LA STORIA DEI PRESCELTI

 

 

4 – LIGNUS DEMONE LEGNOSO, I TRE CAVALIERI MISTERIOSI, ED UN RITORNO INASPETTATO – LA CANCELLAZIONE DELLA MEMORIA A NICOLAS – L’ERRORE DI MICHELLE

 

Capitolo 15

 

In una notte di tempesta, un albero con i suoi rami, eretto come l’albero maestro su una nave, fu squarciato da un improvviso fulmine, incendiandolo. Dal fuoco spento e dall’acqua che continuava a cadere sotto forma di pioggia torrenziale, uscì fuori proprio da quell’arbusto una creatura molto strana. La sua testa era come una maschera di legno, con due buchi al posto degli occhi, e per capelli un folto muschio con l’aggiunta di foglie secche. La colorazione del suo corpo era nera. Il busto era  formato dal tronco squarciato in precedenza dal fulmine. Le membra erano dalla parte delle gambe due tronchetti più piccoli, mentre le braccia e le mani erano delle verghe con le cinque dita che erano fatte con le barbe delle radici. La sua espressione era malvagia. La sua bocca, fatta da due spaccature del legno a forma di labbra che, semi aperte facevano vedere spuntare due pezzi di legno appuntito come se fossero due denti canini.

 

I nostri eroi non sapevano nulla dell’entrata in scena di questa creatura, nemmeno l’Elite ne era a conoscenza. Il mostro, essendosi allontanato con le sue ‘ gambe ’ dal bosco, girava per la città cercando proprio i Prescelti. Grace, una ragazza vestita di blu, vide la scena e si allontanò chiamando con il cellulare qualcuno.

Il mostro si presentò in molte case. Ed a chi, aveva avuto la disgrazia d’incontrarlo, diceva solo la parola “Prescelti!!”, Ma quelli vedendo l’orribile mostro, gridando come matti e  cercando di sfuggire alle sue mani ramificate, gli gridavano che non conoscevano nessuno con quel nome. Quello, con una voce che sembrava uscire da un baratro profondo, diceva, scaraventando le sue dita di radice proprio per colpire il collo e quindi uccidendo i poveretti di turno: “Lignus uccide Prescelti!!”

Fece più di trenta vittime ripetendo quella cantilena ogni volta. Qualcuno, che aveva visto Lignus (questo era il nome dell’infernale creatura), chiamò la polizia, ma gli agenti, reclutando quelle telefonate scherzi di cattivo gusto, non  andarono a controllare. Solo la mattina dopo si trovarono i corpi straziati delle vittime, e quindi gli agenti di polizia si resero conto della gravità di quegli atti. Ne parlarono anche i giornali. Per ben due notti successe la stessa cosa. Lignus, stava sistematicamente uccidendo tutti gli abitanti della città, mentre la polizia, non credendo alla descrizione dei pochi sopravvissuti dell’assassino, pensarono che fosse opera di un serial killer.

 

La notizia, come è naturale, arrivò anche all’orecchio dei Prescelti. Volpe era l’unico a conoscere Lignus, ma non ne parlò con nessuno, né ai Prescelti e né agli altri componenti dell’Elite. Andò solo da Ralph a riferirgli quanto sapeva.

 

Ralph quella sera si trovava a cena con dei suoi colleghi di lavoro. Il discorso, naturalmente cadde sul serial killer che era presente in città. Un collega, disse di aver sentito la notizia che le forze dell’ordine stavano istituendo il coprifuoco. Nessuno dopo le nove di sera poteva uscire fuori di casa se non per casi eccezionali e sotto scorta della polizia. Qualcun altro disse di un probabile intervento dell’esercito, qualcuno ancora, scherzando con Ralph, gli suggerì di creare un videogame sul ‘ killer Lignus ’, in quanto avrebbe riscosso molto successo. (La polizia, rese noto il nome di Lignus perché era il nome con cui chi era riuscito a scappare dal mostro chiamava l’assassino, poiché era proprio Lignus a dire di chiamarsi così.). Durante la cena, Ralph, si sentì chiamare telepaticamente da Volpe, quindi, trovando una scusa con il padrone di casa e con gli altri ospiti, si alzò da tavola ed andò in bagno.

In toilette, Volpe comparve dicendo: “Pericolo in vista!! C’è una creatura molto cattiva che cerca voi Prescelti!! Il suo nome è Lignus!! Io lo conosco bene in quanto era anche quello, che quando ero cattivo mi dava gli ordini d’andare ad uccidere gli esseri umani!! Gli altri dell’Elite ancora non sanno nulla!! Non sanno che io so… Devi parlare al più presto con gli altri Prescelti!! Ho avuto paura ad avvertire gli altri in Elite!! Dovete andare da soli!! Questo demone è molto potente!!! Non voglio che Dragur, la Fenice e Pegaso vengano uccisi!! So che Lignus ha già battuto una volta la Fenice, ed ora,  non voglio che questo accada anche agli altri!! Voi siete gli unici che potete sconfiggerlo!!” Ralph fece un passo indietro dicendo: “Hai visto quanti omicidi ha fatto quello li? Ucciderà anche noi!!!! Devi essere impazzito!!!” Volpe si mise a ringhiare e disse come se volesse mangiare Ralph: “COSA TI HO INSEGNATO?? Mi stai deludendo!! Una Volpe non si tira mai indietro durante una lotta!! La differenza, se non l’hai capito tra voi e le vittime di Lignus è che loro erano esseri umani comuni mentre voi avete poteri speciali!! Vedo con dolore che la tragedia di Joseph non vi è servita a nulla!! Voi esseri umani siete tutti CODARDI!!!” Ralph si mise ad urlare: “Io non sono codardo, e nemmeno i miei amici!! Ti stai sbagliando Volpe!! Sei tu a non avere imparato nulla dalla TUA storia!!! Gli esseri umani, se vogliono, sono molto più forti di un qualsiasi demone!!” E colpì Volpe con il colpo della volpe rossa. Volpe, che voleva proprio questa reazione, disse a Ralph con soddisfazione: “Bravo!! Conserva questa rabbia fino al momento della lotta! Ho come l’impressione che sarai tu a battere Lignus!! Ora va e avverti gli altri Prescelti!! Sei davvero la volpe che volevo!! E su questo… io non avevo nessun dubbio…” Ralph, uscì dal bagno dopo che Volpe era scomparso. I colleghi, a tavola, che l’avevano sentito urlare, quando videro Ralph sedersi al tavolo come se nulla fosse, ma rosso in viso, domandarono cosa era successo. “Ralph! Con chi stavi parlando? Chi ti ha dato del codardo, e perché parlavi di demoni o cose del genere?” Lui, disse che stava parlando al cellulare, e che i demoni non erano altro che delle applicazioni che restavano residenti in memoria di un computer. I colleghi, ridendo come matti, fecero notare allo sventurato che il cellulare era proprio davanti a lui. Ralph, cercando di mascherare la sua agitazione disse, sforzandosi di ridere, che stava progettando il videogame su Lignus. “Bravo! Non c’è niente di meglio quando si vuole creare un videogioco, di  immedesimarsi con uno dei suoi personaggi!! Quando hai intenzione di cominciare il lavoro?” Disse uno dei colleghi complimentandosi, e lui  rispose di volerlo incominciare quella notte stessa, poiché le idee gli sarebbero venute istintivamente. (A quel punto, il Prescelto, fu costretto davvero a pensare di programmare il videogame. Pensò anche di inserire la scena esatta che si sarebbe verificata durante il combattimento.) Dopo dieci minuti, il Prescelto della volpe, salutò i suoi colleghi di lavoro, e dopo aver ringraziato il padrone di casa per la cena, andò via per trovare gli altri Prescelti.

