I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

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(XXVII) – LO STREGONE – GLI ANTAGONISTI DEI VOLTI – MENI – MIRMO E LA KALIMBA LUNARE – L’AVVICINARSI DELLA NOTTE DELL’INCONTRO

 

         Con la ricetrasmittente in mano, uscii di corsa dalla casa di mio cugino! Sapevo di dover ritornare a casa mia! Dovevo fare due cose… andare nel bagnetto e strisciare fino a quel buco per trovare quel qualcosa di molto importante… poi, avrei dovuto di nuovo affrontare la stanza di cristallo per saperne di più su quella ragazza… Quindi, con l’animo appeso, cominciai a correre verso casa mia. Una cosa avevo imparato! I ricordi, non sono altro che frammenti d’una realtà ancor più terribile ed ancor più oscura! Falda ne era la dimostrazione! Però, io avevo visto i colori! Quindi, avevo sfidato apertamente i volti, senza pensare alle conseguenze! Ormai avevo intuito che ero davvero in pericolo! Compresi d’averli fatti infuriare quel giorno ancora di più, con tutte le mie scoperte! Scoperte, che, secondo LORO, non avrei mai dovuto fare per nessuna ragione al mondo! Però, stavo lentamente riappropriandomi della mia vita, e dei miei ricordi! Ma, di una cosa ero consapevole… Sapevo d’avere molti amici ed alleati! Solo questo mi consolava… Per la strada, li pensai tutti ad uno ad uno!

         Arrivai a casa trafelato. I miei non c’erano… M’avevano lasciato un biglietto… “… Siamo a casa della signora Mary… Ritorneremo domani mattina… Stai attento…” Sorrisi! I miei avevano capito che dovevo essere solo ad affrontare il mio destino, ed erano andati a tener compagnia a quella donna che tanto aveva fatto per me, rischiando a sua volta! Però, avrei voluto chiedere a mio padre di Meni… ma forse, dovevo cavarmela da solo… Andai verso il piano superiore, e m’avviai verso la stanza di cristallo. Lì, posai la ricetrasmittente sul comodino, mi misi il pigiama, e presi dal mobiletto la piramide mettendomela in tasca. Lasciando la luce accesa, andai verso il mio seminterrato. Da un vecchio mobile tolsi molti giornali! Sapevo che in quel bagnetto, proprio vicino a quel buco, era molto sporco… dovevo stenderli a terra! Presi anche un tappeto ed un piccolo bastone. Il tappeto mi sarebbe servito per stenderlo a terra, coprendo i giornali che, di sicuro, si sarebbero strappati sotto il mio peso, ed il bastone, per togliere le eventuali ragnatele che scendevano dal soffitto. Entrai in quel bagno… guardai infondo, dove c’era quel buco, e provai repulsione e schifo! Quel bagnetto puzzava, in quanto le tubature erano molto vecchie! Stavo quasi per rinunciare, ma la piramide che avevo in tasca, con una delle sue tre punte, mi punse ad una coscia… mi punse come a volermi ricordare la mia missione… Così, biasimando me stesso, e giurando di mettercela tutta, cominciai a tappezzare il pavimento con i giornali, ed alla fine, srotolai il tappeto fino in fondo… Armato di bastone, m’accovacciai, ed a gattoni, facendo attenzione alle ragnatele ed ai ragni, giunsi fino a quella fessura! Pareva fosse molto più grande vista dalla solita mia prospettiva… cioè vicino al WC… Mi feci molto coraggio, ed infilai una mano dentro e mi misi a tastare. All’improvviso, tra la polvere e le ragnatele, toccai qualcosa… era come una busta con dentro dei ferri arrugginiti… Mi ricordai d’averli messi lì, insieme ad un mio amico, molti anni prima… gioii nel rivederli, ma, nonostante la contentezza del ricordo, rimasi molto deluso… Non potevano di certo essere quei ferri la cosa importante che dovevo assolutamente trovare! Preso dal dubbio, rimisi la mano in quella fessura fino in fondo… Questa volta, toccai altro… Era come una scatola di latta! Sussultai e la tirai fuori! Era effettivamente una scatola di biscotti! Ricordai che un tempo, venivano venduti in quel modo… Biscotti rotondi con dei quadrati… Ripiombai nei ricordi! Accovacciato come una volpe, mi ricordai d’averli visti e mangiati per la prima volta a casa di Margarita… Ricordi dolci, proprio come quei biscotti, ma altrettanto strani… strani come l’atmosfera che si respirava in quella casa! Però… quella scatola, doveva contenere altro… Prima d’aprirla, cercai ancora nella fessura, ma nulla! Non c’era più niente!

