERI INFERIORI devono MORIRE… Devono MORIRE per MANO MIA!! AHAHAHA!! Comincerò da questi due cagnacci rognosi…” E dicendo queste orrende parole, prese da sotto il camice bianco un coltello da macellaio… Un coltello terribile… già con tracce di sangue!

Guardando i due cuccioli disse sghignazzando, ed inginocchiandosi a terra: “Ecco… Ecco il mio IPER TRATTAMENTO SPECIALE!! AHAHAHA!! Ah!! La VIVISEZIONE e gli ESPERIMENTI DOLOROSI, sono stati sempre i miei più grandi sogni… Peccato che erano riservati solo ai ricercatori… Ma va bene… mi accontenterò di VIVISEZIONARE voi due!! CREATURE STUPIDE E SCHIFOSE!! Dovete essere fatti a pezzi!!” I due cuccioli, videro il coltello, e si misero a guaire forte! Avevano capito che la MORTE ed il SILENZIO del NON FUTURO, stavano per abbattersi ferocemente su di loro, e Light, nel vedere la lama, rimpianse di poter ancora vedere! Infatti, per sua fortuna, quello che l’uomo gli aveva fatto agli occhi, non era stato molto grave! Vedeva ancora… anche se male!

L’uomo, avvicinò quel coltello alla pancia di Sun, e con un sorriso diabolico, premette la punta sulla sua nuda pelle! Il coraggioso cagnolino urlò disperatamente, capendo che era arrivata la fine, ma la lama non lo attraversò…

 

“Maledetto George!! Maledetto ASSASSINO!! Getta via quel coltello!! ASSASSINO!! Non hai mai avuto nessuna pietà, non è vero? Sei sempre stato un mostro assetato di sangue!! Ah!! Ma adesso hai finito di essere così crudele!! Come potevi portare la morte a queste creature di Dio… INNOCENTI? Non hai mai avuto nemmeno un briciolo di rimorso? Tu, come gli altri, siete solo ASSASSINI e VIGLIACCHI!! Questo INFERNO ormai è CHIUSO!! Ed a te, non resta che la galera!!” A fermare George, fu Christopher, che, infuriato, arrivò appena in tempo. Sun, appena udì la voce del veterinario, cominciò ad abbaiare insieme a Light per la felicità! I due cuccioli, in quell’altro uomo, anche se adirato, non avvertivano il male! Percepivano solo  il bene!

“Ah!! Chi si rivede… Dovevo immaginarlo che eri tu a capo di questa rivolta di deficienti rammolliti!! Christopher… il veterinario… Già!! Sei dunque anche tu un animalista da quattro soldi? Ma bravo!! I miei più vivi complimenti…” E dicendo così, fece scivolare dall’alto in basso il coltello nel corpo di Sun! Ne sgorgò molto sangue ed un guaito lungo e doloroso si levò nel SILENZIO ormai rotto di quell’INFERNO! Light, si mise ad urlare ed a piangere, mentre Christopher urlò: “ASSASSINO MALEDETTO!! FERMATI!!” E provò ad andare a disarmare George, il quale ebbe tempo di far del male anche a Light, ferendolo su un fianco in modo profondo, tanto che il piccolo rimase immobile, guaendo debolmente! “Adesso tocca a te…” Disse George, e sollevandosi da terra, provò a scagliare contro il veterinario un fendente mortale al cuore, ma Dio volle che un poliziotto, ispezionando quel corridoio, nel vedere l’uomo compiere questo atto malvagio, prendesse dalla fondina la pistola, così sparò alle gambe di George, che gridando per il dolore, s’accasciò e fece cadere il coltello.

 

Il poliziotto, chiamò i suoi colleghi e l’ambulanza, mentre ancora da terra, George, imprecava contro Christopher.

 

Fuori dall’INFERNO, intanto, la rivolta era compiuta! I responsabili erano stati trasportati in carcere per direttissima, per via della enorme quantità di prove che erano state portate! Il ricercatore, fu quello che ebbe una tra le pene maggiori, siccome, molti di quegli assurdi documenti di MORTE erano stati firmati proprio da lui, con il benestare del dirigente, che negò, come si può intuire, ogni responsabilità, dicendo a tutti che NON NE SAPEVA NULLA, e che tutto il dolore di quelle povere creature di Dio, era solo FANTASIA di qualcuno… Però nessuno aveva creduto ad una sola parola di quei mascalzoni. Le prove PARLAVANO! In quelle prove non esisteva il SILENZIO!

Tutti gli animali che erano rinchiusi, erano ormai liberi, proprio in quel cortile dove, qualche tempo prima c’era stata la guerra! Non erano più aggressivi, e scodinzolavano allegramente e si facevano accarezzare, come per ringraziare quegli uomini di averli liberati dall’INFERNO. Gli animali, avvertivano in quegli esseri umani, il bene! Lo aveva detto Betty… GLI UOMINI NON SONO TUTTI CATTIVI! E gli animali questo lo sanno per istinto!

