RAFFAELE FAMELI
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(XXVI) I RICORDI DIMENTICATI E POI RECUPERATI – LA BAMBOLA FALDA – IL SIMBOLO DELLA CINESINA ED IL FLASHBACK MOMENT – LA RAGAZZA DEL PASSATO
Su quella poltrona colorata, ho visto solo colori… non più il bianco ed il nero della scacchiera! Rividi la pianura dov’ero nato… rividi mia madre, mio padre, la signora Mary da volpe! Sentii il calore della nascita, e poi, il pianto d’un bambino… il mio! Tutto era perfetto e naturale! Tutto era vita! La gioia era incontenibile! Rividi anche il Dottore ancora in forze, visitarmi a casa… Non c’erano LORO… i volti! Rividi Daniele leccarmi da volpe e stare accanto alla mia culla! Mi sentivo protetto… amato! Nessuno avrebbe osato farmi del male! Vidi tutto questo e mi misi a piangere! Tutto era bello! Colorato! Però, poi, vidi LORO! Vidi i miei, che, per nascondermi, furono costretti a fingere la mia adozione! Vidi il pianto di mia madre e la preoccupazione di mio padre, e vidi Daniele, essere costretto a rimanere volpe per non essere ucciso anche lui… Vidi le sue zanne lucenti alla luce della LUNA… vidi il fuoco vivo dove LORO… volevano gettarmi! Provai paura e dolore! Vidi poi, Daniele salvarmi da LORO in quella maledetta soffitta! Salvarmi dalle botte e dal fuoco! Era umano! Vidi, lui, poi, da volpe, piangere e guaire sotto i LORO colpi assassini! Vidi i miei arrivare quando tutto era finito, e li vidi portarmi dal Dottore, che, piangendo, si prese cura di me… Mio fratello era insieme a me… piangeva… ma non per le sue ferite… Vidi poi, me stesso essere portato a casa… Vidi il trasferimento nella nuova abitazione! Insomma, avevo rivissuto tutta la mia vita! Infine… vidi quel buco del bagnetto del mio scantinato!
Quando riaprii gli occhi, non mi trovavo più nella stanza della sedia con le mattonelle colorate… Mi trovavo all’entrata della casa della mamma di Margarita, dalla parte interna, con la faccia rivolta alla porta socchiusa… non c’era più nessuna luce… Il compito di quella casa era terminato! Ero solo… Compresi di non essermi mai mosso da lì, ma qualcosa in me era cambiato! Mi sentivo più forte e sicuro! Nella mia tasca, notai d’aver ancora quella radio! Dunque, quello che avevo vissuto era tutto vero! Avevo avuto le risposte che volevo, ma ancora non del tutto! Volli andare via da lì… Volevo andare verso quell’antro pauroso che era lì vicino… quello che avevo sognato! Volevo vedere se anche lì qualcosa era cambiato! Poi, dovevo andare da Mario per la terza prova… gli EXPERIMENTES… E poi… anche quell’oggetto che avrei dovuto recuperare in casa mia… Così pensando, spinsi quella porta polverosa, e mi ritrovai di nuovo in strada! Ora, tutto era vita! C’erano le persone… le automobili che sfrecciavano! Andai velocemente verso quel posto… Non si poteva scendere! C’era un cancello arrugginito! Così, m’affacciai e mi misi a guardare… Tutto era buio, ma stranamente, una luce grigia illuminava il fondo… proprio dove le buste sporche facevano da strada fino al buco da dove si poteva vedere la campagna… la PIANURA… Mettendo bene a fuoco, riuscii a vedere la bambola… quella maledetta bambola che mi fissava! Aveva il viso nero… quasi come se fosse stata bruciata! Aveva i dentini di fuori! Notai, che da quella boccuccia malvagia, pendevano come dei peli… Capii che si trattava di pelo di volpe! Un altro avvertimento! Però, preso dal coraggio, dissi: “… Non mi avrete mai! Io… io sono libero! Lasciatemi ricordare… recuperare! Voglio riprendermi la mia vita!” La bambola, infuriata, muovendosi a scatti e ringhiando, venne vicino al cancello dove ero appoggiato! Notai che faceva davvero paura! Era VIVA! S’appoggiò alle sbarre arrugginite, e con i dentini, morse le sbarre verticali arrugginite, quasi volesse spezzarle! Udii il suono metallico, e mi venne paura! Mi voltai verso la strada, e notai che tutte le persone che prima passeggiavano, non avevano espressione! Tutti sembravano aver le fattezze di demoni! Corsi per la strada, tentando di raggiungere la casa di mio cugino! Avevo come l’impressione d’essere seguito da qualcuno! Però… più guardavo, e più non vedevo anima viva! Compresi che, sfidandoli, stavo rischiando la vita!
