RAFFAELE FAMELI
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(XXV) I DEMONI DEL TEMPO – LA RADIO – SUONARE IL BIANCO ED IL NERO – LA POLTRONA DAI COLORI E LA “ T “
In quella casa regnava serenità mista a mistero! Ancora, ero abbracciato con il Dottore che mi guardava in modo tenero! Aveva anche lui una maglietta a mezze maniche, rossa, proprio come quello che eravamo, e che LORO, vista la nostra purezza, non sopportavano! Ero lì per avere delle risposte, e così, staccandomi da quel tenero abbraccio, dissi: “… Dottore! So che il parlare di LORO con lei, è come riaprire vecchie ferite, ma… io ho bisogno di sapere… di capire! Le chiedo scusa in anticipo se le farò ricordare cose brutte, ma purtroppo, mi sono necessarie…” Quello, girandosi di spalle sulla sua sedia a rotelle, senza guardarmi, disse: “Lo so! Troppo dolore ed angoscia! Ma ricordare mi farà bene… Ormai ho solo questo… Non ho più paura! Mi farà bene, in quanto, risolvere il tuo problema sarà come se avessi risolto il mio! Ma il mio tempo è poco… Dunque… da dove posso cominciare? Dovrò partire da quando i tuoi genitori ti portarono da me quella sera… Ah! Riccardo mio! E’ stato per me molto difficile vederti ridotto in quello stato! Sai… anche io ti ho visto nascere e crescere… anche se tu non te ne ricordi… I tuoi, essendo anche loro volpi, già mi conoscevano da molto, e sapevano di ciò che avevo passato, ma non sapevano quello che m’attendeva dopo… Anche io ero lì quando sei nato… Ero l’unico medico a sapere ed a conoscere tutto! Quando ti portarono qui in macchina, quel maledetto giorno, ti ho visto privo di sensi e talmente malridotto che pensavo seriamente che non ce l’avresti fatta a sopravvivere! Ti hanno portato qui che eri in forma di volpe! LORO ti hanno attaccato anche in quel modo! Oh Riccardo! Eri ancora un cucciolo! Eri coperto di sangue! Nessun segno di vita, ma… dovevo fare qualcosa! Ero sicuro che tu eri ancora vivo! LORO non avevano potuto compiere la loro terribile missione! Eri, e sei più forte di LORO… non come sono stato io… ma quella è un’altra storia… T’appoggiai qui, sulle mie povere gambe martoriate ed ho fatto di tutto per farti rivivere! Sfortunatamente, tutto quello che ho provato non ha funzionato, però, ho sentito il tuo giovane cuore battere a malapena! Così, ho deciso, in accordo con i tuoi, che ti portassero in quell’ospedale! Ah! Come corsero i tuoi genitori per arrivare in tempo… Chiamarono anche tua zia che accorse subito! Quando arrivasti, ti sei ritrasformato in essere umano! Quell’ospedale è un posto per gente come noi… io stesso sono stato ricoverato lì, ma… purtroppo, con me, non hanno ottenuto i risultati sperati come puoi vedere… ne allora, e né, purtroppo dopo… Il primario era un mio carissimo amico! Gli telefonai subito spiegandogli tutto, e lui fu felice d’accoglierti! Ti hanno rimesso a nuovo! Ed ora, eccoti qui… grande e forte! Tutti sapevamo che questo giorno sarebbe giunto! Ne avevamo tanta paura! Ma… i VOLTI vanno affrontati per riprenderci quel che è nostro per diritto naturale! La dignità d’esseri puri! La vita! Ah! Quante bugie ti sono state dette per proteggerti da LORO… Quanta sofferenza hanno provocato sia a te che ai tuoi genitori… ma dovevi rivederli prima o poi… e forse… anzi, è sicuro, è arrivato quel momento! Entro stasera, li vedrai nei loro simboli tutti e tre! Sarà una preparazione al loro vero incontro! So che hai paura Riccardo… ma so anche che lo vuoi fare… Anzi… lo desideri con tutto te stesso! La signora Mary m’ha spiegato tutto… Non aver timore… non ti succederà nulla ora! Devi essere solo forte per guardare dentro ai simboli del terrore! Dimmi… vuoi vederli? Vuoi rivedere i tre volti del passato?” Io rimasi come paralizzato… Non pensavo di rivedere i volti così presto… E’ vero! Ero pronto, però il cuore mi batteva nel petto all’impazzata! Dissi al Dottore: “… Si! Io lo voglio Dottore! Però ho paura! Anche se in questi giorni non ho desiderato altro… ora, anche se con terrore, voglio vedere e conoscere chi m’ha fatto tanto male e non solo a me… Voglio anche sapere chi m’ha salvato in quella maledetta soffitta…” Quello, spostò la sedia a rotelle in direzione d’un’altra stanza buia, e mi disse: “… Chi ti ha salvato adesso non importa… Lo scoprirai presto… anzi… già lo sai! Prova a ricordare chi c’era con te in quella soffitta oltre a LORO… Adesso vieni con me Riccardo… E’ il momento della prima verità…” Io, sentendo le parole del Dottore, capì chi era stato a salvarmi e mi venne da piangere, ma adesso, dovevo affrontare quella prova… così, con soggezione, lo seguii ed andammo verso quella porta socchiusa…
