LA STRANA RIUNIONE

RAFFAELE FAMELI

Attenzione !! Le storie sono protette da copyright  dell'autore SIAE (C)

 

Una notte, una volpe affamata, nell’atto di prendere un po’ di cibo per sfamarsi, entrò nel pollaio di un contadino. Come al solito, fece strage di tutto il pollame che vi era custodito con molta attenzione, per non rischiare di beccarsi una bella pallottola dal fucile del fattore. Cercò poi una via di fuga con molte difficoltà per non essere scoperto. Nel cercare uno spiraglio tanto grande da potervi passare, vide, vicino ad un pagliaio un libro.  Quello, preso da molta curiosità, con le zampette davanti lo girò dalla parte della copertina e  lesse il titolo. (Bisogna sapere, che da sempre, gli animali sanno  leggere, ma di questo nessuno si è mai accorto in quanto fanno molta attenzione quando lo fanno per non essere scoperti!) Si trattava di un romanzo dal titolo Pinocchio, scritto da un certo Collodi. Guardandosi bene in giro, decise di prenderlo e di portarlo con sé nella tana per poter finalmente leggere in pace. Detto fatto, prese il volume fra i denti e se lo portò fuori.

Appena giunto nella tana, la volpe, si accucciò come al solito, e mise la coda in modo da poterla sfruttare come leggio. Lesse per tutta la notte, il mattino ed il pomeriggio ma la parte che  lo interessò di più fu proprio quella di quando Pinocchio conobbe il ‘ Gatto e la Volpe ‘, e poté accorgersi che i due malandrini non avevano una parte nel racconto molto bella, ma la cosa che gli fece più impressione fu l’alleanza che c’era tra i due e soprattutto quello che gli esseri umani pensavano degli animali. Volle, per questo motivo andare da un gatto per sapere se i gatti fossero a conoscenza dei fatti. Portando con sé il libro si avviò per la strada. Non fu difficile trovarlo. Andò vicino ad una casa e si accorse che un gatto era accovacciato davanti l’uscio su un tappeto morbido che gli faceva da letto. Si avvicinò piano piano, e salutando il gatto disse: “Buona sera Gatto!” Quello, aprendo i suoi occhioni verdi disse: “Buona sera a te Volpe! Cosa ti porta qui da me? Forse la fame? Purtroppo non c’è più cibo! L’ho mangiato tutto io!” La volpe disse: “No Gatto! Non è per mangiare che sono venuto ma per sapere da te una cosa!” Il gatto stiracchiò tutte le zampe, e con fare morbido e sinuoso gli si avvicinò dicendo: “Allora perché? Stavo dormendo così bene sul mio tappeto, e  mi hai disturbato! Noi gatti amiamo dormire!” La volpe, giustificandosi disse: “Scusami tanto se ti ho disturbato, ma mi è capitato di leggere in un libro degli uomini una cosa molto strana!” Il gatto, miagolando disse: “Tu hai letto un libro dei due zampe? E’ un reato per noi animali, non lo sai? Ma comunque dimmi… sono molto curioso!” La volpe cominciò ad esporre cosa aveva letto, mettendogli sotto il naso, aperto, il libro: “Ecco! Qui c’è scritto che una volpe ed un gatto erano amici! Certo! Le cose che hanno fatto lasciano molto a desiderare, e quasi quasi mi dispiace per il burattino, ma, volevo sapere se quello che ho letto su quei due è verità.” Il gatto, con gli occhi stupiti disse: “Ma cosa ti salta in mente Volpe! Secondo te, noi gatti siamo amici con voi? Ma se ci rubate i topolini che cerchiamo di acchiappare! E poi… assomigliate molto, e scusa se lo dico, ai cani!” La volpe se ne ebbe quasi a male e rispose: “Non siamo cani! Anzi li detestiamo proprio come voi gatti!” “Scusa tanto!” Replicò dolente il gatto: “Ma, vedi, siamo molto diversi noi due! Gli uomini fanno di tutta l’erba un fascio! Come puoi credere alle cose scritte su quell’ammasso di carta stampata? Gli animali sono superiori agli uomini perché evitano di leggere o di pensare certe cose! Il sapere non è per noi! Noi, prendiamo la vita così come viene e non ci interessa sapere le cose che non possiamo vedere con i nostri occhi! Gli uomini lo hanno fatto, ed ecco cosa succede nel mondo! Va tutto alla rovescia! Comunque, se vuoi, siccome il mio padrone possiede molti libri che mi sono guardato bene di leggere, possiamo studiare e parlarne, ma solo a scopo informativo!” La volpe disse: “Va bene!” Il gatto, miagolando disse all’ospite di seguirlo in casa, ma la volpe spaventata disse: “Ma bisogna entrare nella tana dell’uomo! Io non mi ficcherò mai nella casa di un uomo! Ho avuto bruttissime esperienze!” Il gatto si mise a ridere e disse: “Avanti! Non c’è nessuno! Sono partiti per un viaggio! Non avrai paura spero?” La volpe disse: “No! Per tua informazione non ho paura di nulla!” “A me risulta che voi volpi scappate via come il vento quando vi spaventate, ma se vogliamo scoprire di più, dobbiamo andare in un posto dove gli uomini studiano le cose del mondo e tengono i libri!” La volpe, tranquillizzata ma alquanto infastidita dalle parole sarcastiche del gatto entrò con quello dentro la casa.

Appena si intrufolarono, svoltarono un angolo, e arrivarono in un ambiente molto strano. Li, sorgeva una grande biblioteca  piena zeppa di libri di ogni forma e colore. La volpe che non aveva mai visto nulla di simile, rimase immobile a guardare come incantata. “Che c’è? Non hai mai visto una biblioteca?” Disse il gatto; “No! Effettivamente è la prima volta che vedo una cosa simile!” Disse la volpe. “Bene! Allora, la nostra ricerca sta per cominciare! Dobbiamo cercare se c’è qualche libro che parla della alleanza tra volpi e gatti!” Cercarono per ore ed ore, ma non riuscirono a trovare nulla sull’argomento, ma trovarono invece molti racconti diversi che parlavano degli animali. Il gatto, aveva scoperto, aprendo un libro di storia, che nell’antico Egitto i suoi simili erano trattati come degli Dei, e vantandosi disse alla volpe: “Vedi! Gli uomini, a noi gatti hanno sempre riservato delle cose stupende! Siamo stati sempre venerati e riveriti!” La volpe disse un po’ contrariata, ed indicando una pagina di un libro con la zampa anteriore destra: “Ma anche siete considerati gli animali delle streghe da come c’è scritto qui!”  Il gatto fece finta di non aver sentito ma disse: “Ma di voi… caro Volpe, si dice anche  altro! Leggi bene qui! La volpe rappresenta il demonio in persona!” La volpe se ne ebbe a male un’altra volta e disse quasi ringhiando “E’ tutta colpa dell’uomo e delle sue fantasie! da come si legge in quest’altro libro, noi volpi siamo sempre state detestate e prese per ladre! Questo non va bene! E poi, c’è chi ha addirittura paura di noi per via di una volpe molto strana che io non ho mai visto! Secondo te, Gatto, esiste davvero una volpe a nove code?” Il gatto si mise a ridere e disse: “Non credo! Se esistesse, allora poveri noi!”.

 

I due continuarono a leggere per ancora molto tempo guardandosi in cagnesco. Scoprirono le fiabe ed i racconti, ed anche la scienza umana. Impararono così tutto su di loro e sugli altri animali, ma più leggevano e più restavano delusi perché gli uomini non li descrivevano come davvero erano in realtà. La Volpe, decise di andare a parlare con le altre creature per diffondere il sapere che, malgrado le delusioni,  aveva incamerato. Così disse al gatto: “Amico! Ormai è chiaro! Gli uomini non ci conoscono per niente! Cosa ne dici se andassimo a cercare gli altri animali per spiegare come stanno le cose con l’uomo? Che ne pensi, se ci mettessimo in società per davvero almeno una volta?” Il gatto, miagolando disse: “Per la società, non sono molto d’accordo, visto le brutte parole che hai detto sulla mia specie! Ma comunque va bene! Tutti devono sapere quello che abbiamo letto! E’ un nostro dovere! L’uomo deve imparare a conoscerci in tutto e per tutto!”. Detto questo il gatto con la volpe uscirono dalla casa.

 

I due novelli ‘ soci ‘, pensarono di riunire tutti gli animali vicino ad un laghetto, ma prima dovevano trovare chi poteva andare a chiamarli. Pensarono ad una rondine che si trovava appollaiata sul ramo di un albero, vicino al giardino della casa. Il gatto disse alla volpe: “Senti Volpe… Siccome sei molto furbo, dovresti parlare tu alla rondine. Sai… io non posso in quanto sono per lei un predatore! Magari tu, con la tua proverbiale astuzia riuscirai a convincerla!” La volpe protestò dicendo: “Ci proverò amico Gatto, ma sarà molto dura! Anche io sono per lei una minaccia, cosa credi? Non si avvicinerà mai a me! Più di una volta ho fatto fuori delle rondini che poi ho mangiato per colazione! Se non ci riesco io, puoi provare tu, visto che sai essere assai convincente!” Il gatto disse: “E’ vero! Quante volte per farmi dare da mangiare, ai due zampe ho fatto le fusa, e loro ci sono cascati come dei citrulli! Ma, siccome ti rispetto e ti considero molto astuto ed audace, è meglio che provi prima tu!” La volpe disse: “Oh! Ti ringrazio Gatto per il rispetto  e la considerazione che mi porti! Non temere, si avvicinerà, a patto che tu non le salti addosso per farla fuori!” Il gatto, sorridendo gli disse: “Tranquillo! Ci deve fare un favore! Non sarei mai così sgarbato! Magari dopo potrei…” e la volpe, guardando male il gatto, cominciò a chiamare la rondine in modo molto dolce: “Rondine! Per piacere puoi venire un attimo qui da me? Ti devo dire una cosa molto importante!” Quella, rispose dall’albero: “Fossi matta! Hai sicuramente voglia di mangiarmi!” “Ma no! Te lo assicuro!” Disse la volpe abbassando le orecchie per far capire che non aveva nessuna intenzione mangereccia; la rondine, vedendo questo disse: “Eh! Purtroppo conosco bene le volpi! C’è un detto che dice: mai fidarsi di una volpe! “Ma io non sono come le altre! Ti devo chiedere un favore molto importante per tutti noi animali! Dovresti, tu che voli in alto nei cieli, andare in giro a chiamare tutti gli animali che incontri perché, io e l’amico gatto vi dobbiamo parlare sull’uomo!” La rondine, sempre sull’albero, guardando la volpe come per prenderla in giro disse: “Vedrò Volpe cosa posso fare, ma a me l’uomo interessa poco, visto quello che mi ha fatto! (E si asciugò una lacrima con l’ala). Comunque se è per farti un piacere vado!” E dicendo così volò via. Il gatto, si congratulò con l’amico per le bellissime parole dette alla rondine per convincerla dicendo: “Amico! La fama di astuzia che circonda voi volpi è meritata!” “E’ proprio così! Grazie, amico Gatto!” Ma continuarono a guardarsi male.

