I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

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(II) TOGLIERE IL VELO DAL RICORDO

 

Ero a casa… ero finalmente ritornato! Avevo ritrovato le mie cose, i miei pensieri ed affetti. Come al solito, quando rientravo, baci ed abbracci da parte dei miei genitori che non vedevano l’ora di rivedermi per sapere cosa avevo fatto quando ero lontano, ma a me, in quel momento, non andava di pensare a tutto questo… Se ero lì, c’era un motivo… Ancora non lo sapevo, ma volevo solamente ritrovare me stesso… il mio passato! Era già da una settimana che pensavo al mio ritorno! Pensavo a quello che avevo lasciato!

         Dopo i convenevoli, dunque, mi recai giù… nello scantinato aggiustato per essere un mini appartamento, dove avevo sempre avuto tutte le mie cose! Era il mio regno! Avevo TV, stereo, computer, chitarre… insomma, quasi tutto quello che ero! Ma quella sera, volevo riflettere.

Scesi velocemente le scale ed accesi quella luce che da sempre, quando arrivavo a casa, m’accoglieva con quella sua luminosità fatta di tranquillità e comodità, ma soprattutto fatta di protezione… Mi avvicinai alla scrivania che non era altro che un tavolo… Sopra, vari fogli bianchi ed una penna.

Ora ero seduto… seduto in attesa di qualcosa… ma di cosa?

         Accomodato su quella sedia, davanti a quel tavolo vicino alla finestra, con lo sguardo perso nel vuoto, odorando il profumo che, dal piano di sopra, dalla cucina scendeva riempiendo l’aria di un profumo di carne arrostita, cercavo di capire quello che avevo dentro.

All’improvviso immagini… immagini dal mio passato! Ero confuso! Cominciai ad analizzare la mia vita sotto un’altra ottica! Un odore… il colore rosso / arancione, la sensazione dell’erba bagnata di rugiada! Cos’era? Perché quei ricordi od immaginazione? Erano scene che avevo vissuto oppure stavo immaginando tutto? Quanti punti interrogativi… Stavo arrivando alla verità… Stavo toccando veramente quello che già conoscevo, ma che mai avevo avuto il coraggio di scoprire? Forse… se fossi stato ancora un bimbo, non avrei avuto problemi… ma ero adulto! Avevo i brividi lungo la schiena! Stavano per spuntarmi le lacrime! Il mio cervello e tutto me stesso erano entrati, anche solo per un attimo, di nuovo in possesso di qualcosa che avevo rimosso, proprio come avevo letto su un libro del padre della psicoanalisi Sigmund Freud? Dunque… stavo per toccare la mia vera vita? Stavo per conoscere la verità? Si! Probabilmente si! Ma una voce mi fece svegliare ed abbandonare quello che stavo per recuperare, lasciando solo agitazione… Mia madre e mio padre mi chiamavano dalla cucina! Era pronta la cena…

         Come si può facilmente immaginare, mi alzai subito da quella sedia, come se mi fossi svegliato di soprassalto. Avevo il viso sconvolto e non m’andava di farmi vedere così… Gridai ai miei che stavo andando ma, mi recai in bagno per sciacquarmi il viso. Non c’erano specchi in quel bagnetto, e così, dopo essermi alla meglio asciugato, andai in un’altra stanza e mi specchiai! Mi guardai con molta intensità negli occhi e mi feci una domanda… una domanda senza risposta: “Chi sono davvero io?”. Le immagini che il mio cervello m’aveva appena regalato, mi continuavano a rimbalzare nella testa! Però non bastava! Quelle immagini non bastavano per capire! Dovevo sapere di più! Dovevo trovare il modo di recuperare tutto quanto, all’inizio da me stesso, e poi… se fosse stato necessario, anche dagli altri! Decisi che, una sorta di auto-ipnosi m’avrebbe aiutato! Andare da uno psicologo… no! Non avrebbe di certo capito… Ricordai, d’aver letto tanto tempo prima, un libro su quell’argomento ed era arrivato il momento di rispolverare quelle conoscenze! Quel libro impolverato, fregato ad un amico, si trovava su uno scaffale del ripostiglio dove tenevo cianfrusaglie varie… Lo trovai, ed andando piano piano verso il tavolo dove avevo avuto la mia prima esperienza di ricordo / sogno, lo posai con l’intenzione, una volta finito di mangiare, bello riposato ed in pigiama, di rinfrescare le mie conoscenze su quella affascinante materia. Poi, di seguito, avrei fatto l’esperimento su me stesso! Pensai anche al luogo più adatto dove poter operare in assoluta tranquillità… La mia stanzetta! Era il luogo più appropriato! Misterioso… misterioso proprio come lo ero io…

         I miei continuavano a chiamarmi, e così mi decisi e salii le scale.

