SCAVALCARE IL MURO

RAFFAELE FAMELI

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Quella notte ero triste. Ho passato un’intera giornata a lavorare, e quella nottata così grigia di pioggia, di certo non aiutava il mio stato d’animo. Ero stanco e solo. M’affacciai al balcone e vedevo la pioggia scendere. Dalla tettoia, che copriva il balcone impedendo all’acqua di colpirmi, potevo vedere e contare gli schizzi. Che sensazione di vuoto!

Rientrai dentro casa e mi misi steso sul divano. Vivevo con mia sorella, la quale era fuori da una sua amica.

Con lo sguardo perso nel vuoto, ripensavo ai miei vent’anni. Cosa avevo raggiunto? Cosa potevo dare agli altri di mio? “Edoardo! Svegliati da questa malinconia…” mi ripetevo fino allo sfinimento. Era davvero dura! Ero imprigionato, ma avevo dentro una forza che voleva venir fuori, però non sapevo come fare! Avevo provato a mettermi a tavolino con un foglio bianco davanti per poter esternare tutto quello che, di prepotenza voleva veder la luce… invano! Non riuscivo! Quel foglio bianco, per me era un muro! Un maledetto muro che mi separava da un qualcosa che nemmeno io sapevo di poter varcare! “Se avessi qualcuno che mi faccia la scaletta… forse…” pensavo in quei frangenti, ed anche quella notte andò così. M’alzai dal divano ed andai al solito tavolino. Accesi la luce da tavolo e presi carta e penna. Come sempre, non riuscì a scrivere nulla! Ma quella sera chiesi aiuto! Nella mia mente dissi: “Se c’è qualcuno che mi sta ascoltando… vi prego aiutatemi! Voglio saltare oltre il muro che ho davanti! Io… io non chiedo altro!” Però nessuno rispose. Ero davvero sconsolato! Sapevo d’aver molto da dare, ma come ho già detto, non ci riuscivo!

Mi coricai di nuovo su quel divano e chiusi gli occhi.

 

Ricordo solo che durante l’arco di tempo che ero in quello stato, che tra l’altro a me sembrò breve, fui colpito da un raggio di luce. Qualcuno mi disse: “Edoardo! Tu hai chiesto aiuto, ed io sono qui per questo! Tu, da come hai detto, vuoi attraversare, o meglio, scavalcare quel muro? Io posso fare molto di più! Mi chiamo Ax! Sono la tua guida per trovare te stesso! Infatti, prima d’attraversare quel muro, devi guardarti dentro! Sarà un percorso difficile, ma alla fine riuscirai a farcela! Questo dipenderà esclusivamente da te! Sappi, che per ora dovrai trovarmi anche in realtà! Va in spiaggia… io sarò lì…”

 

Mi svegliai che già era giorno. Per me fu una cosa stranissima! Di certo avevo sognato quella voce e quella luce! Però dentro di me sentivo che era tutto vero! Qualcuno aveva risposto alla mia richiesta d’aiuto. Chi mai poteva essere questo Ax? Questo dubbio attanagliava la mia mente! Decisi d’andare subito in spiaggia! Volevo sapere! Mia sorella, che era tornata poco prima del mio risveglio, vedendomi agitato mi domandò il perché, ed io le risposi che presto l’avrebbe capito. Mi guardò in modo strano, ma a me non importava.

Mi vestii in fretta ed in furia. Avevo un appuntamento con un essere che era venuto nei miei sogni, e proprio come quelli era scomparso, ma ora… voleva palesarsi a me.

Uscii di casa e presi l’automobile. Non dovevo andare a lavoro quel giorno, e così potevo incontrare Ax. Avevo già sentito qualcosa di simile! Infatti, conoscevo da molto tempo uno psicologo che parlava sempre di una certa cosa… ma si! L’AXIA! Forse… forse Ax era qualcuno che aveva a che fare con quella cosa?

 

Spinsi il piede sull’acceleratore, e in un lampo mi trovai fuori città! Già, dal finestrino aperto potevo intravedere l’azzurro del mare e potevo respirare l’aria carica di salsedine! Era una bellissima giornata di sole. Che strano… sembrava che il cielo si fosse dimenticato della pioggia della sera prima… Quello lì, Ax, come faceva a sapere che il tempo sarebbe migliorato? Forse aveva visto le previsioni meteo in tv? Boh! Tutto sapeva di soprannaturalità! Comunque non mi spaventava quell’idea! Infondo… era quello che avevo sempre voluto!

L’automobile toccò con le sue ruote la strada della località di mare. Dopo qualche tornante sarei arrivato in spiaggia. Qualcosa mi diceva che sarei dovuto andare alla scogliera.

 

Ero arrivato! Ho parcheggiato l’auto e scesi. Mi avviai a piedi. Quella spiaggia d’inverno era meravigliosa! Non c’era il via vai che d’estate faceva sembrare quel luogo una piazza affollata! Infatti, io preferivo proprio quel periodo dell’anno per andare al mare.

Tolsi le scarpe e le calze. Anche se la sabbia era bagnata, non mi preoccupai. Il contatto con i granelli era piacevole.

Le pietre della scogliera si ergevano maestose davanti a me! Mi inoltrai ma non vidi nessuno! Solo gabbiani. Stavo quasi per perdere le speranze e guardai l’orologio.

 

All’improvviso, un gabbiano scese veloce verso di me. Era un uccello molto grande ed io provai soggezione poiché non avevo mai visto così da vicino un gabbiano. Mi fissava ed io fissavo lui. “Tu devi essere Edoardo? Quello che ha chiesto il mio aiuto? Vero?” Mi domandò. Io restai basito. Un uccello mi stava parlando all’uso umano. Per non far capire che stavo per svenire dissi: “Si! Sono io… e tu devi essere Ax?” Quel gabbiano annuì abbassando ed alzando il capo. “Si! Sono proprio io! Sarò, come già ti ho detto, la tua guida verso quel mondo che hai sempre cercato ed anche intravisto! Quello che ti attende è molto duro! Per gli esseri umani è difficile varcare quella soglia! Infatti, prima di poter scavalcare quel muro, devi ritrovare te stesso e la tua vera essenza!” Io sudavo! Avevo paura e non sapevo cosa rispondere, ma poi facendomi coraggio, siccome volevo a tutti i costi veder oltre, risposi: “Io lo voglio! Però non so di preciso cosa cerco! So di voler trovare qualcosa ma non so esattamente cosa! Oh Ax! Indicami tu la strada, visto che sei un gabbiano e sai volare! Vorrei portare anche agli altri tutto questo…” Quello mi guardò e mi disse contento: “Certo! Il tuo desiderio sarà sicuramente esaudito! Regalerai un sogno, anche a chi sognare non può più! Però… dovrai guardare dentro il tuo cuore! Dovrai trovare la tua vera forma! Ecco quale è la cosa difficile! Molti, in questo mondo vorrebbero fare il tuo stesso viaggio… non appartengono a questo mondo, infatti ne cercano un altro! Tu, caro Edoardo, sei uno di loro! Come altri, tu, hai intravisto quell’universo attraverso altri con un mezzo creato dagli uomini! No! Non sei un extraterrestre! Prima di nascere, tu eri lì! Ecco perché ho deciso di aiutarti! Tu vuoi diventare uno scrittore e descrivere quella dolcezza che hai dentro! Lo so! La tua storia sarà il tuo primo racconto! Ora… prova a chiudere gli occhi… cerca di ricordare dove hai visto per la prima volta quello che ti fa sentire così… io… io lo so, però non posso dirtelo! Devi scoprirlo da te! Non avrebbe senso se te lo dicessi io!” Chiusi gli occhi con timore e cercai di ricordare…

 