Quando il Dottore accese la luce da un interruttore basso, molto antico, ci ritrovammo in un altro ambiente, molto diverso dalla prima stanza di quella villetta così nuova… Non sembrava nemmeno far parte di quell’immobile… Il soffitto era antico ed adornato con disegni… disegni molto antichi! C’erano anche dei mobili, sempre molto vecchi, e quadri, probabilmente dei ritratti di antenati del Dottore! La cosa che mi fece impressione era il pavimento! Mattonelle esagonali bianche e nere, molto grandi! Quella stanza sembrava essere appoggiata su una scacchiera! Mentre mi guardavo in giro, mi fece sedere su una vecchia poltrona rossa riempita di paglia che potevo sentire scricchiolare sotto il mio sedere! Questa poltrona si trovava dietro ad una scrivania con parecchi libri antichi sopra… Poi, c’erano anche parecchi soprammobili impolverati! Qualcuno di quelli, era a forma d’animale od umana… parevano osservarmi… scrutarmi! Tutto pareva essere misterioso e tetro! Mi sentivo strano e mi girava la testa! Un vecchio lampadario, dava una luce gialla soffusa, facendo brillare con le sue lampadine spoglie i mille cristalli impolverati, che, sembravano star su per vero miracolo da ganci di fil di ferro piegati ed arrugginiti dal tempo! C’era, dunque, una stranissima atmosfera in quel posto! Mi fece quasi paura, ma non volevo dimostrarlo al Dottore, che ora mi sedeva accanto, guardandomi intensamente, proprio come mi pareva facessero quei soprammobili… “… Dunque Riccardo… Il SUO simbolo è qui… si trova in questa stanza! Però, prima devo parlarti di LUI! So che al sol sentire il SUO nome salterai dalla sedia, però devo farlo per amor di quello che devi affrontare! Devo spiegarti… ti devo parlare di MAMI! Lui è, per così dire, il capo dei volti! E’ il più crudele dei tre… E’ quello che m’ha ridotto così, e che poi… Vedi… io ho solo il suo simbolo su quel libro, poiché i miei genitori hanno conosciuto solo lui! La cattiveria di Mami non ha limiti! Si tratta d’un demone Riccardo! I volti sono i DEMONI DEL TEMPO… Passato che è presente! Mami, come del resto gli altri due, odia gli esseri puri e chi vuole soltanto vivere e ricordare! Odia i bambini volpe, ma non solo… Odia tutto ciò che è buono! Fa di tutto per far scomparire tutto quello che serve per ricordare! Non solo noi abbiamo visto i volti Riccardo! Quasi tutti gli esseri puri hanno conosciuto il terrore! Ricorderai anche Seminario ed il Pirata… Loro sono altri demoni, che però si sono ribellati a LUI! Anche il Pen è uno di quelli! Ecco perché, pur avendo paura di loro, non provi lo stesso terrore nel ricordarli! Ma Mami è diverso! Mami vuole il male perché lui stesso è il male! Il nostro essere nati da volpe, cioè da creature pure, lo fa imbestialire! Non vuole che ci ricordiamo della luce e del bene di quella PIANURA! I colori lo fanno impazzire e diventare ancor più crudele! E’ il DEMONE DEL PASSATO E DELLA DIMENTICANZA! Noi… non siamo nulla senza memoria… saremmo annullati, e questo lui lo sa! Perciò fa in modo che tutti quelli che prende di mira, dimentichino il loro passato! La sigletta della noce, non è altro che la sua voce! L’odor di braciere è il suo biglietto da visita, come per gli altri due volti! E’ un essere terribile Riccardo! Non si può sconfiggerlo del tutto! Come tutte le cose brutte della vita, va solo affrontato… soffrendo… e molto spesso rimanendo uccisi… Solo così, poi non ci toccherà più! Vedi… I volti sono tre perché sono le tre condizioni del tempo… Passato, presente e futuro… A me, purtroppo, è toccato solo il passato… mentre a te… tutti e tre, visto che sei VIVO! Però, è il passato ad essere il capo ed il più pericoloso! E’ MAMI!” Al sentire quella spiegazione rabbrividii! Avevo finalmente compreso contro cosa avrei dovuto combattere, ma adesso li temevo di più! Non avrei potuto sconfiggerli definitivamente, ma soltanto evitarli! Forse, il mio compito però non era solo quello! Sapevo d’avere molti amici / alleati, però dovevo combattere da solo! Questo m’atterriva! Chissà se ci sarei riuscito? Adesso, in quella villetta, dovevo anche rivederlo… rivedere LUI… MAMI, anche se solo in disegno… Già avvertivo odor di braciere, ma forse era solo una mia impressione! Capii anche che la Cinesina e la Strega erano rispettivamente il Presente ed il Futuro… Il