I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

Attenzione !! Le storie sono protette da copyright  dell'autore SIAE (C)

 

(XVIII) IL FOGLIETTINO MANCANTE - LA CASA DI LIO E L’ALTRA DISFATTA

 

Con quei pensieri che mi giravano per la testa, rimasi a letto ancora per un po’! Pensavo d’avere molti dubbi e molte domande, però era come se quelle perplessità si tramutassero in forza e certezze! Era un paradosso! Lo so! Erano passati pochissimi giorni da quando ero rientrato, tuttavia, avevo già scoperto molto, e sentivo che presto avrei dovuto fare l’ultimo passo… quello decisivo! Erano tutti ricordi… erano tutte cose, ancora troppo eteree… però i tre volti del passato erano reali! Volevano ostacolarmi! L’avrebbero fatto fisicamente! Mario… mio cugino, me lo aveva detto! Ma… esseri di quel tipo potevano agire nella realtà? Di un fatto ero certo… quello che stavo subendo, erano attacchi di tipo psicologico, che presto… molto presto, potevano diventare anche fisici! I volti non gradiscono il ricordare ed il conoscersi affondo! Quel giorno, decisi di fare una cosa… Sarei dovuto andare da un amico di mio padre, per vedere se aveva quel libro! Il libro dove c’era Mami… Già l’avevo programmato… Già, però, sapevo che sarebbe stato un altro buco nell’acqua… ma, tentare non nuoce… nel mio caso forse si!

Anche se era ancora molto presto, scesi al pian terreno! Volevo prepararmi un bel caffè, e così, sentendo la presenza di mio fratello volpe, e la consapevolezza d’esserlo anch’io, mi recai in cucina… Era buio, ed accesi la luce. Accesi anche il televisore, e mi misi a prepararlo! La mia, sembrava essere una situazione normale… ma era solo apparenza! Presi il caffè, e guardai, fumandomi una sigaretta, la televisione. Verso le sette, s’alzò mio padre, ed io scesi nel seminterrato. Volevo ricordarmi il nome e la città della casa editrice del libro di Mami, ma… non riuscii a trovare il biglietto dove l’avevo scritto, subito dopo aver sognato… Mi era sparito anche quello, proprio come i peli trovati nella stanza bassa bassa! (N.d.A. : Il nome scritto in questo racconto, e quello che presumo sia il vero della casa editrice… Non ne sono certo!) Ora, era palese! In quella casa, oltre me, i miei ed il mio fratello volpe, c’era qualcun altro! Era incredibile! Sentivo di nuovo il terrore, e quell’odore di braciere! Mami, voleva ostacolarmi di nuovo! Ma… ora avevo da fare! Dovevo fare qualcosa per conservare la mia memoria! Dovevo cercarlo dall’amico di mio padre, e poi… c’erano anche gli EXPERIMENTES! Non potevo abbandonare tutto! No! Dovevo andare avanti, nonostante il non volere dei volti! LI dovevo recuperare, e poi recuperare me stesso!

Si erano fatte le dieci! Ero stato davanti al computer… Avevo deciso che, da quel momento, dovevo prendere appunti su tutto quello che m’accadeva… per poi, scrivere questo racconto! Lo feci, e salvai il file in moltissimi supporti! Non potevo rischiare di perdere nulla! Non potevano cancellare tutte le copie… Una di quelle, la misi in rete… e poi, una pennetta USB, la portai, da quel giorno, sempre con me! Adesso, era arrivato il momento d’uscire, però, prima, dovevo vestirmi e lavarmi! Lo feci in fretta! Mia madre, nel vedermi tutto indaffarato, prima che uscissi, mi chiamò e mi disse solo: “… Riccardo… Sta attento!” Ed io, annuendo, uscii di casa con l’intenzione di proseguire nella mia sudata ricerca!

Mi recai a casa dell’amico, collega di mio padre… Andai verso quella casa, con il cuore colmo di speranza! Sapevo che, probabilmente, m’avrebbe detto di non ricordare, ma a me, non importava! Lo scopo della mia vita, ora, era solo quello! Tentare di ritrovare i volti! Ecco la casa! Ecco il citofono della palazzina… Suonai…