         Sempre a gattoni, tra la presenza inquietante dei ragnetti che abitavano lì, scivolai fuori da quel sotto-scala con la scatola stretta stretta a me, senza nemmeno pensare a togliere il tappeto ed i giornali. Appena fuori dal bagno, m’avvicinai al tavolo, dove mi sedetti proprio come avevo fatto il giorno in cui ero arrivato a casa mia… appena qualche giorno prima… Il tavolo da cui era partito tutto… Mi tolsi un po’ di polvere di dosso… ora ero pronto! La scatola era lì davanti a me… Aspettava solo che l’aprissi… Con un sospiro la presi in mano e constatai dal rumore, che dentro c’era solo un oggetto… Con foga, misi le dita nei bordi del coperchio quadrato, e, cercai con forza di sollevarlo… Alla fine, s’aprì con un vibrante suono di latta… guardai dentro, e rimasi stupito sgranando gli occhi… Presi in mano quella cosa! Pensavo d’averla persa… pensavo di non poterla più vedere, anche perché me ne ero completamente dimenticato… invece… invece era lì… Un medaglione… un medaglione di legno… un medaglione con un volto… Era il volto d’un vecchio con la barba che, con i capelli, sempre intagliati nel medesimo legno, circondavano il viso… Mi scesero le lacrime!

         Quel medaglione, mi ricordai, d’averlo trovato a casa di mia zia… quella che aveva dato rifugio al “gatto” “Marco”… L’avevo trovato il giorno dopo aver visto la Strega… Infatti, vista la “somiglianza” tra le due cose, l’avevo soprannominato… lo Stregone! Pensavo che m’avrebbe protetto da LEI… ed in sostanza, era davvero così… Me lo ero scordato… dimenticato… ma ora era tornato a me… Era un altro volto, ma benevolo! Mi venne da piangere e capii tutto! I volti erano tre… Mami, la Strega e la Cinesina… però avevano tre antagonisti… Seminario, lo Stregone e quel Pirata visto in quel bar… Erano loro i miei ALLEATI… Ma, il Pen e Falda? Probabilmente erano altri volti, che con tutta probabilità non erano più, almeno per il Pen, sotto il LORO controllo. Falda, però, al contrario del Pen, che se ne stava con Mario, aveva cercato d’ostacolarmi, provando a non farmi accendere quel televisore nella casa delle vacanze di Margarita…

         Di corsa, m’avvicinai al monitor del mio computer… Mi ricordai della famosa “T”, e staccandola dalla vite, la presi, e con in mano lo Stregone, spegnendo la luce, corsi a mangiare qualcosa, e poi via, verso la stanza di cristallo per ricordare… ricordare la ragazza del mio passato… Ricordare Meni… Mentre salivo le scale, odor di braciere… ma ignorai l’inquietante avvertimento! Non dovevo più avere paura! I volti, se la erano presa poiché avevo trovato lo Stregone, ed avevo capito tutto sui LORO antagonisti…

         Mangiai in fretta una scatoletta di tonno, e sorseggiai una birra, e poi, via… Arrivai nella stanza di cristallo, m’avvicinai al mobiletto e posai lo Stregone e la “T”. Ero pronto! Però, non sapevo per cosa… Di certo Meni era sempre stata un’incognita, fino al giorno in cui non la vidi più… Adesso, però, dovevo ritrovarla! Mi chiedevo perché, proprio lei che era un delfino, animale che sapevo essere intelligentissimo, aveva voluto vedere per forza Mami e conoscerlo… Forse, anche lei, proprio come me, voleva ritrovare se stessa? E come mai, mio padre, non si comportò come tutti? Dicendole le parole “… Cosa lo vuoi?” E non facendo poi nulla? Perché ha fatto vedere a quella ragazza, il volto più pericoloso? LUI Mami… il PASSATO? Comunque, sapevo che era stata attaccata! LUI, di certo, le aveva fatto del male! LORO non vogliono essere trovati… ricordati… Meni, aveva compiuto nello studio di mio padre, questo sacrilegio, avendo mancato di rispetto a queste LORO due leggi… Aveva aperto quel libro, volendo vedere proprio LUI… Mami…

