LA RADIO DEL MISTERO

RAFFAELE FAMELI

Attenzione !! Le storie sono protette da copyright  dell'autore

 

Capitolo 3

 

(=IL RITORNO A CASA=)

 

D’un lampo, mi ritrovai di nuovo in stazione. Per fortuna il mio malessere era quasi completamente scomparso. Cosa mi era successo? Forse tutti i discorsi del venditore m’avevano suggestionato. Con quella convinzione, controllai il tabellone delle partenze… il mio treno era già sui binari. Corsi per raggiungere il mio vagone e vi salii. Trovai subito il mio posto e mi sedetti come all’andata. Ero di nuovo solo! Appoggiai la tanto agognata scatola sul sedile vicino a me, tenendola con la mano come se, da un momento all’altro dovesse volar via. Pensavo ancora una volta alla promessa che, mio malgrado, avevo fatto al negoziante senza però trovare una logica risposta. Perché m’aveva fatto promettere di non accendere la radio di sera? Era proprio la sera che io avevo intenzione d’accenderla… Mi tornarono in mente anche quei tre manichini e rabbrividii. Poi, chiudendo un attimo gli occhi, ricordai una cosa molto strana… Non ci avevo fatto caso quando ero dentro al negozio! Mi sembrò di ricordare che il venditore avesse avuto come una specie di coda… coda di procione! Anche quel ricordo mi fece sobbalzare sul sedile! Volevo ricordare altro, quando il treno si mosse… Eravamo partiti in perfetto orario.

 

Non passarono due minuti, quando i miei ricordi furono interrotti dal controllore. “Biglietti…” Disse con aria severa. Porsi il biglietto con un sorriso, mentre la luce del convoglio si spense e poi s’accese. Tutto sembrava tremolare. Il controllore, timbrando il biglietto, girò lo sguardo verso il sedile dove tenevo la scatola con la radio. Sembrò rannuvolarsi. “Ah! Vedo che ha acquistato una radio ad onde corte, signore…” Io per non sembrar scortese annuii con il capo: “… E’ davvero un bellissimo hobby il radioascolto… Ah! Anch’io quando ero giovanotto ero appassionato… ma, da quando ho ascoltato quelle cose… non ho più avuto il coraggio d’inserire la spina nel mio apparecchio! Sa… Avevo proprio lo stesso modello di radio… una ZODIACO 14! POI SUCCESSE…” Guardai sia la scatola che il volto del controllore, mentre, ancora una volta la luce andò via. “… L’ho appena comprata…” Gli dissi tremante. Quello, si levò gli occhiali riponendo la macchinetta per forare il biglietto, e nel farlo, lasciò cadere a terra un LIBRO che subito raccolse, e mi disse guardandomi fisso: "Spero che a lei vada meglio… A me e ad altri non di certo! Ah!! Se avessi saputo… Non si scherza su certe frequenze… C’è chi parla e chi ascolta… ma, molto peggio va per chi ascolta! Mi creda! Tutti dicono che i ricevitori non possono far danni… ma, per mia esperienza, so per certo che non è così… Ma, lo so che non sono affari miei, lei, cosa vuole ascoltare di bello con quell’arnese lì?” Tutti sembravano aver paura di quella radio: “Vede… Vorrei ascoltare i radioamatori… però vorrei anche ascoltare le misteriose Number Station… le conosce?” Il controllore sgranò gli occhi e mi disse con voce profonda: “Se le conosco? Quelle sono le SUE stazioni radio! Sono le stazioni di NESSUNO! Tutti le cercano… tutti le ascoltano… ma nessuno sa… nessuno, dopo averle ascoltate è più lo stesso! Lei mi sembra un bravo ragazzo! Perché vuole ascoltare e… vedere, qualcosa che potrebbe anche, anzi sicuramente nuocerle?” Dicendo così, mi parve di vedere gli occhi del controllore cambiare e sembrare quelli di un gatto. Non risposi. Non risposi non perché non avessi domande, ma perché non sapevo cosa dire. Il ferroviere mi guardò, e poi, senza salutare andò via, lasciandomi su quel sedile colmo di dubbi e perplessità.

 

Era passata una mezz’ora! Il treno continuava nel suo viaggio. Mi rigiravo tra le mani lo scatolo della radio, leggendo e rileggendo le informazioni tecniche che vi erano riportate, ma, mi cadde l’occhio su di una in particolare. Diceva così: “… This frequency in SSB or AM in the band of the SW is DANGEROUS for paranormal activity…” Quelle parole in inglese mi resero ancor di più nervoso! Come potevano delle normali frequenze essere pericolose per attività paranormali? Dunque il venditore ed il controllore avevano ragione? Respirai a pieni polmoni, quando, ad in tratto entrammo in una galleria e si spensero le luci. Guardai in quell’oscurità nel corridoio, ed in un riflesso del finestrino che fungeva da specchio, vidi riflesso lo scompartimento accanto al mio che doveva esser vuoto… ma così non m’apparve! Infatti, vidi con mio gran terrore tre figure sedute… lunghe… senza lineamenti, illuminati da una strana luce biancastra! Erano i tre manichini visti nel negozio! Dopo… si riaccesero le luci ma, di quelle tre figure allungate nessuna traccia. Pensai d’essermele immaginate, ma provai un brivido lungo la schiena.