All’improvviso avevo capito! Aprii gli occhi e dissi ad Ax: “In TV! E’ stato in TV! Si! La prima volta che ho provato quella sensazione è stato quando ho visto dei cartoni animati! Non ho mai capito, fin ora, il perché, ma nel vedere quei personaggi mi sentivo come loro! Non c’è un perché! Volevo avere quegli occhi! Sapevo e so, infatti, che solo essendo come loro avrei potuto entrare interamente in quel mondo! Adesso… adesso ho capito! Ma… ma io ora sono diventato grande! Ho vent’anni!” Ax, fissandomi severo, mi rimproverò: “E’ questa cosa che non ti permette di fare ciò che vuoi! Dici che sei grande… Errore! Tutti lo possono fare! Allora… non hai proprio imparato nulla dal tuo incontro con Giulio? Lui, siccome ha avuto il privilegio di parlare con Phegeus ha capito anche te! Ma tu… tu non hai seguito i suoi consigli! Ah! Se li avessi seguiti… Mah! Ancora, comunque sei in tempo! Però quello che vuoi tu è molto diverso! Io non posso che dirti che devi partire! Ma prima dimmi… quale personaggio dei cartoni animati ti ha fatto sentire in quel modo?” Come poteva Ax conoscere Giulio? E soprattutto, come faceva a sapere che ci avevo parlato? Ero sconvolto! Ax mi aveva anticipato che avrei dovuto partire, ma per andare dove? Comunque risposi: “Se non ricordo male, sono stato attratto da Tamburino… non so se conosci il coniglietto amico di Bambi…” Quello, mi guardò con tenerezza e mi disse: “Come no! Certo! Lo conosco! Allora… caro Edoardo, ci siamo! Dimmi… sai parlare l’inglese?” Cosa centrava l’inglese con quello che avrei dovuto fare? Non riuscivo a capire il perché di quella domanda, ma, vedendomi perplesso mi disse: “Ti chiedo questo perché dovrai andare molto lontano! Per fare quello che vuoi, dovrai incontrare un qualcuno che possa indicarti la via!” Io gli dissi: “Ma… chi dovrei incontrare che sta così lontano? E poi… dove devo andare?” Ax mi guardò e disse: “Si chiama William Floyd! Fa il disegnatore ed abita negli Stati Uniti! Ha già fatto molto! Oh Edoardo! Quel mondo che cerchi, esiste davvero! Quanti abitanti di quell’universo sono giunti fin qui, e quanti esseri umani, puri di cuore e pieni d’AXIA sono riusciti ad arrivare in quel mondo… tu questo nemmeno lo immagini! Hanno tutti cambiato vita! Tu… tu sei un coniglietto! Proprio come Tamburino! So anche che hai provato a concentrarti, anche qualche anno fa, per sentirti come lui… un bellissimo coniglietto! Però, non ci sei riuscito in pieno! A te, serve molto di più! Tutti facciamo parte d’un racconto! Forse non ce ne rendiamo conto! E’ tutta fantasia, Edoardo! E’ tutta fantasia! E’ tutta fantasia che è realtà! Basta saper scavalcare quel muro, anche con dei piccoli aiuti! Fa le valigie Edoardo! Buon viaggio! Noi ci rincontreremo in quel mondo dove andrai! Nel tuo VERO MONDO! Io provengo dalla stella d’AXIA! Verrò fino a te da lì!” Dicendo così, il fantastico gabbiano Ax, mi diede l’indirizzo preciso dove avrei dovuto andare! Dovevo incontrare, appena arrivato, un certo Alen con suo fratello Henry. Dopo avermi salutato, Ax andò via facendo il suo verso! Era un saluto! L’avrei rivisto ancora.

 

Rimasi da solo su quella spiaggia. Avevo le lacrime agli occhi ed ero spaventato. Per fortuna sapevo parlare abbastanza bene l’inglese, solo che, in punto ed in bianco, fare le valigie ed andare in America, a me sembrava una pazzia! Ci pensai parecchio! Camminavo per quella spiaggia avanti ed indietro, poi, gettando un calcio ad un sasso che andò a tuffarsi in mare, mi decisi! Era davvero quello che desideravo e volevo! Il pensiero d’incontrare chi m’aveva fatto scoprire quel mondo, mi rendeva felice!

Mi incamminai per il sentiero che avevo fatto per arrivare in spiaggia, ed arrivai proprio dov’era parcheggiata la mia auto. Misi in moto e, preso da un entusiasmo incredibile, andai al primo bancomat, prelevando tutto il denaro che mi era necessario per il viaggio e la permanenza. Telefonai anche al mio posto di lavoro per prendere una settimana di ferie che mi furono concordate subito. Però, ancora avevo dubbi! Proprio come aveva detto il gabbiano Ax, per me è stato molto difficile accettare una realtà molto diversa da quella in cui avevo sempre vissuto. Andavo nel mondo della fantasia… solo che quella fantasia avrebbe avuto sicuramente ripercussioni sulla realtà!

 

Tornai a casa. Mia sorella mi chiese dov’ero ed io gli risposi che dovevo subito partire per andare negli States. Mi inventai un appuntamento di lavoro! Non potevo certo dirle che avrei incontrato qualcuno che m’avrebbe fatto andare in un’altra dimensione trasformandomi in un coniglietto! Non m’avrebbe mai creduto! Mia sorella è stata sempre una con i piedi per terra, anche se, in precedenza, aveva convissuto con me quelle esperienze vedendo Bambi, però ora, semplicemente, forse non se ne ricordava più. Si preoccupò e non poco! Il viaggio era lungo (perché non sapeva del resto del viaggio…), ma io preparai di tutta fretta la valigia. Scrissi velocemente su un post-it l’indirizzo di quell’Alen Wilson e me lo misi in tasca! Volevo subito partire. Salutai ed uscii per andare alla prima agenzia di viaggi che mi veniva a tiro. Salutai mia sorella con un bacio molto tenero ed uscii.

Arrivato all’agenzia, feci un biglietto di sola andata! Non sapevo infatti quando sarei ritornato, se mai ci fossi riuscito ad arrivare da Tamburino.

Ero adesso in macchina di nuovo. Arrivai in aeroporto, ed aspettando il check-in, vidi in una cartolibreria, un giornale con Bambi ed i suoi amici! Mi intenerì guardando Tamburino. Lo comprai subito… m’avrebbe tenuto compagnia in aereo.

 

Quell’aereo era pieno di gente. Tutti dovevano andare in America per questioni molto diverse… chi per lavoro, che per divertimento ecc. ecc. Solo io andavo per quella cosa… Il mio vero viaggio non era quello in aereo! Non sapevo come l’avrei fatto! Pensavo che quello che stavo facendo fosse una pazzia, e forse lo era davvero! Lo pensavo… e più la mia mente faceva quel ragionamento, e più avrei voluto scendere dal velivolo, ma… all’improvviso i motori rombarono! Non si poteva più ritornare indietro! Ax me lo aveva detto che sarebbe stato difficile e duro! Ma non pensavo che fosse in realtà così complicato! Tremavo!

Al sentire quel rombo, strinsi tra le mani quel giornale guardando Tamburino! A quella dolce vista mi tranquillizzai, ma non del tutto!

L’aereo con un brusco strattone si levò da terra! Era fatta! Tremai ma non per paura di volare, ma perché dovevo affrontare l’ignoto. Chi mai erano Alen, Henry e William? Li avrei trovati davvero? E se si, mi potevo fidare di loro? Di tre perfetti sconosciuti? Mi stavano già aspettando? Non lo sapevo! Sapevo solo d’esser solo ad affrontare tutto questo!

 

Quante ore avrò passato su quell’aereo? Molte! Guardavo dal finestrino e ora vedevo l’oceano! Pensavo alla sera prima… alla pioggia ed al foglio bianco! Il muro che avrei dovuto scavalcare! Poi, pensai ad Ax. Tutto era successo così velocemente che non avevo avuto nemmeno il tempo di prepararmi psicologicamente! Proprio come un coniglietto, avevo paura! Però, per me era un inizio!