         Mi misi a letto, accendendo l’abatjour, dopo aver spento la luce. Presi due fogli e mi misi a scrivere tutto quello che mi era accaduto, e che ancora non era stato annotato. Dopo averlo fatto, posai quei fogli nel mobiletto, presi la piramide, e la portai con me a letto! Ora, la stringevo! M’avrebbe protetto! Mi coricai e spensi la luce… Tutto piombò nel buio del ricordo… Avevo paura? Certo! Però non mi feci intimorire! Cominciai a guardare il puntino sul lampadario, ed in lontananza, udii un tuono… Stava per mettersi a piovere… Dovevo RICEVERE ora… Proprio come quella ricetrasmittente che avevo trovato! Solo… che dopo avrei dovuto TRASMETTERE, ed a pensarci bene, nello scrivere quegli appunti, già lo stavo facendo…

         Fissai a lungo il soffitto della stanza di cristallo, cercando di ricordare, ma, dovevo immergermi completamente… Così, chiusi gli occhi, e m’avvolse il silenzio ed il buio interiore, che avrebbe lasciato il posto, molto presto, alla luce grigiastra dei ricordi…

         Ecco… Adesso vedevo quella nebbiolina… Da quella, passai al ricordo della mia vecchia casa… C’era tutto! La finestra del soggiorno, il tavolo, la TV ed i divani… c’era una luce soffusa di lampadine avvitate su… in quel vecchio lampadario… Dietro al tavolo ed alle sedie, rividi le “Crocine Crocine che non finiscono mai”! Quell’armadio, era sempre stato con me, anche in quella casa… Di sicuro, aveva visto molto… molto più di me… Udii parlare… le voci provenivano dalla cucina… Tutto, odorava di casa e di patatine fritte… Camminai lungo il tappeto del corridoio, e m’avvicinai alla porta della cucina senza far rumore… Lì, vidi mia madre, mio padre, la mamma ed il papà di Doroty che discutevano, con davanti, sul tavolo, una bottiglia di liquore e quattro bicchieri! All’inizio, mia madre, li invitò a cena, e loro accettarono! Avevo come l’impressione che le loro due figlie insieme a me, erano in un’altra stanza a giocare… “… Come hai potuto farlo?” Disse, a mo di rimprovero il padre di Doroty al mio… “… Come hai potuto far vedere quel maledetto libro a quella ragazza? C’è mancato un pelo… LUI… avrebbe…, potuto ucciderla e trovare anche Riccardo! Scusami se te lo dico, ma sei stato un irresponsabile…” Mio padre, parve essere desolato, ed alzandosi dalla sedia, andò fino alla porta del balcone, ed aprendo la maniglia a farfalla, di color argento, spalancò la porta! Da quel balcone, un’atmosfera di solitudine… Era quasi il tramonto… “… Se quella sera…” Disse mio padre: “… se quella sera non fosse intervenuto Mirmo… il fidanzato di Annetta… la figlia di Margarita… con le sue conoscenze della Kalimba Lunare… non so proprio come avrei fatto! L’ha salvata! L’ha salvata lui! Ah! Quella ragazza voleva scoprire se stessa… voleva capire! Voleva RICORDARE! L’ho avvertita! Ma lei… nulla! Credo che era, e sarà ancora in pericolo! Meni è in grave pericolo… proprio come mio figlio Riccardo e l’altro… Dimmi Dino… Come posso fare? Ancora è presto! Perché è successo proprio a noi? Cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo male?” Io sobbalzai… Ricordavo Mirmo… Lo ricordavo con una sensazione di mistero…

         Delle tre figlie di Margarita, una di quelle, proprio Annetta, si era fidanzata, pochi mesi prima di quell’episodio, proprio con Mirmo… Un tipo molto atletico, sempre abbronzato, vestito perennemente in tuta! Era istruttore di ginnastica… Aveva una vera passione per i liquori che mia madre faceva in casa, e veniva, nelle serate d’inverno, a farsi volentieri un bicchierino da noi… nella nostra vecchia casa… Lui, era un tipo molto particolare, assiduo frequentatore del bar dove c’era lo Zingaro Pirata… Forse, era in occasione delle sue frequenti bevute in quel locale, che incrociò lo sguardo con l’antagonista della Cinesina… e chissà che altro… Fumava anche molto… delle sigarette con il pacco rosso con i bordi dorati! Ricordai che una sera, egli era venuto a casa nostra, non so perché, e si sedette proprio al tavolo della cucina, bevendo un bicchiere di vino… Ricordo che era una presenza costante in casa nostra… C’era solo mia madre, e con lei si misero a parlare di tutto e di più! In TV, stavano trasmettendo un programma musicale dal vivo… Con il musicista che suonava tre tamburi attaccati uno all’altro, una melodia particolare… suonata anche con il flauto ed una conchiglia… il titolo era proprio Kalimba Lunare… Quella musica particolare, e lo sguardo furbo di Mirmo, che sorseggiando il vino, faceva una faccia strana, m’avevano fatto impressione! Era un tizio abbastanza strano… che, guardacaso, aveva affinità con la mia vecchia vicina di casa! Capii che anche lui era una volpe proprio come lo ero io, ma solo a livello subcosciente! Dunque… era stato lui a salvare Meni da Mami quel piovoso pomeriggio! Sicuramente si! Solo che, su come avesse fatto, non avevo nessun ricordo…

