I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

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(XV) – DOROTY E LA FANTASIA – LA CASA EDITRICE CHE NON ESISTE – I PRIMI EXPERIMENTES – MARIO E LE ORECCHIE DA GATTO – LA VOLPE – IL LUPO OSSERVATORE

Mangiai, insieme ai miei… Quel giorno avevo fame! M’osservavano, ma io facevo, come al solito, finta di nulla! “Allora Riccardo… Vuoi ancora dormire, questa notte, in quella stanza?” Mi domandò mio padre… Io sobbalzai! Quella domanda mi trovò impreparato, ma, riprendendomi subito, con un sorriso, risposi: “Certo papà… Perché non dovrei? Non fa freddo… Si sta davvero bene!” Mentii spudoratamente… Mia madre, trovando una delle sue solite scuse, disse: “Ah! Ma io, perché devo aggiustare un’altra stanza! Sai che non sto affatto bene…” Mio padre, la guardò intensamente, e le disse: “… Ma dai! Fallo rimanere ancora un po’… Quando capirà che quella non è una buona stanza, si ricrederà e dormirà nel suo “vero” letto! E’ vero Riccardo?” Io, risposi: “Si! Certo! Ancora per qualche notte… Lo sapete… Infondo… è la “mia” stanzetta!” Mia madre, non rispose, ed andò a prendere il secondo! Lo servì senza dire una parola, però, m’accorsi che guardava male mio padre. Forse avevo trovato un alleato? Ancora era presto per dirlo. Forse, per simulare una “tranquillità normale”, mio padre stava facendo finta d’essere d’accordo con me? Intanto, pensavo a tutte le mie delusioni! Nessuno, m’avrebbe offerto la verità su un piatto d’argento! I miei, di sicuro, avevano avvertito tutti di far scomparire tutte le prove della mia vera storia… forse per proteggermi… ma, per me, era arrivato il momento di progredire! Ero un RICEVITORE! E come tale, dovevo scoprire e ricevere! Ah! Nella mia “vera” vita… quante menzogne e pericoli… Pericoli soprannaturali oppure naturali! Mami, la Cinesina, la Strega… chi erano davvero? E poi, perché farmi vedere i loro strani volti? A che scopo? Erano guardiani… si! Ma di cosa?
Finito il pranzo, dopo il caffè, ritornai nel mio seminterrato! Volevo coricarmi per scoprire! Avevo capito, infatti, che il sonno faceva ricordare… Era comodo quel divano… tanto… tanto comodo! Se la realtà non voleva farmi ricordare… allora, la fantasia… o la mente ed il sonno, lo avrebbero fatto! Già… la fantasia…
Quante persone ho conosciuto nella mia vita… Molte! Però, ne conobbi una che m’aprì la via, che poi, m’avrebbe fatto anche diventare scrittore… Proprio come gli scoiattolini e la volpe…
Mi trovavo ancora a vivere nella casa vecchia! I miei, tramite mia zia, la “lupa”, avevano conosciuto delle persone che erano colleghi proprio della lupacchiotta in questione… Erano moglie e marito, ed avevano due figlie… Mary e Doroty… Le conoscevo da sempre, tuttavia, come accade spesso nella vita, ci siamo persi di vista. Erano soliti villeggiare in estate, in una casa a poca distanza dalla mia città! Ah! Quella era davvero una bellissima casa! Descriverla… mi riporta indietro di molti anni… Quella abitazione estiva, si trovava proprio vicino alla spiaggia ed al mare! Si saliva, al secondo piano, dalla parte posteriore dell’abitazione, su una scala di mattoni rossi, che portava ai vari appartamenti, tutti divisi da cancelletti arrugginiti… vista la salsedine! Entrare in quella casa, con la porta di legno, inserendo la chiave, dalla strana attaccatura, dalla parte del portachiavi, ottagonale, e facendogli fare nella serratura, scatti polverosi, era come entrare in una condizione di tranquillità e quiete… quasi malinconica, visto che il balcone, s’affacciava sul mare… la stessa cosa, che era capitata nella mia stanza degli ospiti, quando il tecnico aggiustò l’antenna! L’odore era di mare! Si arrivava, dopo la porta, in un ambiente che fungeva da cucina / soggiorno. Proprio davanti a quel balcone, che illuminava poco la stanza, c’era su un ripiano bianco un televisore in bianco e nero! Era , di colore bianco con i selettori a scatto argentati! Guardando sulla sinistra, si vedevano due piccoli divani letto, con sotto dei cassetti lunghi che contenevano giocattoli, palette, e molte altre cose… Erano i letti delle due figlie della coppia! Io, ricordo un piccolo binocolo che si poteva chiudere, diventando piatto! Mi piaceva... e mi sarebbe piaciuto ancor di più in futuro! Sempre dalla porta, guardando verso destra, si poteva vedere un bagnetto con la porta pieghevole, e poi, spostando lo sguardo sempre più a destra, affiancata al muro dell’ingresso, la camera dei due genitori di Mary e Doroty… La ricordo bianca, con un massaggiatore a fascia proprio vicino al lettone.