Sul sedile vicino a me, c’era un bambino con la sua mamma. Lo osservavo e se mi guardava gli sorridevo. Dopo un po’, cominciò a parlarmi. Mi disse: “Ciao! Io mi chiamo Alberto! Sai… sto andando in America con Mamma per trovare il papà, e domani andremo tutti insieme a Disney World! Ci vieni anche tu?” Non sapevo cosa rispondere. La mamma disse al bambino: “Alberto! Non disturbare il signore…” “Ma no signora! Non mi disturba affatto!” Dissi e poi, voltandomi con il bimbo dissi: “Forse… forse ci vengo anch’io! Ma dimmi piccolo… in quel parco chi vorresti incontrare di bello?” Di colpo, gli occhi del bambino si illuminarono e disse: “Voglio incontrare Topolino… e poi anche Paperino con Cip e Ciop! E tu signore?” Non potevo certo dirgli che quelli che avrebbe incontrato in quel parco erano uomini travestiti da cartoni animati, e che io, e solo io, avrei potuto incontrare davvero gli originali, e così, gli dissi facendogli vedere il giornale comprato in aeroporto, indicando Tamburino: “Lui! Io voglio incontrare lui!” Alberto mi sorrise e mi disse delle parole che mi turbarono: “Signore! Tu, il coniglietto lo vedrai! Lo vedrai davvero! Io sapevo che ti avrei incontrato… sai… Phegeus me lo ha detto! Conosci il cavallino alato? Mi ha detto anche che tu sei un coniglietto! Vorrei venire con te…” Io gli sorrisi ma non dissi nulla! Sembrava che tutti sapessero della mia avventura… perfino il cavallino di cui tanto parlava Giulio!

 

Le ore passavano, forse per il jet lag, oppure per tutte le emozioni che avevo provato, mi addormentai. Mi sono svegliato proprio quando l’hostess annunciò che eravamo atterrati! Mi preparai. Il cuore mi batteva forte. Erano le sei di mattina in America! Era ancora buio! Scesi dalla scaletta dell’aereo con vicino Alberto e la mamma. Arrivati a terra lo salutai con un sorriso e dicendogli ciao con la mano, quello mi disse: “Buon viaggio coniglietto!” I miei occhi si riempirono di lacrime.

Adesso dovevo prendere un taxi. Feci una lunga fila per prenderne uno, quando ci riuscì, diedi al tassista l’indirizzo mentre stava mettendo la mia valigia nel bagagliaio, e montai sui sedili posteriori. La macchina si mise in moto.

Era una bellissima città, piena di verde, anche perché era vicina ad un bellissimo parco naturale. Mi informai dal tassista sugli alberghi nella zona dove dovevamo andare.

Quando l’auto si fermò, vidi davanti a me una casa a due piani, e davanti a quella un chiosco d’un giornalaio. C’era parcheggiata anche un auto. Ringraziai e pagai il tassista, e dopo, con il cuore in gola scesi dal mezzo.

 

Mi trovavo davanti ad un portone bianco. A destra di quello, una finestra che dava sulla strada. Mi feci coraggio e suonai a quel campanello. Preso dall’agitazione, ripassai velocemente il mio inglese anche se ero sicuro di saperlo parlare bene.

Dopo qualche secondo, aprì una ragazza. Spiegai chi ero e chi volevo. Quella, mi fece entrare ed accomodare in casa, e dopo chiamò: “Alen! Qui c’è un signore che ti vuole! Scendi!” Quello dal piano superiore disse: “Chi mai può essere a quest’ora! Io… io devo andare in ufficio! Terry, ricordati che poi devi passare a ritirare le mie giacche in lavanderia!” Quella gli rispose di si, e poi, rivolgendosi a me disse: “Si sieda! Alen scenderà subito!” Ringraziai e mi sedetti sul divano. Davanti a me la TV e sopra ad un tavolino alcune riviste. Diedi uno sguardo. Erano dei giornali con in copertina Cip e Ciop. Mi intenerì profondamente e ripensai a Tamburino.

 

Alen scese dalle scale ed io mi alzai. Mi guardò scrutandomi per capire se mi conosceva o no, e poi mi diede la mano dicendo: “Sono Alen Wilson… Desidera?” Io presi la parola e dissi: “Salve! Io vengo da molto lontano…” Alen non mi lasciò finire la frase perché agitato, diventando di tutti i colori, mi disse dandomi del tu: “Ma no! Non mi dire che anche tu arrivi da quel mondo… chi sei? Come ti chiami in realtà? Sei per caso uno scoiattolo oppure una volpe? Non mi dire che anche tu hai attraversato i tre archi? Ah! Proprio adesso che dopo essere stato in quel mondo, cominciavo ad abituarmi alla normalità! Henry… Henry! E’ stato lui…” Io restai perplesso. Di cosa stava parlando? Io… io uno scoiattolo? Comunque, per spiegargli meglio dissi: “Ma no! Vede… Signor Wilson… io vengo dall’Italia! Mi chiamo Edoardo! Ho avuto il suo indirizzo da… lasciamo perdere… Sono venuto da lei, perché dovrebbe indicarmi dove posso trovare William Floyd il disegnatore!” La ragazza, con gli occhi sgranati verso di me disse: “Lo sapevo! La fantasia… la fantasia è ritornata!” E svenne. Alen, andò a raccoglierla da terra, e rivolgendosi a me disse: “Oh santi numi! E’ da quando è partito Ciop e Cindy, che poi ci hanno fatto andare da loro, che Terry non aveva avuto più svenimenti… Adesso sei arrivato tu… in prima mattina… Ma… mi puoi dire chi diavolo sei e che cavolo vuoi?” Io capii che la mia presenza lì era come un fulmine a ciel sereno, e mi scusai dicendo: “Oh! Mi dispiace Signor Wilson! Ma vede… devo incontrare il Signor Floyd! Devo parlare con lui per una questione… non ci crederà mai… ma sa, un gabbiano… un certo Ax m’ha dato il suo indirizzo! Mi creda! Anche per me è difficile da credere… chiedo scusa per il disagio…” Quello, cercando di calmarsi disse: “Signor Edoardo… o come si chiama lei… da quando in qua i gabbiani si mettono a dare gli indirizzi della gente? Non è che per caso lei è un amico di un demonio dannato… un certo Roger? No… perché se è così, io non la porto da nessuna parte!” Io non sapevo di chi stesse parlando, e dissi con il fiato corto: “Non conosco nessuno con quel nome! Lo so! E’ assurdo… mi dica gentilmente dove posso rintracciare il signor Floyd!” Un ragazzo, ancora in pigiama scese velocemente dalle scale dicendo: “Lo so io! Lo so io! Io lavoro con lui!” “Henry! Per la miseria! Non ti sei ancora vestito? Devi andare a scuola… fra un po’ verrà Scott a prenderti come ha detto ieri! Va subito su… altrimenti, il tuo lavoro te lo do io… ricordi? Hai promesso anche di studiare!” Quello, invece di dare retta a suo fratello, venne vicino a me e mi diede la mano. “Ho sentito che cerca il disegnatore? Posso sapere il motivo?” Io, prendendo fiato gli spiegai tutto. Parlando, avevo come l’impressione che i due fratelli fossero, da come si comportavano, spiccicati ai due scoiattolini della rivista che era posato sul tavolino. Henry ascoltò il mio racconto con molto interesse, infatti, avevo raccontato tutto nei minimi dettagli. Dopo che ebbi finito, il ragazzo mi disse con un sorriso: “Nessun problema signor Edoardo! William l’aiuterà in tutto! Sa… anch’io ho avuto un’esperienza simile alla sua…” E si mise a raccontare una storia assurda ma meravigliosa! La storia con cui lui e non solo, era riuscito a ‘ Cambiar Vita ‘, per usare le sue stesse parole.

