I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

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(XIX) LA CASA DELLA STREGA – LA MASCHERA ROTTA E LA MAGIA CHE E’ ALTRO

 

La casa, dove avevo visto il terzo volto, si trovava proprio nella via principale della mia città, proprio vicino al bar dov’ero andato a bere! Era proprio lì… in quella strada in fondo… che terminava in una piccola chiesetta, che poi, divideva la strada in due. Dunque, la casa dell’amica di mia madre, si raggiungeva molto facilmente… percorrendo quella strada… proprio in fondo sulla destra! Da lì, un portoncino di legno, con vicina una finestra… la finestra della stanza dove si trovava LEI… la Strega… il terzo volto!

Percorsi quella strada in fretta e con il fiato grosso… ed, infine, arrivai! Mi trovai di fianco a quella finestra! Com’era ovvio, cercai di guardarci dentro, ma… nonostante tutti gli sforzi che potevo fare, non vidi proprio nulla! Mi venne un triste presentimento, però dovevo continuare la mia ricerca! Non potevo fermarmi! Non potevo  solamente rimanere davanti a quella finestra! Così, camminai per qualche passo, e mi fermai davanti al campanello! Ricordavo… ricordavo come avevo visto la Strega per la prima volta…

Come per la Cinesina, era inverno, però, ci si avvicinava ad una primavera molto calda! Io, ed i miei genitori, andammo a far visita a quell’amica di famiglia, che per “coincidenza”, era parente con Lio… il collega di mio padre, nonché anche parente con Suor Magda! Andammo, perché c’era una festa! Non ricordo bene… ricordo solamente che i miei, con gli altri invitati, non si trovavano nella sala del camino dove si trovava LEI, ma in cucina… altra stanza particolare che avrei visitato un altro giorno… un altro giorno che sembrava essere la continuazione di quello che stavo per vivere! Dunque, durante questa festa, come al mio solito, siccome ho sempre odiato queste ricorrenze, annoiandomi a morte, girovagavo per quella casa, in compagnia della figlia dell’amica di famiglia. Si chiamava Checca… proprio come Francy… Quella poteva essere un’altra coincidenza? Checca, anche lei annoiata, mi condusse per tutta l’abitazione! Siccome ero piccolo, i miei, m’avevano affidato a lei, che era più grande, e forse, pensavano, fosse più responsabile! Ma… così non era… Mi condusse, a grandi passi, nel piccolo salotto, dove c’era quel caminetto acceso! Ancora non avevo alzato gli occhi lì… verso la cappa del focolare dove LEI troneggiava in tutto il suo terrore! In quella stanza, si trovava anche un televisore antico… perennemente spento! Chissà… se lo avessi acceso quando avevo l’opportunità di farlo? Giocando, m’avvicinai al camino con Checca, ridendo e scherzando! Lei, si divertiva a farmi da mamma, ed io, fingevo d’essere suo figlio… La luce soffusa di quel lampadario con le lampadine dalla luminosità bassa… quasi gialla, mi fece da subito una strana impressione di inquietudine… Anche i due divani… caldi, di color crema, disposti alle pareti della stanza, davano l’impressione di non essere lì per puro caso… Infatti, sembrava che da un momento all’altro, sarebbe arrivato qualcuno… ma non un qualcuno qualunque… Comunque, non so come, alzai la testa verso quella cappa! Ecco! La vidi… Mi fece paura! Dal camino, quell’odore d’arance… di braciere acceso! Voltandomi, verso Checca, indicai quella maschera di legno… oppure di terracotta, dai contorni degli occhi pronunciati, nera o marrone, con quei capelli alla Mami, neri, che contornavano quel volto in modo spettrale, mentre la bocca, semiaperta, lasciava vedere due denti bianchi, uno dei quali pareva essere spezzato! Quella bocca era grossa come due legni sovrapposti e curvi! Insomma… una specie di maschera africana… però, totalmente diversa dalle altre che avrei visto in futuro… Quella, non sembrava essere lì per caso! Non era normale!