Dottore, guardandomi mi disse: “… Allora Riccardo… Sei pronto per rivedere Mami?” Io, con determinazione atta a non far trapelare il mio reale stato d’animo, dissi: “… Certo Dottore! Sono qui per sapere e per vedere! So che dovrò anche vendicare lei! Non è giusto quello che le è successo! Devo salvare anche mio fratello, e tutte le persone che per difendermi, e solo per questo, mi hanno detto sempre bugie! Devo riprendermi il mio passato, presente ed anche il mio futuro! Lo devo anche a voi… E’ un mio preciso dovere!” Il Dottore, sorridendomi tristemente, s’allontanò dalla scrivania, dicendo: “… Per me, purtroppo è tardi! Non c’è più nulla da vendicare… Comunque… io posso farti solo vedere solo un SUO frammento… non posseggo altro…” Ed andò fino ad un cassetto antico, lo aprì e prese un foglio strappato ed ingiallito dal tempo… me lo porse, e disse: “… Ecco Mami Riccardo…” Presi quel foglio in mano e rimasi sconvolto ed impaurito! Avevo rivisto solo i capelli, ma quello mi bastò per rivivere il terrore!
Il Dottore, senza dirmi altro mi chiese di ridargli il frammento di libro, e poi disse, facendomi uscire da quella stanza: “… Io… non posso fare di più! Sono solo una povera volpe inferma… Avrei voluto combattere al tuo fianco Riccardo… Però… non posso! Non ti chiedo di vendicarmi, perché per me non ha senso… ma solo di riprendere ciò che è tuo! Al momento del combattimento, porta con te la piramide che t’ha dato Mario, ed anche quello che troverai a casa tua… Tu già sai… Questo ti permetterà di sconfiggere, anche se non del tutto, i volti… I volti del passato! Ora, dovrai anche rivedere gli altri due simboli, e sedere su una sedia particolare… Una signora con lunghi capelli bianchi ti sta aspettando… Poi, dovrai effettuare gli EXPERIMENTES con tuo cugino… Ti prego solo di non aver paura e di ricordarti quello che stai per vedere…” Quello che vidi fu una cosa pazzesca… Appena il Dottore disse l’ultima parola della frase, si trasformò in volpe davanti ai miei occhi! Vidi le zampette posteriori atrofizzate, la lunga coda, le orecchie nere ed il musetto con gli occhi buoni! Mi venne da piangere! “… Riccardo… Ricordati di me! Fa quello che devi, ma adesso va… Tuo padre ti sta aspettando! Ti chiedo solo di ricordarti di questa volpe che t’ha voluto bene, e che come te ha sofferto! Adesso va… Noi non ci rincontreremo mai più! Ricordami semplicemente! Non ti voltare! Io faccio solo parte del tuo passato! A me è stato negato il presente ed il futuro! Ma per te è diverso…” All’improvviso mi ritrovai al di fuori di quella villetta! L’odore di mimosa non c’era più! Gli alberi erano secchi, e le luci di quella villa erano spente! Sembrava essere una casa abbandonata da anni! Compresi di non aver varcato quella soglia… compresi d’essere stato sempre lì su quella ghiaia! Guardando la porta, notai i vetri rotti, ed un lucchetto arrugginito a chiudere una porta bianca e nera! Mi venne di nuovo da piangere, e corsi subito all’automobile di mio padre… Trovai anche lui in lacrime…
Mi trovavo in quell’auto con mio padre. Nessuno osava aprir bocca. Avevo compreso il destino del Dottore ed ora provavo un gran dolore! Quello sventurato era stato ucciso dal primo volto senza alcuna pietà! Non volevo fare anch’io quella fine! Non chiesi nulla… avrei sofferto molto a sapere… comunque, dovevo riprendere la mia ricerca… ancora c’era molto da fare, e così dissi a mio papà, di portarmi a casa della mamma di Margarita! Quello, svoltando per arrivare di nuovo in città, mi disse solo: “… Riccardo… Tu… tu lo sai…” Io, riprendendo a sorridere, dissi: “… Starò attento! Non ti preoccupare papà! So quel che faccio! Piuttosto, state attenti voi…” Mio padre mi sorrise. Eravamo arrivati in città, e svoltammo per la strada dove si trovava la mia nuova meta! Rividi quella vecchia via… rividi quella casa e quel posto visto in sogno! Ebbi un brivido di paura… Era già quasi buio! Stranamente, la porta di quella casa sigillata da moltissimi anni, era socchiusa… pareva essere stata aperta apposta e non forzata! “Scendi!” Mi disse mio padre, ed aprendo lo sportello, scesi e toccai con i piedi quella strada fatta di mattoni di pietra rettangolari. Poi, vidi la macchina partire con velocità… Mio padre se ne era andato, ed io ero rimasto da solo, in quella via, con quel portone davanti a me, che era circondato da mattoni di pietra, a mo d’arco. Sentii l’odore della mamma di Margarita… Ripensai a quando ero ancora bambino!
Appoggiai la mano sul legno della porta, e spinsi con delicatezza… Si udì un cigolio, e quella si spalancò davanti a me! Entrai in punta di piedi, guardandomi a destra ed a sinistra, per paura che qualcuno potesse vedermi entrare come un ladro in quella abitazione, che se anche abbandonata, non m’apparteneva, ma… non c’era nessuno in giro! Era come se tutti fossero andati via… Era come se il tempo si fosse fermato! Con il cuore in gola, misi piede sopra quelle mattonelle nere dal tempo, e poi chiusi il portone, lasciando un piccolo spiraglio, come per avere una via di fuga in caso di pericolo… Stranamente, nonostante l’oscurità, riuscivo a vedere… C’era una luce grigiastra, proprio come i capelli di quella donna vista da piccolo… Degli scalini, portavano in una stanza misteriosamente illuminata, dove, in lontananza, sentivo come se ci fosse una radio accesa… Ne potevo udire i suoni gracchianti ed i beep intermittenti! Conoscevo quei suoni… Era una radio ricetrasmittente! Ma cosa ci faceva lì? E, soprattutto, come mai e chi l’aveva portata lì ed accesa? Comunque, non pensai, ed andai diritto verso la fonte di quei suoni… e su un gradino, messa in un angolo, trovai quella radio… Era proprio come quella che i miei mi regalarono da piccolo! La presi, e senza spegnerla me la infilai in tasca! Facendo quel gesto, un forte odore di vecchio inondò quell’ambiente… e così, con il naso tappato, tra indice e pollice, avanzai! Mi trovavo ora dentro un’altra stanza! Era tutto coperto da ragnatele! I ragni ballerini, facevano la loro spettrale danza su gli angoli del soffitto, che era grigio… quasi nero… A me, quel tipo di ragno faceva, e fa ancora oggi, molto schifo, però in quel frangente, quelle creature sembravano essere una specie di guardiani… guardiani del passato e del mistero di quella casa! Dovevo, come avevo già capito, incontrare la mamma di Margarita… cioè il suo fantasma! E’ stato quello il mio pensiero, vedendo danzare quei ragnetti! Avrei voluto correre via, ma… quella, per me, era un’altra prova prima di arrivare a LORO… ai volti… Così, continuai ad avanzare! Davanti a me, una finestra rotta, ed a destra ed a sinistra, due porte! Andai verso quella di sinistra, ma era chiusa a chiave! Provai a forzarla, ma facendo così, da un chiodo conficcato in quella porta, proprio alla mia altezza, mi cadde qualcosa addosso, coprendomi anche di polvere! Tossendo, raccolsi l’oggetto da terra… urlai dal terrore! Era la parte del mento e della bocca della Maschera… Era parte della Strega! Un altro mezzo simbolo del terrore! Lo gettai in terra tremando! Perché si trovava lì? Non era, dunque, andata distrutta cadendo dalla cappa del caminetto in quella casa… nella sua? Pensando così, ricomposi per un istante, nella mia mente, l’immagine completa della strega! Provai un senso di terrore! Si sparse l’odore di braciere, e, dalla radio ricetrasmittente accesa, s’udì la sigletta della noce, seguita da quella dei pesciolini… Capii che quella sigletta era la voce della Strega… il suo biglietto da visita! Chiusi gli occhi per non vedere, ma li riaprii subito! Non potevo abbandonare tutto, proprio ora che ero così vicino alla verità! E poi… l’avevo promesso al Dottore, alla signora Mary, ai miei genitori, a Daniele… ed anche, cosa molto più importante, a me stesso! Vidi l’altra porta, e v’andai! Quella era aperta! Dava l’accesso ad una stanza molto particolare! La luce, proveniva da una finestra con delle tende bianche e nere… quasi a voler simboleggiare una scacchiera! Rimasi a bocca aperta… ero spaventato e confuso! Poi, al centro della stanza, c’era un vecchio tavolo di legno rotondo. M’avvicinai… C’erano, al di sopra, una scacchiera con una sola pedina, e