 

Alen, nel sentire raccontare quelle cose, cercò di far smettere Henry di parlare. Lo faceva in modo molto buffo. Ho trattenuto una risata! Sembravano proprio Cip & Ciop, e lo dissi: “Perdonate la mia ilarità… ma siete come Cip e Ciop! Vi comportate esattamente come loro! Oh! Se è vero quello che mi ha raccontato suo fratello, signor Alen, siete stati molto fortunati! Anch’io sono convinto, ora più che mai, dell’esistenza di quella dimensione parallela, se così si può chiamare! Solo… che io vorrei portare anche agli altri, e non solo a me stesso, questa bellissima conoscenza! Vorrei portare, come ha detto Ax, i sogni anche a chi sognare non può più per diversi motivi! Sentite! Perché non rendete pubblica la vostra storia? Sarebbe un bel racconto… non vi pare…” Henry disse: “E’ un ottima idea! Ma credo che già sia stata scritta da qualcuno… Anche questo, anche questo è il compito che mi sono preposto! Devono saperlo tutti! Creare dal nulla! Erik me lo ha fatto promettere!” Terry, nel sentire quelle parole, svenne di nuovo. Alen nel soccorrere nuovamente quella che ormai avevo capito essere sua moglie, guardandomi in cagnesco disse: “Ah si! E’ già pubblica la nostra storia… solo questo ci mancava! Diventare i personaggi d’un romanzo d’appendice! E ditemi, signor Edoardo… che ruolo avrei io in tutto questo? Il fratello cattivo, oppure quello che stava per andare a finire in manicomio, come del resto, potrei finirci anche ora? E’ vero! Anch’io ho trovato la dimensione della fantasia e mi manca! Però non lo vado a raccontare a tutti…” Io non ho saputo come rispondere, però, guardando negli occhi Henry dissi ad Alen: “Credo che si sbagli signor Alen! Bisogna che la gente sappia! Comunque, chiedo scusa se vi ho sconvolto la vita venendo in America nella vostra città! Oh… ma… io devo chiamare mia sorella per dirle che sono arrivato… sarà molto preoccupata!” Alen, con un sorriso sarcastico che serviva per mascherare l’agitazione disse: “Già! Deve chiamare sua sorella! Speriamo solo che anche lei non abbia le orecchie lunghe come i conigli…” Terry, per farlo smettere di parlare, gli si avvicinò e giù una gomitata. Io per non ridere, sia per quella scena, e sia per il pensiero di mia sorella con le orecchie da coniglio, chiesi di poter uscire fuori per telefonare con il mio cellulare.

Appena fuori, mi misi a ridere come un matto! Erano le persone più buffe, divertenti e meravigliose che avessi mai conosciuto in tutta la mia vita! Ero contento di sapere di non essere il solo pazzo a credere nei sogni, proprio come m’aveva detto il gabbiano Ax.

 

Presi dunque, dalla tasca della giacca il mio cellulare e composi il numero di casa. Mi rispose mia sorella che mi disse: “Edoardo! Sei già arrivato? Tutto ok il viaggio?” Io le risposi: “Si! Sto benissimo, forse un po’ stanco… ma che vuoi… ho attraversato l’oceano! A casa tutto bene?” Quella mi rispose di si, ed io la salutai dicendo che non sapevo quando l’avrei ricontattata. Inventai la scusa di essere occupatissimo. Beh… in realtà, mi chiedevo se nel mondo di Tamburino esistessero i telefoni! Non avevo idea su quando sarei riuscito a richiamare di nuovo Laura, mia sorella. Riattaccai, e mi stavo apprestando a rientrare in casa, quando arrivò una macchina che parcheggiò proprio davanti lì davanti ai gradini. Scese un ragazzo con un foulard al collo. Salì e mi vide. Mi disse: “Salve!” Ed io risposi: “Salve anche a lei!” In quel momento, Henry, sentendo la voce del ragazzo, uscì di corsa dalla porta dicendo: “Oh Scott! Sei arrivato finalmente! Oggi… oggi non vado a scuola! Vedi questo signore? Viene dall’Italia, ha bisogno di William! Vuole andare nel mondo di Ciop! Dobbiamo aiutarlo! So che è ancora presto, però l’ho già chiamato! Dice il signor Edoardo che ha chiesto aiuto, e che un gabbiano, un certo Ax, lo ha contattato! Gli ha dato il nostro recapito! Lui vuole diventare un coniglietto come l’amico di Bambi, e poi, raccontare a tutti la sua esperienza! Vuole diventare scrittore!” Scott mi guardò sorridendo e disse: “Non si preoccupi Edoardo… E’ venuto nel posto giusto! L’aiuteremo noi… ma… tuo fratello come l’ha presa?” Henry si mise a ridere dicendo: “Perché? Non lo immagini? Vedi Scott… l’ha presa proprio come quando Ciop è arrivato qui! Per fortuna, Edoardo ha capito che tipo è… AHAHAHA! Ma che facciamo qui fuori? Entriamo in casa… tempo di vestirmi ed andiamo subito da William! Ci darai un passaggio?” Quello rispose di si ed entrammo.

 

Ero agitatissimo. Non riuscivo neppure a respirare! Tra poco, avrei conosciuto chi mi poteva aiutare a scavalcare quel muro. Come avrebbe fatto?

Terry, la compagna di Alen mi disse: “Suppongo, signor Edoardo che non ha un posto dove dormire? Se vuole, può stare qui da noi! I genitori di Alen sono in questo momento in viaggio. Stanno andando ad una sfilata di moda, siccome la mamma di Alen ed Henry fa la stilista…” Alen nel sentire questo, balzò sulla poltrona dicendo: “Ah! E così, questo signore italiano, sconosciuto ha bisogno d’un posto dove dormire? Dimenticavo che questa casa è stata sempre come un albergo! Prima Ciop con Cindy, poi l’italiano coniglietto!” Terry lo guardò male, mentre io mi offesi un po’, ma poi ricordandomi delle parole di Henry sul carattere di suo fratello feci buon viso a cattiva sorte. Infondo… a me serviva un posto dove stare! “Ma che modi sono!” Disse Terry. “E’ appena arrivato e tu già lo vuoi cacciare fuori… Signor Edoardo… perdoni Alen, ma da quando ci è successo quell’affare, è diventato un po’ nervoso! Non che prima non lo fosse…” Henry, ridendo disse: “Già! Ma infondo, mio fratello è buono e crede nella fantasia! Se permette, signor Edoardo, le porto la valigia di sopra! Devo andare a prepararmi! Tu Scott aspetta!” Scott annuì ed il ragazzo prese la mia valigia ed andò al piano superiore.

Ora mi trovavo ad essere ospitato da quelle brave persone che, da come avevo capito, erano straordinarie proprio come l’esperienza che avevano avuto, ma io, pensavo che ora, il protagonista ero io. ‘ Facciamo tutti parte di un racconto! ‘ aveva detto Ax! Era vero! Infatti, ero li, pronto a veder oltre! Certo… avevo paura, però ero riuscito a guardarmi dentro! Osservai di nuovo quei giornali sul tavolino, cercai di immaginare d’essere lì con Tamburino in quel favoloso mondo. Scott se ne accorse e disse: “A quanto vedo, anche lei, signor Edoardo è attratto da quei magici colori! Anche io, fortunatamente ci sono riuscito a vederli di persona! Io ero una volpe! Che meraviglia! Però… sa, signor Edoardo… ho conosciuto, poco tempo fa, un altro italiano… si chiamava Federico… lui ha, diciamo così, realizzato il suo sogno d’essere una creatura di quel mondo… una puzzola! L’ho incontrato con la sua ragazza Sara, anch’essa puzzolina! Ora si sono sposati! Loro sono Furry! Si vestono con dei costumi molto belli che rappresentano in tutto e per tutto il loro animale… Gli ho visti e conosciuti!” “In un manicomio…” Replicò Alen sarcastico, ma Scott rispose: “No Alen! Non sono pazzi! Anzi… li ho incontrati ad una loro convencion! Se vuole, signor Edoardo, posso darle il loro indirizzo! Magari potrà, una volta ritornato in Italia, incontrarli! Sa, Federico è scrittore, mentre Sara fa la disegnatrice! Potrebbero aiutarla a pubblicare i suoi racconti…” Io ringraziai Scott e mi feci dare quell’indirizzo. Alen nel guardarci disse: “Andiamo bene… ci mancavano solo i ‘ pelosi ‘! Comunque… io lo sapevo… Da quando Ciop è arrivato nella mia vita, sapevo che sarebbe stato tutto diverso!” Anche la mia vita era cambiata e diversa! In sole due giornate attendevo… attendevo di vedere dall’alto quel muro e, finalmente essere quello che inconsapevolmente ero sempre stato!