Ormai era buio pesto! Solo i lampioni illuminavano la strada! Correndo per quella lunga via, intravidi Mario che, vicino al suo portone, in cima alle scale di casa sua, mi stava aspettando! Mi gridò: “… Dantini! Muoviti! LEI… LEI sta per raggiungerti! Corri da me! Li hai fatti arrabbiare! Ah! Il tempo del combattimento è quasi arrivato! Era inevitabile! Vieni… vieni dal tuo cugino gatto!” Al sentire quella cosa, mi girai con molta paura, e notai un’ombra sul muro… veniva a scatti! Sembrava aver vita propria… Corsi su per quelle scale… Sapevo che si trattava della Cinesina… Però, quando ero arrivato a metà scala, sentii una mano gelida prendermi per un polpaccio! Caddi riverso… mi feci molto male, ma dovevo continuare! Dovevo salvarmi la vita! Dovevo andare da mio cugino! Avevo tutte le ginocchia tagliate in più punti… il sangue usciva copioso… però, non m’arresi! Anche se avevo le lacrime al volto, dovevo proseguire! Corsi sugli ultimi gradini, ed arrivai! Mario, m’abbracciò e mi fece subito entrare in casa! Chiuse velocemente il portone, che si serrò con un suono sordo. “Era LEI… La Cinesina! Comunque, eccoti qui… Bravo Dantini!” Io, asciugandomi il viso, gli dissi sorridendo: “Grazie Mario… Se non fosse stato per te… Ah! Tu non sai quante cose mi sono accadute oggi… Ma ho scoperto molto… sai… Li ho fatti infuriare! Adesso… credo che siano diventati molto più pericolosi! Comunque, ho visto i COLORI! Ho capito molto su di me…” Mario, mi prese la mano, e mi disse: “… Riccardo… Dantini… Ancora non è finita! Non ringraziarmi prima del tempo… Ancora… ancora devi vedere LEI! Il suo simbolo! Non so se ti farò del bene… A volte è meglio non sapere! E’ come quando… qualcuno sbaglia numero al telefono, e tu, vuoi sapere chi c’era dall’altra parte… ma sono solo VOCI! Già… voci misteriose di persone che NON INCONTRERAI MAI! Meglio non conoscere le storie che si celano dietro alla cornetta… A VOLTE E’ MEGLIO NON SAPERE E VEDERE…” Fui colto da una tristezza strana al sentire quella frase! Fui colto anche da stupore… Mario, con quelle parole, m’aveva fatto capire che sapeva di me, un qualcosa che io non avevo mai confidato a nessuno! Infatti, pensavo fosse solo una mia fissazione! Era da quand’ero piccolo, che quando qualcuno al telefono sbagliava numero, il suono di quella voce sconosciuta che chiedeva scusa, dando del lei, mi faceva provare molta tristezza… quasi mi mettevo a piangere! Ancora oggi, a distanza di anni, provo la stessa malinconia! Non ne avevo mai capito il motivo… Avrei voluto chiederlo a qualcuno, ma, mi vergognavo troppo! Ora, davanti a mio cugino, però, visto che sembrava conoscere il mio problema, volli approfondire… “Mario… Amico mio… Come fai a conoscere questo di me? Per favore, mi puoi spiegare?” Dissi con l’animo appeso… Lui, mi fece accomodare nel salotto… il solito, con le luci spente, e mi disse di sedermi sulla poltrona, e poi, mettendosi sulle spalle il plaid, si sdraiò sul divano, e mi disse: “… Gli EXPERIMENTES hanno inizio… Si! Ti darò una risposta Dantini… Anche se tu già lo sai quello che sto per dire… Tu sei un RICEVITORE, che presto… anzi prestissimo… comincerà anche a TRASMETTERE! Adesso… posa sul tavolino la radio che hai trovato… Vedi… anche quella è un simbolo! Devi essere come quell’apparecchio… DEVI RICEVERE E TRASMETTERE! Chi “sbaglia” numero, di solito… sbaglia sul serio… ma, la prima volta che ti è capitato, quel QUALCUNO, non aveva SBAGLIATO… Voleva sentirti! Voleva sentire la tua voce! Tu hai compreso, anche se a livello inconscio, ed hai provato quella tristezza! Vedi… hai già capito di chi sto parlando… te lo leggo negli occhi umidi! Si! Era tuo fratello Daniele! Ecco perché, da quella volta reagisci con malinconia quando qualcuno sbaglia numero… Addirittura, scrivi i numeri di chi sbaglia su un foglio, e poi pensi di richiamare per poterli conoscere… Però… come già ti ho detto, A VOLTE E’ MEGLIO NON SAPERE E VEDERE… E’ meglio dimenticare… So che vuoi pormi un’altra domanda… GLI ASCENSORI… Tu, sogni molto spesso ascensori che vanno per i fatti loro, giù su, a destra ed a sinistra, nonostante tu prema il tasto giusto… non è vero Dantini?” Rimasi confuso ed impaurito! Mario, sembrava conoscere ogni lato di me… Gli risposi: “… Effettivamente, si… sogno ASCENSORI impazziti… Però, non mi sono mai spiegato cosa significa questo mio sogno ricorrente…” A questo punto, Mario, ridendo disse: “… L’ascensore, è il simbolo della vita! Tu premi il tasto d’un piano, e quello ti porta dove vuoi… Cioè, scegli tu la direzione dove deve andare la tua vita… Però, nel tuo caso, l’ascensore è impazzito! Questo perché, tu, fino a quando hai cominciato questa ricerca, non conoscevi nulla di te! Non controllavi la tua vita… ma sono sempre stati gli altri a farlo per te… Adesso, stai progredendo… Vedrai che dopo il combattimento con LORO, questi sogni non li farai più! Ma… non hai per caso qualcosa da darmi Dantini?” Rimasi allibito, e poi, riprendendomi dissi: “… Ma come fai a conoscermi così bene… Io… io queste cose non le ho mai dette a nessuno… Comunque… aspetta…” E tolsi dalla tasca il fiorellino di mimosa, trovato alla villetta del Dottore. Quello, al vedere quel fiore sorrise… però, notai molta tristezza nei suoi occhi: “… Proprio come questo fiore… il Dottore è caduto! Troppo dolore… troppa rabbia e buio! Ora basta! Grazie Dantini per questo regalo! Lo conserverò con amore… Sarà il simbolo di chi è caduto per riprendere ciò che è suo! LORO , se lo sono portato via… Comunque… s’è fatta quell’ora! Accendi la luce… Devi vedere… devi vedere il suo simbolo! Il simbolo della Cinesina!”
Era la prima volta che mio cugino durante gli EXPERIMENTES m’aveva detto di accendere la luce! Era una cosa molto strana! Però, lo feci e basta! M’alzai, ed andai verso l’interruttore. Adesso, con la luce, tutto appariva molto diverso! Somigliava quasi all’atmosfera che c’era in casa di Margarita… la prima casa! “Dantini… forse tu hai visto molto… ma non del tutto! Le cose ricordate, hanno un altro aspetto! Forse più tranquillo, di quanto non lo sono in realtà! So che hai visto FALDA… la bambola… beh… lei è molto diversa… molto diversa da come l’hai vista! Il tuo piccolo cervello ha fatto in modo che non vedessi tutto nella sua interezza! Non ti ha fatto vedere quello che ti spaventava di più di lei…” Quelle parole mi turbarono! Pensavo d’aver visto tutto di quella bambola… non sospettavo minimamente di poter ricordare altro… ma il suo nome, mi fece saltare! Mario se ne accorse, e disse: “Vuoi vedere quella bambola? Vuoi vedere la PERA? Allora seguimi… Anche questa è una prova che devi assolutamente affrontare per vedere l’ultimo simbolo! So che avrai paura e terrore… ma tutto è necessario!” Dicendo così, mi buttò sulla testa il plaid, coprendomi. “Vieni con me… ti porterò da FALDA!” Mi sentii prendere ai fianchi… mio cugino mi stava guidando verso un’altra stanza… capii che si trattava di quella in fondo al salotto… Era buio! “Tocca Dantini… Prima di vedere bisogna toccare… esplorare! Proprio come fanno i bambini…” Mi prese la mano, ed io toccai qualcosa di liscio! Poi arrivai su, e toccai dei capelli sintetici! Capii che si trattava della bambola! Però, Mario, prendendomi la mano, mi fece andare più giù in quel volto… “Ecco! Ecco quello che ti faceva davvero paura…” Mi disse! Sussultai! Ricordai, anche se non del tutto! “NOOOO!!” Gridai! Mario rideva, e con una voce strana mi disse: “… Hai capito? Ah! Dantini… Pensavi, per caso, che il rivedere quello che da piccolo ti faceva paura, ora, non ti provochi nessuna reazione? Pensavi di metterti a ridere? Invece ti sbagli, ed anche di grosso! Le cose sono lì… le cose sono com’erano! Sei tu ad aver rimosso tutto! Dimmi Dantini… vuoi rivedere FALDA.. la vuoi rivedere davvero?” Io, preso dall’agitazione, non risposi subito… infondo, dovevo ancora vedere LEI… la Cinesina… Avevo paura, però, ripensai alla mia missione! Dovevo affrontare tutte quelle prove! Dissi, ingoiando la saliva: “… Si Mario! Voglio rivedere…” Mario, si mise a ridere, e disse: “… Dunque ti sei ricordato della PERA… ed adesso vuoi rivederla… Bravo! Ma tutto questo ti provocherà spavento! Ricordati che ancora non hai ricordato i VOLTI come sono… Tu, per ora, hai visto solo i frammenti dei loro simboli… hai visto solo quello che il tuo cervello t’ha fatto ricordare… LORO, proprio come FALDA, sono molto più spaventosi! Ricorda le parole di questo gatto che vuole aiutare una volpe… Te lo chiedo di nuovo… La vuoi proprio vedere la PERA?” Dovevo andare avanti… dovevo progredire! Dissi gridando: “… SI MARIO! Voglio rivedere quella dannata bambola!” Quello che successe dopo non lo capii subito… Infatti, mi sentii di nuovo portare nel salotto, e Mario, sempre tenendomi il plaid sulla testa, mi fece girare dalla parte dell’entrata! “Adesso spegnerò la luce di nuovo… Dovrai accenderla tu e girarti! Sarai solo Riccardo… Io non potrò esserci! Ci sarò, solamente quando tutto sarà compiuto, ed a quel punto, potrò farti vedere l’ultimo LORO simbolo! La bambola è necessaria per affrontare la tua paura! Senza la PERA, non si può affrontare il PASSATO, il FUTURO ed il PRESENTE! E’ tutto spaventoso Dantini… E’ davvero tutto spaventoso!” Dicendo quelle parole, tutto ripiombò in un buio totale! Non sentivo più la presenza di mio cugino… non sentivo alcuna presenza! Sentivo solo il terrore del buio! Ero in piedi… ero in piedi vicino a quell’interruttore che m’avrebbe dato visione completa della bambola… Quella bambola che m’aveva sempre fatto raggelare il sangue! Sapevo… sapevo, solo ora, che era molto diversa… Sapevo anche, non so perché, che era là… sul divano… sul divano, vicino alla porta da cui ero appena uscito! Mi si strinse lo stomaco… provai un senso di nausea ed ebbi un conato… però, mi ripresi subito… Era la mia vita! La mia missione! Non potevo mandare tutto al diavolo proprio ora che ero così vicino alla soluzione! Ancora con il plaid addosso, allungai la mano sul muro, e cercai l’interruttore! Ci volle un po’ per accendere la luce! Ora, il buio mi era amico! Mi faceva non vedere! Avevo paura della LUCE NEL BUIO! Però, dovevo farlo! L’accesi, ma il plaid mi impediva di vedere… Era un’altra protezione… Però, anche quello doveva andare via! Così… me lo tolsi di getto, e misi a fuoco l’immagine della porta dell’ingresso del salotto che avevo davanti! Dovevo girarmi… ora lo dovevo fare! Sentivo l’atmosfera strana della camera delle figlie di Margarita… non c’era odore di braciere… Provai paura! Sospirai e mi girai con gli occhi chiusi! Alla fine li aprii…
Su quel divano, vidi quella bambola ritta! Stava in piedi in un angolo, proprio vicino al bracciolo! Urlai di spavento, sopraffatto dai ricordi! Era davvero spaventosa! Non era come quella che avevo visto, e che ricordavo! Era molto diversa! La parte superiore del volto, era esattamente come la ricordavo… i capelli, e la squadratura del volto, ma la cosa che assolutamente non ricordavo, era la parte inferiore del viso! La boccuccia rossa, aveva un sorriso inquietante, ma la parte del mento e delle guance era spropositata! Il mento era abnorme e fuori misura! Il corpo era esile… Si vedevano delle gambette con delle scarpe nere! Gli occhi erano neri anch’essi, e delle sopraciglie nere li contornavano! Aveva un vestitino a campana, e le braccia sembravano volermi abbracciare! Si vedevano anche delle mutandine bianche, siccome il vestito non copriva la parte inferiore del corpo! Era terribile! Era terribile il suo volto a pera! Infatti, non era la parte superiore ad avermi fatto sempre paura… ma quella inferiore! Quelle guance e quel mento spropositati! M’avvicinai… volevo vederla meglio! Infine, provai a toccarle il mento! Ricordavo… Anche da bambino avevo fatto la stessa cosa… Provai agitazione e paura! Alla fine mi staccai dalla bambola! Mi girai, e Mario era dietro di me! “Ecco… ecco Dantini, quello che si prova ad affrontare il PASSATO! Ma adesso siamo nel PRESENTE! Vieni… prima degli EXPERIMENTES devi vedere l’altro simbolo! La Cinesina… Per te, sarà, ora, molto più facile affrontarla!
Sotto lo sguardo di FALDA, io e Mario, andammo verso un mobiletto basso! Sopra, c’erano molti soprammobili ed un enorme specchio! Mio cugino mi disse: “… Ecco Dantini! E’ qui che risiede il SUO simbolo! Almeno… quello che ne resta… Compravo anch’io quel maledetto giornale… Sapevo che saresti venuto, e l’ho conservato… ma il tempo… il tempo s’è mangiato parte dell’immagine! Questo è il destino dei simboli… Però, una volta affrontati i VERI VOLTI, questi ritorneranno a te completamente! Pronto per rivederla?” Io, guardando Falda, risposi: “Certo! Ormai non mi rimane che questo… e poi…” Mario, guardandomi diventò triste e disse: “… Ancora non sai… Beato te che pensi che vedere una foto sia la cosa più terribile!” Mi sentii un idiota! Era vero! Infatti, avrei dovuto affrontare cose ben peggiori! Mario, aprii le ante di quel mobile, e prese un sacco di giornali, e li mise sul tavolino, in compagnia della radio ricetrasmittente. Si mise a sfogliarli freneticamente, ed alla fine, trovò quello che cercava e disse: “… Eccola! E’ solo metà pagina, però è tutto quello che il TEMPO ha risparmiato…” Mi mise sotto gli occhi il giornale aperto su quella pagina, ed ad un tratto, odore di braciere! Era lei! Era la Cinesina! Il PRESENTE! La pagina era strappata non proprio a metà… più della metà… però, io riuscii lo stesso a vedere l’attaccatura dei capelli e la forma! Immaginai il resto, e mi misi a piangere! Mario, chiuse subito il giornale, e stranamente per lui m’abbracciò dicendomi: “… Scusami cugino volpe… Ma era una cosa necessaria e tu lo sai! Non cercavi che questo, giusto? Beh… adesso sei pronto per affrontarli… ma ricordati dell’insegnamento di Falda! Tutto è diverso da come ci appare nel ricordo… Tutto è molto più terribile e spietato! Io stesso ho paura, cosa credi? Ma lo affronto… lo affronto con te! Stanotte, quando ricorderai altro… tieni in mano la piramide ritrovata! Comunque, adesso dobbiamo fare gli EXPERIMENTES… il FLASHBACK MOMENT! Chiudi la luce…” Io eseguii.
La stanza, ripiombò nel buio, ed io mi sedetti senza alcuna difficoltà sulla poltrona, aspettando il momento che mio cugino, come al solito, mi tirasse verso quel divano… Non lo fece! Mi disse semplicemente di chiudere gli occhi e di ascoltare! “Vedi Dantini… il FLASHBACK MOMENT è un particolare tipo di EXPERIMENTES che consente di ricordare e di capire delle situazioni particolari… E’ un ritorno indietro… E’ un EXPERIMENTES terribile Riccardo! Ma tu sei una volpe! Riuscirai a superarlo! Io… io non ci sono riuscito in pieno… Anche per me, riportarti ad un tempo passato, è una cosa pericolosissima! Adesso… ti sentirai molto strano… ma non aver paura… ci sono io vicino a te… c’è anche il PEN! Ricordati che se ti facciamo del male, è solo per il tuo bene! Hai scelto tu la strada del ritorno al passato! Ma era destino!” Ascoltando quelle parole, mi rilassai… adesso aspettavo… non avevo paura! Ormai ne avevo viste di tutti i colori… Non m’aspettavo una cosa del genere… non m’aspettavo altro dolore ed altra paura… Semplicemente attendevo di vedere… proprio come la prima volta nella stanza di cristallo! Mi sentii, ad un tratto, mancare l’energie… caddi svenuto… però, riuscii a sentire mio cugino che diceva al mio orecchio: “… FLASHBACK MOMENT…” E poi nulla più…