tante foto… ne presi una in mano, e mi misi ad osservarla… Dovetti gettarla subito via… ritraeva me stesso, in quella stanza, con la foto in mano, proprio in quel momento! Stavo quasi per mettermi ad urlare, quando capii cosa rappresentava… Era il mio PRESENTE! Avevo visto il simbolo del volto del FUTURO, e quindi non capii cosa potessero significare quelle fotografie, proprio lì… All’improvviso, udii una voce chiamarmi per nome… proveniva da un’altra stanza, che io non avevo notato. Non era una voce cattiva… lo capii! Era la voce della mamma di Margarita… “Riccardo… Riccardo… Piccolo mio… vieni… vieni da me! Dai… non aver paura! Qui, LEI non può entrare…” A quel richiamo, m’accorsi d’essere tornato piccolo… Ero identico al Riccardo che avevo visto in sogno… Era un paradosso! Capii che nel FUTURO, per incontrare il PASSATO, avrei dovuto ritornare con la mente, o, come in quel caso, con il corpo, a quella dimensione temporale! Io, l’avevo fatto in tutti e due i modi… Comunque, andai verso quella stanza! Per accedere, dovevo attraversare una tenda con i filamenti bianchi e neri… attraversai senza paura… Mi ritrovai nel salotto dello stereo di Margarita… proprio quello che avevo ricordato… Lei… sua mamma, era seduta su una vecchia poltrona a lato del balcone! Sul suo viso, i puntini della serranda… la LUCE! Il sole, era quasi al tramonto, anche se sapevo bene che non poteva essere reale. Capii che si trattava di un'altra dimensione spazio-temporale. “… Avanti piccolo! Non aver paura della nonnina che t’ha voluto, e ti vuole ancora tanto bene… So che stai pensando che sono morta… ma, credimi, qui, questo non conta! Vieni più vicino a me… Ti devo parlare di LORO…” Non avevo paura… dovevo andare! Avanzai per quel salotto, toccando il grande tavolo pieno di dolci e liquori, ed intanto, dalle grandi casse dello stereo… la canzone di molti anni prima… Proprio da quel disco verde! LUNA…
La mamma di Margarita, con il suo sorriso buono e vecchio, intanto aspettava ch’io m’avvicinassi… cosa che feci subito. Appena arrivai, sentii il suo odore di vecchio… mi fece sedere sulle sue ginocchia, e m’accarezzò i capelli, proprio come faceva quando era in vita… “… Riccardo… So che per te è stato molto difficile tutto il tuo percorso! So che hai provato molta paura e dolore! Ma, adesso il tempo… il tuo tempo d’attesa sta per scadere! Vedi… ti trovi nel tuo passato, poiché è proprio dal PASSATO che ci si avvicina e si affronta il FUTURO, passando dal PRESENTE… Il PRESENTE è un REGALO! E’ la porta di congiunzione tra quello che è stato e quello che sarà… la Cinesina, che devi ancora vedere, rappresenta il PRESENTE! E’ proprio lì che si affronta tutto! Una posizione ferma! Però, dal PRESENTE si può ritornare indietro, oppure andare avanti… LORO non sono altro che i GUARDIANI DEL TEMPO! E siccome tu sei puro, ti odiano perché tu RICEVI le atmosfere e le capisci, e vuoi scoprire… VIVERE! Però, presto TRASMETTERAI… Lo so… tu cerchi disperatamente delle risposte… adesso le avrai, ma devi entrare in un’altra stanza del tuo passato… Respira ora l’atmosfera che c’è qui… Sentine l’essenza! Essenza di PASSATO CHE E’ FUTURO! Sei una volpe Riccardo! La volpe, vive sia nella luce che nel buio… Tuttavia, è proprio nel buio profondo che si deve e si vuole ricercare la luce! Ora… ora va… Accendi quel televisore e sintonizzati su TELE PIANURA…Vedrai i colori… Il mio tempo è terminato! Sta attento a LORO… Non farti distogliere dal tuo compito! Proveranno a fermarti! Suona… suona IL BIANCO ED IL NERO come quando eri piccolo! Poi, potrai sederti sui colori… questo ti permetterà di capire ancor di più!” L’abbracciai… Fu come abbracciare una parte di me stesso! Il mio PASSATO!