Mi offrirono un caffè. Ne avevo proprio bisogno. Alen mi raccontò di Ciop e di come era arrivato nel nostro mondo. Avevo come l’impressione che gli mancasse tanto… ma sapeva di poterlo rivedere!

Henry, intanto si era vestito. Scese le scale e venne da noi. “Ok Scott! Possiamo andare!” Così quello ed io ci alzammo. Salutai Alen e Terry, e con i due ragazzi uscimmo dalla porta di casa.

Il sole splendeva già in alto nel cielo. Con quella luce vidi meglio quella città che m’aveva accolto che ancora era buio. Era deliziosa e grande!

 

Montammo in macchina e partimmo. Henry mi disse che dovevamo andare nel palazzo della Walt Disney! William lavorava lì. Ero emozionato e tanto, tanto felice. Ringraziai mentalmente il mio amico gabbiano Ax che mi aveva aiutato, prima di tutto a capire cosa volevo, poi a riscoprire me stesso. I gabbiani volano! Possono vedere e capire molte cose che non a tutti è concesso d’osservare! Solo chi ha le ali può farlo! Le ali della fantasia che è realtà! Giurai a me stesso, che una volta arrivato di nuovo a casa in Italia, avrei contattato i Furry, ma, soprattutto il mio amico Giulio per dirgli che avevo realizzato tutti i miei sogni.

 

L’auto svoltò ed intravidi un enorme palazzo. Scott mi disse che era proprio lì che dovevamo andare! Per me, era una porta… una porta verso Tamburino. Senza paura, domandai ad Henry: “Senti Henry… secondo te… Tamburino come la prenderà che io voglio conoscerlo? Cosa potrebbe succedere?” Henry mi rispose sorridendo: “Sicuramente sarà contento! Digli che sei amico di Henry e vedrai che andrà tutto bene! E… se vedi Cip e Ciop, digli che ho mantenuto tutte le promesse e che mi mancano! Digli pure che sia io che mio fratello, andremo presto a trovarli come già abbiamo fatto!” Capivo che Henry aveva nostalgia di quel mondo… Ah! Se qualcuno m’avesse detto due giorni prima che sarei andato nel mondo di Tamburino e Bambi, e conosciuto anche esseri umani così particolari, mi sarei messo a ridere, ma ora no! Non ridevo! Era la realtà! Era tutto vero! Tutti! Tutti dovevano sapere!

 

Scott, parcheggiò la macchina proprio in un parcheggio davanti a quel palazzo. Vidi l’insegna… mi vennero i brividi! Per me era un tempio, e proprio come quando si entra in una chiesa, entrai, con Henry e Scott, senza nemmeno respirare.

Ci avvicinammo alla reception, ed Henry salutò la signorina e mi fece dare un pass. Quella guardando Henry sospettosamente ed indicandomi disse: “Signor Wilson! Non è che per caso farà scomparire anche lui…” Henry sorrise e disse: “Può darsi! Comunque… avverta del nostro arrivo il signor Floyd e… acqua in bocca…” Quella lo guardò in modo strano. “Henry! Ma anche lei sa…” Disse Scott ed il ragazzo rispose: “Sai… le ho raccontato tutto insieme a William! Tanto… chi mai potrebbe crederle?” Scott rispose ridendo: “Naturalmente… solo noi…”

Entrammo in ascensore e salimmo fino al settimo piano.

 

Quando le porte di quell’ascensore s’aprirono, mi resi conto che il mio sogno si stava per realizzare! Henry, sorridendo mi disse di seguirlo ed io così feci. Camminammo lungo quel corridoio, e a me sembrava quasi di volare. L’agitazione cresceva sempre di più! Immaginavo quel William come un mago… con il cappello a punta… un po’ come Merlino, però quando Henry bussò a quella porta ed aprì un uomo con gli occhiali rotondi sul naso, non restai deluso. Infondo… nemmeno io somigliavo ad un coniglietto, ma da quanto Ax m’aveva detto, lo ero!

William ci fece entrare ed Henry disse subito: “William! Questo è l’uomo di cui ti ho parlato per telefono… Devi aiutarlo ad attraversare il confine! Lui è come Tamburino… è un coniglietto! Quindi, presumo che lo dovrai disegnare così!” Quello si avvicinò a me e cominciò a guardarmi attentamente. Io mi sentivo a disagio e non osavo dir nulla, ma William mi sorrise dicendo: “Si! Ti aiuterò! Tu… tu ti chiami?” Risposi: “Edoardo! Mi chiamo Edoardo…” E spiegai tutto quello che mi era accaduto. Scott, vedendomi agitato disse: “Edoardo! Non ti devi preoccupare! Vedrai… tutto sarà molto rapido e semplice! Se vuoi… tutto può accadere!” Io tranquillizzato sorrisi e William mi disse: “Andare è facile, e lo è anche tornare! Quando arriverai in quel meraviglioso universo, vedrai tre stupendi archi! Quella è la porta per ritornare! Ricordati di questo! Adesso mi metterò subito a lavoro! Dovrò avvertire Bambi e Tamburino del tuo arrivo! Dovrò anche avvertire Red! Sai… lui è il nostro messaggero di fiducia! Sarà lui a dettarti il numero di telefono che servirà per contattarmi quando ritornerai da quella dimensione!” Restai imbambolato! Non riuscivo a capire! Non capivo nulla! William, Henry e Scott non sembravano né preoccupati e né spaventati di quello che mi sarebbe accaduto! Sembrava che per loro fosse normalissimo far andare la gente nel mondo dei cartoni animati! Ma… per me non lo era! Mi era ritornata la paura! Avrei voluto rinunciare e stavo quasi per farlo, ma William s’accorse che ero diventato pallido. Capì il mio stato d’animo, e stringendomi le mani disse: “Edoardo! So cosa stai provando! Però, da quello che hai raccontato… che è meraviglioso, capisco che per te è una cosa necessaria e vitale! Non c’è d’aver paura! Credimi! Dopo l’esperienza fatta per la prima volta da Henry, abbiamo affrontato molte altre volte questi passaggi interdimensionali! Basta solo amare quel mondo! Basta essere puri di cuore! Non aver paura! Ritornerai da me o da Henry molte altre volte per ritornare in quello che, da come hai raccontato, è stato il tuo mondo! Io… io devo solo disegnarti in quella dimensione… solo questo! Dimmi! Vuoi vedere tutto questo?” Henry e Scott mi guardavano in modo tenero e rassicurante. Respirai profondamente! La consapevolezza di volerlo davvero l’avevo già trovata… l’avevo già trovata chiedendo aiuto per scavalcare quel muro! Mi avevano già risposto! Ora non potevo tirarmi più indietro! Dissi a William con convinzione: “Si! Voglio vivere questa esperienza! Voglio vedere quel mondo! Se Ax mi ha aiutato, significa che è destino che veda… Scavalcherò il muro! Lo farò con il vostro aiuto! Sono pronto!” Henry, William e Scott sorrisero. Il mio sogno si stava per avverare.

 

William, si spostò e cominciò, su un foglio, a disegnare un fondale. Henry mi disse: “Ora tocca a te! Vieni… vieni con me!” Io seguii il ragazzo che mi condusse davanti ad una porta. La aprì ed io vidi un bagnetto. Guardai con sorpresa Henry, e quello capendo la mia meraviglia disse: “Lo so! E’ strano! Ma il tuo viaggio comincerà proprio da qui! Dovrai stare da solo per un po’! Ti concentrerai chiudendo gli occhi, e quando gli riaprirai sarai da Tamburino! Questo è necessario perché bisogna incominciare il viaggio da soli… infondo… da soli si comincia a vivere quando si nasce, e lo stesso è quando si muore! Tutto nasce dal buio profondo! I film… anche quelli, iniziano col nero! Ma non bisogna avere paura! E’ naturale! Il buio è un inizio, proprio come lo è la luce! Anche il foglio bianco che mi hai detto, è un inizio!” Mi vennero le lacrime agli occhi ed abbracciai Henry. Entrai in quel bagno ed il ragazzo mi salutò con Scott e William. Chiusi la porta.