Aspettarono con impazienza per qualche ora sotto l’albero e alla fine videro arrivare, insieme alla rondine i seguenti animali: un cavallo, una mucca, una gallina, un cane, un canarino che era sfuggito da una gabbietta su un balcone, un serpente. Poi, arrivò una rappresentanza di animali che erano riusciti a scappare dalle gabbie dello zoo, tra cui una zebra, un leone ed una tigre. Appena la volpe ed il gatto videro arrivare questi ultimi, furono presi da un tale spavento che per poco non pensarono di scappare, ma, siccome avevano una missione da compiere, restarono immobili come paralizzati dalla gran paura.

La rondine, atterrando sul solito ramo disse: “Ecco tutti gli animali che sono riuscita ad avvertire! Molti vengono da molto lontano, e quando ho detto loro, il motivo della convocazione (specialmente chi li ha mandati a chiamare…) hanno subito accettato di venire a discutere!” Il gatto, vedendo che era presente anche un rappresentante dei cani (e che cane! Era un pastore tedesco!), volle presto mettere un po’ d’ordine dicendo con tono da comizio: “Amici! Tanto per incominciare, vi ringrazio di cuore di essere venuti, anche se qualcuno di voi si poteva risparmiare il disturbo! Innanzi tutto, per maggiore ordine e sicurezza (soprattutto mia…), durante questa riunione vi prego di prendere posto nel seguente ordine che rispecchia la vostra natura! Tu Cavallo starai vicino alla Zebra, mentre la Mucca è pregata di stare vicino a loro due. Il Signor Leone si sistemerà (se gradisce) vicino alla Signora Tigre (a debita distanza dal sottoscritto…) e se è possibile, il Signor Serpente ed il Signor Cane , voi due potrete stare vicino alla Volpe, mentre il Canarino e la Gallina, in compagnia della Rondine, possono sistemarsi qui, vicino a me!” Si sollevò un coro di protesta. Il cavallo disse che non intendeva minimamente stare vicino alla zebra in quanto, fra la specie dei cavalli e quella delle zebre non correva buon sangue. La mucca restò dov’era, ma guardava con terrore il leone e la tigre. Questi ultimi si guardavano tra di loro con superiorità, e mancava poco che ci fosse una lite furibonda tra felini maggiori e intanto guardavano con interesse il cavallo, la zebra e la mucca. La volpe, a quel punto, disse al gatto, quasi pregandolo di cambiare la sua sistemazione: “Perché dovrei stare vicino al Cane? Non lo trovo giusto!” Ma fu ignorato altissimamente dall’amico. Anche i volatili, preferirono restare sull’albero, mentre la gallina, vedendo con terrore la volpe, si sistemò chiocciando accanto al cavallo. Insomma tutti quanti presero posti diversi da quelli dettati dal gatto, il quale deluso disse: “Va bene anche così!” Il cane, che aveva seguito le indicazioni del gatto disse invece: “A me questa sistemazione va più che bene!” E gettò uno sguardo maligno, sia alla volpe che al povero gatto. Questo, vedendo che ormai la situazione era quella (tirava un’aria gelida di guerra), annuì al cane e disse indietreggiando un po’: “Se ci siamo tutti, possiamo iniziare la discussione! Dunque… io con la Volpe abbiamo letto sui libri degli uomini molte cose che ci hanno lasciato alquanto sconcertati! Loro dimostrano, non solo di essere, come di solito, molto crudeli con noi, ma di non conoscerci per niente! Sono state scritte tante sciocchezze che ci vorrebbe un intero anno per raccontarle tutte! Io e la Volpe, volevamo sapere da voi, che tipo di rapporto avete con l’animale chiamato uomo, anche se, definire i due zampe con questo titolo mi sembra troppo. Volevamo anche informarvi su quello che abbiamo scoperto in proposito! Volevamo anche ascoltare le vostre esperienze.” A questo punto, il cavallo disse: “Se gli altri mi permettono, vorrei cominciare io! Io abito in una stalla, poco lontano da qui! Da quello che ho sentito dire all’uomo che mi dovrebbe accudire, io sono un cavallo da corsa! Non so bene cosa significhi ma credo che centra con il fatto che il subdolo due zampe, come il Gatto chiama gli esseri umani, mi fa correre dalla mattina alla sera senza tregua! Porta sempre, appeso al collo uno strano marchingegno che lui chiama ‘ cronometro ‘ che guarda sempre! Mi fa paura questo aggeggio, in quanto certe volte, quando sono stanco di correre, lui, lo guarda e si mette ad urlare come un forsennato! Dice frasi del tipo: ‘ oggi non hai fatto un bel tempo ’ , e giù una frustata da levare il pelo! Altre volte, pare contento nel guardarlo e mi da carezze e zollette di zucchero! Spesso, mi guarda correre lungo una pista tutta piena di sabbia senza nemmeno un filo d’erba con altri due zampe, che si rallegrano e ridono come se fossero ubriachi! Secondo me, hanno dei problemi psicologici da non sottovalutare! Non c’è dubbio in proposito! Visto, che ormai sono in tema, dico anche che molto spesso, in questi frangenti, c’è anche chi mi sale in groppa, e con delle rotelline appuntite che hanno sulle scarpe, mi percuotono i fianchi, facendomi molto male! Mi mettono pure, una specie di apparecchio per i denti che loro chiamano ‘ morso ‘. Fa un male terribile! Pensate che, collegato con il morso, mi mettono pure un altro oggetto di tortura che non mi permette di guardare a destra ed a sinistra, costringendomi, come un deficiente, solo a guardare diritto davanti a me! Per non parlare, quando certe volte mi portano in una pista, simile a quella che vi ho descritto ma piena di due zampe che urlano come matti, mentre io, ed altri poveri cavalli nella mia stessa condizione corriamo a più non posso, guardandoci con compassione tra di noi.  Volevo sapere, da voi, illustri amici e colleghi che avete studiato qualche cosa di più! Queste torture,  non le augurerei nemmeno al mio peggior nemico! (Il cavallo, guardava male la zebra) Perché l’uomo si comporta così? E’ forse il caso di preoccuparsi per la loro igiene mentale? A me sembrano tutti pazzi!” Tutti accolsero le parole del cavallo con un lungo ‘ ooooohhh ‘ di meraviglia e di sgomento. La zebra, sentendo questo disse: “L’uomo è imbecille! Quello che dice il cavallo, comunque, a me non capita, mi succede molto di peggio! Abitavo in Africa nella bellissima Savana. Correvo libera e spensierata, e l’unica cosa brutta che mi poteva succedere laggiù era essere divorata dai leoni! (la poveretta guardava il leone con terrore.) Pensavo fosse questa l’unica cosa di brutto che mi poteva capitare! Mi sbagliavo! Un giorno, mentre pascolavamo, le altre zebre erano scappate sentendo un pericolo, ma,  siccome io non potevo correre bene a causa di una storta che avevo preso per sfuggire ai denti di uno di quelli li (e qui lanciò un occhiata infuocata al povero leone che aveva l’acquolina in bocca) , due uomini con un fucile mi circondarono ridendo come matti! Uno di quelli caricò il maledetto arnese con una siringa con un ago molto molto lungo! Io ho sempre odiato le spine! Prese la mira con cura, proprio sotto la mia pancia e… PUM ! Sparò. (La volpe diede un balzo, mentre il cane la puntava.) Credetti di  morire! Pensavo fosse arrivata la mia ora, e invece, piano piano chiusi gli occhi e mi addormentai! Quando mi svegliai, mi ritrovai chiusa in un recinto! La mia amata Savana non c’era più! Mi misi a piangere! Ero come carcerata!” Il cavallo disse: “Su! Via! Come sei esagerata! Infondo sei vestita nel modo giusto per il carcere!” E nitrì ridendo con odio! “Parli bene tu! Cavallo! Ma questa non è l’unica cosa! Mi hanno costretta pure a convivere con altre zebre che mi guardavano male se piangevo! Loro erano nate li! Non mi capivano! Io cercavo di spiegargli da dove venivo, ma quelle mi ridevano in faccia e mangiavano l’erba che i due zampe ci portavano! Io, per non morire di fame, mi dovetti abbassare alla necessità! Mangiai! Capite!” Il leone disse: “Scusami! Ma cosa c’è di male nel mangiare? Se potessi, a te…” La zebra con spavento, ma nello stesso tempo con filosofia disse: “Spero che lei, Signor Leone, si renda conto della mia situazione! Non so cosa è accaduto a lei, ma vi assicuro che quello che mi successe dopo è terribile! Correre! Io al contrario del Cavallo lo desideravo da  morire, ma non potevo! Il recinto dove ero chiusa era stretto! E come se non bastasse, venivano a guardarmi notte e giorno tanti uomini, portando anche i  loro cuccioli! ‘ Guarda la zebra! Com’è bella! Sicuramente è felice di vederci! ‘ Dicevano! Io scalpitavo! Cercavo di tirare calci per la rabbia, ma non beccavo nessuno! Come potevo essere felice di vedere chi mi aveva negato la libertà ed ora si divertiva pure ad osservarmi mentre soffrivo? Tutto questo continuò fino a quando, gli esseri umani si sono dimenticati di chiudere il mio recinto, e così sono scappata ed ho incontrato l’amica Rondine che mi ha detto della riunione! Volevo saperne di più su chi mi ha costretta a vivere chiusa in un recinto, facendomi sospirare la mia amata Savana!” Il gatto, guardava la zebra con tenerezza e le disse: “Amica Zebra! Sei arrivata nel posto giusto! Si deve fare qualcosa per comprendere l’uomo e le sue atroci sciocchezze che sta facendo alle nostre spalle! Io con la Volpe troveremo una soluzione! Ma vorrei sentire anche gli altri! Prego… esponete pure le vostre esperienze.” La mucca, pesantemente si fece avanti, e disse con dolore: “Se permettete, adesso è il mio turno! Con l’uomo, lo ammetto non c’è mai stato nulla di terribile, ma questo fino a ieri. Sono nata in una stalla! Gli uomini mi hanno vista nascere, e credetemi, c’era anche chi tra di loro  aveva le lacrime agli occhi.  Mentre la mia mamma mi dava il latte subito dopo avermi partorita, alcuni di loro hanno detto queste testuali parole: ‘ Il miracolo della vita si è ripetuto! ‘ E piangevano! Sembravano parole sincere le loro, ed io leccavo le loro mani per ringraziarli!” Alcuni degli animali presenti nella riunione rabbrividirono. La volpe disse: “Come hai fatto, amica Mucca a leccare le loro zampe? E’ un comportamento  non dignitoso per noi animali!” Il cane ringhiando  rispose alla volpe: “Se è per questo, anche io lecco le mani ai miei padroni! Dimmi Volpe! Hai qualcosa in contrario? Io non mi sento affatto senza dignità! Bada a come guaioli!” La volpe disse, abbassando le orecchie come pentita: “Se per te Cane è importante leccare le zampe degli uomini, ti chiedo scusa! Io non sapevo che per te fosse vitale farlo! Scusami!” Quello non rispose ma continuò a guardare male il gatto e la volpe. La mucca, allora riprese: “L’ho fatto perché mi sentivo di farlo! Non c’è una spiegazione! L’amico Cane, che tra l’altro abita con me nella fattoria, ha ragione! L’uomo non sempre è cattivo! Forse ha ragione l’amico Cavallo a parlare di problemi psicologici. Comunque, io crebbi felice tra l’affetto di mia madre, che ora è scomparsa e non mi so spiegare il motivo, e le lunghe ruminate che facevo nei prati. Ero contenta della vita e di quello che mi aveva regalato! Intanto, ero cresciuta! Mi hanno fatto conoscere un Toro che mi ha messa incinta! Pensavo, fosse arrivata la mia felicità! Stare insieme a lui, ed accudire i miei vitellini, ma non fu così! Il Toro non l’ho più visto, e per quanto riguarda i miei figli, non ho avuto nemmeno il tempo di svezzarli! Non so che fine abbiano fatto!” Il cane sotto voce, per non farsi udire disse: “Lo so io! Quel profumino di carne arrosto lo ricordo bene, ed anche ora  mi fa venire l’acquolina in bocca!” La mucca continuò nel suo monologo: “Non era passato nemmeno un giorno