A tavola non dissi nulla! Cominciai solo a parlare del mio lavoro, della sistemazione che avevo trovato ecc. I miei non s’accorsero del mio stato d’animo.

Dopo cena, andai di corsa a mettermi il pigiama, e poi giù… a leggere ed a studiare! Lessi quel libro tutto ad un fiato! Pensai d’effettuare la mia brava auto-ipnosi il giorno dopo… dopo cena! Al buio! Si sa… al buio certe cose vengono meglio! Solo che dovevo trovare il modo per non essere disturbato.

         Era arrivato un nuovo giorno! Avevo dormito come un ghiro, anche perché, la mia abitudine era quella di vedere la TV fino a notte fonda… ancora non capivo il perché… l’avrei scoperto in seguito!

         Scesi le scale, e come al solito, trovai mio padre a prendere il caffè! Quella notte avevo ragionato molto guardando il soffitto! C’era anche un’altra cosa strana… A volte, mi capitava di notte di sentire la porta di casa aprirsi e chiudersi… Anche per quella cosa, i miei, dicevano che si trattava solo di sogni… Questo mi metteva i brividi da sempre! Non riuscendo a trovare spiegazioni razionali, avevo chiuso gli occhi e cominciai a dormire, facendo solo brevi stralci di sogni non coerenti uno con l’altro, ma che alla fine lasciavano solo intravedere prati, odori, ed i colori arancione, rosso, nero ed infine bianco!

 

Mi sedetti sul divano, dopo aver detto “buongiorno…” al mio genitore, e cominciai, aspettando il caffè, a muovere la gamba destra a scatti, ed a fare con la gola un suono gutturale! Quella era un’altra cosa che avevo sempre fatto! Era il mio “strano” modo di stiracchiarmi.

Il grande giorno era arrivato, ed io non vedevo l’ora che arrivasse sera! Mio padre, sorbendo il caffè molto lentamente, m’aveva, inoltre, annunciato che quella sera lui e la mia mamma, sarebbero usciti per andare ad una cerimonia nuziale! I miei, sapevano molto bene, che quelle noiose cerimonie a me non piacevano, e così, avevano già avvertito i futuri sposi e parenti tutti, che io non ci sarei stato, anche portando la scusa che ero stanco per il viaggio… In realtà ero arrivato in aereo, e perciò riposato! Era dunque fatta! Quella notte, avrei effettuato su me stesso l’auto-ipnosi nella mia stanzetta!

         Quella mattina, anche se agitato, ho fatto tutte le cose che quand’ero a casa facevo abitualmente. Sono uscito, ed ho incontrato i miei amici. Nemmeno a loro ho detto nulla della mia situazione… o per lo meno, non volevo di dirlo lì per lì! Dovevo prima comprendermi tutto da solo! Sapevo, infatti, che ancora non avrebbero capito.

Comunque, la mattinata passò velocemente e piacevolmente. Tornai a casa, e dopo aver pranzato mi misi a dormire sul mio divano nel mio seminterrato! Era una cosa che facevo sempre! Sapevo, che quando mi sarei svegliato, i miei genitori sarebbero già andati via per andare a quella cerimonia… me lo avevano detto! Dunque, avevo, per mezza giornata, a mia completa disposizione tutta la casa! Potevo anche visitare tutti quei luoghi particolari, che da bambino sentivo particolarmente strani… Tanto per cominciare, quella soffitta, e soprattutto, quella stanzetta bassa con quella porta di legno…

Tutto era pronto per il mio tuffo nel mio pseudo passato… Avrei passato molte ore tra i ricordi… Qualcuno dice che ricordare fa bene, ma per me era tutto diverso! Non solo mi faceva stare bene… ma ricordare, nel mio caso, significava riscoprire… esplorare dentro di me! Una cosa mi era chiara! Io, non ero mai stato, una persona normale! Non sapevo, però, che nemmeno chi mi stava intorno da sempre, proprio come me, non lo era!

 

 

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