 

Restai per un pochino in quel bagnetto e mi guardi in giro. Sul muro, un bellissimo disegno con tutti i personaggi Disney e non solo… sotto una bella scritta! Era un invito: “Close your eyes and come on in the World of Fantasy!!” Evidentemente, William aveva messo quel disegno proprio per spiegare, a chi come me, voleva entrare in quel meraviglioso universo come fare! Notai, che oltre a tutti i personaggi, a lato, c’era anche un gabbiano! Era Ax! Piansi e seguii le istruzioni. Chiusi gli occhi e cercai di immaginare Tamburino. Mi pervase la tenerezza e provai di nuovo la sensazione che avevo da bambino, ma questa volta moltiplicata per cento!

 

Dopo non so quanto, riaprii gli occhi. Non mi trovavo più nel bagnetto! No! Mi trovavo in un posto diverso e magnifico! Colori! Solo colori! La luce era diversa e splendente! Mi voltai e vidi dietro di me tre favolosi archi d’un colore turchino splendente! Erano carichi di un mistero e di un fascino indicibile! Incominciai a piangere di gioia! Ero arrivato a destinazione! Non osavo guardare il mio corpo, ma già lo capivo! Sapevo cos’ero diventato! Non avvertivo più, né dolori e né tristezza! Ero semplicemente felice… felice di vivere!

Cominciai a camminare accorgendomi di trovarmi a quattro zampe! Da lontano, vidi venire verso di me Bambi con Tamburino e Fiore, con vicino un gabbiano ed una volpe. Vicino a loro, poco distante vidi Cip e Ciop con un altro scoiattolo che poi capì essere Ciap, loro fratello. Nel guardare quel gabbiano capì chi era! Era Ax! Aveva mantenuto la promessa! Lui, arrivò vicino a me e mi sorrise, poi allargando le sue meravigliose ali disse: “Oh Edoardo! Sei arrivato! Hai visto com’è facile? Oh! Che bel coniglietto! Sei bellissimo!” Io arrossii. Tamburino mi venne subito incontro e mi disse, posizionandosi sulle zampe posteriori: “Ed!! Amico!! Da quanto tempo aspettavo di poterti rivedere… Quando sei andato via, mi hai detto che saresti ritornato!! Infatti!! Eccoti!! Ma dov’eri??” Io nel vederlo, improvvisamente ricordai… ricordai tutto! “Tamburino… sai, sono stato nel mondo degli esseri umani! E’ lì che adesso vivo con mia sorella!” Ciop, nel sentirmi parlare così disse al colmo della gioia: “Ah!! Un essere umano!! Per tutti gli scoiattolini del cielo, come mi mancano!! Mi manca soprattutto Alen, ma mi mancano anche tutti gli altri…” Cip, guardò teneramente suo fratello e disse: “A me manca Henry!!” Io dissi: “Stanno tutti bene! Vi salutano! Non vedono l’ora d’incontrarvi di nuovo! Ah! Io sono stato molto fortunato… ho chiesto aiuto ed ora eccomi qui con voi! Però devo ringraziare Ax! Se non fosse stato lui ad indicarmi la via, io non so proprio come avrei fatto! Oh Tamburino! Per me… per me sei un sogno! Un sogno che si è realizzato!” Tamburino mi sorrise, e subito incominciammo a giocare sotto lo sguardo di tutti gli altri!

 

Non so quanto tempo ho passato a giocare ed a parlare con Tamburino e gli altri… Sensazioni indescrivibili di tenerezza e di gioia! Mi presentò tutti! In quel mondo erano tutti amici! Fiore, mi regalò dei mazzolini di fiori! Uno, lo conservo ancora! Red, poi, ci invitò tutti quanti nella sua tana, dove ho conosciuto i suoi tre cuccioli e la sua compagna! C’era anche sua madre! Mi diede il numero di telefono, proprio come William mi aveva annunciato! L’avrei dovuto usare, una volta ritornato nel mondo degli uomini! Capivo, che in quel frangente era William a parlarmi attraverso di lui! Finalmente avevo visto tutto quello che ho sempre desiderato! Cip e Ciop insieme a Ciap, mi spiegarono tutto del loro magico universo! Mi spiegarono anche dell’esistenza di altri mondi, confinanti con quello dov’eravamo, come l’universo Manga oppure Warner. Conobbi anche Erik con suo figlio Zak, e Cindy, e poi Sally, la compagna di Cip con il figlioletto Chip Jr. Scoiattolino molto simpatico… proprio come suo padre Cip.

Dopo qualche giorno, andando in giro con Tamburino, incontrammo una coniglietta che disse di chiamarsi Laura! Era mia sorella! Non era entrata in quel mondo come me! Ci era entrata in sogno! Io le dissi subito che ero Edoardo, e lei si mise a giocare con me e Tamburino, ma per lei, tutto quello era solo un sogno e niente più, infatti dopo un po’ scomparve. Io giurai, che una volta tornato a casa, le avrei detto tutto! Avevo capito che anche attraverso i sogni si poteva raggiungere quella dimensione! Fui sconvolto e contento! Mia sorella non era cambiata nonostante gli anni trascorsi! Anche lei, infatti come me, da piccola vedeva i cartoni animati.

Ax, era sempre con me! Lo pregai di raggiungere nei sogni anche il piccolo Alberto che avevo conosciuto in aereo, e di farlo entrare in quella dimensione! Ax, nel sentire questo, rispose: “Certo! Alberto verrà anche lui! Oh Edoardo! Tu potrai portare chi vuoi in questo mondo! Sarà questo il tuo compito da oggi! Scrivere per far sognare e far scavalcare il muro!”

Vidi, dopo un po’, una puzzolina! Era Alberto! Ebbe la felicità di trovare i personaggi che gli piacevano di più e di giocare con loro! Incontrò pure me e mi disse: “Coniglietto! Grazie… So che sei il signore che ho incontrato in aereo! Me lo ha detto un gabbiano e Phegeus! Grazie di tutto!” Io lo abbracciai.

 

La mia esperienza durò ancora per parecchio! Il tempo sembrava essersi fermato, ma non era così. Stetti per parecchi giorni e notti! Non tenni conto del trascorrere delle ore e dei giorni! Per noi, in quella dimensione, semplicemente non contavano!

Fui ospitato da Tamburino nella sua bella tana! La mia preoccupazione, quando andavo a dormire era quella di risvegliarmi sul mio divano in realtà, scoprendo così che era tutta finta la mia esperienza, ma, come aveva detto Ax, quella era un’altra realtà! Mi svegliavo con contentezza, ancora immerso da quei stupendi colori.

 

Una mattina però, Red, venne e mi fece avere un messaggio da parte di William. Mi fece uscire dalla tana e disse: “Ed… Ti devo dare un messaggio dal tuo mondo!! Eccolo:  ‘ Ciao Edoardo! Sono William! In questo momento con me c’è anche Henry! Ti volevo dire che devi rientrare nel mondo degli esseri umani! Sai… è già passata una settimana! Non puoi restare di più! Non puoi restare per sempre! Questo non è possibile! Purtroppo, sei un essere umano! E poi… devi rientrare per continuare la tua vita e per operare come scrittore! Potrai rientrare in questo universo quando vorrai… ‘ Ecco il messaggio!!” Disse Red dopo avermelo dato. Era vero! Purtroppo, il mio tempo lì era terminato! Vennero con Red anche Cip e Ciop per salutarmi! Piansi! Abbracciai tutti e promisi di andarli ancora a trovare! Ciop mi disse che anche loro avrebbero potuto venire a trovare me, e mi disse di salutargli Alen, mentre Cip volle che io gli salutassi Henry. Era davvero bellissimo l’amore che quelle creature provavano per quegli esseri umani! Era solo amore… solo di amore sono fatti! Ax, mi indicò la strada per i tre archi, e così, piangendo li attraversai.