Il collega di mio padre, nonché suo amico, guarda caso, era anche il fratello di Suor Magda… non ci badai sul momento! Suonai a quel citofono e basta! A rispondere dal balcone, fu la moglie, che, riconoscendomi, mi fece subito entrare! Quella casa… si trovava nella mia vecchia via dove abitavo prima di stabilirmi nella nuova, e ritornare lì, per me, fu come ripercorrere la mia infanzia! Stessa via, ma palazzine diverse! Una porta nera a vetri che non permetteva di vedere bene all’interno, con dei ferri messi in rilievo bianchi! Ricordo, che quand’ero piccolo, guardavo attraverso quei vetri, appoggiando il viso su di essi, e rimanevo stupito a guardare tutti i giochi di luce che essi producevano! Mi spostavo avanti ed indietro con stupore! Per me quella porta era come un caleidoscopio! Questa porta, dava l’accesso all’entrata, e dopo una piccola rampa di scale, un pianerottolo con due porte… una a destra ed una a sinistra… Poi, si vedeva una scala scendere al piano seminterrato, e poi guardando a destra lei… la scala che portava ai piani superiori! Ah! Quanto era lunga quella scala! Per raggiungere l’appartamento dove si trovava Lio, l’amico di mio padre, dovevo percorrerla tutta, fino al penultimo piano! Salire quelle scale, significava arrivare con il fiatone! Sembrava non finire mai! Tanti piani, tanti pianerottoli, e tanto giramento di testa! L’odore di quell’ambiente era stranissimo! Somigliava ad un accostamento tra l’odore d’alcol etilico e l’incenso… non so proprio come poterlo descrivere! Forse… quell’odore così particolare, lo legai a quella casa, al fatto che da piccolo, i miei, mi portavano proprio lì a fare le iniezioni quando stavo male, siccome la moglie di Lio, Peppa, una donna corpulenta, le sapeva fare benissimo! Dunque, quell’odore, era un odore molto particolare, che vista, anche la lunghezza di quella scala, e la conseguente necessità di respirare a pieni polmoni, era inevitabile sentirlo in pieno!

Dopo la scala… dopo aver svoltato sul penultimo pianerottolo, con la testa che gira vorticosamente, un’altra piccola rampa, e poi, sulla destra… ecco la casa! La porta rigata di legno marrone, ed il campanello antico a forma di pallina argentata, su una piastra con il nome della famiglia.

Mi aprì proprio lei! Peppa, la moglie di Lio! M’accolse baciandomi, in quella casa particolare! Anche quella, come del resto le case che ho già descritto, aveva un nonsochè di misterioso e malinconico! Dalla porta d’ingresso, subito sulla sinistra, la cucina, con il classico odore d’unione famigliare e di cibo appena cucinato! C’era anche un balcone con una sedia di plastica per rilassarsi, appoggiata ad un angolo della ringhiera alta. Questo balcone, dava proprio sulla strada dalla quale s’arrivava, e da lì si poteva vedere interamente tutta la via. Un televisore spento, guardava al piano cottura, ed al centro della piccola stanza, un tavolo e delle sedie. I mattoni, erano fatti, come tutto il resto della casa, in granito con macchie irregolari nere… Sembravano facce! Infatti, da piccolo le ho sempre osservate! Anche lì tornavano i volti! Dalla porta d’entrata, prima della cucina, si poteva vedere un quadro elettrico molto vecchio, con degli interruttori generali, incassati, che lasciavano solo vedere appunto i duri pulsanti neri e rossi! Era di colore grigio/verde militare! Poi, c’era anche una piccola valvolina del tipo fusibile, incassato in un porta interruttore! Molto deprimente! Guardando dalla porta d’ingresso, si apriva il corridoio, che svoltava sulla destra al salone! Quella, era la stanza più particolare della casa! Era molto ampia, e si poteva vedere, in fondo, delle finestre molto grandi, dalle quali, essendo sempre esposte al sole, entravano di prepotenza i raggi, fermati solo dalle tapparelle perennemente abbassate a metà, che, naturalmente, davano l’effetto dei puntini di luce! Insomma, l’effetto malinconico già descritto! Questi puntini, andavano a colpire i mobili a stile antico, e stridevano molto, con un moderno HI-FI, messo in un angolo sulla destra, dalla parte dell’ingresso della stanza! Questo impianto stereo, era di uno dei figli della coppia che era appassionato di musica! Ricordo, che proprio in quella stanza, mi fu regalato un disco 45 giri! Nell’altro angolo, quello sulla sinistra, sempre dalla porta, l’armadietto con i fucili e le cartucce di Lio, che aveva la passione per la caccia… cosa che io non ho mai sopportato, chissà perché… Al centro, un enorme tavolo di legno intagliato, che ricordava, in modo impressionante, quello della prima casa di Margarita, e del mio primo salone! Il pavimento era coperto in parte, da dei tappeti persiani, ed uno, era infilato proprio sotto questo tavolo! L’aria che si respirava in questo ambiente, era dolciastra ed avvolgente… proprio come nel salone di Margarita, e nonché, anche del mio, quando c’erano le famose feste di compleanno, con la differenza, che mancava quella sensazione di pericolo in agguato. Se si continuava per il corridoio, si arrivava, sulla sinistra, dopo la cucina, nello studio… Stanza austera d’un insegnante… Infatti, Lio, il collega di mio padre, faceva proprio questo lavoro! Mi chiedevo, se proprio, in quelle vetrine piene di libri, era custodito anche quello di Mami… Sembrava essere il posto ideale per lui! Poi, andando all’interno della casa, le camere sempre buie e strane dei tre figli della coppia! A me, faceva un certo effetto andare verso quelle stanzette… Avvertivo l’atmosfera cupa, poco piacevole… Soltanto una volta mi trovai al mio agio in una di quelle stanze… Infatti, durante una festa, i tre figli di Lio, mi condussero in quel posto, da dove, da un balcone, si poteva vedere la vicina campagna! C’era anche una musica… una musica di sottofondo… La canzone si intitolava “Salvare il mondo”! Quella musica… e quella vista di quella campagna di sera, mi fecero bene! Era proprio come m’aveva detto il mio amico, figlio di carabiniere… “… Queste sono le cose che si ricordano e che restano! Respira Riccardo… Respira l’aria e senti la musica! RICARICATI! Sentiti come il mare calmo della sera…” “Salvare il mondo” si chiamava quel brano… Però, nel mio caso, avrebbe dovuto chiamarsi in modo diverso…