dalla separazione dei vitelli, che subito, un uomo, quello che mi aveva aiutato ad essere partorita, incominciò a toccarmi le mammelle ed a mungermi! Io non volevo! Pensavo che il latte servisse per i miei vitelli che speravo tornassero da me!” Il cane sghignazzò : “Aspettali! Aspettali…” “Invece, mi ritrovai sola! Quante lacrime spese! Il rituale della mungitura si ripeteva, e succede anche ora, due volte al giorno! Ma cosa ne faranno del mio prezioso latte?” Il gatto, guardando il cane con aria di invidia disse: “Sicuramente, il Signor Cane ne sa qualcosa! Ho sentito, appena mi è passato davanti un odore acuto di latte!” Il cane annuì e disse: “Già! E tu gattaccio non lo assaggerai mai!” Il felino lo guardò male, ma dovette subito desistere in quanto il cane gli mostrò i denti canini, e per risposta, quello drizzò il pelo. “Ecco quello che mi accade! Ma, come ho già detto, non è tutto! Stamani, prima di incontrare l’amica Rondine, ho sentito nella stalla queste parole: ‘ Ormai è diventata vecchia! Non fa più molto latte! E’ tempo di sopprimerla! Chiameremo il macellaio e stasera stessa…’ ma poi non ho ascoltato il resto, in quanto l’amico Cane ha cominciato ad abbaiare ed a fare le feste, perché era venuta la moglie del fattore. Certo, parlavano di me e del mio latte! Voi, amici Gatto e Volpe, avete detto di aver studiato sui libri degli uomini! Vorrei sapere cosa significano i lemmi ‘ sopprimere ‘ e ‘ macellaio ‘! Solo voi mi potete aiutare con la vostra cultura!” Scese un silenzio di tomba fra tutti gli animali presenti. La rondine e il canarino, smisero di cinguettare. La volpe, guardava il gatto e viceversa  mentre il cavallo che sapeva benissimo cosa significava sopprimere,  in quanto aveva visto un suo amico che era zoppo a causa di una brutta caduta , appunto essere soppresso, cercò di trattenere le lacrime. La volpe, non volendo dire alla mucca cosa le sarebbe successo disse: “Amica! Non ti logorare la mente! E’ inutile sapere tutto! Certe volte, per essere felici in questo mondo, non bisogna capire!  Prendi la vita attimo per attimo!  Carpe Diem!” Disse ricordandosi di un libro che aveva letto insieme al gatto. La mucca, decise di non chiedere più nulla e disse: “Mi rimetto fra le zampe di chi ne sa più di me!” La gallina, che fino a quel momento non aveva aperto il becco, si fece avanti e disse: “Adesso parlo io! Anche per me, l’uomo ha dei grossi problemi di ordine psicologico, anzi, oserei dire di ordine neurologico. Il perché ve lo spiego subito! Sono stata allevata, fin da piccola, in un pollaio in compagnia di altri pulcini, che come me , non sapevano nulla delle loro origini! L’uomo, incaricava i figli a darci da mangiare del grano che preparava appositamente per noi. Era una festa! Ero contenta della vita che facevo! Giocavo e becchettavo la terra ed il grano con i miei, diciamo così, fratellini, anche se capivo che non lo erano, ma io li consideravo tali. Questo durò per molto tempo ma poi crebbi! Ero diventata una gallina di tutto rispetto! Il Gallo mi guardava, come del resto a tutte le altre galline con molto interesse! Ma non mi spiego perché, l’uomo, appena vedeva il Gallo che voleva accoppiarsi lo scacciava! Ma io ero riuscita molte volte ad accoppiarmi. Secondo voi, questo è un comportamento normale? Poi venne anche la paura notturna! Già! Perché nelle vicinanze si aggirava, con rispetto per la Volpe qui presente, proprio una di quelle bestiacce!” E qui la volpe avrebbe voluto far pagare  alla povera gallina la sua mancanza di rispetto, ma fu trattenuta dal fatto che doveva portare a termine la missione, e quindi, le fece vedere  la sua temibile dentatura, e la poveretta credette di morire d’infarto, ma continuò: “Certo! Non era la Volpe qui presente! Si vedeva benissimo che si trattava di un animale senza alcuna cultura e buona educazione! Comunque, riuscii a salvarmi per molte notti. L’uomo, intanto, diventava nei miei confronti sempre più strano! Mi dava da mangiare continuamente senza tregua, ed arrivò persino a non farmi dormire in mezzo alle altre mie sorelle galline. Mi mettevano in una gabbia (Qui il canarino si mise a cinguettare lamentosamente), e mi puntavano una luce diritta negli occhi. Naturalmente io dovevo deporre le uova, è una cosa naturale! (La volpe si leccò i baffi) Ma non riuscii a covarne nemmeno uno! Come è successo per i vitellini della Mucca, anche le mie povere uova scomparivano misteriosamente. Un uomo le raccoglieva e le deponeva delicatamente in un paniere. Io pensavo che volesse solo vederle, ma… non le vidi più!” La poveretta si mise a chiocciare ed a piangere da far pietà, mentre il gatto si leccava i baffi, ma poi, ricordandosi anche lui della missione disse: “Amica Gallina! Quello che hai raccontato è appetit… ehm… volevo dire spaventoso! Dobbiamo intervenire subito!” Ma la gallina riprese: “Magari fosse solo questo! Notai che da qualche mese, le galline, mie sorelle insieme ai galletti, scomparivano misteriosamente anche loro. Penso che abbiano trovato una via di fuga dal pollaio! Ora, sicuramente, staranno molto meglio di me!” La volpe, capendo tutto disse: “Magari è così! Ora, saranno in un posto molto migliore del pollaio! Un vero paradiso!” Il gatto si mise a ridere, ma poi, riprendendosi dalla sua sarcastica ilarità disse: “E’ tutto qui? Non ti preoccupare Gallina! Troveremo una soluzione anche per te! Riavrai le tue uova ed i tuoi fratelli e sorelle, anche se è un’impresa disperata e forse impossibile! Anzi! Sicuramente impossibile… Ma va bene! Avanti il prossimo che vuole raccontare la sua esperienza!” “Adesso è il mio turno!” Disse strisciando verso il gatto il serpente. Il felino, diede un balzo e balbettando disse: “Si! Ma si metta vicino alla Volpe! Quello è il posto migliore per raccontare le sue esperienze! E poi… li colpisce il sole! So che a lei, Signor Serpente, piace molto il calore!” Il serpente (che era una vipera), allungando la sua lingua biforcuta, e capendo le vere intenzioni del gatto disse: “Signor Gatto! Se le dà fastidio la mia presenza, doveva avvertire la Rondine di non chiamarmi per niente! Io, mi metto dove voglio, e non sarà di certo lei a dirmi cosa devo fare e come comportarmi!” Il gatto, volendosi giustificare disse: “Ma no! Cosa dice! La sua presenza, Signor Serpente non mi dà per niente fastidio! Lei è il benvenuto! Avevo detto quelle parole, solo per sua comodità e piacere! Non mi permetterei mai di dirle di andare via!” Il serpente, volendo prendere in giro il gatto, si mise in mezzo a quello ed alla volpe, il quale lo guardava con paura e pronto a scattare in caso di un morso del velenoso rettile, ma quello con tranquillità disse: “Secondo me, il Cavallo, la Zebra, la Mucca e la Gallina hanno esagerato a raccontare le loro esperienze! Non mi sono sembrate così terribili come hanno detto!” La volpe disse: “Già! Forse perché la cosa più terribile è avere una vipera vicino!” Il serpente, guardò male per l’ennesima volta la povera volpe e continuò a parlare: “A me, sono successe un sacco di cose brutte ed inspiegabili! Tanto per cominciare, noi serpenti non siamo visti molto bene da nessun animale, ed io, che ne soffro non mi spiego il motivo; ma l’uomo, avendo molta paura dei serpenti , ha inventato su di noi le storie più assurde! Se voi, Gatto e Volpe, avete studiato, avrete sicuramente letto la Bibbia, e vi sarete resi conto che nella Genesi, un serpente è stato etichettato come il male in persona! Io lo so, perché ho abitato in una tana vicino ad una chiesa, e le cose che ho sentito dire su di noi, mi hanno fatto arrabbiare moltissimo!” Sibilò il serpente come se avesse voluto mordere qualcuno. Gli animali presenti, presi dal terrore, si allontanarono di alcuni passi dal rettile, ma poi vedendo che quello li guardava male, decisero di riprendere le loro posizioni originarie per non far credere che avessero paura di lui, ma ne avevano tantissima! “Amici animali! Noi serpenti, non siamo cattivi! Certo, abbiamo un po’ di veleno, ma questo non significa nulla! E poi, ci sono serpenti che non ne hanno! Noi vogliamo solo difenderci! E’ un reato questo? E poi dobbiamo anche cibarci! No?” Il gatto disse: “E’ vero! Anche voi avete il diritto di mangiare! (Ma non di mordere tutto quello che si muove!)” Il serpente disse: “Nemmeno voi gatti, avete il diritto con le vostre unghie di graffiare, comunque quello che vi voglio raccontare ha qualcosa di davvero terribile! L’uomo, dice che i cuccioli sono tutti belli, ma per quanto riguarda i nostri figli non è così! Essi ci disprezzano anche quando siamo piccoli! Non appena usciti dalle uova, (e qui la gallina cominciò a piangere di nuovo), ci perseguitano e ci danno la caccia! Niente carezze per noi! Niente cibo! Solo bastonate in testa! Questo non è un comportamento civile! E pensare che i cuccioli di serpente sono tanto carini… ma l’uomo fa di tutto per ucciderli! Io con alcuni miei fratelli siamo riusciti a scappare da questo orribile destino, ma… non a tutti è andata bene! Capite, quello che dobbiamo soffrire? Ma questo non è nulla! Una volta, mi sono trovato in questa situazione assurda: stavo puntando un topolino, quando mi sono sentito tirare su da una mano di un uomo che mi stringeva il collo!” La tigre, che ancora non aveva aperto bocca disse: “E tu, non lo sapevi mordere? Ah… se fossi stata io al tuo posto…” Il serpente la guardò e disse con dolore: “Lo avrei fatto volentieri! Ma… vedi Tigre… No! Mi vergogno troppo a dirlo!” Tutti gli animali, vedendo che il serpente sembrava essere imbarazzato, dissero tutti in coro: “Non ti preoccupare! A noi puoi dire tutto!” La volpe, aggiunse: “Caro Serpente! Se ti dovessi raccontare quante volte sono stato per essere ucciso, non ci crederesti! Avrei voluto mordere anch’io ma…” “Ma sei scappato come al solito!” Rise malignamente il gatto, e la volpe guardò di nuovo male il suo amico felino come per fulminarlo. Il serpente, vedendo ciò, e rincuorato dalla risposta di tutti gli animali che volevano sapere disse: “Ecco… vedete… provai a girarmi! Volevo mordere quella mano, ma l’uomo ha capito il mio punto debole! Pensai, allora che fosse giunta la mia fine, come successe alla Zebra! Ma non fu così! Con l’uomo che mi aveva preso, c’era un suo amico. Tirarono fuori da una valigetta di metallo uno strano arnese…” “Un fucile?” Disse la volpe, “Una gabbia?” Disse il canarino, il serpente continuò: “No amici! Non si trattava né di un fucile e né di una gabbia! Si trattava di un bicchiere!” “Di latte?” Domandò la mucca che ormai credeva che tutti gli uomini del mondo avessero come unico scopo, prendere il suo latte. “No Mucca! Era un bicchiere vuoto!” Il cane, smettendo di leccarsi i baffi, disse: “Allora non mi piace!” Il serpente, disse continuando: “Già! Era proprio vuoto! Legarono con un elastico al bordo del bicchiere, uno strano tappo di gomma. Non capivo! Cosa mai poteva servire un simile aggeggio? Lo scoprii subito! Quello che mi teneva la testa, mi avvicinò al bicchiere dicendo delle parole molto molto strane. Diceva: ‘ Tu, cara vipera, salverai molte vite! ‘ Naturalmente io non ci capii nulla! Come potevo salvare delle vite? Proprio io che sono un serpente, e velenoso per giunta! Quello, facendomi molto male, mi aprì la bocca, mentre quell’altro teneva fermo quel maledetto bicchiere! Il mio istinto fu quello di mordere! Lo feci, ma morsi quella