Comunque, quello che cambiò per sempre la mia concezione di fantasia, successe a casa mia… proprio nel mio seminterrato! Fu proprio Doroty a spianarmi la strada… per me, da come parlava… era come la Doroty del Mago di Oz. Tutto accadde per puro caso… Come erano soliti fare, Doroty e tutta la sua famiglia, vennero a trovarci in casa, e lei, scese con me nel seminterrato. Seduta su una poltrona, cominciò subito a parlare di un bellissimo racconto dal titolo “La Storia Infinita” dell’autore Michael Ende, ma lo faceva in un modo che pareva tutto vero! Mi parlò di quella dimensione fantastica… sembrava esserci stata davvero! Il dubbio che mi venne, e che lei, in realtà, fosse davvero l’Infanta Imperatrice di Fantàsia! Lei, parlando di quel mondo, mettendoci tutta se stessa, mi portò a vedere con la mente quei posti incantati! Incontrai, ascoltandola, Atreiu ed il suo cavallo Artax… poi il Fortuna Drago… insomma, tutti i personaggi. Quello che mi fece paura fu il Nulla! Già… Nulla! Il vuoto! Il vuoto del ricordo… il vuoto dei volti del passato! Ma, ancora non lo sapevo… E’ stata Doroty ad aprirmi le porte della mente e della fantasia! Lei, mi ha fatto diventare quel che sono! Stare, quel pomeriggio con lei, non era stare più nello scantinato, ma nella Torre d’Avorio. Naturalmente si trattava solo di fantasia… Ma, cos’è davvero la fantasia?
Disteso su quel divano, era bello pensare al passato, tuttavia, la vera porta, come sapevo, si trovava nella stanza di cristallo! I tre volti… i tre guardiani, aspettavano solo che facessi una mossa… Però, però si negavano! Non si facevano vedere! Quella notte, dopo aver controllato se c’era davvero il numero di Mario… il 14, avrei avuto un’altra esperienza, forse positiva… o chissà… anche negativa! Comunque sapevo che avrei, senza dubbio, vissuto intensamente qualcosa…
M’addormentai… e feci un sogno molto strano! Mi parve, d’aver ritrovato il libro dove c’era il primo volto… Mami! Però non lo vidi! Nel sogno, mi sembrò tutto così strano ed inquietante! Avevo paura d’aprirlo… quel libro! Però… lo feci, in sogno, sul divano in cucina, con grande agitazione! Mami non c’era, ma, sapevo che si trovava lì! Però, nonostante l’odore di braciere, riuscii a leggere il nome della presunta casa editrice, ed addirittura la città della sua sede! Dopo… richiusi quel libro, ma il sogno cambiò, facendomi ripiombare nella visione della sigletta della noce ed il suo suono contorto, mentre una voce diceva: “… Il tuo segreto è nel buio… devi fare ESPERIMENTI…” Non vidi né Mami e né la Cinesina… Non giunsero!
Mi svegliai di soprassalto! Ci volle un bel po’ perché mi riprendessi dalla paura! Mi scendevano le lacrime, mentre il cuore mi batteva all’impazzata! Dovetti correre in bagno per sciacquarmi il viso… stavo quasi, anche per vomitare! Ero ripiombato nel terrore! Dovevo capire il perché di quella sigletta! Forse… l’avevo vista quando da piccolissimo ero una volpe, ed i tre volti si fecero davvero vivi? Così conciato, corsi vicino alla scrivania del computer, e presi un foglietto di carta, ricopiando il nome della casa editrice e la città che avevo sognato! Quel sogno era vivido! Che… che fosse un ricordo autentico e non un sogno? Accesi il computer con grande foga, e digitai quei dati… “LEFANTO” e la sede! Qualcosa c’era, ma non era quella che volevo! Era stata un’altra delusione, ma non del tutto! Forse… uno spiraglio di luce, stava per venir fuori dal buio! Infondo, avevo appena iniziato la mia ricerca! Ricercare chi avrebbe ostacolato, in tutti i modi, il mio guardar indietro! Decisi, allora, d’andare da Mario! Gli dovevo raccontare di quello che mi era successo.