 

Mi ritrovai d’improvviso seduto in una panchina in un parco. Avevo in mano, sia un foglietto con il numero di William e sia un fiore… mi ricordai che era quello che mi aveva regalato la puzzola amica di Bambi Fiore e ne gioii. Però era diverso! Era diventato una margherita normale! Capii che quando si arriva nel nostro mondo, tutto assume una fisicità diversa! Ma il cuore no! Il cuore rimane sempre quello! Quello che vede oltre! Io… ora riuscivo davvero a farlo! Avevo finalmente scavalcato quel muro! Non avevo più paura! La mia esperienza mi aveva dato l’input per poter anche scrivere… scrivere per me stesso ma soprattutto per gli altri! Gli altri, avevano bisogno di ritrovare se stessi e quelle dimensioni da cui, solo allora avevo capito, tutti proveniamo!

Mi guardai in giro, e poi m’accorsi di avere il cellulare in tasca! Lo presi e composi il numero che m’aveva dato Red. William rispose: “Edoardo! Edoardo sei tu?” Io gli risposi di si. Volle sapere dove mi trovavo, ed io indicai approssimativamente il luogo. Mi disse che aveva capito e d’attendere! Sarebbe venuto subito! Riagganciai e respirai profondamente. Guardai da un lato, e vidi un gabbiano! Credo che fosse sempre stato li! Era sulla panchina vicino a me! Gli sorrisi! Avevo capito chi era! “Edoardo… oppure, preferisci che ti chiami Ed… Allora? Sei contento di quello che hai vissuto? Vedi… nonostante le difficoltà dovute alla tua normale condizione di essere umano e alla paura, sei riuscito a scavalcare quel muro! Ora tu possiedi le ali dei gabbiani… puoi volare in alto, proprio come hai sempre desiderato! Però non è finita… ancora devi continuare nella tua ricerca! Devi varcare ancora quella soglia! Noi ci rivedremo ancora nei tuoi sogni! Quando sei triste, oppure, quando hai bisogno d’aiuto, chiamami guardando il cielo! Io sarò sempre con te! Scrivi! Fa vivere personaggi e storie! Quello che scrivi è realtà! Quello che immagini esiste! Oh Edoardo! Bisogna essere come bambini ed avere il cuore puro come quello di un coniglietto! Tu lo hai! Tu puoi farlo! Ora hai l’AXIA! Beh… adesso sta arrivando William con Henry! Devo lasciarti! Stammi bene… e continua a sognare…” Lo vidi spiccare il volo, facendo il suo verso. Questa volta non piansi! L’avrei rivisto ancora! Mi alzai da quella panchina proprio quando William ed Henry stavano arrivando. “Edoardo! Ben tornato! Vedo che stai bene…” Disse William, io per istinto lo abbracciai dicendo: “Devo ringraziarti William! Senza di te, sarei rimasto in questa dimensione a fissare un foglio bianco! E’ importante quello che fai! Continua a farlo! Non smettere! Questo mondo ha bisogno di gente come te e come Henry, Alen e Giulio!” Quello, nel sentire l’ultimo nome restò perplesso e mi chiese chi era, ed io gli spiegai tutto. Henry all’improvviso sbiancò e disse: “Io… io… ricordo Phegeus! Quando ero piccolo… l’ho visto! E adesso ricordo anche quello che m’aveva detto… mi disse che avrei sofferto, ma che avrei incontrato degli amici diversi da me! Ora… ora capisco a chi si riferiva quel cavallino bianco alato… Si riferiva a Cip e Ciop! Oh! E’ magnifico!” Io sorrisi. William, anche lui contento rise.

Ad un tratto gli squillò il telefono cellulare. Era Alen che con Terry e Scott, ci stavano aspettando in macchina per ritornare a casa… così ci avviammo.

 

Arrivammo dove c’era parcheggiata l’automobile. Alen ci stava aspettando già da parecchio tempo, ed inquieto, ci fece salire. “Ma… quanto cavolo ci avete messo per attraversare il parco? Ah! Vedo che il signor Edoardo è ritornato dalla sua gita di piacere… penso proprio, signor Floyd che lei ha sbagliato mestiere… non doveva fare il disegnatore… secondo me, avrebbe dovuto aprirsi una bella agenzia di viaggi interdimensionali! AHAHAHAH! Mah! Comunque salite…” Salimmo su quella station wagon, mentre Henry disse: “Questa è l’auto dei miei genitori! E’ nuova… William… poi, siccome sei un esperto di automobili da corsa, mi dici il tuo parere! L’hanno comprata perché, ormai, in famiglia siamo in molti!” William, nel sentire questo disse: “Certo!” Scott e Terry si misero a ridere, mentre Alen disse: “Ridete… ridete… intanto… cerchiamo d’arrivare a casa… c’è molto traffico!”

 

Arrivammo davanti casa e siamo scesi dalla macchina. Era quasi sera. Quell’atmosfera così carica di colori soffusi, aumentò in me una sorta di malinconia, che, se non ci fossero stati gli altri sarebbe sfociata in pianto.

William, appena siamo entrati in casa mi disse: “Edoardo… Ho approfittato, durante la tua assenza per farti il biglietto di ritorno! Da come hai detto, hai stabilito una settimana… ed io infatti ho fatto proprio così! Devo chiamare per confermare… dimmi… devo dare l’ok? Oppure vuoi cambiare?” Io gli dissi che andava bene! Infondo… il mio viaggio si era concluso attraversando i tre archi! Avrei dormito quella notte in casa di Alen, siccome Henry mi aveva già invitato. Diedi i soldi a William del biglietto.

Cominciammo a parlare della mia esperienza, e con sorpresa Henry mi diede in mano due giornali! Erano proprio come la rivista che avevo comprato in aeroporto! Mi disse: “Ed! Ti chiamo così, perché è così che ora ti conoscono tutti! Vedi questi giornali? Diciamo che sono il diario del tuo viaggio! Prendili! Sono tuoi! Sfogliali…” Di cosa stava parlando? Presi quei giornali, e pieno di meraviglia vidi sulla copertina Bambi, Fiore, Tamburino ed un altro coniglietto… io! Li sfogliai e notai che c’era esattamente tutto quello che avevo fatto in quel mondo, e tutti quelli che avevo incontrato, compresa mia sorella ed Alberto! Mi misi a piangere come un bambino! Dunque, tutto quello che avevo vissuto era sotto gli occhi di tutti! Era tutto vero! Anche se non ne avevo dubbi, quei giornali m’avevano aperto il cuore! Conoscevo ormai il mio destino! Ero un coniglietto, tenero e buono! Avrei descritto quel mondo per gli altri! Tutti dovevano sapere! Tutti avrebbero dovuto scavalcare quel muro che per tanti anni m’aveva impedito di sognare! Henry mi abbracciò e disse: “Ecco qual è il mio, ed adesso, il tuo mondo! Io… io ho trovato il modo per CAMBIAR VITA, tu invece sei riuscito a SCAVALCARE IL MURO! Comunque, facciamo parte della medesima realtà! Una realtà ricca di luce e colore! Grideremo a tutti che ESISTE! Io, mio fratello con Terry, William, Scott e tutti gli altri, ed adesso anche tu, abbiamo negli occhi e nel cuore l’arcobaleno!” Terry, abbracciò Alen, mentre Scott e William sorridevano felici. “Potrai venire a trovarci quando vuoi Ed! Ora, questa è anche casa tua!” Disse Alen. Io ringraziai di cuore, ma… bussarono alla porta… “Chi mai può essere?” Disse Scott, ed Alen rispose: “Non lo so… ma ho una brutta sensazione! Mi sento la schiena gelata…”

 