         Il padre di Doroty, Dino, disse, sorseggiando dal piccolo bicchierino il liquore: “… Eh! Già… E’ vero… l’ha salvata… Però, hai sempre rischiato! La Kalimba Lunare non dura in eterno…  tu lo sai… Mary non v’ha avvertiti? Comunque, sarà necessario abbandonare presto questa casa! E’ diventato un rischio stare qui… Lo so che sarà un’enorme sacrificio, anche perché, come sapete, il nostro tempo è ristretto… Fra qualche anno non ci potremo più incontrare! Ho pensato a tutto io… Il marito di Margarita… Andrew, potrà aiutarvi ad avere una casa degna di quattro volpi… Lui è architetto e conosce tutto! Provvederà lui a disegnare per voi la casa… Farà i luoghi che vi serviranno… luoghi particolari! Speriamo solo che al piccolo Riccardo non venga mai in mente d’indagare… Ma… anche questo, purtroppo, è destino!” Mio padre, a quel punto disse: “Se è quel che devo fare, lo farò! Vivremo felici e contenti… Non ci saranno più incidenti… almeno per ora… Solo che, per la povera Meni, il destino ha scelto altro… Mami… LUI, la cercherà ancora… Questa volta non potrà esserci Mirmo e nessun’altro… Sarà sola! Contro di LORO, non si può fare nulla Dino… E tu lo sai…” Quello annuì, ed il mio ricordo terminò qui…

         Mi svegliai di soprassalto… Erano le tre di notte e pioveva a dirotto! E non solo… tuonava ed i fulmini facevano illuminare la stanza… Accesi l’abatjour e stetti un po’ senza far nulla. Capii comunque molto… però, ancora non del tutto! Dunque, Meni era morta? Aveva incontrato Mami un’altra volta? Rimasi deluso… Quel ricordo non m’aveva detto dove si trovava… Però, io ricordavo il nome del suo paese… l’avrei cercata l’indomani… Ad un tratto, udii il campanello di casa mia… Ero sotto le lenzuola e non capivo… Chi mai poteva essere a quell’ora, e poi con quel tempaccio? Pensai di stare ancora sognando, e quindi, anche se scosso, rimasi immobile nel letto, ma un’altra scampanellata mi fece rizzare i capelli sulla testa, e così, m’avviai! I miei, ancora, non erano rientrati… lo sapevo! Accendendo tutte le luci del corridoio, scesi velocemente le scale, anche rischiando di rompermi l’osso del collo inciampando! Suonarono di nuovo, mentre ero a pochi passi dal portone! Senza pensare agli eventuali rischi che stavo correndo, con la piramide in mano ed il cuore in gola, aprii…