Dunque… La signora Peppa mi fece entrare in casa… Come al solito, e come fanno tutti quando non si vede una persona da parecchio tempo, mi fece il terzo grado, domandandomi come stavano i miei genitori e come stava andando il mio lavoro… Io risposi a tutto, ma il mio pensiero era sempre lì… a Mami! Le chiesi, agitato, se suo marito era in casa, e quella rispose: “Ah! Certo Riccardo… Va nello studio e lo troverai lì…” Io la ringraziai, ed andai di corsa in quella stanza. Trovai Lio, seduto in poltrona, con il telecomando in mano, a guardare la TV! “Oh… Riccardo! Come mai da queste parti? Non eri fuori per lavoro? Sai… io mi informo sempre su di te...” Io, risposi: “… Sono venuto in vacanza! Sapete… mi mancava molto la mia casa e tutto quello che ho lasciato in questa città! Mi mancavano soprattutto i miei genitori ed amici… ma mi manca anche altro…” Quello, rispose con una frase molto strana: “Eh! Lo so Riccardo… Bisogna ritornare… ma… per breve tempo! Quando si è lontani, bisogna anche saper dimenticare… La cosa migliore da fare è ritornare ma poi ripartire subito! Lo dico sempre ai miei figli… Rimanere significa… ehm… rimanere senza lavoro… Tu mi capisci Riccardo? Sei sempre stato un ragazzo buono ed intelligente… Certe volte è meglio non ricordare… non sapere… Il lavoro… il lavoro, prima di tutto!” Io lo guardai sarcasticamente! Cosa significava “… Ripartire subito”? Allora… anche lui, Lio, non solo sapeva di me… ma come Francy, m’avrebbe negato di vedere quel volto? Addirittura voleva che io partissi senza sapere nulla? Di certo doveva essere così, ma questa volta decisi di non arrendermi… Gli dissi: “… Lo so… Certo! Il lavoro viene prima di tutto… Comunque, ero venuto per chiederle un favore! Posso?” Quello, sorridendo, si mise subito a mia disposizione, e mi disse: “Per il figlio del mio collega? Certo! Riccardo! Tu puoi chiedermi tutto! Avanti… dimmi pure…” “Vede… Io sto cercando…” E nel dire così, mi girai verso la libreria chiusa con degli sportelli a vetri opachi: “… Sto cercando…” Lio si rizzò in piedi e disse senza volerlo: “… LUI?” Poi, vide che aveva detto qualcosa che non doveva dire, e si corresse, cercando di stare attento e calmo: “… Dimmi Riccardo… Cosa cerchi?” Io, vedendo la sua reazione, volli andare fino in fondo, e gli dissi, aprendo quegli sportelli: “Vede… sto cercando un libro… un libro che aveva mio padre… e che… adesso ha perso quando ha fatto pulizia in casa! C’erano delle caricature in quel libro… Una in particolare… un certo Mami… se lo ricorda? Per caso lei ha questo volume?” Quello, scattò violentemente, facendo cadere il telecomando in terra, e nella foga di raccoglierlo, andò a finire contro l’enorme scrivania antica che troneggiava in quella stanza, facendo vibrare tutti gli oggetti che c’erano sopra, e poi cercò come un disperato di spegnere il televisore, ma… a me sembrò che nel farlo, per sbaglio, cambiò canale, e solo per un istante, si intravide il monoscopio a scacchiera! “No! Non ho il libro che cerchi! Cosa lo vuoi? Chi te l’ha detto? No! Non c’è… Non c’è mai stato… Non ce l’ho!” Gridando in questo modo, venne verso di me, cercando di chiudere lo sportello di vetro della libreria, e nel farlo, per poco, non mi spezzò una mano. “Ah!” Dissi io: “… Scusi… Ma mi serve! Mi serve per un lavoro che sto facendo!” Peppa, la moglie, a quelle urla, arrivò in quella camera, e vide la scena, soprattutto udì la conversazione! “… Per l’amor del cielo! Che succede qui? Perché gridate?” Lio, disse ridendo sforzatamente: “Ah! No! Nulla cara! Riccardo… Riccardo, stava per… Poi ti spiego… Comunque il libro qui non c’è! Non c’è nulla! Cercalo in biblioteca… Si! Lo ricordo, ma qui non c’è! E’ un libro vecchio! Cosa lo vuoi? Non ti serve!” A quella risposta, dissi, dicendo la verità per la prima volta! Ero arrabbiato! “Mi serve per ricordare chi sono! Perché? Perché tutti cercate d’impedirmelo? Vi prego… Almeno voi… datemi una mano nella mia ricerca!” La moglie Peppa, spaventata, fuggì in cucina, mentre Lio, guardandomi serio, mi disse: “Perché proprio io… Perché a me questa disgrazia? Perché hai scelto proprio me… FUORI! FUORI DA CASA MIA! Scordati di lui Riccardo… Non è per te! Non è NESSUNO! Poveri i tuoi genitori… Non farli morire dal dolore e dalla paura! Già… già ne hanno viste tante!” Intanto, si sentì alzare la cornetta del telefono, come se qualcuno stesse per telefonare… Io capii, e dissi, guardando negli occhi Lio: “… Ritornerò! So che Mami è qui…” E me ne andai da quella casa, sbattendo forte la porta!