Ripresi i sensi… ma non mi trovavo a casa di Mario… mi trovavo nella mia vecchia casa, e m’accorsi d’essere ritornato piccolo! C’era un’atmosfera grigia e cupa… Fuori, dalla finestra, pioveva a dirotto! Tuonava! Sentivo delle voci, provenire dallo studio di mio padre… Camminai, per arrivare lì, e vidi la porta bianca di quella stanza, con i vetri a righine verticali, chiusa! Io l’aprii ma non del tutto! Vidi, mio padre, dietro la scrivania, che parlava in modo calmo con qualcuno che stava seduto davanti. Molti libri erano aperti! Capii che stava facendo lezione a qualcuno, ma non riuscivo a capire a chi… M’accorsi, però, della presenza sulla scrivania d’un libro particolare… Quel libro… Mi venne la paura, e sentii odore di braciere… Pensavo che ci fosse Mami, ma m’accorsi che non era così… Infatti, era la voce di una ragazza! M’assalirono i ricordi… Mio padre, nel chiamarla, la chiamava MENI… La ricordavo vagamente quella ragazza… Era una presenza costante in quella casa… in quei pomeriggi d’inverno! Come per le altre persone strane della mia vita, anche quella, dopo quel lunghissimo periodo, scomparve nel nulla! Però, ora , l’avevo ritrovata! Doveva centrare qualcosa con la mia storia… con i VOLTI! Il libro che aveva davanti lo testimoniava! Dovevo capire, e mi misi ad origliare… “… Dunque… Meni… tu, come noi, hai un destino specifico! Però… però vuoi vedere l’inferno… Devi assolutamente cambiare! Non farlo! Sei venuta qui, per studiare, ma ora, vuoi che ti aiutiamo a compiere un delitto? Perché? Già… già Riccardo è in pericolo! Spero solo che cresca e che non sappia mai nulla di tutto questo! Perché vuoi evocare i VOLTI Meni? Perché li vuoi vedere? Chi te l’ha detto? Chi è stato?” Mi venne un colpo, ma continuai a sentire, e, mi sporsi ancora di più dalla porta! Vidi una ragazza con degli occhiali con la montatura bianca, molto seria, che disse: “… Professore… A me, hanno detto che lei conserva quel libro… Mi hanno parlato della storia di suo figlio, ed, onestamente, mi sono incuriosita parecchio! Non pensavo che dei disegni potessero far del male… Ma… ma poi ho intravisto MAMI! Non so dove… era su un libro! Ho sentito parlare della nascita d’animale da parte di mio cugino Mariano, ma fino ad allora, ero una ragazza normale! Professore… mi deve aiutare a RIVEDERE MAMI! Io… io già l’ho visto…” Ero esterrefatto! Mio padre, sollevandosi dalla poltrona, diede in mano alla ragazza quel libro, dicendo: “… Se vuoi… consultalo qui… Non puoi portarlo fuori! Però… tutto questo a tuo rischio e pericolo! Tu non sai Meni il dolore… non sai la paura! E’ vero… tu sei nata da delfino, abiti vicino al mare! Vuoi conoscere… Tua madre, ti ha partorito vicino ad una barca con tanti oblò! Il suo legno era bianco e celeste! So tutto! Io e tua madre, eravamo molto amici! Però… questo non me lo dovevi chiedere…” Meni, prese quel libro, e cominciò a sfogliarlo! Mentre lo faceva, se ne andò via la luce… si udì gridare… e poi… e poi più nulla… Tutto era buio… tutto era dolore, ed io cominciai a gridare a mia volta!
Quando riaprii gli occhi, mi ritrovai davvero al buio, con mio cugino al mio fianco! Mi teneva la mano… “Come stai cugino volpe? Cosa hai visto? Cosa hai visto durante il FLASHBACK MOMENT?” Io dissi: “… Meni… ho visto Meni… una ragazza… un delfino! Era… anzi… credo che lo sia ancora, sempre se è riuscita a sopravvivere, in grave pericolo… Ha chiesto a mio padre di rivedere il primo volto… ma poi nulla! Oh Mario! Non dirmi che devo salvare anche lei da LORO? Dimmelo…” Mario, mi guardò ed accendendo la luce, mi disse: “… E’ il tuo destino Dantini! Soffrire e ricordare… e magari anche salvare gli altri… Ma sarà dura… Ritrova Meni… ritrova la RAGAZZA DEL TUO PASSATO! Adesso va… nessuno oserà toccarti per ora…” Ringraziai mio cugino, e mi voltai a guardare il divano dove c’era Falda… notai che non c’era più.