In macchina, si mise a telefonare a Clara e a Michelle, dicendo di avvertire anche Nicolas dell’imminente battaglia con Lignus.

 

Il giorno dopo, Volpe andò di sera da Ralph, dicendogli che la battaglia avrebbe avuto luogo quella notte e che sarebbe stato lui ad avvertire tutti gli altri. “Combatterete stanotte alla grande pineta che si trova a pochi chilometri dalla città!! Lignus, apparirà a mezzanotte!! Mi raccomando!! Se qualcuno dell’Elite vi chiederà qualcosa, voi non dovete rispondere a nulla!! Non devono sapere niente!! Mi penderò io la responsabilità!! Non mi deludere volpacchiotto!!” Ralph disse a Volpe di non preoccuparsi, quindi dopo che il suo allenatore se ne fu andato, uscì di corsa da casa.

 

Lignus, intanto, continuava a far strage di innocenti. Oramai in tutta la città regnava la paura e il caos più assoluto. Arrivò perfino l’esercito per riportare un po’ di tranquillità. I sacerdoti nelle chiese organizzavano veglie di preghiera, alle quali partecipavano quasi tutti gli abitanti della cittadina. I morti erano saliti a più di cinquanta. Lignus era diventato un incubo.

 

Pegaso si presentò a Clara, e volle sapere perché tutta la città era in subbuglio; lei non volle dire nulla, e Pegaso che comunque sapeva tutto perché la Fenice aveva letto nei pensieri di Volpe, accettò il suo silenzio. (Il cavallo alato era a conoscenza, come tutti i componenti dell’Elite, di Lignus, ma volle provare il coraggio dei Prescelti.)

 

L’ora del combattimento stava arrivando. Ralph andò a chiamare i Prescelti per condurli fino in pineta. Il problema fu Nicolas, in quanto i suoi genitori non lo volevano far uscire. Ma l’impavido draghetto, trovò una scusa molto ingegnosa. “Mi hanno invitato ad un compleanno!! Ci saranno anche gli amici di Joseph!! Loro non mi lasceranno da solo!! Staranno con me, per tutta la durata della festa!! Posso andare?” I genitori, credendo alle sue parole, chiesero a Ralph ed a Clara (in quanto i più grandi), se era vero, loro risposero di stare tranquilli che sarebbero rientrati verso l’una di notte e che il loro figlioletto, sarebbe stato da loro super protetto. Mamma e papà, diedero il loro permesso, ma molte furono le raccomandazioni di stare attenti a non uscire per non incontrare l’assassino.

 

In macchina, il bambino, si voltò con Clara dicendole: “Poveretti!! I miei non sanno che proprio dall’assassino dobbiamo andare!!” E si mise a ridere.

Il viaggio proseguì burrascoso. Avevano una paura matta, perché non avevano avuto dall’Elite nessun suggerimento su come battere Lignus. Ralph, guidando pensava alle parole dette da Volpe, e diceva per farsi coraggio: “Ragazzi!! Non dobbiamo avere paura!! Io sono una volpe, almeno a quanto mi ha detto il mio allenatore!!” Clara, si girò ridendo verso di lui, e disse sghignazzando: “Siamo a posto!! Se tu sei una volpe, speriamo di non incontrare un cacciatore!! Sai, la stagione della caccia si è aperta ieri!!” Ralph si mise  ad urlare, dicendole: “Perché mi devi trattare così? Siamo tutti quanti sulla stessa barca!!” Nicolas prese la parola dicendo: “Se è una barca, speriamo che non faccia la fine del Titanic…” Michelle, disse fermando Nicolas: “Speriamo di no!! Io soffro il mal di mare!!” Ralph, si voltò come una belva contro i tre Prescelti, dicendo con aria stizzita: “Non avete imparato nulla allora? Non è il momento di scherzare. Noi siamo i Prescelti!! Nessuno ci ringrazierà mai per quello che stiamo facendo!! Dobbiamo lottare fino alla morte se è necessario, e salvare tutte le persone di questa città o del mondo intero!! Vi siete dimenticati di Joseph che è morto per salvarci? EH?” Scese nell’automobile un silenzio sepolcrale. Clara si pentì d’aver parlato in quel modo, mentre tutti gli altri si vergognarono  delle parole dette. “Litigando non risolverete nulla!! E’ vero!! Io sono morto per voi!! Ma da qua vi guiderò e vi proteggerò!! Non siete soli!!” Nicolas, riconobbe la voce di suo fratello e si mise a piangere mentre gli altri restarono muti. Dopo quella pausa di silenzio, Clara disse: “Joseph!! Sei stato per me molto importante!! Ti ho sempre amato!! Così tanto amore e così poco tempo per restare insieme!! Mi hai lasciata da sola, e ormai non mi interessa più della mia vita!!” E scoppiò a piangere in un modo dirotto, ma Joseph, dall’aldilà disse: “Non fare così stellina mia!! Tu non sei sola!! Ci sono i tuoi amici con te, ed io veglierò sul tuo cammino, cosicché non ti capiti nulla di male!! Ci rivedremo… non ti so dire quando, ma ci rivedremo e staremo sempre insieme!!” Purtroppo le parole di Joseph, come succede in questi casi non fecero stare tranquilla Clara, ma al contrario la fecero diventare ancora più triste; piangendo diceva: “Ci rivedremo? Un giorno senza te a me sembra un’eternità!! Vorrei morire per venirti a trovare anche subito!! Ma non posso lasciare i Prescelti da soli!! A loro servo io!!” Ralph che guidava, non riusciva a trattenere le lacrime, e voltandosi verso la Prescelta disse: “Non ti lascerò mai!! Anche per me è difficile credere a tutta questa storia!! Anche a me manca, era il mio migliore amico, ed adesso ci ha lasciato sacrificandosi per noi!! Dobbiamo aver coraggio e continuare a combattere anche per ricordare lui, che senza voler nulla in cambio ha dato il bene più importante… la sua vita!!”