         Tra la pioggia torrenziale, davanti a me, dietro il piccolo cancelletto, vidi una donna tutta bagnata! Era alta e snella! Aveva gli occhiali con la montatura bianca… Non ci credevo… Era lei… “Meni!” Urlai facendo scattare l’apertura del cancello con l’interruttore. La feci entrare! Era fradicia… come se avesse corso sotto la pioggia per parecchi chilometri… era anche infreddolita ed anche, lo capii dai suoi occhi lucidi, molto spaventata! Appena entrò, urlò: “… Riccardo… Riccardo mio!” Io, d’istinto, mettendomi la piramide in tasca, l’abbracciai stretta stretta a me: “… Meni! Ma… cosa ci fai qui? E poi a quest’ora? Sono le tre di notte! E’ da quel giorno… da quel maledetto giorno che non ti vedo! Pensavo… pensavo fossi… Ma dai! Vieni con me in cucina a riscaldarti!” Quella, mi seguì, ed appena accesi la luce di quella stanza, mi disse: “… Riccardo… LUI… LUI mi ha attaccata questa notte! Mi voleva uccidere! Ah! Non so più dove andare! I miei, purtroppo, non ci sono più! Tuo padre m’aveva detto d’essersi trasferito, ed io ho cercato il vostro nuovo indirizzo! Ma dimmi… tu stai bene? Ah! Forse non avrei dovuto parlarti di LUI…” Piangendo, le risposi: “Oh si… Meni! Io lo conosco! Conosco quello di cui hai paura… Conosco, purtroppo, chi ti ha fatto del male! So tutto! Ma… non c’è solo lui… Credimi ti prego… Ma, ora non ti devi più preoccupare! Sei con me! Dai… Devi bere… Ti porto subito un bicchiere d’acqua… Sarai assetata! Venire così, a piedi dal tuo paese… Qui, non correrai nessun rischio! Sai… anche io ho voluto ricercare me stesso… Ho scoperto d’essere una volpe… Dovrò combattere contro di LORO… Comunque… ora ci sono io! A te non succederà nulla! Sai… non c’è solo LUI… sono in tre, ma io ho la piramide! E’ una storia lunga…” Dicendo così, aprii il frigo e, mescendo dell’acqua da una bottiglia in un bicchiere, le offrii da bere, e quella, dopo aver bevuto, si tolse gli occhiali e mi disse piangendo: “… Ah! E’ così è tutto vero? E’ vero che ce ne sono altri due? Ah! Mariano me lo aveva detto, ma io non ho voluto credergli! Ma… ora che sono con te, non ha nessuna importanza! Perché non ho dato ascolto a tuo padre quel lontano giorno? E’ da allora che non mi era più successo nulla! Tutto… tutto fino a questa sera! LUI era lì… di fronte al mio letto! Pensavo di essermelo dimenticato, ed invece… invece mi ha picchiata e perseguitata! Paura, dolore e buio… solo… solo questo! Mi ha rincorso per tutta la casa… Sentivo una musica… una musica strana… era una sigla… un intermezzo di una pubblicità di molti anni fa… Si sentiva pure l’odore di braciere… come quella lontana sera, in cui… il tuo vicino di casa… Mirmo, mi salvò la vita! Poi… non ho capito più nulla! LUI mi ha dato una botta nello stomaco e poi mi ha strappato i jeans… Mi voleva forse violentare! Però… non credo che fosse interessato al sesso… No! Lui, voleva solo farmi male e farmi morire! E’ stato terribile! Era brutto… Non so come spiegartelo! Oh Riccardo! Dunque… anche tu l’hai visto? Dunque, anche tu stai soffrendo? Ma perché a noi? Dimmelo…” Io, l’abbracciai di nuovo, e le dissi: “… Perché noi siamo esseri puri! Esseri puri che vogliono ricordare e sapere… Io volpe e tu delfino… Oh Meni… Non ci può essere pace in questo PAZZO MONDO! Comunque… questa è una battaglia solo mia! E’ mia la colpa di tutto! Mi dispiace per quello che, anche inconsapevolmente ti ho causato! Non ci saranno più altre vittime innocenti! Questo è un giuramento che ti faccio, e che faccio al Dottore…” Lei sorrise, ed interrompendomi, portò la mia mano sul suo seno, e mi disse: “… Lo senti il cuore Riccardo? Senti il TIC TAC TIC TAC? Ti ricordi, quando da piccolo ti facevo sentire il ticchettio del mio orologio che appoggiavo sul comodino, e tu ascoltavi appoggiando l’orecchio al legno? Bene… Ora ti faccio sentire il vero orologio che ho… Il mio cuore! Il mio tempo… anzi il nostro… E’ la vita Riccardo che ci chiama… E’ il futuro! Ora… ora so di non essere più sola! Ho con me chi mi proteggerà… Noi siamo uguali! Nessuno… nemmeno i VOLTI DEL PASSATO potranno più farci del male!” Io, la guardai, e le dissi: “… Meni… apri la mano… Ti donerò la piramide! A te, serve molto di più che a me…” E dicendo così, gliela diedi! Si sparse odor di braciere, e lei disse: “Oh no! E’ LUI! Verrà ad attaccarci…” Anche se avevo un’immensa paura, le dissi sorridendo: “… No! Non verrà! LORO sono solamente arrabbiati ed indispettiti! Non pensavano che t’avrei accolta e donato la piramide! Li ho fatti arrabbiare io! Ce l’hanno con me, e solo con me… Tu non devi temere nulla Meni… Ti proteggerò, come già ti ho detto! A costo anche della mia vita, proprio come ha fatto mio fratello Daniele con me… IO NON HO PIU’ PAURA! Adesso vieni su… nella stanza di cristallo! Dormirai con me questa notte! Nessuno oserà alzare la sua mano su di te! NESSUNO! Domani, andrai dalla signora Mary… rimarrai con lei, fino a quando non sarà tutto finito! