RAFFAELE FAMELI
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(XXIV) L’ATTACCO FISICO IN SOFFITTA – L’ODOR DI MIMOSA - IL BENE DI CHI HA NUTRITO CON AMORE – IL DOTTORE SULLA SEDIA A ROTELLE
Era ancora presto! Il sole non era ancora sorto! Decisi, anche se malconcio, di tornare a letto per continuare… Ormai, avevo avuto la conferma che anche da molto piccolo, io avevo visto i terribili volti del passato! Erano stati sempre vicino a me! Ed adesso… avrebbero potuto, anzi lo stavano già facendo, farmi vedere definitivamente tutta la loro forza e tutto il loro male nei miei confronti, anche se, non ne capivo ancora del tutto il perché!
Ero ancora nella stanza di cristallo! Ripensai alla “Parrucca” ed ebbi ancora paura, ma, nonostante tutto, compresi che dovevo andare molto più indietro nel tempo! Ricordare il VERO terrore! Ma… dove l’avevo incontrata la Cinesina? Sicuramente, sempre in quella casa… Ma il luogo? Un altro flash della memoria… Rividi le scale rosse! Al pensare a questo, udii un qualcosa, rimbalzare per la stanza di cristallo! Mi fece alzare velocemente dal letto dove mi ero seduto! Udii ancora quel rimbalzo… e, guardando vicino al muro, in corrispondenza dell’armadio, vidi una pallina rimbalzare, prima sul muro stesso, e poi sopra il letto, e poi, con forza, verso il mobiletto a triangolo, e fermarsi proprio vicino ad uno dei suoi tre piedi! Ci volle un po’, prima che mi decidessi ad andare a vedere… ma poi, spinto dalla curiosità, m’avvicinai! Rimasi esterrefatto e spaventato! Era Pazzo Mondo! La pallina vista a casa di Margarita! Ricordai le parole dette da una delle sue figlie… Ricordai cosa m’aveva detto al riguardo di quella pallina che tutto sembrava colpire per distruggere e rompere! “Riccardo… Questa pallina si chiama PAZZO MONDO! Tienilo a mente… Non giocarci perché potresti rompere qualcosa e farti del male… Potrebbe rompersi qualche vetro…” Ma, perché allora me l’avevano data? Era una metafora di quello che mi stava capitando in quel momento! Era il mondo intorno a me, a volere che io lasciassi perdere tutto, distruggendo così, tutto quello che avevo già scoperto ed oltre… Erano i volti… quel mondo… quel Pazzo Mondo… Era vivo! Presi tra le mani quella pallina, senza pensare a chi l’aveva lanciata in quella stanza! Ora, non m’importava! Aprii il tavolino a triangolo, che somigliava ad una piramide, e la misi dentro, in compagnia dei fogli e della piramide ritrovata! Pensai di stare recuperando anche gli oggetti perduti, e non solo i miei ricordi! Tutta roba che potevo anche toccare! Gli ultimi… sarebbero stati loro! I volti… ma non solo i simboli! Il libro… la foto e la maschera, non erano che dei moniti… Chiudendo Pazzo Mondo in quel sicuro posto dove nessuno l’avrebbe mai preso, presi i fogli, e cominciai a scrivere quello che avevo visto sulla “Parrucca”, e dopo averli messi al sicuro, mi coricai di nuovo nel letto! Dovevo immergermi! Ad un tratto, in lontananza, un brusio d’una radio che non riceve il segnale! Ricordai di me, anche altro… Un regalo dei miei genitori, anche fatto ad un parente giovane di Margarita! Fratello di Linda… Una ricetrasmittente! Ero un ricevitore! Quel suono, mi esortava ad entrare in contatto con i miei ricordi più lontani… proprio, come quando, alla parola detta ossessivamente al microfono dentro quella radiolina: “CQ…”, m’aspettavo che qualcuno rispondesse… Ora, ero proprio in quelle condizioni! Chiudendo gli occhi, ricevevo il mio passato, e ne ricavavo insegnamenti… ma potevo anche essere intercettato…
Dentro nel buio della stanza di cristallo, chiusi di nuovo gli occhi, e, cercai, di ricordare come avevo visto per la prima volta la “Parrucca”! Vidi ancora le scale rosse… Vidi me stesso salire per quella scala, e fermarmi nella stanzetta bassa… quella dove c’era il lettino! Ricordai d’essere sfuggito ai miei genitori in visita ai miei zii, e d’essere entrato lì di nascosto, anche se, non capendone il motivo, provavo una certa paura! Era quasi buio… Era quasi sera! La sensazione di malinconia naturale era al suo culmine! Toccai, entrando, quel letto con le mani, e ne constatai la polvere… però, una polvere strana… quasi asfissiante! Guardandomi in giro, diventò più buio… come se il sole fosse sceso all’improvviso, lasciando la penombra! Era autunno… Si udivano cinguettare gli uccellini al di fuori di quella piccolissima finestra, fino a morire, scomparendo all’orizzonte! Le buste, appese alle pareti, gettavano sui muri delle ombre sinistre e tetre… Sentivo odore di braciere! Sul muro, una tenda a quadretti, disegnava una scacchiera… Sentivo la presenza di qualcuno, anche se, sapevo benissimo che Ina non c’era! Da sotto, i miei, cominciarono a chiamarmi… ed io, non rispondevo! Aprii, come ero solito fare nelle case degli altri, il cassetto di quella minuscola scrivania appoggiata alla parete, e vi trovai dentro un libro… mi faceva paura… non lo aprii, ma poi, mi voltai a guardare dalla finestra… Andai lì vicino e m’affacciai! Vidi delle strane figure muoversi furtivamente nell’ombra, davanti a quel cancello arrugginito che dava sull’orto! Mi sentii all’improvviso, da dietro, una presenza! Mi voltai, ma… nessuno! Però, all’angolo della porta, vedevo spuntare come dei capelli neri! Scossi la testa, e quelli sparirono! Mi tranquillizzai ma non del tutto! Decisi di rimanere in quella stanza, ma non osavo nemmeno accendere la luce, in quanto, il vecchissimo interruttore, si trovava proprio vicino alla porta, ed andare lì, significava forse, vedere di nuovo quei capelli! Sapevo inconsciamente che c’era qualcuno… Ero in trappola! Però, pensavo che fosse tutta mia immaginazione! I miei chiamavano… ed io, ancora non rispondevo! Ah! Quello dove ero capitato, era davvero un PAZZO… PAZZO MONDO… con le pareti a scacchiera, e con davanti, affacciandosi da quella bassa finestra, un’immensa pianura! Buio… ecco cosa c’era dentro quella stanza! Sempre più spaventato, accesi la luce, gettandomi su quella porta scricchiolosa, e la chiusi! Toccai anche una ragnatela, e cercai di pulirmi le mani! Ora la luce era accesa! Ma… se pur luminosa, quella misera lampadina, rischiarava la stanza in modo soffuso e pieno d’ombre… insomma pauroso! Ebbi paura! Mi feci addirittura la pipì addosso! All’improvviso, mentre mi guardavo intorno con gli occhi lacrimosi, la luce si spense di colpo! La porta s’aprì senza fare rumore… Gridai… anzi, cercai di farlo, ma non ci riuscii! Nessuno! Da quella porta, nessuno! Però, rividi quei capelli! Non potendo, né gridare, e né fuggire, chiusi gli occhi, rannicchiandomi a terra, tenendo le mani su basso letto pieno di polvere e ragnatele! Cercai d’urlare di nuovo… ma ancora non ci riuscivo! Chiamavo papà e mamma, ma la mia voce non voleva uscir fuori! Piansi disperatamente, ma le mie lacrime si seccarono all’improvviso! Sentii… sulla mia mano, appoggiata su quel letto, come un’altra mano gelida… quasi di legno… nodosa! Sembrava la mano d’un manichino… come quelli che si trovano nei negozi d’abbigliamento, e credo che fu per quell’episodio che mi venne un’idiosincrasia per questi oggetti! C’era silenzio! Ma c’era qualcuno con me! Non potendo far altro, anche se, ancora sentivo i miei chiamarmi, quindi non potevano essere loro od i miei zii in quel posto, aprii gli occhi… e vidi…
Vidi, ritta, vicino a me una figura! Era scura! Malvagia! Da non so cosa, capii che si trattava di qualcosa di spettrale! Aveva gli occhi a mandorla, ed un ghigno serio sul viso! Mi prese per il braccio e mi sollevò! Non volevo guardare, e così mi girai verso la scrivania, e vidi il libro che avevo visto prima… aperto su una pagina! Quella dove c’era Mami… Urlai dal terrore… mi dimenai… volevo scappare, ma, una seconda figura, più scura e legnosa, mi trascinò con l’altra verso la soffitta… in quella stanza piena di carbone! Caddi in ginocchio, sui duri gradini che conducevano in quel posto, e mi misi a piangere! Cosa volevano farmi? Volevano forse uccidermi? Forse si! Intanto, i miei, stranamente, smisero di chiamarmi… Non li sentivo più! Probabilmente, avevano creduto, insieme ai miei zii, che ero uscito fuori di casa… (per me, forse, era meglio che fosse andata così)… ed ora, mi stavano cercando per le vie della città… Intanto, io, in compagnia di quelle due figure, ero quasi allo sfinimento! I loro capelli squadrati… i loro volti, dicevano solo paura, buio e dolore! Erano la Cinesina e la Strega… Erano fisiche! Mi buttarono con violenza sui duri carboni, facendomi sporcare tutti i vestiti, e dopo, cominciarono a picchiarmi! Sentivo la sigletta della noce… sentivo male… molto male! Volevano annientarmi… distruggermi! All’improvviso… su di me, lui… Mami! Mi mise in bocca dei carboni che sputai… Il suo viso lungo e rettangolare, avanzava verso il mio, mentre la Cinesina e la Strega, mi tenevano stretto alle braccia ed alle gambe! Sentivo solo l’odore dei carboni e l’odore di braciere acceso! La sigletta della noce suonava in modo continuo e martellante, e mi faceva impazzire! Capii, anche se bimbo, di stare per morire! Vomitai… mi dimenai… sanguinai… insomma, ero ridotto male! Mi tirarono braccia e gambe, in modo tale che sentivo quasi le mie ossa spezzarsi! Mi tirarono pugni molto forti al basso ventre… ai genitali! Mi spogliarono, e cominciarono, anche, ad abusare di me! Mi tirarono i capelli, e m’urlarono con una voce stridula nelle orecchie, fino a non farmi capire più nulla! Poi… all’improvviso, un forte calore… come se, vicino a me, ci fosse fuoco vivo! Cercavo di gridare, ma non ci riuscivo! Ero solo… ero solo con i volti! Poi… poi più nulla! Di sicuro svenni! Non sapevo cosa era successo… Non avevo visto chi m’aveva salvato! Sapevo solo, che all’improvviso, vidi una luce! Mi resi conto d’essere nel letto d’una camera d’un ospedale… Non era comunque un ospedale comune… C’era suor Magda! La diagnosi che fecero i dottori, dopo lunghe ore di flebo, era stranamente normale! Dissero che si trattava d’un attacco acuto d’acetone! Dissero che ero disidratato! In effetti, mi sentivo così… ma… non era così! Fui ricoverato per parecchi giorni, e dimenticai anche l’episodio a casa di Ina! Dimenticai i volti! Con me, mio padre, mia madre… e mia zia… la lupa!
Mi svegliai nella stanza di cristallo, che era già mattina! Dunque… non solo da volpe li avevo visti? Avevo avuto uno scontro con loro, anche da essere umano? Si! Era così! Probabilmente il più duro e doloroso, tanto da farmi finire in ospedale! Piansi in quel letto della camera di cristallo! Piansi, guardando le crocine crocine che non finiscono mai! Piansi in silenzio! Quella, per me, era stata la notte più terribile, da quando avevo cominciato la mia ricerca! Non volevo che i miei capissero… che mi vedessero in quello stato! Corsi al mobiletto a triangolo, e poi, sul letto, mi misi a scrivere tutto ciò che avevo visto! In quella soffitta ero stato da solo con loro! Chi mi aveva salvato la vita? Dovevo scoprirlo… Decisi, proprio in quell’istante, d’andare di nuovo dalla signora Mary… l’unica che m’avrebbe risposto! Però, non potevo andare conciato in quel modo… sconvolto ed impaurito! Dovevo riprendermi e riacquistare il mio buon umore, anche se, solo per recita! Troppe… troppe cose brutte mischiate a cose belle! Tanta paura, ma anche tanta tenerezza! Mi trovavo in un paradosso! In un Pazzo Mondo! Come sarebbe andata a finire tutta questa vicenda?
Alzandomi, guardai di nuovo le crocine, e pregai che tutto andasse bene! Mi ricordai di me da piccolo… di Daniele e dei puntini di luce! Già! Per vedere la luce, per prima cosa, avrei dovuto vedere il buio! Tutto faceva parte della scacchiera! Di Tele Pianura! Solo io… solo io dovevo esserne il regista… il ricevitore… almeno per ora! Era mia quella TV! Di corsa, andai a sciacquarmi il viso, e poi giù… a prendere il caffè con mio padre! Nel farlo, mi venne in mente una cosa… Cosa poteva essere capitato quella notte alla signora Mary? Non volevo pensarci! Giurai di farla pagare ai volti anche per lei! In quel bagno, rinnovai il mio giuramento! Avrei dovuto scoprire… e combattere! Ripensai al Bau… al Gattagnau… ed all’Ombra! Anche da piccolo… anche da piccolo m’avevano inseguito! Avevano fatto rischiare la vita, non solo a me, ma anche a Doroty! Dovevo fare qualcosa! Avevo imparato, quella notte, anche a non dire bugie a me stesso! Non me lo meritavo!
Scesi al piano inferiore, mio padre era già lì… sembrava essere ansioso di vedermi… Mi salutò, e preparando il caffè, di spalle, mi disse: “… Cosa hai intenzione di fare oggi? So che hai passato una notte molto agitata… Riccardo! Promettimi di non fare sciocchezze avventate! Promettimi, figlio mio, che starai attento! Quando eri fuori per lavoro… io… io ero contento! Non li avresti incontrati… non ti sarebbe accaduto nulla! Ma qui… qui è diverso! Ah! Io e la mamma già sapevamo che sarebbe arrivato questo dannato momento! Ieri, siamo stati da tutti coloro a cui hai fatto visita! Sappiamo tutto! E’ ormai inutile negare l’evidenza! La signora Mary è stata in nostra compagnia per tutta la notte! Anche se distante, ti ha portato la sua protezione! Con te c’era LUI… Oh Riccardo! Non sei mai stato da solo!” Piangendo, corsi ad abbracciare mio padre, che ora singhiozzava! Gli dissi: “… Papà… Se è destino… farò tutto quello che è in mio potere per capire! Ma tu… non mi dire nulla! Questa è una cosa che devo fare da solo… So cosa sto rischiando… e non voglio che voi ed altri siate in pericolo per colpa mia! Starò attento… lo giuro! Ma… anche voi, dovete farlo… Grazie… grazie per avermi dato la vita nel modo più bello e puro di tutti… Forse… è proprio questo che dà fastidio a LORO… LORO, non sono puri… LORO non vedono la luce… il ROSSO… per LORO, questo è… un ‘ PAZZO MONDO ‘! Vogliono distruggerlo perché non avranno mai il bene! Vogliono interrompere la purezza con il dolore… la luce con il buio! Papà! Non glielo lascerò fare! Proteggete Daniele! Forse… è lui quello ad aver più bisogno! Io… io so quello che ha fatto per me!” Ci siamo messi a piangere tutti e due, mentre mia madre, anch’essa in lacrime, corse al piano superiore! Non voleva farsi vedere così… oppure, andò dal mio fratellino volpe…
Attesi un po’ prima d’andare a vestirmi… Con mio padre non parlammo più! Sapevo che era stato per lui uno sforzo molto grande parlarne! Anche per me lo era stato! Mi consolava il fatto che i miei erano stati per tutta la notte insieme alla signora Mary! Sapevo che non le era accaduto nulla! Però… Mario? Lui era con me quella notte in compagnia del Pen! Non avevo più, dunque, nessun ostacolo! Ero libero! L’unico pericolo erano ora solo LORO… i tre volti del passato, passato che sarebbe diventato futuro! Ora, mi conoscevo… conoscevo tutto di me… però, dovevo scoprire molto altro! Dovevo prepararmi a combattere… io, che avevo sempre negato la violenza in genere! Però, i volti m’avrebbero attaccato di nuovo! Per farmi coraggio, presi spunto da un libro che avevo letto… Proprio come un Prescelto… il Prescelto della Volpe, dovevo affrontare l’ignoto… Si… però, quello era solo un racconto, mentre, tutto quello che stavo vivendo era la realtà! Ma, cos’è davvero la realtà se non un racconto? Chi può dirlo? Siamo tutti registi, attori, tecnici di quella TV che è la vita! Ancora, non pensavo di pubblicare la mia storia… ed invece, chi adesso legge, è convinto che è tutta fantasia… ma, non è sempre così! E poi… cos’è la fantasia se non un altro lato della realtà? Quante cose abbiamo perduto, proprio come le ho perdute io… quante cose abbiamo rimosso… Basta solo cercare, descrivere, e poi, infine, divulgare!
Con tutti questi pensieri, andai, finalmente a vestirmi, e poi, sotto lo sguardo preoccupato di mia madre, uscii… Ma, dal balcone, un’ombra bassa con una lunga coda, sembrava anch’essa osservarmi! Era Daniele che mi salutò discretamente all’uso delle volpi, ed a quel saluto, senza timore, salutai anch’io con la mano aperta verso quel balcone coperto dalle tende! Ero, nonostante tutto, felice! Il sole mi dava coraggio! Mandai un messaggio a Mario, per fargli sapere (come se non lo sapesse già), tutto quello che avevo scoperto, e lui, mi inviò a sua volta un SMS con scritto: “… Bravo Dantini… Era ora! Ma… non è ancora finita! Stasera, alla solita ora, vieni a casa mia… Portami un FIORE DI MIMOSA…” “Non mancherò!” Pensai… e, con baldanza, mi diressi verso la mia vecchia via! La signora Mary, di sicuro, mi stava aspettando! Così, corsi per la strada! Compresi, vedendo un cavallo che mi guardava in un recinto, che il lupo che avevo visto quella sera, non era altro che mia zia… e quel cavallo? Forse mio zio… “Chissà quanti hanno avuto una nascita particolare in tutto il mondo…” pensavo: “Chissà quanti, come me, erano così puri!” Però, quei volti, erano solo miei! Solo miei! Mario… solo lui mi poteva capire!
Svoltai l’angolo, ed ecco la mia vecchia strada! Guardai con tenerezza quel cancello che era stato il teatro dell’incontro con il piccolo Riccardo, e provai una grande tenerezza! Un odore di mimosa m’avvolse… A quell’odore ebbi un sussulto! Non capivo… non ricordavo… per il momento, rimasi come stordito, ma mi ripresi subito, ed eccomi, davanti alla finestra della signora Mary, che m’aveva visto nascere! Guardavo dentro, ed assaporavo, proprio come una volpe che annusa l’aria, quell’atmosfera magica di ricordi ormai lontani! Guardavo dentro… la cucina, il lampadario… poi, s’affacciò, come richiamata, lei… Appena mi vide, mi fece cenno d’entrare… m’avrebbe aperto! Non mi feci pregare! Corsi subito! Non più odore di braciere, ma di mimosa! Una musica dolce, dai piani superiori, mi fece ripiombare nel mio passato, con l’atmosfera dolciastra di tanti anni prima… Perché quell’odore? Sorridendo, non feci in tempo a suonare al campanello, perché, lei, aprì! Era raggiante! Stava bene! I volti non le avevano fatto nulla! Non so perché, ma subito, per istinto, mi gettai tra le sue braccia, e quella mi baciò sui capelli, dicendomi: “… Che lunga notte… eh? Ricca di ricordi, ma anche di dolore e paura! E’ vero Riccardo? Dimmi… dimmi com’eri da piccolo! Hai imparato la lezione? Oh Riccardo! Era necessario farti ricordare e soffrire… Non avrei mai voluto per te, tutto questo! Però… ora basta! Vieni… Ho già avvertito i tuoi genitori! Sapevo che saresti venuto! Resterai a pranzo con me! Devo parlarti sai… devo parlarti di cose belle! Com’è che si dice? Prima le cose brutte… e poi quelle belle… Entra Riccardo! Non avere timore! I tuoi, sono rimasti tutta la notte con me… prima, sono andati dalla signora Katy, da Lio e da Rita… Mentre tu, hai incontrato il Pen, loro hanno saputo… Era inevitabile… Ma la tua ricerca è quasi terminata! Bado alle ciance… ora vieni… per me, sei come un figlio! Le volpi, si affezionano ai cuccioli che allattano dai propri seni… Tua madre ne aveva poco… Entra… Mangia di nuovo con me… come facevi sempre…” Rimasi esterrefatto! Piansi per la gioia! Era davvero tutto vero! Si! Ero a casa! “Oh Riccardo! Quante cose brutte hai visto! Ti hanno picchiato… maltrattato e quasi ucciso! Ma ora sei qui! Sei diventato più forte! Mi sono chiesta tante volte il perché di tanto dolore, proprio a te, piccolo ed indifeso…” La guardavo… Era meravigliosa! Si vedeva che mi voleva davvero bene! Compresi tutto in un solo istante! Lei… mi aveva nutrito come una madre… lei, m’aveva difeso… lei, mi stava dando coraggio! La signora Mary, era il mio passato… proprio come i miei genitori, che tante, e tante volte, di sicuro, m’avevano affidato proprio a lei! Dicendo quelle bellissime parole, mi fece strada, fino ad arrivare in cucina, dove, un buonissimo odore di ragù e patatine fritte, mi fece rallegrare il cuore! Senza nemmeno chiedere, mi sedetti al tavolo, e con un sorriso le dissi: “Si… signora! E’ stata una lunghissima notte! So, che purtroppo, non è finita qui! Però, ora voglio sapere di più… Non posso rimanere nell’ignoranza di chi perde la luce! Oh! Il mio me stesso da piccolo era stupendo! Bellissimo e dolce… ma io, mi sono comportato come tutti! Perché? Forse l’ho capito! Ma… capire questo… m’ha fatto male… molto male, forse ancor di più dei volti! Non volevo! Non volevo… lo giuro! Non pensavo di potermi comportare anch’io così… Però, l’ho fatto! Solo voi… Mario, e mio fratello, vi siete comportati con me come dei veri amici…” La signora Mary, al sentire le mie ultime parole, diventò triste, e con le lacrime agli occhi, mi disse: “No Riccardo… piccolo mio! Forse, a te sembra… ma noi, t’abbiamo solo fatto rivivere il terrore! Tutto ciò che abbiamo detto, ti ha fatto solo soffrire! Ma, ti ripeto che era necessario! Non avercela con noi… ti prego! Ancora… ancora dovrai soffrire a causa nostra… Ti prego! Perdonaci!” Si udì un lamento provenire da un’altra stanza… era come un guaito! Io capii che si trattava di Daniele… “No! Voi non avete fatto nulla! Anzi… avete fatto bene! Vi ringrazio, e vi ringrazierò sempre! Era destino che conoscessi il bianco ed il nero di Tele Pianura! L’artefice sono io… e soltanto io! Adesso, parlatemi di questo profumo di mimosa… Sento che è buono… una cosa buona! Sono stato quasi ucciso, ma, questo profumo, non so perché, credo che m’abbia fatto rivivere! E’ una sensazione strana… forse solo un sogno…” La signora Mary, sorrise, e con gioia negli occhi mi disse: “… Ah! Te ne sei accorto? Già! Questo odore qui, c’è sempre stato, ma eri troppo legato ai volti per sentirlo! Tu, vuoi sapere chi ti ha salvato quella sera da LORO… ma non sarò io a dirtelo! Adesso, devi solo sentire il bene! Adesso… devi solo nutrirti! Non è più il tempo del pianto… non è più il tempo di quella casa con l’oblò! Adesso, è il tempo delle mimose e di chi t’ha salvato facendoti carezze e pregando che tu non morissi! Ho avvertito tuo padre… dopo pranzo sarà qui, e poi, t’accompagnerà da chi ti può dare una risposta! Dal Dottore in sedia a rotelle! Per ora, sta tranquillo e mangia! Ci tengo! Devi fare come tanti anni fa! Ora sei grande ed umano… non posso… non posso, per ovvie ragioni, tenerti sotto di me ed allattarti… però, posso prepararti da mangiare! Sarà questo il mio modo per ricordare cos’eri… e cosa sei… creatura tenera, bisognosa di protezione… Oh Riccardo! Mi duole non esserti stata d’aiuto quando più ne avevi bisogno! Non t’ho salvato io… quel giorno… Non posso dirti di più!” Al sentire questo, piangendo le dissi: “Chi è il Dottore sulla sedia a rotelle? Mi sembra di ricordare… ma… molto confusamente… Cosa ha fatto, e può fare per me?” Ma la signora Mary, con un sorriso benevolo, preparò la tavola, mettendo la tovaglia rossa, il bicchiere e le posate, e poi, mi disse: “… Quel Dottore ha avuto il tuo stesso destino… Solo che lui… lui… ora è in quelle condizioni, però… nonostante tutto, si è salvato da LORO! Però poi… Non posso dirti altro… Lo scoprirai quando arriverai da lui… Adesso, va a lavarti le mani… è già pronto! E’ mezzogiorno!” Era vero! Era già tardi… non me ne ero reso conto! Il tempo, in quella casa, sembrava essere passato senza che io me ne accorgessi… Andai in bagno, accompagnato dalla signora Mary, e mi chiusi dentro…
Appena ero in quel piccolo bagno, notai una luce soffusa rosa, provenire da un lampadario ad una sola lampadina, di forma tubolare! Ma, era come sagomato in un modo che pareva trasparente e strozzato in un punto, facendo assumere allo stesso, una forma d’un cilindro che si stringeva alla sua metà! Il suo vetro, faceva solo vedere, al di fuori, con disegni di fiori, la lampadina! Anche il bagno, era allungato, ed intonacato di rosa chiaro, con il lavandino, il bidet, la vasca ai lati! Aprii l’acqua fresca, e mi lavai le mani ed anche il viso! Mi sentivo strano… Guardandomi in giro, fui assalito da ricordi molto lontani… Ricordai il bagno della mia vecchia casa, ed anche quello di Margarita! Sembravano essere simili a quello dov’ero in quel momento! Una strana sensazione di solitudine ed inquietudine! Però, appena finito di lavarmi, provai una sensazione di benessere, mischiata alla sensazione di non essere in completa solitudine… mi sentivo osservato! Ma, non ebbi paura! Proprio allora, ricordai, stranamente, la vecchia casa della mamma di Margarita… Era evidente che dovevo andare anche lì… Non avevo finito di pensarlo, che, dalla cucina, udii la signora Mary chiamarmi! In quel bagno, dove nessuno avrebbe osato farmi del male, come del resto tutta quella casa, avevo avuto un’altra rivelazione… Dovevo andare, prima degli EXPERIMENTES con Mario, in quella casa… cercare d’entrare… Però… prima dovevo andare dal Dottore sulla sedia a rotelle! Cosa mi sarebbe capitato quel giorno?
Quando uscii da quel bagno, rimasi per un istante nella penombra di quel corridoio… Ero immerso nei ricordi e nella strana sensazione di benessere che provavo. Stranamente, non avvertivo tensione! Sapevo che tutto quello che stavo facendo, faceva parte d’un piano superiore! Non ero io a volerlo! Ancora, molte cose, non riuscivo a comprenderle… Avrei dovuto, perciò, indagare molto di più! Fui distolto, per la seconda volta dai miei pensieri, dalla voce amorevole della signora Mary che continuava a chiamarmi. Andai fino in cucina, e la trovai già seduta al tavolo! Nei piatti, un qualcosa che non vedevo e provavo da molto tempo… Erano dei ravioli… ma non ravioli normali… erano quelli che mangiavo quand’ero piccolo! C’erano anche patatine fritte! Ripiombai nei ricordi della mia infanzia! “Riccardo… vieni a mangiare! Ti ricordi? Sono i ravioli che ti piacevano tanto… Siediti vicino a me…” I ravioli, quelli, erano un altro piatto che mi piaceva molto… Fin da piccolissimo… infatti, mio padre li comprava regolarmente ogni Domenica… Solo, che ora non capivo, come la signora Mary avesse fatto ad averli, visto che quel negozio era ormai chiuso da molti anni… Nel sedermi, notai, che vicino a me c’era una sedia vuota… però, essendo spostata, faceva pensare che si doveva sedere qualcun altro! La signora Mary, nel capire che l’avevo notata, accendendo una piccola televisione, disse: “… Lì… lì quando tutto sarà finito, si dovrà sedere una persona che tu conosci bene… Daniele! Tuo fratello! Ah! LORO, gli hanno impedito di poter essere un vero figlio per i tuoi, ed un vero fratello per te… Sono terribili Riccardo! Terribili e cattivi! Però, ora, grazie a te, tutto tornerà normale! Daniele, ha rischiato molto quelle volte che ti è venuto a trovare… Ah! Se lo avessero visto… Lo ha fatto per te… per te, e per i vostri genitori! E’ triste doversi nascondere… sempre… comunque, sarà lui stesso a parlartene… e quando tutto questo succederà, tutti saremo felici!” Piansi, ma non lo feci notare… “… Dai… adesso mangiamo, che tra un po’, devi andare dal Dottore… colui che ha subito per primo, e che poi t’ha salvato la vita… Devi volergli bene Riccardo! Ah! Brutto destino… combattere e rimanere invalidi a vita… e poi… e pensare, che lui voleva le stesse cose che ora stai cercando tu…” Compresi, in un solo istante, di dover combattere anche per lui! “Signora… Chi sono davvero i VOLTI?” Chiesi al colmo della rabbia, ma lei, diventò triste, e disse: “… Non lo so Riccardo… Sono giunti dal buio come gli incubi… ma tu, finalmente, farai luce! Troverai… e troveremo una risposta! Adesso… dipende solo da te… dal RICEVITORE che presto diventerà TRASMETTITORE… Bisogna aver molta pazienza… figlio mio… Adesso… goditi il pranzo ed i ricordi di molti anni fa… Ti farà bene per l’incontro con il Dottore…” Guardai il televisore acceso, e notai che sullo schermo, c’erano delle immagini di programmi di molti anni prima… Era come quando avevo tre anni… Stesse scene… stesse immagini ed atmosfere! Mi resi conto solo allora, di quando una volta, Mario, mi disse che la televisione è lo specchio del tempo! Infatti, le immagini di repertorio, di solito, hanno colori diversi… non solo come moda del tempo, ma anche come, appunto atmosfera… I colori sono diversi nei ricordi… e nelle registrazioni… E’ come se uscissero fuori da un sogno… e forse, la vita ed il tempo lo sono… Però, era strano… Dunque… quella casa era una specie di macchina del tempo? Si! Ero immerso! Provai quei ravioli… il sapore era uguale a quello di tanti anni prima! Meraviglioso! Io, da piccolo, non mangiavo quasi nulla… Facevo disperare i miei! Però… quelli li mangiavo! Li mangiavo di gusto! Ne ero ghiotto! Mangiando, pensavo al triste destino del Dottore sulla sedia a rotelle che avrei dovuto incontrare! Mi sembrava una cosa terribile! Mami, la Cinesina e la Strega, avevano fatto altre vittime! Dovevo fare qualcosa… anche se a pensarci avevo paura! Comunque… avrei parlato con il Dottore… lui, di certo, sapeva molto più di me… Speravo solo che al nostro incontro, non fosse presente mio padre… Non volevo vederlo soffrire…
Il pranzo, i ricordi e le immagini d’una volta, continuavano… Mi sentivo strano… ma felice! Però… anche molto inquieto! Infatti… non so perché, ripensai alla bambola vista nella stanza delle figlie di Margarita… Mangiai tutto con gusto, ed intanto, la signora Mary, con il sottofondo di quelle musiche di steel guitar, continuava a sorridermi! Si vedeva che era contentissima della mia presenza… Probabilmente, ripensava a quando, da volpe, m’aveva allattato… Io, però, preferivo non pensarci! Era troppo imbarazzante! Imbarazzante… ma tenero e dolce!