 

Arrivarono nei pressi del bosco dove avrebbero incontrato Lignus. L’atmosfera non era tra le più confortanti. Ralph, parcheggiò la macchina e disse ai suoi amici di scendere. Clara era scesa, prendendo una torcia elettrica mentre Ralph e Michelle si davano da fare per cercare la strada più comoda per arrivare sul posto. Clara, si girò verso Nicolas e gli disse di porgergli la mano per camminare insieme a lei. Lui si rifiutò fermamente dicendo che era grande e che sapeva cavarsela da solo. “Sono grande per essere tenuto per mano!! Non ti devi preoccupare per me!!” Clara cercò di persuaderlo dicendo: “Potresti cadere e farti male!! Non fare lo stupido e dammi la mano!!” Lui la guardò fisso e le disse: “Lo so cosa stai pensando!! Avresti voluto fare lo stesso con mio fratello, e adesso visto che non c’è, riversi tutta la tua protezione su di me!! Grazie, ma non ne ho bisogno!! Come Joseph sono un drago, e so camminare anche da solo. Non mi servono accompagnatori perché, ancora per fortuna ci vedo!!” Clara restò perplessa e non disse nulla. Michelle, corse verso Clara e Nicolas dicendo di aver trovato la strada per arrivare al luogo dell’incontro, quindi andarono tutti quanti in quella direzione. Purtroppo, Michelle aveva sbagliato strada. Girarono per circa dieci minuti in torno, per arrivare nuovamente vicino all’automobile. Ralph se la prese con Michelle gridando e minacciandolo, mentre Nicolas diceva: “Questa fenice non ha proprio il senso dell’orientamento. Dovrebbe comprare una bussola!! Al giorno d’oggi costano così poco… Mi domando se riesce ad arrivare a casa sua senza l’aiuto dei vigili del fuoco… Aveva proprio ragione Joseph, quando diceva che la fenice era una gallina, perché le galline fanno lo stesso di come fa lui… Quando attraversa la strada, il pennuto, aspetta che passi la prima macchina per buttarsi sotto!! La stessa sorte delle volpi…” Si udì ringhiare. Era Volpe che era arrivato per indicare la strada ai Prescelti: “Seguitemi e non fate storie!! Espandetevi!! E tu draghetto, stai attento a quello che dici sulle volpi!!” Nicolas senza preoccuparsi troppo, rispose: “E’ molto probabile che tu ti sia dimenticato della zampata che hai ricevuto da Dragur!! Devi stare attento tu a quello che dici sui draghi, perché sai… il fuoco può bruciare!!” Volpe, smise di ringhiare e pensando che quel bimbo impertinente era protetto da Dragur in persona, non osò più aprir bocca, e disse voltandosi verso gli altri Prescelti: “Venite con me…” Fecero più di un chilometro a piedi, e quando arrivarono sul luogo, Volpe gli disse che erano arrivati e che doveva andar via. Restarono soli con l’ansia di trovarsi a faccia a faccia con l’orrendo tronchetto, che ricordava il tronco regalato da Mastro Ciliegia a Geppetto per costruirsi il burattino che poi chiamò Pinocchio; Solo che Lignus non era affatto simpatico come il burattino di Collodi.

 

Quand’ecco che un rumore sinistro di foglie calpestate, fece tremare i nostri eroi già in armatura. “E’ spaventoso!! Che schifo!!! Ma che razza di essere è?” Disse Ralph intravedendo Lignus che avanzava in una fittissima nebbia arrivando a pochi metri da loro. “Lignus sono… Prescelti a morte vi condanno… stanotte morirete voi!! Uccidere vi devo!!” Clara, mettendosi a ridere e voltandosi verso i suoi colleghi disse: “Non sa nemmeno parlare!! Dovrebbe prendere un po’ di ripetizioni…” Ralph la guardò male e le fece cenno di non parlare. Lignus, come un robot, si avvicinò a loro ancor di più e con la sua mano di legno prese Nicolas e lo scaraventò in terra riverso. Michelle, a quel punto, si scagliò su di lui, dicendo: “Te la prendi con i più piccoli? Eh? Ora ci penserò io a darti una bella lezione!!” Lignus rispose: “Adesso Lignus ucciderà fenice!! Drago già morto è!!” Il Prescelto della fenice, diede al mostro due pugni a ripetizione, ma i suoi colpi non gli fecero nulla, anzi gli fecero sanguinare le mani. “Ferita fenice è! Morrai tu!! Ipnotizzare non mi puoi!! Forze della natura aiutano Lignus!!” Disse quello al povero Michelle che ora tremava. Era vero! Lignus non poteva essere ipnotizzato. “ORA BASTA!!! PEZZO DI LEGNO AMMUFFITO!! IO NON TI LASCERO’ DIRE UNA PAROLA DI PIU’!!! IO SONO LA FENICE!!!” Disse il Prescelto e si scaraventò di nuovo su Lignus. Quello non ebbe alcun problema a fermarlo, perché lo prese e lo gettò a terra in compagnia del povero Nicolas. Clara, nel vedere questo, andò incontro al mostro, tirandosi dietro anche Ralph, e disse con voce rabbiosa: “Brutta copia di albero sradicato!! Come ti permetti di trattare così i Prescelti? Non ti basta aver ucciso così tante persone?” Quello, nel vedere i due ragazzi disse: “Grande la vostra forza è!! Ma forte Lignus è!!” Clara, lasciando Ralph, fece addosso a Lignus il colpo della luce di Pegaso e riuscì a rompergli un braccio, ma quello non si diede per vinto e invocò le forze della natura sulla ragazza. La poveretta sentì stringersi il corpo da mille radici che piano, piano la soffocavano. Ralph, non poté resistere, si lanciò sul mostro e gridò: “Non hai nessun diritto di sfruttare in modo tanto malvagio le forze della natura!! Ti ucciderò con le mie stesse mani!! Io sono la volpe!!” Lignus, per nulla impressionato, si fece ricrescere il braccio che Clara gli aveva spezzato , proprio come una lucertola fa con la coda, e poi guardando Ralph disse: “Torna in tua tana… volpe brutta!!” Il Prescelto della volpe, sentendosi così offeso, si ricordò dell’insegnamento del suo allenatore, e prendendo la rincorsa con uno slancio a ginocchio piegato, colpì Lignus con il ginocchio stesso, gridando: “Colpo della volpe in agguato!!!” Lignus cadde per terra, mentre Ralph, con il ginocchio ancora conficcato nel duro legno, tentò di strappare tutti i rametti che per Lignus fungevano da legamenti. Era una furia! Il Prescelto si fermò solo quando il corpo di Lignus era pressoché distrutto. “Volpe più forte di Lignus è!! Forze della natura abbandonandomi stanno!! Lignus morire deve!! Rincontrare ti devo!! Forte volpe!!” Disse Lignus con un fil di voce, e dopo restò immobile senza dare più alcun segno di vita.  Ralph, si sollevò ed andò subito a soccorrere gli altri Prescelti. Cercò di dare il primo soccorso a Clara d’istinto. Quella, con l’aiuto di Ralph, fece riprendere Michelle; ma quando cercarono di riprendere Nicolas, si accorsero che non riprendeva conoscenza: “Mio Dio!! Ha fatto la stessa fine di Joseph!! Come faremo?” Disse, Ralph disperandosi, ma Michelle spinse tutti dicendo: “Io sono la fenice!! Lo posso guarire!!” E così dicendo, appoggiò le mani su Nicolas. Una luce dorata risplendette in tutto il bosco. Michelle aveva salvato la vita al ragazzo. Quello, riprendendosi, vedendo chi era stato a guarirlo, dapprima lo ringraziò, ma dopo con aria sfottente, si voltò verso Ralph e Clara dicendo: “Ho sempre sentito dire che il brodo di pollo avesse delle capacità curative, ma questa non me la aspettavo da un pennuto!!” Michelle, sentendo queste parole, voleva scagliarsi contro di lui, ma Ralph lo trattenne gettandogli un morso al braccio destro, e poi voltandosi con Nicolas lo rimproverò molto duramente.

 

Tutti i nostri eroi si diressero verso l’uscita della pineta, per andare a trovare l’automobile di Ralph. Intravidero tra gli alberi tre ragazzi con un altro tipo d’armatura. Michelle disse: “Mio Dio… e quelli adesso chi sono? Come mai hanno un’armatura simile alla nostra?” Ralph, guardò bene quei tre che sorridevano. Una ragazza era vestita con una armatura blu splendente. Aveva ai lati delle braccia delle lame che sembravano pinne e sembrava essere molto agile! A Ralph venne in mente un delfino; un altro, invece, aveva un’armatura che sembrava essere quella di un felino… più precisamente di un gatto. Aveva nei guanti lunghi artigli che si potevano richiudere a piacimento appunto  come quelli di questi animali! Anche questo sembrava avere un’agilità fuori dal comune! L’altro aveva un’armatura simile a quella di Clara ma, a differenza di quella, sul casco aveva un corno. Sembrava essere un unicorno!  La Prescelta di Pegaso disse: “Quei tre saranno nostri amici? Infondo io li conosco di vista… ma… ancora non capisco…” L’Unicorno, prendendo la parola disse: “Se volete saperne di più di noi, chiedete a Volpe!! Lui sa tutto!! Ciao ciao!!” Dicendo così i tre misteriosi Cavalieri scomparirono nella nebbia!

 

Confusi, i nostri eroi montarono in macchina. Erano felici e contenti, tutti tranne Michelle che si toccava il braccio dolorante, guardando male Ralph e Nicolas. Ma in tutti c’era la curiosità per quello che avevano visto! Altri tre Cavalieri come loro! Clara non vedeva l’ora di parlare a Volpe. “Chissà… Magari se ci sono amici potranno aiutarci… tu cosa ne pensi Ralph?” Quello, voltandosi verso la Prescelta del cavallo alato disse: “Staremo a vedere… io comunque non sento nessun pericolo, anzi avverto molta curiosità!!” Michelle disse: “Secondo me hanno la nostra stessa funzione… loro sono…” Non poté finire la frase perché i tre prescelti rimasti gridarono in coro: “Frena!! Non partire in quarta!! Dobbiamo prima parlare con Volpe… Solo lui sa…” Il Prescelto della fenice, vedendosi ammonire così mise il broncio.

 

Arrivati a casa di Ralph, si misero a parlare di quanto era successo. Non sembrava vero che il mostro che aveva ucciso tante persone, fosse morto. A Ralph, venne l’idea di fare una bella spaghettata; e così, tra i racconti e le risate, si misero a mangiare.

 

Capitolo 16

 

Su nell’Elite, Pegaso aveva visto tutto il combattimento aiutato dalla Fenice che, con l’aiuto del suo potere, aveva aperto una specie di schermo. Aveva fatto vedere tutto…  tranne la fine… Volle però richiamare Volpe, e lo fece chiamare dalla Fenice. Quello arrivò tutto tremante perché aveva capito il motivo della chiamata. “Sei stato bravo!! Però, potevi avvertire anche noi!! Hai fatto andare, così all’avventura quei poveri ragazzi che per fortuna se la sono cavata…” Volpe, che pensava anche a qualche altra cosa, tirando un sospiro di sollievo, chinando la testa disse: “Ne ero sicuro!! Ralph ha fatto egregiamente il suo dovere!!” La Fenice non parlò perché in cuor suo sperava che Michelle, e non Ralph, scagliasse il colpo finale al mostro, e tenne il muso lungo.

 

Dragur non era presente. Era già da un bel po’ che rimuginava un’idea. Andava in lungo e in largo nella sua stanza, pensando a un qualcosa di molto importante. Alla fine, fermandosi con aria trionfale, esclamò: “Trovato!!! Sarà un sacrificio per me, ma lo devo fare!!”  E corse nella stanza dove avevano deposto il corpo di Joseph dopo della sua morte. Volpe, la Fenice e Pegaso, l’avevano visto correre, e così lo seguirono. Lo trovarono accostato al corpo.

Il Drago, prese le mani del Prescelto, e se le posò in direzione del suo cuore. Pegaso capì tutto, e a mezza voce disse: “Pazzo!! Quel drago per amore, sta facendo una pazzia!!” La Fenice e Volpe non capirono subito ma dopo. Dragur  disse con voce tremante: “Figlio mio!!! Tu rivivrai poiché io ti donerò metà del mio cuore!! Tu hai ancora molto da vivere, mentre io mi accontenterò della metà!!! Tu devi aiutare i tuoi amici e tutta l’umanità!! Tuo padre è fiero di te!!” Una luce rossa come il fuoco, uscì dal petto di Dragur, e andò a colpire il petto di Joseph, che con un fremito riprese a vivere. Dragur, cadde a terra, mentre Pegaso e gli altri accorsero. Dragur, si era sacrificato per ridare la vita a Joseph, il quale risvegliandosi, vide il suo allenatore steso, e capì quello che era successo. Si lanciò verso il vecchio drago con le lacrime agli occhi dicendo: “Idiota!! Sei un idiota!! Perché l’hai fatto?” Dragur, riaprendo gli occhi gli disse sorridendo: “Perché tu sei mio figlio!! Come ti ho visto nascere una volta nella tua vita precedente, ti faccio rinascere un’altra volta con questo mio piccolo gesto d’amore!!” Volpe, piangeva come una fontana, tanto da fare invidia alla Fenice che lo doveva fare per lavoro. Un lungo abbraccio tra i due draghi, fece intenerire tutti i presenti. Pegaso volle accertarsi di persona sulla salute, sia di Dragur che di Joseph con l’aiuto della Fenice. Fu un check-up completo. Joseph si informò da Dragur, su quanto era successo in sua assenza, e dopo aver rimproverato il drago per la scelta di inserire suo fratello nei Prescelti, disse di voler ritornare subito dai suoi amici.

 

In casa di Ralph, i nostri eroi, ignari di quello che era successo su in Elite; dopo aver mangiato a volontà la splendida cena notturna, preparata sapientemente dal Prescelto della volpe, il quale non vedeva l’ora di provare il suo nuovo forno a microonde, si sedettero tutti intorno al tavolo, quando udirono suonare alla porta. Erano le due del mattino. “Chi può essere a quest’ora? E’ molto tardi!!” Disse Clara preoccupata. Nicolas disse: “Devono essere i miei genitori!! Mi uccideranno loro per aver fatto così tardi, e dopo lo faranno anche a voi!! A volte mi sembrano più terribili di Lignus quando ci si mettono!!” Ralph, annusava l’aria proprio come una volpe. “Avverto pericolo ragazzi!! Non so se è proprio pericolo o qualcosa di simile!! Volpe mi ha detto, che quando succede qualcosa, io lo sento. Non saranno per caso quei tre… meglio che porti con me qualche cosa per autodifesa!” E si alzò frettolosamente. Aprì un cassetto e prese un coltello a scatto, mentre Nicolas disse di voler andare con lui, ma il Prescelto della Volpe lo fermò dicendo che era troppo pericoloso. Aprendo il coltello come un serial killer, salì piano piano le scale che conducevano al piano di sopra, e quando arrivò davanti alla porta, prese un bel respiro. Fuori pioveva a dirotto. Con un gesto risoluto spalancò la porta. Come una visione, Ralph intravide Joseph, e preso da un tale spavento gli chiuse la porta in faccia. Gli altri Prescelti, gli  gridarono di dire chi era a suonare, ma lui non disse nulla. Non ci poteva credere. Quello non poteva essere Joseph, ma per accertarsene dovette aprire di nuovo la porta. “E’ così che si trattano gli amici? Sono appena arrivato e già mi chiudi la porta in faccia?” Ralph, con gli occhi di fuori, vedendo Joseph sorridere, volle accertarsi di nuovo che fosse lui, quindi astutamente chiese a bruciapelo all’ospite: “Se sei Joseph, dimmi cosa ne pensi della Fenice?” Quello, vedendo il Prescelto della volpe con la mano appoggiata sulla porta e l’altra che ancora teneva il coltello puntato, scansò l’arma e si mise a ridere dicendo: “Cos’è? Un quiz a premi? La Fenice è una gallina spennacchiata!! Ecco cos’è!! Comunque, fammi entrare perché fuori piove e sono bagnato come un pulcino… Non di fenice… si intende…” Ralph, lasciò cadere il coltello, fece accomodare Joseph e lo abbracciò piangendo. Il Prescelto del drago staccandosi dall’abbraccio, fece cenno di non gridare, e disse a Ralph di ritornare dagli altri e di non dire nulla. “Ralph, scendi giù e poi dopo un po’ chiamami!!” Come è normale, Ralph guardando Joseph, sorridendo, scese subito dagli amici, che preoccupati gli domandarono chi era alla porta. Ralph, disse rivolto verso i tre: “Nessuno!! Erano solamente dei bambini che giocavano, e hanno suonato per riprendersi la palla che gli era caduta in giardino!! AHAHAHA!!” Clara, guardando Ralph in modo come per prenderlo in giro, disse ridendo: “A quest’ora si mettono a giocare a palla? Sono le due di notte e fuori piove a dirotto!! Sembra quasi che voglia venir giù il diluvio universale!! Quei bambini devono essere completamente matti!! Caro Ralph, tu non la racconti giusta!!” Il Prescelto della volpe, si rese conto che la scusa che aveva trovato non era delle migliori, e si giustificò col dire: “Questi giovani di oggi non hanno nulla da fare, e quindi si mettono a giocare a palla di notte e specialmente quando piove!! Se io fossi un loro genitore, questo non lo permetterei prendendoli a schiaffoni!! Non la passerebbero liscia!!”

 

Il tempo passò veloce, e Ralph, parlando, si dimenticò di Joseph, il quale era in cucina seduto su uno sgabello. “Quanto ci impiega Ralph a chiamarmi? Non cambierà mai!!” E pensando così, batté il piede sul pavimento per richiamare l’attenzione del Prescelto della volpe. Al piano di sotto, si udì come un tonfo, e Michelle, voltandosi con gli altri disse: “Mamma mia!!! Ci sono i fantasmi di sopra!!!” Gli altri lo presero in giro dicendo che i fantasmi non esistevano e lui non poteva di certo crederci, ma anche loro si resero conto di aver detto una fesseria, in quanto ne avevano viste anche di peggio, conoscendo draghi, volpi, cavalli alati e fenici. Ralph, ebbe come uno scatto. Si ricordò di Joseph, e pensò di organizzare a Clara un incontro a sorpresa con lui, e sperava che non le prendesse un colpo nel vedere il morto che invece era vivo. Le disse di andare di sopra a prendere qualcosa da bere. La Prescelta accettò, anche perché doveva andare in bagno. Salì le scale velocemente, poiché, pensando alle bevande fresche, il suo bisogno era divenuto insopportabile. Arrivando davanti alla porta della toilette, si apprestò ad aprire, ma Joseph che l’aveva vista, cominciò a fischiettare come un uccellino. Clara si voltò da quella parte, e si preparò ad eseguire il colpo della luce di Pegaso su quell’uccellino. Joseph non aveva intenzione di morire per la seconda volta, e si mise a urlarle: “Sono io!! Sono io!! Sono Joseph!! Non ti ricordi più di me?” La Prescelta, con le lacrime agli occhi, aveva riconosciuto Joseph, ma non gli fu possibile fermarsi. Quello vedendo l’immane potenza di quel colpo che gli veniva addosso proprio come un autotreno, si lanciò a terra mentre l’energia prodotta da Clara, andò a colpire il televisore e il forno a microonde comprati con grande sacrificio da Ralph una settimana prima con i soldi ricavati dallo straordinario del suo lavoro.

 

Al piano di sotto, si udì l’enorme deflagrazione causata dal colpo e le urla di Clara. Ralph, Michelle e  Nicolas, corsero come dei dannati su per le scale e trovarono Clara abbracciata a Joseph mentre dalla cucina usciva una nuvola di fumo nero. Michelle e Nicolas si bloccarono vicino alla porta con gli occhi di fuori, guardando i due innamorati, mentre Ralph come una volpe inseguita dai cani da caccia, quasi calpestando i due amanti, andò di corsa in cucina gridando come un pazzo: “UUH!! Il mio povero forno e il mio televisore nuovo!! Avevo appena finito di pagarli!!!” Michelle e Nicolas, si avvicinarono ai due avvinghiati , e guardando Joseph, cercavano di capire se fosse un fantasma. Vedendo che non era un miraggio, Nicolas, abbracciò teneramente suo fratello. Scena di commozione generale. Tutti erano felici; tutti tranne Ralph che era ancora in cucina a vedere se si poteva recuperare qualcosa di quello che era andato distrutto. Dopo un po’, i Prescelti e Nicolas che non la smetteva più di prendere per mano suo fratello, decisero di scendere al piano inferiore. Trovarono ad aspettarli tutta l’Elite al completo. Clara chiese a Pegaso il perché di quel miracolo, e il maestoso cavallo, indicò con il muso Dragur dicendo : “Clara! Vedi… l’amore vince sempre! Può far diventare reale anche quello che non è possibile razionalmente! Dragur e Joseph ne sono la prova! Dragur non ha badato a donare metà della sua vita al suo Prescelto! Ecco! Ecco quali sono le cose per cui dovete combattere! I Prescelti esistono per riportare la luce dove regna il buio! Sagem, il Dio della Speranza ha voluto tutto ciò! Si può definire un angelo! Magari, qualche volta ci potrebbe anche fare visita… chissà… ma per ora dobbiamo stare uniti!” Joseph, prendendo la parola disse: “Infatti! Bisogna essere amici! Dragur mi ha spiegato che ogni trecento anni, dei ragazzi normali vengono chiamati a questo compito! Questi sono i Prescelti! Siamo noi! Siamo stati ‘ prescelti ‘ da altri ragazzi che prima di noi hanno combattuto e donato la loro vita per la causa importantissima della speranza che unisce! Ogni trecento anni succede questo miracolo d’energia positiva, d’amore e coraggio! Il mondo ha bisogno di noi!” Tutti, alle parole del Prescelto del Drago si commossero! Aveva ragione! Erano si, 4 ragazzi, ma il destino li aveva voluti eroi! Nicolas capì che forse il suo tempo con i Prescelti era finito! Ma, anche essendo triste non lo fece vedere.

 

Tutti i presenti, per l’arrivo di Joseph, si dimenticarono degli altri Cavalieri conosciuti dopo il combattimento con Lignus, e quella sera non chiesero nulla a Volpe.

 

Dopo tanto parlare, l’Elite andò via, lasciando i Prescelti da soli dicendo che l’indomani avrebbero avuto delle notizie da riferire,  molto importanti.

Quella notte si fece tardissimo! Si erano fatte le cinque. Joseph e Nicolas tornarono a casa insieme scortati da Ralph. I genitori di Nicolas non si resero conto dell’ora tarda perché una Fenice aveva cancellato loro la memoria.

 

La mattina dopo, tutti i Prescelti erano in casa loro, in attesa che qualcuno dell’Elite andasse a riferire le notizie che avevano predetto. Incominciò Pegaso da Clara. “Prescelta! Dobbiamo assolutamente cancellare la memoria a Nicolas, poiché egli non farà più parte dei Prescelti in quanto Joseph è ritornato! Non contate più su di lui! Avverti gli altri Prescelti!” E disparve. Clara, prese il telefono e cominciò a chiamare tutti.

 

Capitolo 17

 

Nella cameretta di Nicolas, intanto, Dragur e Pegaso accompagnati da Volpe e la Fenice, andarono a cancellare la memoria al piccolo Prescelto. Lo trovarono che dormiva come un angioletto.

Dragur, guardandolo sospirava e non aveva il coraggio di svegliarlo, ma Pegaso gli dette l’ordine di destare il ragazzo. quello, senza molta convinzione eseguì. Quando Nicolas vide Dragur e gli altri si mise a piangere. “Perché piangi?” Disse Dragur dolcemente, e Nicolas guardando negli occhi il suo drago, che era stato il suo allenatore per così poco tempo, e tutti gli altri, singhiozzando proferì: “Dovete fare il vostro dovere! So che non vi rivedrò mai più!!” Volpe si avvicinò e leccandogli il viso gli disse: “Come fai a saperlo, piccolo?” Nicolas, rispose: “Ho letto nel pensiero di Dragur!! Non mi potete prendere in giro!!” Dragur, scostando Volpe violentemente, prese ad accarezzare Nicolas e gli disse: “Non rendere le cose più difficili di quanto sono!! Noi resteremo nei tuoi sogni, e ci porterai dentro il cuore!!” Pegaso, a quel punto si avvicinò al letto e provò ad usare i suoi poteri per cancellargli la memoria, ma Nicolas con uno slancio si tolse dallo sguardo di Pegaso dicendo: “Dovete promettere di badare a mio fratello e agli altri Prescelti! Non deve accadere nulla ne a loro ne a voi!! Ho un’ultima richiesta. Fate avvicinare la Fenice!” Volpe, andò a chiamare la Fenice che credendo in un gesto gentile del ragazzo, fu molto contento di svolazzargli vicino. “A quanto pare non sei cattivo come ti facevo! Lo so che infondo mi vuoi bene! Anche i draghi, hanno un cuore!!!” Disse l’uccello, appoggiandosi su Nicolas, mentre Dragur commosso piangeva. Nicolas, fece cenno alla Fenice di avvicinarsi perché aveva intenzione di abbracciarlo. Ci fu un abbraccio molto tenero sotto gli occhi di tutti; ma Nicolas aveva qualche altra cosa in mente. Velocemente infilò la mano tra le bellissime ali della Fenice, e ne strappò più penne possibile. La Fenice cacciò un urlo agghiacciante come quello che fanno gli avvoltoi quando volano sulle prede, e si mise a piangere, non per usare il suo potere, ma per dolore. Pegaso, interruppe la scena e disse a Dragur, alla Fenice e a Volpe di scostarsi perché avrebbe cancellato la memoria al bambino.

Il maestoso cavallo guardò fisso negli occhi Nicolas, che ormai rassegnato non oppose resistenza. Una luce bianca inondò la stanza, e Nicolas perse i sensi. Dragur lo accarezzò un’ultima volta e poi piangendo disse: “Piccolo! Forse un giorno ci rivedremo…” Pegaso gli si avvicinò e disse: “E’ tardi Dragur! Dobbiamo andare…” Ed il drago riprendendo a sorridere disse: “Lo so! Dobbiamo andare! Ci sono quattro ragazzi da allenare e proteggere!” Dopo di queste parole, L’Elite tornò nella sua dimensione.

 

Quando Nicolas aprì gli occhi, si svegliò in uno stato di malinconia. Si accorse di aver pianto ma non sapeva il perché. Poi, aprendo la mano notò le penne della Fenice. Non capì cosa ci facevano delle penne di uccello nella sua mano, e quindi alzandosi prese la decisione di usare il suo potere per vedere dove se le era procurate. (Nicolas aveva sempre avuto quei straordinari poteri e li usava anche prima di conoscere Pegaso e gli altri. Forse il bambino aveva intenzione, strappando le penne alla povera Fenice di ricordarsi.) Così fece. Riacquistò la memoria di tutto quello che era accaduto, ma decise di far finta di nulla. Contento, andò a riporre le penne in un cassetto, e chiudendolo a chiave disse: “Non potete prendermi in giro!! Io sono molto più furbo di voi!! Altro che Volpe!!” E si mise a ridere.

 

La vita per i Prescelti e per l’intera città scorreva normalmente. Tutti avevano dimenticato quello che era accaduto, tutti, tranne i nostri eroi.

Ralph, aveva subito dopo il combattimento, iniziato a progettare il videogioco su Lignus. Fu per lui un lungo lavoro, ma alla fine, dopo due giorni buttati anima e corpo al computer riuscì nell’impresa. Era davvero un capolavoro. Tutti i dettagli della lotta con Lignus e le ambientazioni erano state rispettate al millesimo. Contento del suo importante lavoro, chiamò per telefono la ditta e riferì di aver finito un nuovo gioco e che sarebbe andato in ufficio per farlo vedere. Uscì di fretta pensando alla faccia che avrebbero fatto i suoi colleghi. Prese l’automobile e si recò in ditta. Guidando il Prescelto della volpe pensava: “Se alla mia Softhouse sapessero che quello che si vede nel videogame è successo veramente, forse mi darebbero un aumento di stipendio o mi prenderebbero per pazzo! Loro non sanno che certe volte i videogiochi contengono verità!”.

Arrivò in ufficio e fece vedere il suo lavoro al capo, il quale, dopo un’attenta riflessione si congratulò con lui e mandò subito il lavoro ad altri colleghi per controllarlo. “Mio caro Ralph! Non so come tu abbia fatto in pochissimi giorni a programmare un simile capolavoro! Ti meriti qualcosa in più in questa azienda! Se il prodotto risulta non avere difetti, lo metteremo subito in commercio!” Ralph, capì che era una promozione e ringraziò. “L’idea di un mostro legnoso è alquanto bizzarra ma funzionerà! Ma dimmi… come ti è venuto in mente?” Ralph, spiegò che era tutto nato dalla sua fantasia. Il videogame ebbe un enorme successo e fece guadagnare alla ditta di Ralph molti quattrini.

 

Michelle, aveva ricominciato ad andare a scuola. Non era molto diligente, non lo era mai stato. A lui la scuola non piaceva affatto. Non erano solamente i compiti a dargli problemi ma soprattutto i compagni che, vedendolo poco sveglio continuavano a prenderlo in giro anche in modo pesante. Volle prendersi una rivincita. I fatti accaduti gli avevano dato per la prima volta coraggio. Tra se e se si ripeteva: “Se mi hanno prescelto ci sarà un motivo! Devo farmi forza! Sono o non sono una fenice? Ho visto e lottato contro mostri di ogni genere! I miei compagni e i miei professori non sono come quelli li! Quindi forza e coraggio!” Con questo slancio, una mattina, prese lo zaino ed andò a scuola. I compagni quando lo videro arrivare, notarono nel suo comportamento qualcosa di strano. Era cambiato. Non era più il ragazzo di prima. Non mancarono gli scherzi, ma il Prescelto, conscio della sua condizione questa volta rispondeva, e se era necessario dava pugni e calcioni negli stinchi.

 

Ritornato a casa, si mise sul divano e prese un pesante volume di psicologia del padre per cominciare a studiarlo. Era davvero molto difficile, ma l’impavido Prescelto si diceva tra se e se: “La Fenice mi ha detto che devo studiare! Lo devo fare! Ma questo libro a me non piace! Non ci sono nemmeno illustrazioni, e poi sembra che parli di tutto tranne che di quello che mi interessa! Che palle questo Freud! Non si capisce un fico secco!! Dovrebbe parlare anche di ipnosi, ma secondo me l’unico modo per far dormire la gente con questo libro e tirarglielo in testa visto che pesa un accidente!!” Si mise di buona lena a leggere per ore e ore, ma come si può facilmente immaginare non ne cavò un ragno dal buco e l’unico a dormire fu proprio lui.

Il giorno dopo sarebbero dovuti tornare dal viaggio i suoi genitori in compagnia di sua sorella. Naturalmente Michelle gli fece trovare tutta la casa in ordine, ma si dimenticò di posare il libro che aveva preso.

 

Venne la sera, e i genitori ritornarono. Suo padre aveva notato il grosso libro sul divano, e gli domandò come mai lo aveva preso. Il Prescelto disse di voler studiare psicologia ma che era troppo difficile per lui. Il genitore rimase molto contento della decisione del figlio, e gli disse che lo avrebbe volentieri aiutato nello studio, a patto che non trascurasse i suoi compiti per la scuola. Michelle saltò dalla gioia e pensò alla faccia che avrebbe fatto la Fenice. Sua sorella nel sentire questo, gli si avvicinò e disse: “Tu psicologo? Mi fai proprio ridere! Non diventerai mai come nostro padre!” Il Prescelto della fenice piccato dalle parole di sua sorella, volle dimostrarle quello che sapeva fare, e prendendola in disparte le disse: “Diventerò, se lo vuoi sapere,  anche più bravo di papà. Tu non lo sai ancora… ho dei poteri psicologici magnifici! Posso far addormentare con l’ipnosi chi voglio! Te lo dimostrerò stasera dopo cena!” Naturalmente la ragazza non credette ad una parola di suo fratello, e durante la cena lo sfotteva mentre il Prescelto la guardava male.