 

Il viaggio continuò in modo tranquillo, ma non per me! Stavo quasi per giungere alla mia fermata. Il treno s’arrestò ed io, con la mia brava radio sotto il braccio, fui costretto a scendere.

Alla luce della stazione, cercai di nuovo quelle parole in inglese scritte sullo scatolo… ma erano scomparse… come se non ci fossero mai state. Mi sentii raggelare il poco sangue che avevo in corpo. Com’era possibile che una roba stampata potesse dissolversi nel nulla? Non era affatto normale! Che quella radio fosse qualcosa di molto diverso da quello che avevo in mente?

Uscii dalla stazione e mi diressi verso la mia auto parcheggiata. Abitavo con i miei! Mi stavano aspettando con ansia, quindi li chiamai con il mio smartphone per tranquillizzarli.

 

Durante il tragitto, ripensai a tutte quelle cose che mi erano accadute quel pomeriggio e provai un senso di stordimento misto a paura e terrore. M’aspettavo di rivedere i tre manichini sui sedili posteriori della mia auto, ma non vidi nulla. NESSUNO!

 

Arrivai a casa e parcheggiai come ero solito fare. Scesi dalla macchina e m’avvicinai al cancelletto della mia abitazione. Entrai ed aprì il portone. Nulla di strano.

I miei, appena mi videro rientrare, m’accolsero dicendomi: “Ciao Alberto! Hai comprato quella ‘ dannata ’ radio di cui parli ormai da tre mesi? Hai speso un sacco di soldi…” Io, risposi che in realtà avevo avuto uno sconto eccezionale. Dissi anche quanto l’avevo pagata, appoggiando la scatola sul tavolo, ma, mio padre disse: “Ah! E l’hai pagata così poco, significa che è sicuramente scassata! Io te lo avevo detto di non fidarti di quel ‘ VECCHIO ‘ che te l’ha venduta… Cosa la vuoi? Non è nulla! NESSUNO… NESSUNO riuscirai a sentire da quell’arnese malefico! Cosa ti serve? Sicuramente la riporterai indietro, ma nessuno ti restituirà il denaro, Alberto! Sei stato, come sempre, uno spendaccione…” A quelle parole, risposi: “Non credo di riportarla indietro, anche perché il negozio dove l’ho acquistata stava per chiudere o peggio, è già chiuso… Me lo ha detto il negoziante… Ma… come fai a sapere, papà, che il proprietario era un vecchio?” Mio padre cambiò discorso e disse: “Ok… ma adesso preparati che è quasi ora di cena!” Annuì ed andai a cambiarmi per mettermi in pigiama! Adoravo stare in pigiama.

 

Al piano superiore, con lo scatolo in mano, andai fino alla mia camera. Aprii la porta ed entrai. C’era freddo! Un freddo molto strano! Appoggiai la scatola sulla mia scrivania e, da sotto il cuscino tolsi il mio pigiama e lo indossai. Fui curioso di vederLa! Così, sul letto aprì lo scatolo e ne osservai il contenuto. Era proprio la radio che volevo… Sorrisi ed incominciai a guardare le manopole ed i tasti, volendo capirne il funzionamento. Non misi l’alimentatore nella spina… ancora no! Volevo aspettare fino l’indomani, quando, finalmente avrei preso le frequenze prelevate da Internet, e avrei provato a sintonizzarmici sopra! Infatti, presi quei fogli e li misi dentro la scatola insieme alla radio, e la posai sulla scrivania.

Intanto, dal piano inferiore sentivo parlare i miei genitori concitatamente. Mia madre dava la colpa a mio padre per avermi acconsentito a far quell’acquisto che, secondo lei mi doveva portare solo guai, ma, il mio genitore le rispondeva che avrei presto dimenticato quella radio e sarei ritornato ad essere l’Alberto di sempre.

 

Mangiai con furia. Mi sentivo strano e stranamente agitato. Pensai che quell’agitazione fosse dovuta al mio acquisto tanto desiderato, e non ci feci caso. Andai a dormire, ma quella sera accesi il televisore che avevo vicino al letto. Quel televisore era vecchio! Non aveva il digitale… Era da parecchio tempo che non veniva usato per ovvi motivi, ma, forse preso dall’agitazione di cui ho parlato, provai a fare una sintonizzazione. Forse l’ho sognato… OPPURE NO, ma sol per un attimo apparve quel monoscopio già visto in negozio, dopo solo formicolio! Non potevo crederci! Qualcuno, a dispetto del digitale terrestre, ancora trasmetteva in analogico! Com’era possibile tutto questo? Cos’era quel segnale? Chi lo trasmetteva? Forse NESSUNO! Forse era stato uno scherzo dei miei stanchi occhi, ma, qualcosa mi diceva che c’era di più… molto di più… Chiusi la TV e spensi la lampadina del mio comodino. Forse, durante quella lunga notte avrei capito… si, ma cosa?

 

 

HOME DELLA SEZIONE

HOME