All’improvviso, vidi bianco e nero… vidi la scacchiera! Mi ritrovai all’entrata della casa delle vacanze di Margarita! Ero nel cortile! Avevo paura ad entrare dentro quella casa! Tutto era sporco e marcio! Vecchio! Mi venne quasi da vomitare, e capii d’essere ritornato grande! Il tavolo sporco… i giornali strappati… tutto sapeva di solitudine e di tristezza, mista a disperazione ed abbandono! Dalla radio ricetrasmittente nessun suono… Avanzai per quel cemento, quasi non respirando! Mi faceva venire il voltastomaco quell’odore… Arrivai davanti alla porta metallica della casa, e la spinsi, convinto che fosse chiusa… invece, con mia grande sorpresa, era aperta! Misi il piede in quella cucina sporca… la cucina di molti anni prima… ed andai verso la stanza dove ricordavo ci fosse quel televisore… Comunque, mi voltai dall’altra parte e vidi buio… Una grande tristezza si impossessò di me… Sembrava essere una casa deserta… sembrava non esserci nulla! Una luce… Ecco la stanza del televisore! Lui era lì… grande ed impolverato! Vecchio! Mi voltai dalla parte opposta all’apparecchio, e vidi, su un tavolo di plastica… sporco, la bambola! Già… proprio quella bambola della stanza delle figlie di Margarita… Proprio quella che somigliava così tanto a Mami… Lunghi capelli neri squadrati, ed espressione malvagia! Sembrava osservarmi! Sembrava stare lì come monito a non accendere quella TV! Voleva impedirmi di progredire! Mi fece paura quella bambola… Mi fece impressione! Mi voltai a guardare dalla porta dov’ero entrato, ma più nulla… solo buio! C’era il nulla! Da lì non potevo più andar via… dovevo accendere per forza quel televisore! Avevo paura dei volti, però, comprendevo che non c’erano! C’era solo la bambola! Andai verso l’apparecchio, e misi la mano sulla manopola per accenderlo… Mi sembrava che quella maledetta bambola seguisse ogni mio movimento con la testa! Mi parve pure di vedere spuntare dei denti dalla sua boccuccia malvagia… Però, accesi il televisore! Dovetti aspettare un po’… ma alla fine nulla! TELE PIANURA non c’era! Provai un senso di vuoto, e mi voltai verso il buio di quella porta, e poi verso la bambola… Sembrava che ora sorridesse malvagiamente! Gridai: “NO! Io devo vedere! Devo vedere TELE PIANURA! Voi… voi non potete impedirmelo! Non più!” Così, girai la manopola della sintonia! Dalla radio ricetrasmittente, si udì distintamente la sigletta della noce e, subito dopo odor di braciere nell’aria! Non desistetti! Dovevo compiere il mio destino! All’improvviso, nonostante tutti quei malvagi avvertimenti, dallo schermo ecco comparire il monoscopio a scacchiera! La musica divenne molto più martellante, fino ad apparire distorta! La bambola cominciò a girare la testa a trecentosessanta gradi, ma io guardavo lo schermo in cerca d’una risposta! La scacchiera andava in su ed in giù, ed io agivo su quella manopola per veder meglio il segnale! Alla fine… si stabilizzò, e cominciai a sentire l’audio… quell’UUUUU fastidioso… poi, l’immagine sembrò diventare più luminosa… sembrava che il televisore stesse per scoppiare, ma io continuavo a guardare! Anche avendo paura, non distolsi lo sguardo da quel monoscopio… “… Devo vedere la pianura…” Urlai… “… Devo resistere! Voglio sapere… conoscere… io… io sono una volpe! Non posso arrendermi! Ora non più!” Appena finito di urlare questo, la scacchiera si colorò… I quadrati della scacchiera, chiaroscuri, si colorarono di mille colori, cambiando… io guardando mi sentii mancare il respiro, ed alla fine, mi parve che quei colori mi venissero addosso… avvolgendomi interamente… Non vidi più quella stanza… ma solo buio!