specie di tappo di gomma! Il mio dente si conficcò lì dentro! Con rabbia spinsi fuori tutto il mio veleno credendo di aver raggiunto la mano dell’uomo, ma così non fu!” Tutti gli animali stavano a sentire con grande interesse ed anche con grande spavento. “Il mio veleno era andato a finire proprio in quel bicchiere! Ho pensato che volessero suicidarsi bevendolo, ma non lo fecero. Scrissero sul bicchiere le parole ‘ SIERO DI VIPERA ADULTA ‘ , e lo riposero nella valigetta! L’uomo che mi aveva tenuto in mano, mi liberò dicendo: ‘ Grazie vipera per il tuo veleno! Esso servirà per salvare molte vite! ‘ E se ne andarono senza farmi del male. Non c’è dubbio che l’uomo ha dei problemi di ordine neurologico come ha detto la gallina! E’ pazzo!” La volpe, volendo ribadire i concetti di ciò che aveva imparato leggendo insieme al gatto i libri degli uomini disse: “A questo punto, amici, non posso che decretare che il mondo sta andando tutto alla rovescia! Come si può, secondo voi, salvare delle vite con del veleno! E’ assurdo! Una cosa così pazzesca soltanto i due zampe la potevano escogitare!” Il canarino, scendendo velocemente dall’albero disse cinguettando: “Amici! Quello che ha detto il Signor Serpente è molto strano! Sono perfettamente d’accordo con tutto quello detto fin ora! Anche su i problemi mentali dell’uomo, ma la mia esperienza, secondo me, vi lascerà a bocca aperta. Come è accaduto per la Zebra, anche io, sono stato rapito dall’uomo, ma quando ero piccolo. Appena nato, mia madre mi accudì nel migliore dei modi. Abitavamo su un albero molto alto, e di là si poteva vedere la città e la campagna intorno. Era uno spettacolo bellissimo da vedere. Io con i miei fratellini, (la gallina incominciò a piangere di nuovo chiocciando in modo molto triste), eravamo abituati ad affacciarci dal nido per guardare queste meraviglie e respiravamo a pieni polmoni l’aria frizzantina del tramonto, quando nostra madre era alla ricerca di cibo. Respiravamo aria di libertà! (La zebra sentendo la parola libertà diventò tristissima, e dai suoi occhi, incominciò a scendere un fiume di lacrime.) Ma secondo voi, questo poteva durare? Certo che no! Mia madre non ritornò più, ed io vidi morire di fame i miei fratellini ad uno ad uno! (Anche la mucca si mise a gemere, pensando ai vitellini.) Ero rimasto solo! La mamma, ci aveva detto che noi canarini dobbiamo portare la gioia nel mondo! Era stato proprio San Francesco d’Assisi a dirci che lo dovevamo fare, anche se noi già, per istinto lo sapevamo! Ma come potevo fare io? Non avevo neppure imparato a volare. La mamma ce lo doveva spiegare il giorno dopo! Come potevo cantare e gioire se i miei fratelli e la mamma non c’erano più?” Il gatto, anche lui dispiaciuto, ma ancor di più affamato, vedendo quel canarino indifeso disse: “Canarino! Forse sei, come si dice in questi casi, uscito fuori traccia! Cosa centra l’uomo con la tua disgrazia? Vieni qua che cerco di consolarti io…” E cercò di avvicinarsi al canarino, ma la volpe lo guardò in malo modo. Il canarino disse allora allontanandosi : “Signor Gatto! Non voglio essere consolato o per meglio dire MANGIATO! Voglio solamente riferirvi la mia storia con l’uomo! E’ questo lo scopo della riunione, non è vero?” Il gatto rispose: “Esatto! Sei molto arguto! Faresti una bella coppia con l’amico Volpe!” Il piccolo uccellino, disse: “Preferisco non restare molto in contatto con la Volpe se non vi dispiace Signor Gatto! Comunque la mia storia non finisce qui!” Il cane disse: “Vorrei io, fare coppia con la Volpe!” Mentre la volpe incominciò a tremare come una trottola. “Dunque!” Riprese il canarino: “Mentre piangevo e mi disperavo nel nido, cercai, ancora una volta di affacciarmi per vedere per l’ultima volta quel panorama a me tanto famigliare, visto che ormai credevo non ci fossero più speranze per me! Mi avvicinai al bordo del nido, ma invece di vedere il belvedere, vidi con terrore la faccia ovale e molto brutta di un uomo che era salito fino al nido con una scala lunga lunga. (Gli animali balzarono per la paura, immaginando la scena.)  Per poco non mi prese un infarto. Come aveva fatto quello li, a salire così in fretta? Per me resta un mistero! Comunque, l’uomo, allungò una delle sue due manacce e mi prese! Mi chiuse in una gabbietta stretta stretta! (La zebra incominciò non solo a piangere, ma a lamentarsi come se avesse ricevuto un colpo in testa.) Non riuscivo neppure a respirare per la grande paura! Cosa mi avrebbe fatto l’uomo? Questo non lo sapevo. Dopo un viaggio in automobile, mi ritrovai a casa dell’uomo!” Il cane disse: “E non sei contento Canarino? Ti hanno dato una casa in cui vivere!” Ma l’uccellino disse: “Signor Cane, sono convinto che per lei è bello vivere in una casa, ma l’uomo non mi ha dato una casa, mi ha dato una gabbia!” La zebra disse: “Basta parlare di gabbie o di recinti! Non ne posso più!” Il cavallo, guardando la zebra con aria di canzonatura disse: “E cosa c’è di male? Zebra, sei la solita esagerata!” Quella, guardando male il cavallo, con gli occhi pieni di lacrime disse: “Bada al tuo paraocchi Cavallo! Non capisci niente! Non riesci a vedere da un palmo del tuo naso! Fanno bene a definirvi RITARDATI!” Quello piccato sbuffò come una locomotiva a carbone. Il canarino, riprese a parlare: “Come dicevo, amici animali, l’uomo mi chiuse in una gabbia. Mi resi conto che non era, come avevo immaginato una casa, ma un negozio. Altri uccellini avevano fatto la mia stessa fine. Piangevano proprio come me, ma alcuni di essi, che dovevano essere abituati ad essere rinchiusi, ci prendevano in giro. Ma la cosa peggiore è che appena dentro, chiamò degli altri uomini per vedermi. Uno di quelli, disse che ero un bel esemplare e si congratulò con chi mi aveva catturato e volle sapere pure il posto dicendo: ‘ Magari ce ne sono altri ! ‘ Capite? Poi, vennero alle contrattazioni economiche. L’uomo che mi aveva preso voleva vendermi al primo acquirente. Si fecero avanti molti avventori, i quali mi guardavano e qualcuno volle pure toccarmi!” Gli animali, stettero a sentire senza fiato! Com’era possibile tutto ciò? Questo provocò un tumulto generale. Il canarino, sentendo quel trambusto disse: “Amici! So che è già una cosa da far rabbrividire, ma c’è dell’altro! Un cliente, forse il più maldestro, volle vedere la mia ‘ apertura alare ‘ come la definiva. Mi aprì le ali e mi fece un male terribile! Io, cominciai subito a piangere, ma quello non mi dava retta! Mi toccò dappertutto, e dopo con aria trionfante disse ‘ Lo prendo io! E’ perfetto! I miei figli ne andranno pazzi! ‘. L’uomo che mi aveva catturato, disse un prezzo! L’altro uomo, forse non era molto d’accordo, e protestò in modo molto violento con il venditore! Pensai fosse ancora giunta la fine, perché, l’uomo che mi teneva in mano, cominciava ad innervosirsi ed a stringermi nelle sue mani! Che brutto momento! Alla fine, per fortuna, fui venduto ad un prezzo molto basso, e mi rimisero nella gabbia.” Il leone disse al canarino in modo molto dolce: “Quella cosa della vendita è capitata anche a me! Mi hanno venduto da uno zoo ad un altro, senza pietà! Ti comprendo, povero uccellino!” Il piccolo volatile disse rispondendo: “Grazie Signor Leone! Ma non è finita qui! Fui trasportato di nuovo in una automobile, fino a dove abitava quell’uomo! Appena giunti sull’uscio, incominciò a gridare ai suoi figli ed a sua moglie di venirmi a vedere! Non si fecero pregare!” La volpe, guardò il gatto e disse: “Amico! A me sembra di aver già letto sui libri una storia del genere! E’ come la tratta degli schiavi in America! Gli uomini sono proprio crudeli e pazzi!” Il gatto, rispose leccandosi i baffi: “Beh Amico Volpe! Non c’è dubbio! Comunque… avere un uccello in casa, mi farebbe molto comodo! Peccato che i miei due zampe non hanno mai avuto l’idea di prenderne uno!” La volpe ed il canarino, guardarono il gatto in malo modo. Ma l’uccellino continuò: “Comunque, una cosa di buono c’è stata! Non c’erano gatti in quella casa!” Disse guardando in modo ironico il gatto, ma quando vide che quello gli stava per balzare addosso disse: “Magari, se i gatti fossero tutti istruiti come voi! Amico Gatto, confesso che mi avrebbe fatto piacere (insomma) di avervi in casa! Comunque, riprendo il mio racconto! Appena i figli dell’uomo mi videro incominciarono a saltare dalla contentezza. Facevano anche domande deficienti! Dicevano: ‘ Ma canta? ‘ L’uomo dava delle risposte ancor più cretine della domanda : ‘ Ed io che ne so! ‘ Fatto sta, che mi posero con tutta la gabbia su un balcone. L’uomo disse: ‘ Qui sul balcone, non soffrirà tanto! L’aria è buona e non è come stare dentro casa! E poi… E poi voglio vedere domani mattina, visto che è un maschio, se canta! Chi me lo ha venduto mi ha detto che sembra un usignolo! ‘ Quante bugie! L’uomo mi aveva preso da poco! Non aveva mai sentito il mio canto! Gli uomini sono anche bugiardi! E poi… paragonarmi ad un usignolo? Comunque lasciamo perdere! Dicevano anche altre baggianate. Quando dormivo, i figli mi punzecchiavano e mi svegliavano dicendo: ‘ Non ha più la testa! Ha solo una zampa! ‘ Il motivo di questo assurdo comportamento era perché, non avendo mai visto un uccello dormire, credevano che mi avessero decapitato ed amputato una zampa! Solamente l’amica Rondine mi capisce! Noi uccelli dormiamo così: con la testa sotto l’ala e con una zampa raccolta! Ero diventato una specie di fenomeno da baraccone! (Il leone e la tigre ruggirono ferocemente, pensando che anche loro avevano nello zoo avuto un trattamento simile.)  Dicevo…dopo un po’,  mi misero ai lati della gabbia un recipiente con mangime e semini, e in un altro dell’acqua! Come l’amica Zebra, fui costretto a nutrirmi se non volevo morire! (La zebra cominciò a piangere di nuovo, mentre il cavallo la prendeva in giro.) Continuò la mia vita in questo modo per tanto tempo! All’inizio venivano a visitarmi quasi ogni momento della giornata, ma poi, piano piano si dimenticarono di me, anche perché non me la sentivo di cantare! (E come avrei potuto farlo!). Mi portavano solo il cibo e l’acqua, ed una volta a settimana la vaschetta per il bagno! (Il gatto rabbrividì.) Una cosa che mi faceva piacere, era che ogni tanto, mi portavano un osso di seppia con il quale potevo affilarmi il becco! Ma non ero felice!” Il gatto disse: “Lo credo bene! Solo l’osso senza seppia!” “Non ero felice perché ero solo! Ma la cosa che mi faceva più male era che da dov’era sistemata la gabbia, potevo vedere gli altri uccellini volare liberi! Ci sono stati alcuni passerotti che appoggiandosi alla ringhiera davanti alla mia gabbia, cominciavano a prendermi in giro in modo pesante. Dicevano frasi del tipo: ‘ Noi siamo liberi e tu no! ‘ Oppure: ‘ Come si sta in quell’arnese di ferro? ‘ Era una tortura! Non capivano! Io volevo essere libero come loro! Pensavano che mi facesse piacere restare lì immobile a saltellare solo da una parte all’altra della gabbia. Non era così! Proprio oggi è successo il miracolo! Gli uomini si sono dimenticati di chiudere la gabbietta. Non ci potevo credere! Ero libero! Uscii, e dopo essermi sgranchito le ali, cominciai a volare! Poco dopo incontrai l’amica Rondine che mi ha detto della riunione, ed eccomi qui, a raccontare  le mie avventure con l’uomo. La volpe, disse: “Caro Canarino! Adesso hai smesso di soffrire! Ti ringraziamo per la tua storia! Ci ha fatto