Peppa aveva chiamato i miei! Lio e la consorte, sapevano, ma non volevano farmi vedere Mami… il primo volto! Sapevo che si trovava lì, avvertivo ora, odore di braciere! E poi… Quella casa, poteva ricevere TELE PIANURA? Ormai l’avevo capito… Cosa sarebbe successo quando avrei rimesso il piede in casa? Adesso era tutto più chiaro… Decisi di non ritornare, ma d’andare a cercare il terzo volto… la STREGA!

Scesi le lunghe scale di fretta! Stavo anche per cadere! Nessuno m’avrebbe più fermato! Gli EXPERIMENTES erano serviti a darmi il coraggio necessario per quello che avrei dovuto fare! Tutti… tutti sapevano… tranne me! Questa era una profonda ingiustizia! Invocai l’aiuto del “14”, del lupo, e di mio fratello volpe, che adesso, sapevo d’aver incontrato anche da essere umano in casa mia… quando si finse collega di mio padre… Volevo anche riavere la piramide… Ma, questo adesso era passato in secondo piano! Se i primi due volti si erano negati… magari il terzo non lo avrebbe fatto! Adesso, il mio desiderio era di rivedere la “Strega”! Si trovava a casa di un’amica di mia madre… Nemmeno lei, di certo, m’avrebbe permesso di vederla, ma io non volevo arrendermi per nessuna cosa al mondo!

Appena arrivai sulla strada, andai di corsa, in un bar… quel bar, e mi scolai due bottiglie di birra da tre quarti! Mi serviva coraggio! Il bar, era sempre quello del “Pirata”! Non ricordo perché, ma quel quadro, mi ricordavo che lo chiamavano anche “Lo Zingaro…”. Dopo aver bevuto, di corsa, andai verso quella casa, dove, appesa sopra ad un caminetto, avevo visto la “Strega”… il terzo volto!

 

HOME DELLA SEZIONE

HOME