Gli animalisti, in compagnia di Omar, presero tutti quei cani e quei topolini bianchi, e li trasferirono in dei furgoni comodi, e senza gabbie, fino ad un ente che si occupava di adozioni di cani. Per i topolini, invece, ci fu la libertà in un parco naturale, dove mancavano proprio questi animali.

I giornalisti andavano e venivano, facendo domande e riprendendo con le telecamere tutti i luoghi del misfatto! Erano indignati! Volevano far vedere a tutti la crudeltà… la vera crudeltà dell’uomo contro la natura, e contro esseri che volevano solo vivere!

Qualcuno di loro entrò anche nella stanza dell’INCENERITORE… e riprese quello scempio, vedendo gli animali morti accatastati uno sull’altro in attesa d’essere gettati nel FUOCO DELL’INFERNO, ormai spento. Qualche giornalista stette pure male! Quella vista turbava i sensi e l’anima! Ma era tutto FINITO.

 

Vicino allo studio di Chistopher, il poliziotto che aveva sparato a George, con l’aiuto di alcuni suoi colleghi, prese di forza l’uomo crudele, e lo misero su una barella ammanettato! Ancora, nonostante tutto, George, malediceva il veterinario e quei cagnolini dicendo: “ESSERI INFERIORI… Appena uscirò dalla prigione RITORNERO’ per FARVI A PEZZI!! George non dimentica…” Ma Christopher, avvicinandosi a lui, disse: “No!! Tu non farai mai più del male a nessuno!! Sarai presto DIMENTICATO!!” Poi, rivolgendosi al poliziotto che gli aveva salvato la vita disse: “Grazie agente per avermi aiutato!! Quest’uomo era pericoloso… ed io lo sapevo!!” Quello, con un sorriso disse: “Grazie a lei Dottore!! Indagheremo molto di più su quello che è successo qui, ma credo che non ce ne sia bisogno!! Sappiamo già molto!! Tutto merito suo e degli animalisti!! Adesso, verrà la scientifica per recuperare quel che resta di quell’altro uomo sbranato!! Ah!! Quelle povere bestie si sono fatte giustizia da sole… Ma adesso, è tempo d’andare… Porteremo l’uomo prima in ospedale e poi… in una CELLA!! E lì, per lui, sarà un vero INFERNO!!” Così, dicendo, il poliziotto con i paramedici ed altri agenti, trascinarono via la barella con George che ancora imprecava.

 

Rimasto solo, Christopher, si avvicinò a Sun ed a Light. Si accorse delle loro gravi condizioni e pianse. “Poveri piccolini… Cosa vi è successo in questo poco tempo che io non c’ero? Chi v’ha fatto così tanto male? Quanto avrete sofferto? La colpa è nostra!! Nostra degli esseri umani!! Ma adesso venite… vi porto in braccio nello studio!! Vi devo subito operare!! Mamma mia!! Quanto orrore hanno visto i vostri occhi!! Ma vi GIURO, che sarete felici di nuovo!! Vedrete il SOLE!! Giocherete sull’erba fresca!! NON SIETE PIU’ DA SOLI!! Ora ci sono io…” Ed accarezzando i loro corpi distrutti, gli prese in braccio, e li portò nell’ambulatorio.

Sentendosi trasportare amorevolmente, Sun e Light, guairono per la gioia! Sapevano d’essere in mani di un essere che non voleva il loro MALE, ma voleva soltanto il loro BENE! Gli leccarono le mani… Quell’uomo, meritava quel gesto d’amore!

Christopher pianse come un bambino! Quella era la ricompensa per ciò che aveva fatto! Aprendo la porta, entrò nello studio pieno di SOLE e di SILENZIO… ma non più un SILENZIO DI MORTE, ma di RIPOSO! Infatti, nell’INFERNO non c’era più nessuno! C’erano solo loro e l’amore!

 

I cuccioli furono subito operati! Ci vollero moltissime ore, ma alla fine Christopher, riuscì a guarire quasi tutte le loro ferite, ma quelle del loro cuore sarebbero rimaste!

 

Voltandosi, dopo l’anestesia, Sun, intravide quel sacco nero… sacco dove c’era il corpo di Joe… Ma, vicino ad esso, due figure trasparenti! Erano sua mamma e suo padre! Gli venne da piangere e disse guaendo: “Papà… Mamma miei!! Siamo ancora vivi sapete? Io e Light!! Non ci siamo fatti rubare il NOME!! Abbiamo COMBATTUTO contro l’uomo crudele!! Ah!! Quanto dolore… quanto pianto!! Ma ora… ora vogliamo solo VIVERE ED AVERE IL SOLE!! L’INFERNO non c’è più!! Stateci ancora vicini… Questo uomo che ci ha salvati, di sicuro, si prenderà cura di noi!! Guardateci dal paradiso… Guardate sia me che il mio fratellino…”

Anche Light si era svegliato! Non avvertiva più nessun dolore… Non c’erano più gabbie, ma un morbido cuscino! Si girò e vide Sun! Si misero a leccarsi per lungo tempo, sotto gli occhi inteneriti e pieni di lacrime di Christopher, che ora aveva preso un’altra decisione… Quella di portarli con sé a casa sua.