Quando mi ripresi, avevo gli occhi chiusi… C’era un silenzio innaturale! Odorai l’aria, e m’accorsi che non puzzava più di vecchio e di sporco! Odorava di prodotto per rendere il legno più lucente! Non mi trovavo più in quella casa delle vacanze! Aprii gli occhi, e mi trovai nel salone della casa ad oblò! Era tutto scintillante! I cristalli risplendevano d’una luce particolare, gialla, proprio come le lampadine del lampadario che avevo sulla testa! Girandomi, provai paura, ma ad un tratto vidi, proprio davanti a me, al lato della porta, lui! Il pianoforte che mi divertivo a suonare quando ero piccolo! Capii e mi venne da piangere! Capii le parole della defunta madre di Margarita… Dovevo suonare IL BIANCO ED IL NERO! Non potevo perdere quell’occasione! Infatti, mi ricordai che, proprio nel salone dove avevo visto la nonnina, sulla destra del balcone, c’era sempre stato un organo ad aria per bambini! Era sempre stato lì! M’avvicinai a quello strumento… alzai il copritastiera, tolsi il panno rosso dai tasti, ed ora, avevo davanti a me i tasti bianchi ed i tasti neri! Era come una scacchiera! Solo allora me ne resi conto! Udii, battere sul legno superiore del piano qualcosa! Era una pallina! Era Pazzo Mondo! Infatti, tutto il mondo, dal giorno in cui tutto era cominciato, era davvero pazzo! Non feci nulla! Anche quello era un simbolo! Misi le mani sulla tastiera, mentre Pazzo Mondo teneva il tempo rimbalzando, come un metronomo… suonai a tempo le note SOL# MI FA# RE! Non le suonai a caso… no! Scelsi di suonare alternativamente tasti neri e tasti bianchi… proprio come la mamma di Margarita m’aveva suggerito. Volli anche dare un senso a quello che stavo suonando… La nota SOL, per me, in quel momento rappresentava il sole, e quindi i colori! Era diesis poiché era oscurato dalle mie paure… (tasto nero)… il MI FA# RE, invece significava esserne padroni, anche se non del tutto (tasto nero FA#) , del mio passato e di conseguenza dei colori! Quindi… il SOLe# MI FA# RE… IL SOLE MI FA ESSERE RE, anche se si ha paura! Il RE finale doveva essere necessariamente BIANCO! Tutto doveva concludersi in luce… Prima l’oscurità e poi la luce! In altre parole la SCACCHIERA! All’improvviso, dal corridoio, s’udì uno scricchiolio d’una porta… Qualcosa si era aperto! Si… ma cosa?
Quello che si era aperto, lo scoprii presto! Nel guardare il corridoio scuro, al di la dell’entrata di quella stanza, vidi la porta di quello scantinato che m’aveva fatto sempre paura, essersi aperta al suono di quelle note! Udii pure dei rumori provenire dal piano di sopra… C’erano LORO, ed io lo sapevo! Li avevo sfidati! Li avevo sfidati per ben due volte! Infatti, avevo visto TELE PIANURA, e poi, suonando quelle note… proprio su quel pianoforte! Mi venne il dubbio, che già fosse successo in passato qualcosa di simile! Adesso, mi stavano cercando per farmela pagare, ed impedirmi d’andare giù in quello scantinato! Non potevo darmi per vinto! Lasciai il pianoforte, e m’addentrai per quel corridoio! Guardai le scale che portavano al piano superiore, dove m’avevano attaccato quando ero piccolo, e notai la presenza, proprio su uno di quei gradini, di quello specchio… quello specchio demoniaco già visto! Riflesso, vidi l’ombra furtiva di qualcuno! Mi venne un nodo alla gola, ma, con coraggio, andai verso la porta di quello, che pareva essere, uno scantinato! La aprii del tutto, e quella cigolò! C’era una lunga scala ancora in costruzione! Molta sporcizia e buste d’ogni genere! Aveva qualcosa di familiare… Mi sembrò quasi vedere, il posto vicino alla casa della mamma di Margarita! I muri, erano grezzi e sporchi, con delle iscrizioni molto strane… C’era scritto: “… Guardati dentro…” Chi mai poteva aver scritto quella frase con i gessetti colorati, simili a quelli che si usano a scuola? Non di certo LORO… In quel posto, regnava odor di chiuso e… molta paura e terrore! Ah! Com’era ripida quella scala! I gradini, a parte essere sporchi, erano bassi, intervallati da altri che erano alti! Se avessi messo un piede in fallo, sicuramente, sarei caduto facendomi del male! Quelle scale, arrivavano fino ad un ambiente angusto, che, restringendosi, formava un muro con un buco piccolissimo al di sotto! Nessun essere umano, avrebbe potuto entrare in quel buchetto! Mi trovavo, dunque, in trappola! Intanto… sentivo che qualcuno stava per scendere da quelle scale! Erano sicuramente i volti… LORO, capeggiati da Mami… Toccai il muro che avevo di fronte a me… Era lurido e sporco! Però, m’accorsi, guardando in giù, che da quel buco usciva fuori una luce… una luce come del sole al tramonto! Dovevo fare qualcosa! Si! Ma cosa? All’improvviso, una rivelazione! Il mio vero me, poteva passare da quella stretta fessura! Dovevo essere volpe nel corpo per attraversarla! Dovevo trasformarmi in creatura pura e semplice…
Intanto, i rumori al piano di sopra, annunciavano l’imminente LORO arrivo! Ripensai velocemente a come avevo fatto nella stanza di cristallo e nella stanza bassa bassa, a trasformarmi in volpe… Chiusi gli occhi! Fu una sensazione molto strana di quiete, ma anche di grande energia! Quando li riaprii, vidi il buco del muro, grande, davanti ai miei occhi! Avevo paura per la mia condizione! Avevo capito d’essermi trasformato, ancora non ero abituato a tale, se pur grandiosa meraviglia! Ho avuto anche una forma di claustrofobia, che avevo avvertito solo nei sogni (non nella realtà), ma, ripensando proprio ad un sogno che avevo fatto, v’entrai lo stesso… Ero l’ultima possibilità… Così, m’avevano detto i passeggeri di quella nave che stava affondando nel sogno… ed adesso era tutto vero! Quella, per me, era davvero l’ultima possibilità di salvezza da LORO!