Finirono, dunque, di mangiare e Michelle disse: “Sorellina! Adesso ti dimostrerò ogni cosa! Vieni con me nella mia stanza e ci crederai.” Lei lo seguì ridendo come una matta, mentre i genitori si guardarono in faccia. Arrivati che furono nella camera, l’impavido Prescelto guardò la ragazza fisso negli occhi dicendo: “Adesso guardami attentamente! Io sono una fenice! Ti ordino di rilassarti!” Quella, disse: “Una fenice? Come è possibile! Le fenici non esistono! Tu sei matto!” Michelle, allora con voce seria e calma disse: “Si! Io lo sono! Adesso guardami… guardami… non avere paura! Ti sentirai rilassata completamente! I tuoi occhi si chiuderanno al mio tre. Uno… due… tre…” E sciocchiò le dita. Quella crollò ai suoi piedi in stato di trance profondo, senza potersi sottrarre a quello stato. “Abbaia come un cane!” Ordinò il Prescelto. Sua sorella incominciò ad abbaiare: “Bau!! Bau!! Bau!!” Nella sala da pranzo i suoi genitori sentirono abbaiare, e si diressero verso la camera di Michelle. “Continua ad abbaiare! Così… bene! Ancora! Sempre di più! Sempre di più!” E la poveretta abbaiava proprio come un cane, quando i genitori accorsero. “Michelle!” Urlò il padre che aveva capito: “Cosa hai fatto ad Angelica! PERCHE’ l’hai fatto!” e la mamma: “Mio Dio! Falla smettere! Cosa gli hai fatto Michelle?” Il marito rispose: “L’ha ipnotizzata! Caspita!! Proverò a farla smettere!!” E prese a fissare negli occhi Angelica che intanto continuava a fare “Bau!! Bau!! Bau!!” Michelle, preso dal timore, disse: “Non l’ho fatto apposta!! Vi giuro!! Ho solamente fatto come era scritto sul libro che ho trovato e che stavo leggendo!” Suo padre, armato di santa pazienza, prese a dire alla figlia: “See... sul libro… Adesso! Svegliati! Uno… due… e… tre…” Ma quella non ne voleva sapere di svegliarsi. La mamma era in delirio. Urlava dicendo: “Giovanni!! Fa qualcosa!! Nostra figlia!! RIVOGLIO NOSTRA FIGLIA!!! Non voglio avere un cane per casa! FA QUALCOSA!!!” Giovanni, questo era il nome del padre di Michelle si voltò con la consorte e gridò: “Ce la sto mettendo tutta!! Ma Maria non mi urlare all’orecchio! Mi serve calma!! E poi… credo, anzi sono sicuro, che deve svegliarla lui… ha usato… Ma lasciamo perdere…” Michelle, era terrorizzato, dopo, prese una decisione, e si avvicinò al padre dicendo: “La sveglio io!! Come l’ho ipnotizzata, sicuramente posso anche svegliarla.” Giovanni, disse: “Va bene… Ma… come pensi di fare! Non ci riesco io che ho studiato psicologia… per modo di dire… per la bellezza di 5 anni in una università considerata la più buona in assoluto… anche se mi serviva a poco… Cosa pensi di fare tu che ancora vai alle scuole superiori ed ancora non hai…! Và via! Hai già fatto parecchi danni!! NON DOVEVI… NON DOVEVI FARLO!!” Michelle, sentendosi rimproverato, anche non capendo… volle dare dimostrazione al genitore delle sue doti. “Papà! Ti chiedo perdono! Non volevo! Ma ora, per favore, fammi tentare! Ti prego!” Quello, con aria molto scettica disse al figlio che aspettava la sua risposta: “Va bene Michelle! Provaci! Ma non dare più ordini! Cerca di svegliarla e di farla smettere di abbaiare! Poi… poi vedremo… T’avevo avvertito…” Michelle giurò in quel momento a se stesso di non usare più il suo potere su altre persone, e avvicinandosi ad Angelica che pareva davvero un cane disse: “Adesso Angelica, svegliati! Al mio tre ti sveglierai e starai bene come prima… uno… due… tre…” E schioccò le dita. Quella si riprese subito sotto gli occhi scandalizzati ed arrabbiati di suo padre. “Cosa mi è successo! Non mi ricordo nulla! E come se avessi dormito per un secolo!” Il padre la guardava in modo strano, e poi, si girò verso Michelle, e con slancio prese ad abbracciare la figlia. La mamma si era appena ripresa, e non sentendo più abbaiare la sua bambina si mise ad abbracciarla anche lei. Michelle, vedendo la bella scena non osava dire una parola. “E’ stato Michelle a farmi dormire! Lui mi diceva delle parole strane! Mi ha detto che lui è una fenice! Cosa significa papà?” Giovanni, stette a guardare Angelica ma poi si voltò con il Prescelto della fenice, e guardandolo in cagnesco disse alla figlia: “Niente! Tuo fratello scherza! Adesso vieni di là! Avrai sete!” E lei accettò senza indugi e andò in sala da pranzo con il padre e la madre, lasciando Michelle da solo.

 

Quando se ne furono andati, Michelle diede un sospiro di sollievo e pensava a quanto era forte il suo potere; ma la sua contentezza durò poco. La Fenice comparve proprio davanti a lui con una luce dorata, dicendo: “Hai fatto una sciocchezza!! Cosa ti è saltato in mente!! C’è mancato poco per… Ti avevo detto di non usare il tuo potere su altri, ma tu mi hai disubbidito! Spiegami perché l’hai fatto!!” Michelle rispose a capo basso: “Veramente io… non pensavo di fare una cosa cattiva! Ho sbagliato! Perdonami! Non lo farò mai più. Però spiegami. Se non posso usare il mio potere che senso ha avercelo? Insomma se non lo posso sfruttare, cosa mi serve?” La Fenice, aprendo le ali disse: “Non puoi usare il tuo potere ipnotico su altre persone! Devi farlo solo quando è utile! Non lo puoi usare per divertimento! Questa è una regola che vale per tutti i Prescelti non solo per te! Devi imparare a dominarti Michelle!! Potresti fare guai!! E per poco non li hai fatti a me… E Poi hai detto a tua sorella di essere una fenice! Ti rendi conto di quello che hai fatto?” Michelle, non osava dire una parola. Era talmente demoralizzato che non tentò di difendersi. Infondo la Fenice aveva ragione. Cosa sarebbe successo se non fosse stato in grado di svegliare Angelica? Non osava pensarci. La Fenice, allora volando disse: “Adesso io vado! Tieniti pronto per le eventuali battaglie!!” E sparì proprio come era venuto in una stupenda luce dorata.

 

I quattro Prescelti, anche quella notte si allenarono! Allenamenti estenuanti! Allenamenti che ad ogni colpo rendevano i nostri eroi più forti!

 

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