 

Passò così un giorno… Oramai, i cucciolotti stavano bene di salute, se non fosse per qualche dolorino qua e là… Il veterinario, pensò che fosse arrivato il momento di portarli a casa! Così fece…

Prese la sua macchina, ancora parcheggiata fuori dall’INFERNO, e v’adagiò, sopra due morbidi cuscini, i due cagnolini, che non capivano, però erano tranquilli! “Dove ci starà portando Sun?” Disse Light, guardando suo fratello, e quello, sorridendo come un tempo, disse: “Non lo so Light, fratellino!! Ma di una cosa sono sicuro… Quest’uomo ci vuol bene!! Non ci farà del male!! Adesso… abbiamo anche la protezione di mamma e papà!! Li ho visti quando mi sono svegliato!! Dobbiamo dare amore all’uomo… poiché NON TUTTI GLI UOMINI SONO CATTIVI!! NOI ABBIAMO UN NOME!! SIAMO VIVI!!”.

Christopher, accese il motore e partì di gran carriera! Questa volta, il viaggio per Sun fu bellissimo! Vide allontanarsi quell’INFERNO dal finestrino e ne gioì abbaiando! Si unì anche a lui Light, che non si era mai allontanato da quel posto malefico.

Ora erano FUORI DALL’INFERNO.

 

Christopher aveva una moglie e due figli, nonché anche un altro cane Beagle.

Appena arrivarono, ci furono molte feste da parte dei bambini che non la smettevano più di giocare con i due cucciolotti. Ma Light, s’accorse che quel cane Beagle adulto aveva qualcosa di famigliare! Lo odorò e così fece anche lui! Era suo padre! Naturalmente pianse dalla gioia, leccandolo, e quello con molta gioia e tenerezza, riconobbe suo figlio! Si sa… agli animali basta poco per riconoscersi… Sun, nel vedere ciò pianse, visto che si ricordava di suo padre Joe, e disse al fratello: “Che ne dici Light se diamo un nome anche al tuo papà?” Light, sorridendo disse: “Non è solo mio… Adesso è anche tuo!! Certo!! Lo chiameremo Sky!! Io luce, tu sole, e lui cielo!!” I cagnolini, si strinsero al vecchio Beagle, che aveva sul suo corpo due codici numerici.  Christopher, si rese conto di quello che stava succedendo e non ci credeva! Pianse anche lui… Effettivamente, poco tempo prima,  egli, aveva salvato quel cane adulto che da George, aveva avuto, come i due cuccioli, il TRATTAMENTO SPECIALE… Lo portò in gran segreto via dall’INFERNO! Era riuscito a salvarlo per miracolo! Ora, padre e figlio erano di nuovo insieme!

 

Sun e Light, ed anche Sky, da quel giorno, corsero felici su di un grande prato verde… Il sole finalmente colpiva i loro corpi e di questo ne gioivano! Era la tanto attesa e desiderata LIBERTA’! LIBERTA’ che comunque, non faceva scordare il dolore! Quel prato, si trovava proprio vicino alla stradina di campagna che era stata la casa per Sun e Betty. Vi andarono molto spesso… giocando con Sky, che aveva accettato anche Sun come figlio! Sun, portò suo fratello ed il padre a vedere lo scatolone in cui era nato!

 

Passò un anno! Ormai Sun e Light erano cresciuti! In una bellissima giornata di sole, passeggiando in quella campagna, notarono una cosa molto strana. Sun, ora, aveva sempre evitato d’andare dove si poteva vedere l’INFERNO… ne aveva molta paura, perché tutto era cominciato così, ma quel giorno sentiva di dover vedere. I giovani cani Beagle, si affacciarono e videro un’enorme camion vicino alla ciminiera dalla luce rossa intermittente, che ora era spenta. Dopo, nemmeno un secondo, una palla di ferro molto pesante, fissata ad un palo sul veicolo con un’enorme catena, colpendo la ciminiera la distrusse! Ci fu un gran rumore… Sun e Light, guardarono la scena, e poi si guardarono in faccia. Sorrisero… L’INFERNO non ci sarebbe stato mai più! Il simbolo dell’uomo crudele, era crollato!

 

Sono passati molti anni da allora… Ora, dove prima si ergeva maestoso, il simbolo dell’uomo crudele, che non faceva altro che maltrattare le povere creature che volevano solo vivere, c’è un bellissimo parco d’abeti! Quello è il riscatto verso la vita di molte creature! Creature, che, nonostante tutto perdonano! L’INFERNO non è che un brutto ricordo… Il ricordo dell’uomo crudele che non deve mai più ripetersi!

 

 

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