Mi trovavo… senza alcun sforzo, dall’altra parte di quel muro! C’era luce… I puntini, anche in mancanza di serrande, illuminavano tutte le pareti a destra ed a sinistra… Ero salvo! Ma, l’odor di braciere e la sigletta della noce, la potevo ancora sentire nella radio ricetrasmittente! Ero tornato essere umano! Avevo, ancora una volta, avuto la meglio su di LORO! Urlai: “… Non mi fate più paura maledetti!” Quella sigletta, divenne più insistente e distorta, ma, anche provando terrore, decisi d’andare avanti! Guardai il pavimento! Vidi allungarsi dei tappeti rossi! A me è sempre piaciuto camminare sui tappeti, e così, seguendo quella strada morbida, m’incamminai… m’incamminai verso l’ignoto! Dov’ero diretto? Questo non lo sapevo, però, ora, provavo una specie di baldanza! Ero felice, ma tuttavia, sapevo che i volti non si sarebbero arresi così facilmente! Erano infuriati! Me l’avrebbero fatta pagare di sicuro! Quel luogo era buio, ma, una luce proprio infondo, mi indicava la strada e mi dava coraggio! Feci ancora qualche passo, ed alla fine vidi quello che solo in sogno avevo già visto… anche se ora, sapevo che non era così… Era quella poltrona con le mattonelle che cambiavano colore! Mi vennero le lacrime agli occhi! Esisteva davvero! Compresi di più le parole della mamma di Margarita! Avrei dovuto sedermi su quei colori… Le lacrime, ora solcavano il mio viso! Ancora non capivo cos’era quella strana sedia, però sentivo che quei colori m’appartenevano di diritto! La casa ad oblò, ed i suoi inquilini, erano dunque stati sempre in possesso di quella meraviglia? I volti, erano in quella casa per difenderla da me? Si! Ma perché, Telma e gli altri, erano stati sempre così cattivi nei miei riguardi? Forse per paura? Paura di LORO? I volti, non volevano che io mi sedessi… Per scoprirlo, avrei dovuto sedermi per forza! Così, andai avanti, e con molto timore, mi sedetti su quella sedia… Mi ricordai che da piccolo, in un bar al mare, c’era un juke box, vecchio, con un vetro blu con delle righe colorate orizzontali, messo davanti, che serviva per vedere la lista delle canzoni, , che non faceva vedere all’interno, dove c’era il giradischi… Certe volte, si prendeva anche la scossa! Però, all’angolo, una macchia bianca… forse una sbavatura di colore! Io, cercavo di vedere cosa ci fosse all’interno dell’apparecchio! Quello, puzzava anche di frittura! Forse, quella sedia era lo stesso di quel vetro… Forse, aveva la stessa funzione di protezione? Forse si! Solo, che nel juke box c’era solo un mangia dischi, mentre quella sedia nascondeva altro… Infatti, toccavo quella sedia fredda, con paura! Le mattonelle, parevano essere dello stesso materiale di quella lastra di vetro, dove io, tante volte, m’ero anche seduto! Pensai anche alla scossa! Facendo così, toccando con la mano quelle mattonelle colorate, alzai la testa per vedere! Non c’era più la strada che avevo percorso, ma un grande muro! Proiettata, come su uno schermo cinematografico, un enorme punto interrogativo, che piano piano, si trasformò in quella “ T “ che avevo visto in dormiveglia, tanto tempo prima… Già… la “ T “ la “ T “ di TEMPO! Compresi che tutto era partito da lì… Nel guardare, sia la poltrona che lo “ schermo “, mi ricordai d’un'altra cosa… Mi ricordai d’aver trovato un ciondolo, non ricordavo né dove e né quando, e d’averlo appeso a lato del monitor del mio computer con una vite! Era proprio la lettera “ T “, ed io, fino a quel momento, non ne avevo mai capito il senso… ma guardando quel muro, si! Dovevo mettere il ciondolo nel mobiletto a piramide, insieme alle altre cose che avevo, e che avrei recuperato! Anche quello era un simbolo! Forse, quello più importante… Simboleggiava il TEMPO! Pensando a questo, chiusi gli occhi… e tutto accadde!