Il pranzo finì con un bel caffè! La signora Mary, fumò con soddisfazione una sigaretta e me ne offrì una… dopo, mi disse: “… Riccardo… Ti devo dire una cosa… Ah! Dovrai ancora rivivere molte cose brutte! Però… sono sicura che ritornerai vincitore! LORO, non potranno in alcun modo ostacolare il tuo giusto cammino! Troppe lacrime… Ora vieni… So che sei abituato, dopo pranzo, a dormire un po’… Noi volpi siamo così… Sai… durante quest’ora di sonno, troverai altre risposte! Tuo padre verrà presto… Dai piccolino… vieni a dormire un po’!” Come faceva, la signora Mary a conoscere le mie abitudini? Non ci pensai sul momento… avevo davvero sonno! Mi condusse in una camera da letto, con la porta di legno bianca con i vetri opachi a fiorellini! L’aprì, e mi fece accomodare! In quella stanza, c’era un letto molto grande! Le pareti erano color di rosa, proprio come il bagno… Tutto sapeva di sonno… di ricordi… di mistero… Sorridendomi, mi disse: “… Riccardo… Adesso sdraiati! Sai… anche questa stanza è un po’ come la tua… Dormi e non aver paura! Qui LORO non possono entrare! Troverai qualcosa dormendo… qualcosa di importante… Ti sveglierò io… non ti preoccupare! Ricerca… ricerca piccolo mio in te stesso…” E sorridendo, se ne andò chiudendo la porta, lasciandomi in mezzo a quella stanza ricca d’atmosfera… Osservai tutto… l’armadio… i comodini ed un piccolo manichino, che serviva per metterci sopra i vestiti! Mi fece impressione! In lontananza musiche soffuse… proprio come quando ero piccolo e dormivo a casa mia… M’avvicinai al letto, e non osai spegnere la luce, anche se sapevo che l’avrei fatto… Mi sedetti, e constatai la morbidezza di quel giaciglio così accogliente! Toccai con le mani quella coperta rigata, e dopo, non trovando altro da fare, visto che avevo molto sonno, notai l’interruttore e spensi la luce! Tutto piombò nel buio, e stranamente nel silenzio! Non sentivo più nulla! Mi coricai e chiusi gli occhi… Dopo nemmeno un minuto, m’addormentai e cominciai a ricordare…
Mi sentii trasportare nel fiume del mio passato! Vedevo una villetta immersa nel verde… Vedevo grandi alberi di mimosa, e soprattutto ne sentivo il profumo… un odore che quasi asfissiava! Non vedevo nessuno… Sembrava essere una casa abbandonata! Però, m’avvicinai… e l’atmosfera cambiò! Diventò cupa… provai a scappare, ma mi ritrovai davanti ad un cancello arrugginito dove si vedeva una discesa buia… un tunnel molto oscuro, e capii che si trattava di una costruzione che era posta vicino alla vecchia casa della mamma di Margarita, dove ero stato da bambino! Mi sentii spingere da dietro alle spalle, e scivolai su delle buste sporche che facevano da insano tappeto a quella discesa! Non era una casa! Sembrava quasi come una via d’uscita verso la campagna… proprio quella che si vedeva a casa di Ina! Poi… dopo aver visto questa scena, mi ritrovai vicino alla casa ad oblò! Volevo scappare via! Avevo paura, però non riuscivo a muovermi! Vedevo dalla finestra di quel maledetto secondo piano, delle luci soffuse di lampadine, ed ombre muoversi come se ci fosse qualcuno dentro a camminare avanti ed indietro, ed ogni tanto, mi sembrava anche di intravedere una di quelle ombre sbirciare dalla finestra! Sapevo che erano LORO! I VOLTI… poi diventò buio nel cielo, come se fosse scesa la sera, e vidi accendersi le luci della cucina… Dietro di me, udii cigolare qualcosa… un qualcosa di metallico… Con terrore, mi girai e vidi una vecchia sedia a rotelle vuota… sul suo cuscino molto sangue e del pelo arancione! Urlai! Una voce indistinta mi disse: “… CERCA TROVA…” E poi vidi il buco che avevo visto nel mio bagno nel mio seminterrato! Capii che lì doveva esserci qualcosa d’importante! Qualcosa che m’avrebbe aiutato contro di LORO! Poi, ad un tratto, mi ritrovai proprio disteso sullo sporco pavimento di quel bagnetto… cercai di raggiungere quel buco, ma mi fermai, poiché vidi, dietro di me, l’ombra d’una figura ritta! Mi girai… Era come disegnata… la riconobbi! Era Seminario... ebbi paura, ma poi, rividi il quadro di quel bar… il Pirata Zingaro… e la solita voce che mi diceva: “… ALLEATI…” Poi, tutto cambiò di nuovo… Mi ritrovai a pochi passi da quella villetta… sentivo ancora una volta l’odore di mimosa… Questa volta, però, sembrava esserci qualcuno! Un’atmosfera di pace e tranquillità! Udii in lontananza, la voce della signora Mary chiamarmi…
Mi svegliai! Mi resi conto di trovarmi nella camera da letto in casa della signora Mary! La porta era aperta, e vidi la sua sagoma in controluce! “Riccardo… Hai dormito per due ore… Adesso è tempo d’andare verso le risposte! Sta venendo tuo padre! Dai! Alzati e vieni con me in cucina ad aspettarlo!” E dicendo così, accese la luce dall’interruttore posto sulla parete, a lato della porta. Mi misi a sedere sulla sponda del letto, e le chiesi scusa per aver dormito molto, ma la signora, sorridendo mi disse: “Non devi scusarti… Sei una volpe come me! Dormire di pomeriggio, per te come per me, è una cosa necessaria e naturale! Però per te, ha anche un altro significato! Hai potuto vedere… hai potuto conoscere, anche senza capire! Hai conosciuto quello che da sempre sai! La tua è una ricerca difficile ma giusta… Sappi che comunque, non sei da solo! Ricordatelo sempre…” Sentendo ciò, le dissi: “… Lo so signora… e non so proprio come ringraziarla per tutto… Ma ora, ho bisogno d’un attimo di tempo per riprendermi dal sonno! La raggiungerò in cucina tra un minuto…” Quella, mi mandò un bacio con la mano, e s’avviò. Da solo, cominciai a pensare a tutto quello che avevo visto in sogno! Capii che avevo degli alleati che erano anche loro dei volti… però, ancora non capivo il motivo della loro presenza! Infondo… erano come LORO! Perché, dunque, m’aiutavano? Seminario, del resto, proprio come Mami, faceva parte di quel maledetto libro… Avrei dovuto chiedere spiegazioni! Così, confuso, m’alzai e m’avviai in cucina, spegnendo la luce di quella stanza che tanto somigliava alla mia… alla stanza di cristallo.
Mio padre era già arrivato! Io, non me ne ero accorto… non avevo sentito suonare al campanello! Ringraziò la signora Mary molte volte, e lei, sorridendo gli disse: “… No! Non mi devi ringraziare! Io non ho fatto nulla! E poi… lo sai… per me è un dolce piacere ricordare! Tuo figlio mi ricorda il tempo in cui tutti eravamo felici… ma… adesso s’è fatto davvero tardi! Il Dottore sta aspettando, e dopo, Riccardo ha un altro appuntamento con Mario! Andate… tanto ci rivedremo molto presto… E tu Riccardo, stai attento!” Abbracciai con foga quella donna meravigliosa e, voltandomi con mio padre, dissi: “… Papà! Andiamo alla villetta delle mimose! Devo incontrare chi è come me… ed ha rischiato la vita!” Mio padre mi guardò stupito, e disse: “… Così… ti ricordi della casa del Dottore? Ah! Sei straordinario Riccardo mio… Però…” In realtà, lo avevo intuito dal sogno che avevo fatto!
Uscii fuori dalla casa della signora Mary, con lei che ci guardava amorevolmente dalla finestra della cucina, in quanto, mio padre, come un tempo lontano, aveva parcheggiato proprio lì! Montammo in macchina e partimmo! Durante il tragitto non parlammo… non c’era bisogno di farlo! La strada correva veloce, e, a tiro di schioppo, ci ritrovammo fuori città, in aperta campagna! M’assalirono di nuovo i ricordi! Però, ancora, non ero in grado di ricordare tutto! Solo quando intravidi la villetta vista in sogno realizzai! Adesso ricordavo un episodio accaduto molti anni prima!
Il perché non me lo ricordavo, anche se, sicuramente, il tutto era successo per via dell’attacco dei volti in quella maledetta soffitta! Ero piccolo, quando i miei genitori mi condussero proprio in quella villetta! Fu proprio in quella occasione che sentii per la prima volta l’odor di mimosa! Ricordavo solo pochi particolari… Un grande prato verde, circondato da una staccionata di legno verniciata in bianco… gli alberi di mimosa… i fiorellini gialli sparsi per terra… e poi, quell’abitazione! Grande! Tutta bianca con le finestre inserite in archi di mattoni, sempre bianchi! Da una bellissima veranda, con un divano a dondolo appoggiato al muro, s’accedeva all’interno! Quella veranda, dava proprio sul giardino… un giardino ben curato! C’era calma e tranquillità! Quell’odore, rendeva l’atmosfera ancor più magica! I miei, mi dissero solo che il Dottore m’avrebbe dovuto visitare, e che era molto simpatico… ma, il vero motivo non lo conoscevo! Ricordo solo che non ho provato nessuna paura! Di solito, i bambini, quando vanno dal medico ne provavano, ma io no! Era come se intuissi a livello inconscio qualcosa… Entrammo in quella casa… Tutto era bello e calmo! Una calma innaturale! I lampadari davano una luce accogliente… quasi gialla! Molti quadri e tappeti! Era quasi sera… quando mi condussero nella stanza dove si trovava il Dottore! Ricordo che oltre me ed i miei, in quella casa, c’era altra gente… ma non ne ricordavo i volti e le fattezze! Mai più visti! Anche quella era una costante della mia vita… il vedere gente strana, e poi non ricordarmene! Il Dottore era lì… su quella sedia a rotelle! Lo sguardo buono ed anche piuttosto furbacchione! Mi mise subito a mio agio! Non ricordo se i miei presenziarono alla visita… probabilmente no, anche se sentivo la loro presenza rassicurante, specialmente quella di mio padre! Il Dottore, m’offrì subito delle caramelle che io presi con gioia! Erano confettini bianchi al gusto di menta, che quando si scuoteva il contenitore, facevano un suono caratteristico… quasi un tic… tic…. tac… tac… Non provavo soggezione per la condizione fisica del Dottore! No! Nemmeno ci pensai! Ricordo solo curiosità… curiosità per quella strana sedia! Gli esseri puri, probabilmente, come i bambini, non vedono l’handicap… ma solo la persona! “Riccardo… Piccolo… Vieni avanti…” Mi disse il Dottore avvicinandosi su quella sedia a rotelle, ed io m’avvicinai a mia volta, senza fare storie: “… Ah! Ma sei un bel bambino! Dai… vieni che devo visitarti! Non aver paura!” Io non ne avevo! Provavo tranquillità con quell’uomo così dolce e gentile! Era giovane e si vedeva! Sotto quei lampadari, mi tolsi la maglietta, i pantaloni ed anche le mutandine! Ero nudo davanti a quello sconosciuto, tuttavia, non provai la minima vergogna! Mi visitò interamente! Mi toccò le ghiandole del collo, e poi arrivò fino ai genitali… ma con molta dolcezza! Non vedevo in lui il male! Sorrideva nel visitarmi! Diceva con soddisfazione: “… Bene! Bene! Sei forte! Sei perfetto! Nessuno potrà ridurti come me! Nemmeno LORO! Non ti hanno provocato gravi danni… Ah! Menomale che m’hanno chiamato subito! Sono stato io a farti ricoverare in quell’ospedale! Dai… ora tira fuori la lingua e dì ‘ TELE PIANURA ‘ Fai ‘ UUUHH ‘ …” Io tirai fuori la lingua e feci ‘ UUHH ‘! Nel pensare questo, in macchina sussultai! Era evidente che non era stata la prima volta nella casa delle vacanze di Margarita, che avevo visto TELE PIANURA! Il Dottore, dunque conosceva anche quella cosa! Ma io, non dissi nulla! Anzi, per far meglio “UUHH”, il Dottore faceva anche mille facce buffe per farmi divertire, cosa che ricordo, apprezzai molto, tanto che le feci anch’io ridendo come un matto! Ho sempre pensato che il Dottore aveva fatto così per visitarmi meglio, ma in quella macchina, ora, comprendevo che lo aveva fatto per dirmi che anche lui conosceva quello che conoscevo io… insomma, voleva farmi comprendere che era esattamente come me! Probabilmente, mi trasformai in cucciolo di volpe davanti a lui! Forse si… Forse, si trasformò anche lui! Era stata una situazione molto strana! Una situazione che poi finì proprio com’era iniziata! Andammo via… Ero felice ed anche i miei lo erano! Avevano saputo da una persona speciale, che io stavo bene! In quel posto non ritornai più… Quella villetta rimase sepolta nella mia memoria… fino a quel giorno…
La villetta, ora, era proprio davanti alla nostra auto! Provai una strana sensazione nel rivederla! Non era paura! Era solo un sentimento di riconoscenza e di timore reverenziale! Era solo ansia di rivedere colui che, malgrado la sua storia così simile alla mia, m’avrebbe di certo aiutato! Sapevo che avrei trovato tutte le risposte che cercavo, proprio dentro a quella bella costruzione tutta bianca! Era ansia di rivedere lui… che conosceva i volti… proprio come me… ma che aveva avuto da LORO il ben servito! M’avrebbe aiutato e, forse, di nuovo salvato! Dissi a mio padre che sarei andato da solo… Quella era una cosa solo mia… Mio padre acconsentì alla mia richiesta, e parcheggiando, mi fece scendere, dicendo: “… Riccardo… Fa quello che devi! Salutami il Dottore! Sai… gli dobbiamo molto! Io t’aspetto qui…” Sorrisi annuendo, e scesi dalla macchina.
Appoggiai i piedi sulla bianca ghiaia, che si mise a stridere sotto il mio peso. Avanzai per quel giardino curato nei minimi dettagli! Quanto era bello! I fiori ricoprivano le poche aiuole, e davano una sensazione di tranquillità perenne. Non pensai a nulla… continuai a camminare… L’unica cosa che avevo in mente, era quella di cosa chiedere una volta arrivato davanti a lui! Le luci della casa erano già accese… era quasi sera… Tutto era perfetto… tutto sapeva di risposte… Dalle finestre illuminate, si intravedevano delle ombre… ma non ebbi paura! Il ricordo dell’odore di braciere e delle siglette era lontano da me… Lì, i volti… LORO, non c’erano! L’odore avvolgente di mimosa mi faceva stare bene… Trovai diverse scatole di quelle caramelle che apprezzai quella volta con tanta gioia! Ne presi una inginocchiandomi sulla ghiaia e sorrisi. Presi anche un fiorellino di mimosa e me lo infilai in tasca! Dovevo portarlo a Mario. Toccai con i piedi, il gradino di cotto che doveva condurmi da lui… Non ci fu nemmeno bisogno di suonare! La grande porta di vetri, con delle tende bianche era già aperta e dava in un ambiente spazioso e rustico… proprio come lo ricordavo! Timoroso, dissi entrando: “… Permesso?” E qualcuno dall’interno rispose: “… Avanti…”. Varcai quella soglia e, voltando la testa sulla destra, vidi un uomo su una sedia a rotelle! Sorrideva! Io, m’avvicinai e dissi: “… Ehm… Dottore… sono Riccardo! Non so se si ricorda di me… So che mi voleva parlare… ed anch’io lo voglio… Non sa cosa mi è successo…” Lui, avvicinandosi verso di me, si tirò su gli occhiali da vista, e disse: “… So tutto! E ti do il benvenuto in quella che fu la mia casa! Qui, LORO non hanno nessun potere, e nemmeno il diritto d’esistere! Già ho molto sofferto! So che anche tu hai sofferto e stai soffrendo! Ma, ora so che siamo all’epilogo… Nessuno! Nessuno oserà attaccare mai più gli esseri puri, come siamo noi! Ti aspetta la PIANURA! Ti aspettano i colori! Il tetro buio sarà dissolto! Tutto grazie al tuo coraggio… il coraggio di chi vuole affrontare i TRE VOLTI DEL PASSATO! Lo sapevo! Oh Riccardo! Sapevo che saresti stato tu… Dai! Entra… Vieni da questa povera volpe che ha perso l’uso delle zampe posteriori! Non diventerai come me! Non morirai… Questa è una promessa! Tu sei diverso! La verità… quello che vuoi sapere è qui…” M’avvicinai piangendo, ed andai ad abbracciare colui che aveva sofferto, e stava ancora soffrendo a causa loro, e nel farlo gli dissi: “… Dottore… Sono pronto! Sono pronto per la verità…”