Corsi, al piano superiore, e salutando i miei uscii. Da dietro la porta, udii mia madre dire: “… Dobbiamo stare attenti… E’ strano! Magari… avrà capito qualcosa! Che faremo se è così…” Ecco! Adesso ne avevo la certezza! I miei, come del resto, tutti gli altri, volevano negarmi, cosa che avevano sempre fatto, la verità! La mia mente conteneva informazioni su un passato, che tutti, avrebbero voluto dimenticare! Ma… anche Mario, aveva avuto la mia stessa esperienza… Perché, lui era tranquillo ed io no? Lui, forse, era riuscito a sconfiggere i suoi volti? Erano uguali ai miei? Oppure per lui erano altri?
Pensando a questo, mi misi a correre per la strada, e, velocemente, arrivai in piazza! Ansimando per la corsa, andai a casa di mio cugino, che m’aprì subito la porta! “Ah! Riccardo! O Ric… Oppure Dantini… Quante cose hai ricordato… e quante ancora ne devi ritrovare! Se sei venuto qui, è perché è stato come ti ho detto! Non te l’hanno fatta vedere… eh? La Cinesina! Ma… nemmeno Mami… e, se lo vuoi proprio sapere, non ti faranno nemmeno vedere la Strega! Ed adesso, cosa vuoi da me RICEVITORE? Vuoi che te li faccia ritrovare io… i tuoi volti del passato? Vedi… io posso solo spianarti la strada nel buio… io, come avrai capito, sono un gatto… Sono come te, venuto al mondo in un altro modo… Tu, sei una volpe! Un animale che come me cammina nel buio… solo che è la luce nel buio la tua forza! Per me… per me, solo buio… Vieni volpe… vieni dentro… Ti indicherò la via da percorrere!” Avevo paura… una paura immensa! Vedevo mio cugino come una specie di guru! Qualcuno, che prima di me, aveva avuto quelle esperienze!
Non c’era nessuno in quella casa… Il salotto… la prima stanza che si vedeva entrando dalla porta, era totalmente al buio! Si intravedeva un divano con al di sopra un plaid… Ma perché tanta oscurità? Cosa voleva farmi? Io, comunque, v’entrai! In futuro, avrei varcato quella soglia, molte altre volte! “Accomodati Riccardo… Non accendere la luce! E da qui… dal buio profondo, che parte tutto! Da oggi, inizieranno gli EXPERIMENTES! Devi prepararti per quando LI dovrai incontrare, e questa… questa è la chiave! Considera gli EXPERIMENTES come un viaggio… un allenamento… un qualcosa che prepara alla paura!” Cos’erano gli EXPERIMENTES? Già, solo la parola incuteva timore… però, non chiesi nulla! Stavo in piedi in mezzo a quella stanza oscura, senza nemmeno respirare! Ero terrorizzato, e già potevo avvertire l’odore di braciere… ma questa volta in modo molto più intenso! Pareva esserci davvero… e forse era così! Mario, lo aveva acceso al piano di sopra… forse in attesa di sua madre e di sua nonna! Mio cugino, si mise sdraiato su quel divano, con addosso il plaid. M’accorsi, della presenza d’una poltrona accanto, ed infondo alla stanza, di fianco ad un’altra porta semiaperta, che dava l’accesso ad una stanza da letto, sicuramente di sua nonna, da dove si poteva intravedere una luce… una luce fioca, un altro divano con altre poltrone… ed un tavolino con tanti soprammobili e bomboniere! Sembrava essere una stanza speculare… doppia… anche perché, davanti al divano antico, dove si era sistemato Mario, c’era un altro tavolino, simile, se non uguale, a quell’altro! Chi mai si sarebbe seduto su quel divano vuoto davanti a noi? Forse… forse LORO? “Avanti Dantini! Cugino volpe… Vieni… siediti sulla poltrona di fianco a me! Non abbiamo più molto tempo! Gli EXPERIMENTES devono iniziare!” Mi sentivo strano… Avrei voluto scappare da lì! Era un qualcosa che non avevo mai vissuto! Mario se ne accorse della mia titubanza, e mi rimproverò: “Ah! Dunque… vuoi rimanere nell’ignoranza del non ricordo? Dunque, non vuoi rivedere nulla? Ed io