ancor di più capire che gli uomini hanno dei problemi irreversibili di natura sconosciuta!” Il gatto disse: “Ora tocca a te Rondine! Avvicinati, visto che il tuo collega Canarino non ha voluto e non mi spiego il motivo!” Quella, non avanzò e disse: “Ancora? Ancora Gatto insisti? Io non mi muovo da questo ramo! Tuttavia, racconterò la mia esperienza, anche se non ho conosciuto l’uomo molto da vicino! Sono solita viaggiare per svernare al sud. In Africa, quando qui fa freddo, ho trovato una sistemazione ottimale! Lo sa la Zebra, visto che viene da lì!” La zebra, con le lacrime agli occhi disse sognando la sua amata Savana: “E’ vero! Quella terra è un paradiso! Oh! Beata te, amica Rondine che ci puoi tornare quando vuoi! Vorrei avere le tue ali per ritornare!” Il leone, si drizzò in piedi e disse: “Già! Correre e cacciare! Lo vorrei fare anche io di nuovo!” E guardava la zebra come se avesse voluto saltarle addosso. “Nonostante tutto..” riprese la rondine : “Ho trovato, sia qua che in Africa, lo stesso trattamento da parte dei, come dice il Gatto, due zampe. Anche se oggi hanno superato se stessi! Con il mio compagno ci siamo sempre prodigati per prendere terra e rametti per costruire il nido! Ne avevamo due! Dico che ne avevamo perché da questa mattina ne abbiamo (almeno spero), solo uno! Ho visto una scena a dir poco terribile! Avevamo costruito il nido sul muro di una casa! Quanto lavoro ci è voluto! Quanto materiale abbiamo trasportato! Vedete, io aspetto dei rondinini, e devo deporre le uova! Non possiamo permetterci il lusso di restare senza nido!” (La gallina, ripensando alle sue di uova svenne dal dolore, mentre la volpe, vedendola priva di sensi le si era avvicinata per azzannarla, ma il cane  lesto gli abbaiò contro per difendere la poveretta. L’astuto canide, allora, fece marcia indietro anche ricordandosi della missione.)  La rondine vedendo la scena continuò: “Per evitare quello che stava per accadere alla povera Gallina, come dicevo prima,  dovevo dare una casa ai miei rondinini ed anche a me ed al mio compagno! Il progetto è sempre lo stesso, ereditato da milioni di generazioni di rondini prima di noi! Prima di tutto solidità e sicurezza! Questo è il nostro motto! Quello che abbiamo visto, è stato orribile! Dopo aver sorvolato sopra la città per cercare qualche insetto, ritornammo con contentezza verso il nido. Avevo intenzione, visto che il tempo di deporre le uova era vicino, di mettermi seduta ad attendere il lieto evento… ma… (la rondine si mise a piangere), abbiamo visto un uomo e la sua compagna, con la scopa in mano che distruggevano il nido! Non potevamo avvicinarci e restammo a guardare impotenti!” “E’ crudele quello che dici! Non posso credere che l’uomo, che è stato così buono con me, abbia fatto una cosa simile! E poi… per quale motivo?” Disse la mucca con slancio. Il cane guardandola con malignità disse: “Gentile con te? AH! Se sapessi… questa sera ti…” La volpe volle cambiare discorso e disse sovrastando con la sua voce quella del cane: “Abbiamo capito! Ma va avanti amica Rondine!” Il cane, vedendo il comportamento della volpe, ringhiò con forza dicendo: “Digli la verità! Che senso ha nascondere il destino che aspetta alla Mucca? Sarà…” Ma non poté finire la frase in quanto il leone gli balzò addosso e gli disse: “Taci! Smettila! Ignobile servo dell’uomo! Io! Re degli animali te lo ordino!” Quello, preso da molto spavento disse: “Va bene… va bene… ma non si riscaldi più del dovuto Maestà!” La mucca, che ancora non aveva capito disse: “Questa sera cosa? Cosa mi state nascondendo?” Il gatto le disse: “Nulla cara Mucca! Sentiamo cosa ha da dire ancora la Rondine!” Quella, piegando le ali come per dimostrare tutta la sua tristezza, ma cercando nello stesso tempo di darsi contegno disse: “Il nostro nido ora è distrutto! Non ho più un posto dove deporre le mie uova! Siamo in pericolo, sia io, il mio compagno e i miei pulcini che devono venire al mondo! (La gallina che si era ripresa, cominciò a pigolare pietosamente e svenne di nuovo.) Ma la cosa che più mi ha fatto pensare è stato il sentire gli uomini dire il motivo di questa devastazione! La donna diceva: ‘ Guarda che schifo! Uccellacci ! Non solo occupano il muro con i loro sudici nidi ma sporcano il pavimento con la loro cacca! Abbiamo fatto bene a romperlo, così non torneranno più! ‘ L’uomo continuò: ‘ E se per caso ritorneranno… so io cosa fare! ‘ E maneggiò la scopa come se si trattasse di un fucile! Ecco la mia esperienza! Aiutatemi a capire amici!” La volpe con sdegno disse: “Gli uomini… hanno il brutto vizio del fucile! Ma… mi domando… cosa ci troveranno di bello in un bastone che sputa fuoco? Misteri dei due zampe! E poi, dare la colpa per un bisogno fisiologico? Mi viene il dubbio che loro non la fanno! Tu cosa ne pensi Gatto? Comunque, ti aiuteremo amica Rondine!” Il gatto rispose leccandosi le zampe: “La fanno, la fanno! Ed è anche molto puzzolente! Pensate! La fanno in una specie di buco con l’acqua che gira veloce, e poi la cacca scompare come per magia!” Il cavallo a quel punto disse: “Ah! Allora c’è la magia di mezzo! Io ci avrei giurato! Ecco perché, quando mi portavano a correre come un deficiente, se riuscivo ad arrivare prima degli altri alla fine della pista come per incanto loro diventavano buoni e mi davano tante carezze e zollette di zucchero, dicendo che io avevo moltiplicato i loro soldi, mentre invece se non ci riuscivo erano frustate! I due zampe sono sotto l’effetto di un incantesimo, non c’è dubbio!” Il gatto, facendo una espressione di disgusto replicò: “E poi… Avete notato amici? Non hanno la pelliccia! Ecco perché si mettono addosso quegli orribili indumenti! Io, ho avuto la disgrazia un giorno di vedere un loro cucciolo senza vestiti! Completamente nudo! Sono disgustosi! Nemmeno un pelo!” Il cane, volle difendere come al solito l’uomo e disse: “Gatto! Non ti permettere mai più di parlare di loro così! Sono senza pelliccia poiché è la loro natura! Comunque, per dimostrarvi che non sono poi così cattivi come andate dicendo, vi racconterò la mia esperienza!” La volpe disse prendendolo in giro: “Non ci interessa il tuo parere! Sei di parte!” Il gatto, avrebbe voluto aggiungere qualcosa di suo al pensiero della volpe, ma vedendo che il cane stava per saltare addosso alla povera volpe, volle, anche per salvare se stesso, buttare acqua sul fuoco e disse: “No Volpe! Anche il parere del Signor Cane è importante e quindi ben accetto! Qui siamo, come abbiamo letto su un libro di politica, in democrazia! Bisogna rispettare le idee altrui!! Prego amico (insomma…) Cane… racconta la tua esperienza! Sono sicurissimo che la Volpe troverà molto interessante il tuo discorso!” L’astuto canide, guardò ringhiando l’oratore mentre il cane disse: “Noto che ancora una volta mi si manca di rispetto! Questo non lo tollero! Capisco, che per alcuni di voi, soprattutto per la Volpe ed il Gatto io rappresento un pericolo! Ma se non mi volevate potevate anche farmelo sapere! Comunque ora sono qui e ci resto! Ho il diritto di parlare!” Il serpente strisciò verso il cane dicendo: “Siamo nella stessa barca, amico Cane!” Quello, vedendo la vipera avvicinarsi, arretrò, ma poi, per non dare l’impressione di aver paura disse: “Purtroppo si! Dunque… La mia esperienza con l’uomo la conoscete tutti e non c’è bisogno d’aggiungere altro! Volevo invece parlare del vostro comportamento con gli uomini! Sapete perché si comportano male con voi? Ve lo dico subito! SIETE VOI AD ESSERE MALVAGI CON LORO!!” Si alzò di nuovo un coro di protesta. Il cavallo disse: “Noi malvagi? Cosa avrei fatto io di malvagio?” La mucca: “Ed io? Che gli do il latte ogni santo giorno? Sarei io la cattiva?” La zebra si mise a piangere dicendo: “Mi hanno ridotta in schiavitù e sarei io la cattiva della situazione?” La gallina (che era rinvenuta) ed il canarino dissero: “Caro Cane! Noi non ci sentiamo responsabili della crudeltà dell'uomo! E’ lui il cattivo!” La rondine: “Credo che il problema non siamo noi animali, ma  il vero problema è il loro cervello che non funziona! Vorrei distruggere io la loro casa come hanno fatto con la mia… poi voglio vedere come si comporterebbero!” Il cane, vedendo il tumulto disse: “E’ proprio come dico io! La Rondine lo ha appena dimostrato!” La tigre gli disse ruggendo: “Adesso parlo io! Ha ragione (anche se non  sopporto ammetterlo) il Leone! Tu, non sei che un loro schiavo, e quindi, per noi, pericoloso!” “Io pericoloso? Senti chi parla! Ma se tu, cara amica Tigre sei definita ‘ mangiatrice di uomini ‘! Io, per tua regola non ho mai…” disse con slancio il cane, ma non poté finire perché il gatto lo interruppe: “Cosa? Cosa non hai mai fatto? E allora tutti i cuccioli d’uomo, che hanno solo la colpa di camminare troppo vicino alle vostre cucce e solo per questo motivo vengono sbranati da voi, mentre i due zampe si giustificano col dire che siete malati di pazzia, dove li lasci?” Il cane abbassò le orecchie dicendo: “Non sono stato io! Non è colpa mia!” La tigre continuò: “Allora, spiegaci un po’, di chi è la colpa! E’ vero! L’uomo ha problemi di ordine mentale se permette a dei mostri come voi cani, di restare vicino a loro! Noi, animali selvaggi siamo giustificati… ma voi…. Uccidete i vostri padroni!” Il cane guaì dicendo: “Io amo l’uomo! Non gli farei mai del male! Queste sono vostre invenzioni!” Il Gatto, essendosi stancato del discorso decise di scrivere un documento per poi lasciarlo sulla scrivania al suo padrone , e girandosi verso gli altri disse: “Amici! Ormai è tutto chiaro! Gli uomini devono sapere tutto quello che stiamo dicendo qui! Questa riunione è stata molto utile! Dobbiamo dare ai due zampe delle regole da seguire per comportarsi bene nei nostri riguardi! Io non ho mai avuto grossi problemi con i due zampe che mi accudiscono, ma, da quello che state raccontando voi altri, sembra proprio che ne abbiate bisogno. Il mio padrone è uno scrittore! Scrive dei libri per gli altri uomini! Che ne dite se scrivessimo qualcosa di nostro?” La volpe disse che era un’ottima idea, ma che purtroppo non sapeva scrivere: “Amico Gatto, quello che hai proposto si può fare, ma io non so scrivere! Ho solo imparato a leggere quando ero cucciolo trovando un foglio di giornale che poi ho letto in compagnia di mio padre che sapeva leggere!” Il gatto, sentendo questo si fece pensieroso. Come potevano dunque lasciare agli uomini le loro regole se nessuno sapeva scrivere? Il cavallo si fece avanti dicendo: “So scrivere io! Ho visto il cucciolo del mio due zampe che aveva l’abitudine di studiare vicino alla mia stalla. Da quella posizione, io potevo vedere tutti i suoi esercizi e mi cimentavo anch’io nella lettura e nella scrittura! Sono molto bravo pure a fare i conti! Scrivevo sulla sabbia quando facevo le pause tra una cavalcata ed un’altra! La lettera che mi piace di più scrivere è la ‘ E ‘ ! E’ così rotonda che è un piacere scriverla con lo zoccolo! Se volete, posso insegnarvi io a scrivere!” La volpe disse: “Perfetto amico Cavallo! Insegna pure a me! E tu amico Gatto, va a prendere carta e penna!” Il gatto andò a prendere tutto, mentre il leone ridacchiava e diceva: “Poveri illusi! Credete che l’uomo abbia tanta cultura per capire i nostri discorsi? Io non penso proprio!” Tutti dissero in coro: “Sta zitto! Capiranno! Altrimenti…” Il Cane continuò: “Resterà tutto com’è ora!”

Quando il gatto ritornò con tutto il materiale di cancelleria in una busta portata in bocca, iniziarono subito le lezioni d’ortografia per la volpe. Durarono per parecchio tempo ed era un vero divertimento vedere l’alunno con la penna in bocca ed il foglio davanti. Il cavallo tracciava con lo zoccolo destro sul terreno i vari caratteri sia minuscoli che maiuscoli, e pazientemente la volpe li ricopiava sul quaderno. Gli altri animali seguirono anche loro le importanti lezioni con molto interesse, tanto che vollero provare a scrivere anche loro e chiesero al gatto carta e penna, e quello, felice di essere utile diede tutto.

Il sole stava già per tramontare quando la lezione ebbe termine, anche perché fu introdotto il metodo di scrivere atti ufficiali, e per questo motivo, il cane che ne sapeva molto sull’argomento (prima di essere preso dai contadini era un cane poliziotto), volle dare queste spiegazioni ai presenti. La Volpe, dopo di tutto questo, stanca morta, si stiracchiò dicendo: “Mamma mia che stanchezza! Gli uomini sono più avvantaggiati nella scrittura! Loro hanno le mani! Ma… sei sicuro amico Gatto che il tuo due zampe leggerà le nostre regole?” Il gatto, arruffando il pelo rispose: “Si! Però non sono sicuro che le comprenda e che quindi agisca di proposito! Ecco perché dobbiamo scriverle con un linguaggio chiaro e conciso!” La zebra intervenne: “Con tutti i problemi mentali che si ritrovano… secondo me è tutto inchiostro sprecato!” Il cane: “Se decidessi io, le regole da scrivere, le capirebbero sicuramente! Infondo, gli uomini mi vogliono bene!” La mucca, che durante la lezione del cavallo aveva parlato con il gatto di argomenti culturali disse: “Se a te amico Cane ti vogliono bene, a me ed all’amico Gatto ci adorano come degli Dei! Il Gatto in Egitto ed a me in India! Vorrei andare in quel posto! Forse, li, il virus che ha colpito i due zampe nostrani non è arrivato!” Il leone le rispose: “Perché, invece dell’India non scegli come destinazione del tuo viaggio l’Africa? Dalle mie parti, ti accoglierebbero con…” La zebra: “Con le fauci spalancate! Non ti fidare amica Mucca! Ti farebbero subito la festa! Anche se… Vorrei riprovare di nuovo quella sensazione di pericolo e di paura sulla mia amata terra! Rivoglio la mia amata Savana!” E pianse. Il cavallo, guardandola di nuovo come per deriderla disse: “Ma piantala! Preferisci essere mangiata e digerita nella tua terra, oppure vivere per sempre qui, felice?” Il leone, in compagnia della tigre si avvicinarono alla povera zebra dicendo: “Ha ragione l’amico Cavallo! Anche qui puoi provare la paura! Non c’è bisogno di recarsi in Africa!” E stavano per saltarle addosso, quando la volpe disse: “Basta! E’ arrivato il momento di scrivere il documento! La mangerete dopo…” Il cane, sentendo questo disse: “Allora potrò azzannarti dopo la riunione amico Volpe?” Quello, lo guardò con terrore ma non rispose. “Amici! Cominciamo a dettare le regole! Ognuno di voi ne può dire quante ne vorrà, ma mi raccomando! Che abbiano un’utilità comune! Non cominciamo a dire stupidaggini!” Esortò il gatto. Uno scoiattolo guardava l’adunata sopra un ramo ridendo come se volesse prendersi il supremo divertimento di prendere in giro tutti i presenti. “Ma che scrivete a fare? E’ dall’inizio della riunione che vi osservo! I due zampe sono ignoranti! Perderete solo tempo! E poi… chi vi garantisce che accetti tutti i vostri consigli?” Disse il roditore sempre ridendo. La volpe, avendo in quella missione trovato un ruolo importante, si girò verso di lui dicendo: “Sta zitto! Anche per te stiamo discutendo! E’ per il bene di tutti gli animali presenti e non, che dovrebbero volersi bene ed aiutarsi a vicenda!” Lo scoiattolo disse a quel punto: “Hai detto bene amico Volpe… dovrebbero volersi bene! Ma se è dall’inizio della  riunione che vi scannate! Non siete riusciti nemmeno a trovare punti in comune tra di voi! Ognuno dei presenti, dite la verità, mangerebbe o scapperebbe volentieri dall’altro! Come osate pensare che l’uomo vi dia ascolto e magari pubblichi tutte le vostre idee?” Il gatto, pur dando ragione allo scoiattolo, non potendo comunque sopportare di vederlo ridere disse: “Chi non risica, non rosica! Dovresti saperlo meglio di noi roditore fastidioso! Dobbiamo comunque provare se vogliamo ottenere qualcosa! Non ti pare?” Quello, con fare derisorio disse: “Provate pure…”.

Il documento venne dettato da tutti gli animali presenti, e, come detto dal gatto ognuno di loro diede idee. Riporto fedelmente il documento redatto dagli animali in quella strana riunione che potrà meglio chiarire il significato dell’adunanza in questione:

 

 

~ * ~

 

 

RIUNIONE DEGLI ANIMALI N°001

 

 

LUOGO : BOSCO VICINO ALLA CITTA’

 

OGGETTO: REGOLE PER GLI ESSERI UMANI (DUE ZAMPE) su “come trattare noi animali per il bene di tutti”.

 

 

§1      Alla presente riunione sono presenti in numero legale: Volpe e Gatto (moderatori),  Mucca, Canarino, Rondine, Cavallo, Tigre e Leone, Zebra, Serpente, Gallina, Cane. Come ospite è presente lo Scoiattolo.

 

§2      La discussione si è aperta discutendo sui problemi legati alla mente dell’uomo ed in particolare del rapporto essere umano-animale (esperienze degli animali presenti) che alleghiamo in coda a questo documento.

 

§3      Come citato all’oggetto, tutti i partecipanti, presenti e descritti al comma 1, esprimono nella presente tutto il dolore per essere maltrattati da sempre dall’animale chiamato uomo, e vogliamo aiutare (vedere comma 2), gli esseri umani che riteniamo afflitti da  gravi forme di disturbi mentali e psichici di natura sconosciuta.

 

§4      L’aiuto che possiamo dare, non può che partire con la presente. Vogliamo dare un documento che verrà poi divulgato dagli uomini. Solo così, essi, che ancora non conoscono le loro vere condizioni di salute e igiene mentale, potranno conoscere ed identificare tali disturbi per poi potersi curare al meglio. Noi animali ci impegneremo a dare una zampa d’aiuto. Ma bisogna partire dalla scrittura e divulgazione delle regole.

 

§5      E’ chiaro che anche gli uomini devono impegnarsi a rispettare i patti, e la prima cosa da fare è appunto il divulgare la presente e poi seguire le nostre direttive. Se così non sarà fatto, sarà considerato come NETTO RIFIUTO e ci adegueremo di proposito, non rispettando, nemmeno noi le assurde regole umane che ci vedono schiavizzati e maltrattati.

 

§6      Anche gli altri animali dovranno adeguarsi al comportamento in positivo od in negativo (se non si rispettano le regole. Vedere comma 5) come per i presenti (vedere comma 1) Anche loro dovranno impegnarsi. L’impegno è e deve essere OBBLIGATORIO.

 

§7      Anche gli animali a diretto contatto con l’uomo e quindi amici dello stesso dovranno adeguarsi al più presto.

 

§8      A votazione libera sono state enunciate, come da comma 10 , le regole. Ognuno dei presenti ha votato per alzata di zampa ed ad unanimità sono state decise come da comma 10.

 

§9      Infine, la presente, con le regole, devono essere LETTI e soprattutto CAPITI dagli uomini che certamente ne faranno buon uso.

 

§10    Regole

 

1)     Trattare tutti gli animali con rispetto anche se si tratta di animali selvatici,

2)     Non schiavizzarli con assurdi mezzi come gabbie, recinti oppure zoo,

3)     Essere chiari in quel che si chiede agli animali, non dare comandi ambigui oppure impossibili da eseguire. (Es. Correre all’impazzata per arrivare primi.),

4)     Non distruggere le tane od i nidi,

5)     Non mettere agli animali indumenti che possono causare loro danni fisici, dolore oppure vergogna,

6)     Non picchiare con qualsiasi mezzo gli animali oppure, ancora peggio ucciderli. Per esempio con bastoni che sputano fuoco (fucili),

7)     Non tentare di far fare agli animali cose contro la loro natura, come prendere a morsi un bicchiere vuoto,

8)     Non effettuare commercio di animali vivi od morti. Il valore della vita non può essere commensurato con il denaro,

9)     Non abbandonare gli animali,

10)Dare loro attenzioni e carezze (solo animali domestici) come fanno da secoli India e Egitto.

 

§11    Se si seguiranno tali condizioni (regole) gli animali vivranno con gli uomini in pace e non si avranno guerre.

 

Distinti saluti                                                                  Gli animali del pianeta terra

 

~ * ~

 

 

Naturalmente, quando la volpe mise il punto sull’ultima parola della lettera, tutti gli animali esultarono ognuno con il proprio verso. Erano contentissimi di aver preso parte alla stesura di un documento tanto importante, che, secondo la volpe ed il gatto avrebbe cambiato il mondo. Era già notte quando gli animali smisero di esultare e di congratularsi per il bel lavoro compiuto. Tutti vollero avere una copia della lettera e delle regole, ma la volpe, essendosi stancata di scrivere, avendo le zampe tutte indolenzite disse: “No amici! Non riesco più a scrivere! Mi fanno male le zampe! Per me è stato faticoso e non riuscirei a scrivere un’altra parola senza guaire!” Il cane guardandola in malo modo disse: “Non mi interessa se sei stanco! Anche noi abbiamo il diritto d’avere una copia del documento!” Il cavallo proseguì: “Già! Ha perfettamente ragione l’amico Cane! Che ne possiamo sapere noi se poi la Volpe ed il Gatto cambieranno il testo del documento per i loro scopi…” Il serpente: “E’ vero! E poi sappiamo che i due MODERATORI, per loro natura, sono molto astuti! Sicuramente, l’amico Volpe e l’amico Gatto hanno fatto bene i loro calcoli prima di chiamarci per la riunione!” La volpe ed il gatto negarono ogni tentativo di sabotaggio al documento, ma quando il gatto si vide arrivare addosso, ruggendo la tigre, disse subito: “Avrete la vostra copia amici! So che il mio padrone possiede un arnese magico, capace di sdoppiare le cose scritte! Basta mettere il foglio originale su un vetro e toccare un coso verde! Dopo aver fatto questo, si vede una luce magica abbagliante e dall’altro lato esce fuori lo stesso foglio mentre l’originale resta intatto! Così si possono fare copie infinite!” Gli animali accolsero la spiegazione con un lungo “Ooohhh” di meraviglia, e la volpe disse: “Tu, amico Gatto, la sai fare questa magia?” Quello disse: “Certo! Ho visto mille volte il mio padrone farla! Basta premere il coso verde per il numero di copie volute, ed ecco che la magia è compiuta!” “E allora va subito!” Disse il cane, mentre il gatto vedendo le fauci di quello spalancate pensò bene di andare di corsa. Tutti erano in attesa del gatto e delle copie magicamente replicate, ed il cavallo espresse tutta la sua perplessità sulla magia dell’uomo: “L’uomo è un essere magico! Pensate che possiede delle scatole magiche che parlano e suonano! Le chiamano radio! Poi, in casa loro, addirittura, ho visto un’altra scatola con dentro uomini piccoli piccoli!” Il cane, che conosceva bene questo arnese disse: “Chiamano queste scatole televisori! Io vedo sempre la televisione, specie quando mi fanno entrare dentro casa quando fuori piove! E’ davvero assurdo e meraviglioso quello che possono inventare gli uomini con la loro magia!” Il gatto arrivò con le copie in una busta e le distribuì ad ognuno dei presenti e poi disse: “La copia destinata all’uomo e già sulla sua scrivania! Adesso non ci resta che attendere! Speriamo bene! Porterò io notizie!” La riunione si sciolse, e tutti gli animali attesero di essere chiamati dal gatto.

Passarono diversi giorni, ma dal gatto nessuna notizia. Tutti ritornarono alle loro abituali attività, tranne la povera mucca che fu soppressa e macellata la sera stessa dopo della riunione. Alla notizia portata dalla rondine di quella esecuzione, gli animali superstiti, (tranne il cane che aveva avuto dai padroni una bella bistecca ai ferri), furono così commossi da piangere per un giorno intero.

Il gatto, un bel giorno, trovò sul suo cuscino preferito, una lettera. La aprì e lesse il mittente ed i destinatari ma non volle leggerla da solo. Era da parte del suo padrone, che parlava a nome di tutti i ‘ due zampe ‘ a tutti gli animali. Il gatto, che aveva dato alla rondine l’autorizzazione di fare il nuovo nido su un muro della casa del suo padrone, la chiamò riferendole che si sarebbe tenuta un’altra riunione per leggere la risposta dell’uomo al loro documento. Quella, fu contenta ed andò a chiamare gli animali che si incontrarono al solito posto. Si aggiunsero ai precedenti anche molti altri animali di diverse specie ed in più le famiglie degli animali che erano presenti la prima volta. C’era pure un vitello di circa un anno, che aveva detto di essere il figlio della povera mucca prematuramente scomparsa. Il che era vero in quanto, quando tutti i suoi fratellini e sorelline furono abbattuti e fatti bistecche , lui si salvò dalla morte poiché fu venduto ad una fattoria vicino alla sua per diventare da grande un toro da monta. La volpe arrivò dopo un po’ e si sistemò accanto al gatto. Aveva portato la sua compagna ed i suoi piccoli. La povera gallina , vedendo tutte quelle volpi e molte altre che erano giunte che la puntavano disse: “Mamma Chioccia! Vedo tutto rosso!!” E svenne. Il canarino, portò alla riunione i passerotti che lo avevano preso in giro quando era rinchiuso in gabbia. Da quelli, il canarino era considerato un eroe e l’avevano soprannominato “Colui che è uscito indenne dalla schiavitù del ferro a barre strette”, e credevano che fosse una specie di liberatore degli uccelli in gabbia.

“Amici !” Disse rischiarandosi la voce il gatto: “Chiamo amici anche quegli animali che non erano presenti alla scorsa riunione! Dunque! E’ arrivata la risposta da parte dell’uomo al nostro documento! Io non l’ho ancora letta, aspettavo di farlo davanti a voi! Però un dolore grandissimo mi pervade! La nostra amica Mucca è stata soppressa per mano dell’uomo! Non è più con noi! Facciamo un minuto di silenzio per ricordare la sua vita e il suo impegno per la nostra causa…” Ci fu un lungo minuto di silenzio soltanto interrotto da pianti da parte degli animali presenti alla prima riunione, tranne il cane. “Do lettura della risposta degli esseri umani…” Disse finalmente il gatto che commosso aprì la busta. Riporto anche il testo integrale della lettera del padrone del gatto:

 

 

~ * ~

 

Carissimi amici Animali,

Io sono il padrone del Gatto, ma parlo anche a nome di tutti gli esseri umani.

Come sapete, noi esseri umani non siamo stati mai molto attenti alle Vostre esigenze e ci dispiace moltissimo. Le regole che voi avete decretato sono GIUSTE ma comunque non applicabili interamente! Purtroppo, noi dobbiamo servirci di Voi per alcuni scopi specifici! Siccome siamo quasi al vertice della “catena alimentare”, dobbiamo per forza, essendo carnivori, mangiare carne di animale. Le specie che dobbiamo mangiare le conoscete e non c’è bisogno d’avvilire ulteriormente gli stessi facendone il nome. Prego tutti gli animali di capire il nostro stato d’animo. Noi non vorremmo mangiare carne, ma la nostra natura ce lo impone!

Ho letto anche le Vostre esperienze che mi hanno lasciato perplesso! E’ vero! Probabilmente certi uomini hanno dei “problemi di ordine psicologico e mentale” per citare le Vostre parole ma, non lo fanno con cattiveria! Loro non sanno che anche Voi soffrite così come noi! Mi ha fatto molto piacere sapere che potete capirci ed intenderci! Per me è stata una scoperta sconvolgente! Come ho già detto, noi esseri umani non possiamo garantirVi di comportarci come, Voi avete scritto nelle giuste regole. Una cosa è comunque certa! Ci dovete aiutare! FacendoVi amare e soprattutto non combinando guai ai nostri riguardi, siamo sicuri di poter garantirVi un po’ di serenità in più! Già ci sono esseri umani che mangiano solo verdura oppure, addirittura si vestono e pensano come voi! Ma questi sono casi isolati! Vorrei solo dire  che ci scusiamo di tutto e che cercheremo di recuperare se è possibile ai nostri errori che sono tanti. Amici! Voi avete abitato il pianeta terra prima di noi, ed ora Vi stiamo distruggendo la Vostra casa! Mi dispiace per la povera Rondine ed il Canarino , per il Cavallo, la Gallina per la Tigre ed il Leone, per non parlare del Serpente, della Zebra, la Mucca e della Volpe che ha avuto il coraggio, insieme al mio Gatto di presenziare alla Riunione! So che potete capire il nostro stato d’animo! Saluto pure lo Scoiattolo. Nel lasciarVi vi prometto che farò di tutto per divulgare le Vostre regole, ma anche Voi dovete rispettarci! Non posso comunque garantire tutto!

 

Con osservanza                                                                      L’uomo

 

 

~ * ~

 

 

Gli animali restarono delusi. Credevano che le loro parole fossero state convincenti, invece, a sorpresa, l’uomo aveva detto di non poterci fare nulla. Come si sarebbero comportati? La volpe disse: “Amici! E’ chiaro ormai che l’uomo non ne vuole sapere delle nostre regole! Però non possiamo desistere proprio ora! Dobbiamo fare qualcosa per aiutarli a capire meglio!” Il cane disse: “Per me l’uomo già è apposto! Non dobbiamo cambiare nulla!” Lo scoiattolo disse: “Ve lo dicevo io! E’ stato sempre così! L’uomo è incapace di capire le regole della natura! Ma… permettetemi di dire ancora una volta, una cosa nemmeno noi ci comportiamo come dovremmo! Non passa un secondo senza che accada una guerra tra di noi! E’ dunque questo l’esempio da dare agli uomini?”  La zebra: “E’ vero! L’amico Scoiattolo ha ragione! Dobbiamo limitarci nell’odio tra di noi! Solo così riusciremo a farci apprezzare di più!” Tutti furono d’accordo.  Anche questa riunione si sciolse, ma restò nella mente di tutti gli animali il desiderio di farsi conoscere di più dagli esseri umani, e perciò scrissero un’altra lettera.

 

~ * ~

 

Da parte degli animali del pianeta terra agli esseri umani,

 

Carissimi uomini, abbiamo compreso le Vostre parole e Vi ringraziamo. Abbiamo compreso anche che il nostro comportamento nei Vostri riguardi. Siamo stati troppo duri nel giudicarVi, e possiamo dire che nemmeno noi ci comportiamo molto bene tra di noi. Ora non vogliamo altro che esserVi amici e farci conoscere di più. Dovete solamente capire la differenza di specie che c’è tra noi e Voi. Questo mondo e sia il nostro che il Vostro, e siccome dobbiamo convivere, ci conviene farlo nel rispetto reciproco. Vi promettiamo che staremo più attenti nelle nostre attività, ma resta il fatto che diremo sempre NO ai maltrattamenti, pertanto non ci resta che salutarVi anche perché non avremo più la possibilità di scrivere lettere poiché ci è proibito dalla nostra legge! Lo abbiamo fatto solo per farVi conoscere le nostre vere problematiche! Vi vogliamo bene! Non scordateci mai, in quanto siamo molto più vicini a voi di quanto potete immaginare.

 

~ * ~

 

C’è già chi ha preso le leggi imposte dagli animali sul serio! Ma ancora non basta! Dobbiamo anche noi farci portavoce di tutti gli esseri che vivono al mondo e, perché no, facendo una nostra, e questa volta, NON STRANA RIUNIONE.

 

 

 

 

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