Chiesi a Checca cos’era quella cosa, e lei, cambiando colore, mi disse: “… Quella è una Strega! E’ la Strega! Non la guardare…” In quel momento, aprendo la porta di casa che si trovava a fianco del salotto… il SUO salotto, rientrò Achille! Il fratello maggiore di Checca. Vedendoci lì, assunse uno sguardo preoccupato e spaventato… come se avesse visto un fantasma! “Cosa ci fate lì… Cosa ci fate da LEI? Perché Checca, l’hai portato in questa stanza? Lui… lui non doveva vedere… Lui non deve sapere! Non è che per caso… l’ha vista? Lo dirò alla mamma!” Checca, rispose al fratello: “… Non dirlo a mamma! Perdonami Achi… Io… io non ricordavo quello che ci aveva raccomandato! Mi annoiavo… anzi… ci annoiavamo, e così…” Notai, che la ragazza stava per mettersi a piangere. “… E così ha visto! No! Che guaio! La mamma lo deve sapere! Non ti rendi conto di quello che hai fatto? Ah! Se lo sapessero i suoi genitori… L’hai portato da LEI… adesso se ne ricorderà! Potrebbe… potrebbe… Adesso uscite! Uscite fuori da questa maledetta stanza!” Così, Achille, prendendoci per il braccio in modo veloce, ci condusse fuori da quel salotto, e chiuse la porta a chiave. La chiave, poi, se la infilò in tasca! Cos’era che non dovevo vedere? Forse era LEI… la Strega… il terzo volto? Si! Parlavano proprio di LEI! Per ingenuità, Checca, m’aveva portato da quella cosa, senza pensarci… Andammo verso il corridoio interno, buio, verso quella cucina, proprio quando i miei, in compagnia dell’amica di famiglia, stavano venendo per chiamarci… Dovevamo andare via… Mi girai verso Checca, e le chiesi di nuovo: “Cos’è la Strega?” Ma, quella, voltandosi verso sua mamma ed i miei, disse: “… Non esiste! Non c’è! Che la vuoi? Te la sei sognata!” Sicuramente, sua mamma e suo fratello, con lo sguardo, le avevano intimato di non parlare, mentre i miei, di sicuro, sentendo le parole della ragazza, furono colti da un semi svenimento… Ma poi, facendo finta di nulla, salutarono ed uscimmo da quella casa, ed in macchina, mi rimproverarono ingiustamente per essere andato in giro da solo in quella casa… A poco valsero le mie parole di verità! Vollero difendere Checca… Ricordo, che per tutta la serata, diventarono seri e pensierosi… Io non capivo! Non li potevo capire! Però, la figura di quella Strega ancora era presente, e lo sarebbe sempre stata d’allora nella mia mente, facendomi paura, e facendomi ricordare l’odore… l’odore di braciere.

Come ho già detto, però, quella non era stata l’unica esperienza in quella casa… Anzi… tutt’ora, non riesco a spiegarmi il perché ci siamo, io e mia madre, ritornati forse un anno dopo… in piena primavera, quando la luce del sole, lascia, in modo malinconico, i famosi puntini sui mobili… puntini rossi come quel sole al tramonto, filtrati dalle tapparelle chiuse male! Infatti, era più o meno quella l’atmosfera che provai, ritornando in quella casa! Atmosfera di malinconia e di finta nebbiolina… forse la nebbiolina dei ricordi, che prende dentro! La si sente come una specie di sensazione allo stomaco che, tuttavia, è molto piacevole!

Non ricordo d’essere entrato, quella volta, in quella abitazione dalla porta principale, ma dal retro… Infatti, si poteva accedere da una traversa, e s’arrivava in una specie di cortile, che, da una porta, faceva accedere direttamente in cucina! A rivederlo ora, quel cortile, risulta essere molto piccolo!