che pensavo che tu fossi un mio simile… invece sei come tutti gli altri! Sopraffatto dal destino e dalle bugie… DAL NULLA! Accendi la luce Riccardo! Mi hai profondamente deluso! Tu non sei come me! Peccato! Pensavo che tu m’avresti aiutato… Perché non vuoi far nulla? Come speri di vincerLi… Eri disposto a vedere i volti… anche LUI… tuo fratello, si è fatto vivo con te per aiutarti… Hai varcato la soglia del ricordo negato nella stanza di cristallo! Dimmi… ora ti vuoi tirare indietro? Vuoi rimanere nel buio del non ricordo?” Stavo per mettermi a piangere! Quello che mio cugino m’aveva proposto, era proprio quello che volevo… ma quell’odore… Quei volti che io cercavo, stavano per farmi andare via a gambe levate! No! Non potevo farlo! Ero andato da Mario per delle risposte, ed adesso, dovevo ottenerle! Non accesi la luce! Mi sedetti su quella poltrona, e Mario, dicendomi: “… Bravo Dantini! Hai capito…”, mi tirò sulla testa il plaid e…
Gli EXPERIMENTES cominciarono… Sentivo le mani di mio cugino sulla mia testa, e poi… piano piano, mi bloccò il corpo. Doveva stare in piedi… questo lo capivo… Ma come aveva fatto? Come poteva scattare così, con tanta agilità, da quel divano? Ad un tratto, mi sentii buttare a terra da quella poltrona! Non vedevo nulla… e come avrei potuto? Già era buio… e poi… e poi, quel plaid mi impediva, non solo di vedere, ma faticavo anche a respirare! Sentivo Mario, dirmi con voce lenta e bassa: “Ecco! Bravo cugino volpe! Adesso si… adesso si che puoi ricordare per bene!” Compresi di trovarmi in ginocchio sul pavimento, proprio davanti al divano dove prima era sdraiato mio cugino! Poi, sentii un cuscino coprirmi la testa! Non era violenza! Questo lo capivo… in quella assurda posizione, stavo, nonostante tutto, comodo e tranquillo! Mio cugino mi bloccava! Dovevo recuperare… ricordare! Non so, per quanto tempo durò il tutto… Ero dentro gli EXPERIMENTES! Per ora, vedevo solo buio… ed avvertivo la presenza di Mario… Ad un tratto, proprio come nella stanza di cristallo, vedevo… vidi una cosa particolare! Vidi una luna, ma non piena! Ricordai d’aver visto quella luna con fattezze umane, che rideva e teneva una chitarra in mano, in una trasmissione televisiva… Mi faceva molta paura! Ritornava così, la televisione… A quel ricordo, avrei voluto urlare, però Mario mi disse: “… Devi continuare a guardare Riccardo! Non chiudere la mente! Cosa ricordi di più?” Non risposi, ed andai di nuovo dentro di me, cercando di recuperare altri ricordi… Però, quella luna che avevo visto, mi riportò alla paura di vedere LORO… i volti! Pensavo di non riuscire a sopportare quella vista… e capì anche le parole di mio cugino che mi disse prima di quell’esperienza! Gli EXPERIMENTES, servivano ad affrontare i ricordi ed i volti! Pensando così, ricordai le siglette! Ah! Quella noce! Adesso, m’appariva molto più vicina e più terrorizzante! Mario, non so come facesse a sapere, riproduceva con la sua voce quelle spettrali note! Da dietro le righine, dietro la noce, ecco apparire il melograno… che come un pendolo roteava… roteava sullo sfondo, mentre la noce si apriva, e si vedevano farfalle strane uscire da dentro… tutte colorate in modo bizzarro! Il melograno, a questo punto, si spezzò di colpo! Urlai, e Mario mi strinse in vita, fino a farmi urlare ancora di più! Il terrore mi invase, ma dovevo continuare… Quella vista era troppo per me! Dissi basta… ma Mario, mi disse: “Adesso… adesso non te ne puoi andare… Guarda ancora, cugino volpe…” Era evidente, che ancora, dovevo recuperare… Non so cosa mi stesse facendo mio cugino… ma, di certo, era per il mio, e per il suo bene! Sentivo l’odore di braciere spandersi, e dopo rividi, in modo più chiaro, i volti… tutti e tre insieme, però con delle gambette lunghe a forma di ferro filato! Non avevano corpo… Solo testa e piedi! M’alzai urlando, e Mario non c’era più! M’aveva lasciato solo… Però, lo sentii che diceva da lontano: “Guarda sul divano… Quello sei tu… Dovrai anche recuperare il tuo io, fisicamente!” Ero stralunato, ma, alzando la testa spettinata, da quel divano, vidi una cosa che mi fece terrore e tenerezza allo stesso tempo! Pensavo fosse una pelliccia di volpe, con la testa e tutto! Una di quelle pellicce che le donne amano portare al collo! La toccai… l’accarezzai… però, non so come, quella si muoveva, e dopo, scappò via dal bracciolo del divano. Udii, a questo punto, ancora la voce di Mario, ma era più vicina… Mi disse: “Ed adesso… guardami Riccardo!” Girai la testa, e vidi la sagoma di mio cugino, con il plaid che pareva un mantello, e sopra la sua testa due orecchie… Sembravano essere orecchie di gatto! Volli andare via! Era troppo per me! Scappai da quella casa! Lasciai anche la porta aperta, e Mario, comparendo per l’ultima volta dal portone, senza avere le orecchie da gatto, ma con un sorriso, disse: “Riccardo! Non eravamo soli… C'era qualcun'altro! Tu l'hai visto! Comunque… ti aspetta il PEN! Un altro amichetto! Ti aspetto domani sera… Per adesso, goditi i ricordi nella tua stanza di cristallo! AHAHAHA!” Scappai da quella casa… è vero… però, ci sarei ritornato!
Con grande spavento, ero per strada! Era già sera inoltrata! Cosa mi era accaduto? Ero tutto spettinato… con gli occhi di fuori dalle orbite… e mi sentivo strano! Tuttavia, non me la presi con mio cugino per quello che m’aveva fatto! Era chiaro! Mi voleva aiutare… e compresi, che avrei dovuto aiutarlo anch’io, ma non sapevo come… Si era mostrato a me come era davvero! Con quelle orecchie da micio! No! Non avevo sognato! Era tutto vero! E poi… quella volpe? Pensai a LUI! Era lì con me?
In quella strada, tutto solo, ripensai a quello che era successo, senza però trovare una spiegazione logica! Era, infatti, la prima volta che riuscivo a percepire così bene tutto quello che avevo dimenticato! Ma… avevo molta paura! Senza la piramide, ero completamente indifeso! Mario lo sapeva, però aveva iniziato gli EXPERIMENTES lo stesso! Senza fermarmi un solo istante, arrivai nei pressi di casa mia, ma lo feci dalla parte di sopra… Ancora, non ero stato lì da quando ero arrivato!
Un vecchio mulino abbandonato, vecchie mura… questo era il posto! Un luogo pieno di mistero! Volevo già essere a casa! Volevo fuggire, anche se solo momentaneamente, da quegli EXPERIMENTES! Non era come la dolcezza dei racconti di Doroty… no! Non erano i ricordi, che, nonostante i volti, avevo avuto! Tutto era diverso! Tutto era più vero! Avevo l’esigenza di ritrovare LUI a casa mia! L’affetto di mio fratello volpe! Però… tuttavia, Mario già mi mancava! Lui era la porta… ma ero io quello a dover girare la chiave nella serratura! Mi avvicinai a quella vecchia struttura, quando, m’apparve, appoggiato al muro della casa di un mio vecchio compagno di scuola, un animale… Non era un cane e questo lo capivo… Era più grosso e grigio! Era un lupo! Non ho avuto paura! Quel lupo, che lì non ci poteva essere, visto che quella era una città, sembrava guardarmi… non faceva nulla! Di solito, i veri lupi, attaccano… invece quello stava lì come una statua! Sembrava osservarmi… sembrava volermi proteggere! Ma da chi? Comunque, senza voltarmi indietro, continuai a camminare… ed arrivai verso la ripida discesa di casa mia! La vidi… vidi la mia casa… il mio campo di battaglia! Scesi… ed arrivai.
       
 

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