Fu Terry ad aprire. “Oh Jasmine… Roger… che bellissima sorpresa!” Alen, intravedendo i due ospiti, scattò subito sulla poltrona come se la casa fosse stata colpita da un fulmine. “Ciao Terry! Sono venuta per salutarti, anche Roger che, purtroppo per me e mio padre, è stato cacciato via dal collegio!” Alen nel sentire questo disse: “Ah! E cosa ha fatto per farsi scacciare? Cosa si è inventato questa volta di così diabolico?” Terry lo guardò male, ma Jasmine disse: “Cosa ha fatto? Te lo dico subito! Ha organizzato anche lì una sottosezione della sua ‘ Società Segreta ‘, ma questo non è nulla! Pensa che per comunicare con i suoi colleghi rimasti qui, si è portato dietro una grossa radio! Si è collegato, sfruttando l’antenna centrale del collegio, con molti ponti e satelliti, il tutto naturalmente a spese dell’istituto! Adesso… adesso è convinto che qui da te Alen, ci sia un coniglio… un certo Ed!” “Non sono convinto! E’ vero! C’è, ed è quello lì con la giacca!” Disse indicandomi. Mi drizzai anche io sul divano. Alen, gridando disse: “Ecco! Lo sapevo io… E’ ritornato… E’ ritornato per farmi impazzire! Ha deciso! Ormai sono la sua vittima prediletta! Dì la verità, pezzo di delinquente! Ti sei fatto cacciare apposta dal collegio?” Jasmine, sentendo questo disse: “Alen Wilson! So… so che mio fratello non è perfetto né tantomeno buono e bravo… però… non ti permetto di dire che è un delinquente!” Scott, riprese: “No! Infatti! Delinquente no! Ma pezzo da galera lo è senza ombra di dubbio!” Il ragazzino, sentendo queste parole disse: “Jasmine… sorellina… la volpe… la volpe vuole mordermi!”

Confesso che nel sentire tutto questo, mi venne da ridere, ma per togliere tutti da quell’imbarazzo dissi: “Come ha detto prima Henry, dobbiamo gridare a tutti, tutto quello che sappiamo, infatti lo farò da ora…” Alen disse: “…E proprio da casa mia devi iniziare?” Io continuai: “Si! Sono io Ed!” Roger mi sorrise e fece la linguaccia a tutti i presenti e dopo disse: “Ecco! Ecco come ci si deve comportare! Caro Alen, devi prenderti le tue responsabilità! Ormai… ormai lo sanno tutti cosa fai e chi inviti a casa tua! Io e gli ‘ Agenti Speciali ‘ , ci batteremo sempre per portare alla luce la verità! Confessa Alen! Da ora in poi devi essere più onesto! Confessa a Leprotto 1!” Alen avrebbe voluto alzarsi per picchiare Roger, ma io mi opposi dicendo: “Il ragazzo ha perfettamente ragione! Dobbiamo essere tutti come coniglietti di quella dimensione! Ecco Roger… ecco la mia storia…” E, sotto lo sguardo estasiato di Roger, mentre Henry e William sorridevano, e tutti gli altri stavano a sentire con la bocca aperta, raccontai tutto! Ricordare e parlare di come avevo scavalcato quel muro mi faceva ancora una volta, anche se non fisicamente, ritornare nel mondo di Tamburino!

 

Quando finii di raccontare, vidi Roger con le lacrime agli occhi. Disse a William e ad Henry: “Io… io lo sapevo! Voglio anch’io andare in quel magico mondo! Ditemi di si… vi prego… Farò il bravo!” Henry abbracciò Roger e gli disse: “Certo che si! Tutti… tutti possono andare! Ti prometto che condurrò anche te, a patto che non farai più arrabbiare tua sorella e mio fratello!” Quello annuì. Jasmine nel sentire questo disse: “Ci risiamo… Ancora! Quel mondo NON ESISTE!” Terry guardandola le disse: “Ne sei sicura? Pensavo che ormai avessi capito…” Poi si voltò verso William e disse: “Che ne dite… portiamo anche lei? So che a Jasmine, quando era piccola piaceva molto Minnie! Lo facciamo questo bel regalo anche a lei?” Quelli annuirono. Diedero l’appuntamento, sia a Roger che a Jasmine per il pomeriggio successivo.

La ragazza ancora non era convinta razionalmente, ma dentro il suo cuore già vedeva Minnie e Topolino. Disse: “Noi verremo… però guai a voi se è tutta una messa in scena…” Roger le disse: “No sorellina! E’ tutto vero! Rivedrò Ciop!” Alen disse: “Speriamo che Roger non faccia anche danni in quel mondo….”

 

Cenammo tutti insieme quella sera! E dopo, arrivarono anche i genitori di Alen ed Henry. Erano tutte persone magnifiche! Persone che non avrei mai più dimenticato! Però… dovevo ritornare a casa in Italia! Non m’andava di riprendere la mia solita vita, però ora, proprio come William ed Henry, avevo una bellissima missione! Scrivere e descrivere tutto quello che avevo nel cuore! Per usare le parole di William, anch’io potevo CREARE DAL NULLA, proprio come un tempo aveva fatto il grande Walt Disney e tanti altri! Sarei riuscito anche da solo ad attraversare i confini della nostra realtà! Avevo capito che tutti, e da sempre, ci possiamo riuscire… basta chiudere gli occhi ed aprirli sui colori. Ringraziavo il gabbiano Ax che m’aveva aiutato! Ma… in realtà lui non aveva fatto nulla! Il miracolo è stato dentro di me!

 

Andai a dormire! Mi sistemarono nella stanza degli ospiti! Non ero più triste e non lo sarei mai più stato! Quella notte sognai… sognai di trovarmi ancora nel mondo dei cartoni animati, ma comprendevo che non si trattava solo d’un sogno!

Riabbracciai Tamburino, Fiore e Bambi! Rividi con tenerezza Cip e Ciop, e gli dissi di venirmi a trovare! Diedi il mio indirizzo! Ciop fu entusiasta e disse: “Che bello!! Finalmente rivedrò il vostro mondo!!”

Giocai ancora con Tamburino… tante altre volte lo avrei rifatto… ancora oggi!

 

Il giorno era arrivato! Mi trovavo già in macchina accompagnato da Alen ed Henry. Salutai quella città che m’aveva accolto e tutti i suoi abitanti! Stringevo tra le mani i giornali, ed ora anche il fiorellino che la puzzolina Fiore mi aveva regalato. Quel fiore non appassì mai! Era speciale!

Arrivammo in aeroporto. Abbracciai Henry in modo tenero ed abbracciai anche Alen. Dissi solo grazie… nulla di più. Promisi ai fratelli che sarei ritornato per trovarli!

 

Ero seduto già sul sedile dell’aereo che m’avrebbe ricondotto a casa! Il rombo dei motori annunciava un nuovo viaggio ed un nuovo inizio! Rividi di nuovo Alberto con sua mamma e suo papà! Mi sorrise… anche lui era felice! Sapeva! Mi ringraziò dicendo: “Grazie coniglietto…” Solo io e lui ne conoscevamo il motivo!

Eravamo già in volo, e dal finestrino, con immenso piacere e tenerezza, vidi un gabbiano e, vicino a lui un cavallino bianco alato che sprigionava dietro di se un bellissimo arcobaleno! Mi sorridevano! Erano Ax con Phegeus! Sorrisi anch’io.

 

Arrivai a casa! Trovai mia sorella con una maglia con sopra il disegno d’una coniglietta! L’abbracciai e le spiegai tutto quello che avevo fatto e vissuto. Anche lei ora sapeva. Mi aiutò anche nel scrivere le mie prime storie!

Telefonai anche ai Furry che mi aveva detto Scott, e Federico fu contento di aiutarmi a trovare lavoro nel suo giornale! Poi, chiamai anche Giulio, spiegandogli tutto.

 

Da quel giorno mi misi a scrivere continuamente! Era il mio lavoro ormai… Sono anche ritornato molto spesso in America rivedendo tutti, e molte altre volte ritornai anche in quella dimensione magica!

Adesso sono riuscito a scavalcare il muro! Quel muro che per me non è più un ostacolo ma una porta! La porta verso il mondo dei sogni di cui ho fatto e faccio parte! Regalerò un sogno… E’ questo il mio destino… E’ questo il destino d’un coniglietto che si chiama Ed e che, aiutato dal gabbiano Ax è riuscito a trovare la via verso la fantasia… quella fantasia che è realtà.

 

 

Giovedì 25 Ottobre 2012

Ultima stesura Domenica 28 Ottobre 2012

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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