Ricordo, che era giorno d’elezioni nella mia città… Mio padre, forse era al seggio! Per me, fu naturale andare in quella casa, proprio dal retro… ma a pensarci bene, il motivo era molto chiaro! Non la dovevo più vedere… non dovevo più vedere la Strega! Ci accolse Rita… la mamma di Checca e di Achille… Loro, comunque, non c’erano! Mia madre, accolta in cucina, si mise a parlare con Rita. Quella cucina, era molto spaziosa! Un grande tavolo, tante sedie, molti divani rustici, ed un angolo cottura al muro, e poi… una televisione accesa su un canale privato, che trasmetteva cartoni animati giapponesi… Ne ricordo due… uno su un ragazzo pescatore, e l’altro su una bimba che possedeva una fattoria in Canada e che abitava con suo padre… Un’atmosfera irreale e magica, anche per via della musica di quelle sigle. Ricordo, anche una sigla di un altro cartone che vidi lì… Era una musica bellissima… Mississippi… nel profondo Sud… Una sigla, forse una delle più belle che abbia mai ascoltato, ma forse perché, questa sigla mi ricorda quella cucina e quel periodo della mia vita… Guardando quei cartoni, udivo di sfuggita i discorsi di mia madre con la padrona di casa! Si sentiva odore di fagioli messi a cuocere sul fuoco… Ah! Se fossi stato più attento! Di sicuro avrei potuto sentire qualcosa che riguardava la Strega… ma… non lo feci! Stavano parlando certamente di me… fra i discorsi normali di donne… Quel tipo d’atmosfera, anche se in modo molto diverso, l’avrei ritrovata nella casa delle vacanze della mia ex fidanzata! Avrei, pure, potuto cambiare canale su quella TV piena di cartoni animati… con quella luce esterna, che faceva capire che era quasi buio… Avrei potuto… forse, ricevere ancora TELE PIANURA… ma non feci nulla! Non avevo ancora capito! Ah! Adesso comprendo… Anche nella mia vecchia casa, molto probabilmente, in certi orari, avrei potuto riceverla quella emittente… anzi… penso che una volta, con mio padre presente, intento a cucinare,  riuscii a vederla sul televisore in cucina… vidi quello strano monoscopio a scacchiera… Però, a casa di Rita… nulla! Non feci niente! Non potevo ancora comprendere! So solo, che essendo in quella casa, avevo una voglia matta di rivedere la Strega… ma… me lo impedirono con quell’atmosfera dolciastra…

Era passato molto tempo… qualche ora! Era sera! Ancora, i cartoni, affollavano la TV! I fagioli cocevano allegramente, ed io, però, preso da quella voglia, provai ad andare verso quel salotto, ma mia madre lesta, mi proibì di farlo! Era evidente che quel giorno non avrei potuto rivedere il terzo volto! Così… annoiato e sconsolato, uscii in quel piccolo cortile che ricordava, ma non del tutto, quello della casa delle vacanze di Margarita… Non c’era puzza, ed era più pulito! C’era comunque, quell’atmosfera e quei cartoni animati che mi richiamavano… Non ascoltai! Probabilmente era un avvertimento! Infatti, appena uscito, vidi una strana sveglia con una gallina ed un pulcino, e proprio quando stavo per prenderla, lì vicino trovai il guinzaglio del cane di Rita… e su quello, dopo averlo preso in mano, vidi una strana iscrizione… non riuscii a decifrarla, perché, proprio il cane dell’amica di mia madre, uscì come dal nulla, arrivando in quel cortile, e si mise come un dannato ad inseguirmi per tutta la via! Sicuramente, voleva impedirmi di leggere… non so come spiegarlo! Durante la mia folle corsa per la strada, attraversando il cancello, caddi e mi feci molto male alle ginocchia, sbucciandomele, poiché avevo i pantaloncini corti! Caddi in quella strada non ancora asfaltata, piena di trucioli di sabbia, e potevo sentire il fiato dell’animale su di me! Gridai! Tutta la gente delle vicine palazzine, s’affacciarono e videro la scena, però nessuno intervenne! Fui soccorso da Rita e da mia madre… Il cane, di sicuro, aveva fiutato che io ero una volpe… Piansi! Rita, disse, che probabilmente il cane voleva solo giocare! Ma la cosa strana, che lo stesso, fu punito e picchiato dalla sua padrona… Dopo un po’, tornò mio padre, ed in compagnia di mia madre, tornammo a casa! Dovevano medicarmi! Cosa c’era scritto su quel collare? E quella sveglia? Come mai non m’avevano concesso di poterla vedere e toccare? Perché mi era successo tutto questo? Comunque, quella volta, e né dopo, rividi la Strega e non seppi più nulla… anche se ho il sospetto di averla vista altre volte ancora… sempre su quella cappa! Era evidente! Volevano farmela dimenticare! Forse… forse quel collare era una scusa? M’avevano ingannato con quel collare e quella sveglia per farmi dimenticare LEI?

Ecco cosa pensai, davanti a quel campanello! Si… ma ora, avevo la determinazione d’andare fino in fondo! Così, preso da tutti questi pensieri suonai e rimasi in attesa! Sapevo che Peppa aveva telefonato ai miei, ed avevo il terrore di trovare, una volta a casa, il biglietto aereo e le valigie davanti alla porta… Cosa m’aspettava? Stavo ricercando qualcosa che, secondo il parere di tutti, non avrei neppure dovuto pensare! Però… c’era l’appuntamento, quella sera, con Mario per gli EXPERIMENTES! Ci dovevo andare assolutamente!

Dopo un po’ d’attesa, ecco che mi aprì la porta proprio Rita! Peppa, Lio ed i miei, probabilmente, non avevano pensato che io potessi andare proprio lì… Loro pensavano, per mia fortuna, solo a Mami! “Ciao Riccardo! Oh! Da quanto tempo… Come stai?” Mi disse, ed io, volendo far in fretta, e provando a prenderla in giro, cosa che non era da me, le dissi: “Tutto bene! Sono solo venuto per salutare, a lei… ai suoi figli… a suo marito, ed anche a quella cosa che è appesa sul camino del salotto! Anzi… se mi fa entrare, vorrei salutarla di persona… la Strega! Così, potrò anche portarle i saluti da parte di Mami e della Cinesina… visto che so, che sono grandi amici…” Rita, mi guardò in modo strano… Aveva le lacrime agli occhi… Pensavo che gli venisse un accidenti, magari era meglio così, così avrei potuto far tutto da me… ma poi, Rita, ingoiando a vuoto, con una voce che pareva quella di una moribonda, mi disse: “… A chi vuoi salutare tu? Di chi stai parlando? Non c’è! Cosa la vuoi? Hai solo sognato! Di cosa stai parlando Riccardo? Ah! Un ragazzo… un ragazzo intelligente come te che crede ancora alle favole! Sei cresciuto! Non puoi credere nelle fiabe e nelle streghe… Ma non l’hai capito? Mia figlia, ti ha preso in giro! Eri piccolo… Era un gioco… solo un gioco! Una… una bugia…” “… Ed un segreto!” Continuai io: “… Un segreto… un velo che ormai è caduto! Signora Rita! So tutto! Quindi, non ha più senso continuare questa dannata commedia! Fatemi rivedere la Strega!” Quella, nera in volto, proprio come lo era il terzo volto, mi fece entrare, e mi disse: “… Oh Riccardo! Ah! Se i tuoi genitori sapessero quello che stai facendo… morirebbero di certo! Ti ripeto… Cosa la vuoi? Non è vero…” “Allora, se non è vero, perché mi ha detto che se i miei venissero a sapere, morirebbero? Ah! Adesso comprendo anche la leggenda del punto interrogativo! Sono tutte le domande che una persona può porsi nella sua vita! Ma adesso basta! Ne ho le tasche piene, per non dire altro… Voglio vederla! Voglio vedere la Strega! Già, gli altri volti mi sono stati negati… ma lei no! Giuro che faccio uno sproposito se non me la fa rivedere…” Tutto quello che avevo detto, era contrario alla mia natura pacifica, tuttavia, lo feci perché lo ritenevo giusto… anzi… a tempo debito, pensavo che avrei anche parlato ai miei in modo chiaro! Rita, mi guardò spaventata e mi disse: “… Riccardo… Ti prego… controllati! Non fare così… non è da te… Tu sei buono… Lo faccio per il tuo bene! Tutti… tutti lo facciamo per il tuo bene! Comunque… sei cresciuto! Ora tutto è cambiato! Tu… tu sei cambiato! Entra… entra in casa… così potrò spiegarti tutto con calma!” La guardai negli occhi lacrimosi, e scusandomi del mio impeto, entrai. D’istinto, girai la testa per vedere se LEI era ancora lì, ma con molta sorpresa, sul camino vidi solo un triste quadretto con un placido panorama d’una spiaggia di sera con la luna! Guardai anche quella stanza, ma era tutta diversa da come la ricordavo! LEI… LEI non c’era più! Nemmeno i divani color crema, e nemmeno la vecchia TV, soppiantata da un modernissimo televisore a schermo piatto! “… Dov’è? Dove l’avete nascosta? Perché tutti questi cambiamenti?” Dissi con rabbia, anche se avevo chiesto scusa un attimo prima, Rita, mi invitò ad entrare proprio in quella stanza… mi fece accomodare su un nuovo divano, e disse… “… Oh Riccardo! LEI… LEI non c’è più… Non c’è più perché è caduta e si è rotta in mille pezzi! Forse è meglio così… NON ESISTE PIU’… proprio come GLI ALTRI…” “Non ci credo! Mi state tutti prendendo in giro! Io lo so che ancora ci sono! Fatemela rivedere quella dannata maschera! Non la negate più!” Dissi con voce di supplica, ma la padrona di casa, sospirando, mi disse di seguirla nello studio, che si trovava proprio di fronte al salotto! Lì c’era buio… un buio strano! Potevo sentire, se pur molto lievemente, l’odore di braciere… Cosa voleva farmi vedere Rita?

In quello studio moderno, pieno di sportelli contenenti tante cose, Rita cercò qualcosa… Alla fine trovò quello che stava cercando! Era un suo pezzo! Un pezzo di quella maschera! Un pezzo della Strega! Io lo capii dal colore e dai pochi capelli neri che vi erano incollati sopra! Mi fece molta impressione! Guardai anch’io dove Rita cercò, e vidi altri pezzi! Alcuni però mancavano… così, non si poteva ricomporre la figura in modo chiaro! “Ecco Riccardo! Ecco quel che rimane della Strega! Con un colpo di vento è volata giù dal camino… Abbiamo solo sentito il tonfo! Quel giorno abbiamo fatto festa! Era la fine della nostra paura… almeno fino ad ora… Adesso mi credi? Oh Riccardo… Non so come hai fatto a capire ed a ricordare, ma ti assicuro che è meglio scordarsi tutto! Torna ad essere il bimbo spensierato che eri tanto tempo fa… So che vuoi capire e ricordare! Ma… ma io… io non posso dirti nulla! Dimentica il passato… passato di spavento e dolore! Adesso và… và dai tuoi genitori che ti vogliono tanto bene! Torna da loro! Credimi! I misteri e LA MAGIA CHE E’ ALTRO… con il passato, quello vero, non è per tutti!” Mi disse Rita, guardandomi in modo amorevole, ed io, sentendo queste parole, con rabbia, ma anche con molta delusione, mi scusai per il mio comportamento, e salutandola andai via! Lei, rimase a guardarmi con un sorriso per un po’, e poi chiuse la porta.

Per strada, pensai a quei pezzi… Mi sentivo anch’io in quel modo… distrutto! Dunque, Mario aveva ragione a dire che non avrei potuto, almeno per il momento, rivedere i tre volti del passato? Si! Doveva essere proprio così, comunque, anche se avevo avuto quelle delusioni e sconfitte, non demordevo! Nel camminare, pensai che Mami era rinchiuso in qualche libreria come, o forse, quella di Lio… la Cinesina la potevo recuperare, andando a trovare tutti i numeri di quella rivista in qualche biblioteca… Per la Strega, la cosa era molto più complicata! Avrei dovuto chiedere una foto di quella stanza a Rita, prima del gran tonfo! Di certo, avrei risolto qualcosa! Però, ora, un altro dubbio mi faceva girar la testa… Volevo sapere e comprendere, chi erano davvero quei volti! Chi mai me lo avrebbe potuto dire? Mario, mio cugino, di certo no! Lui doveva solo prepararmi con gli EXPERIMENTES al vero incontro con LORO! Doveva darmi solo il coraggio necessario e, qualche consiglio! Poi, sarebbe toccato a me… solo a me! Però… ripensando a quello che era successo nella casa della Strega, pensai ad un particolare… Cosa mi aveva detto Rita? A parte quello che già immaginavo, parlò anche di MAGIA CHE E’ ALTRO… Al ricordare questo sobbalzai! Mi ricordai d’un'altra protagonista della mia vita! Una persona molto speciale…

 

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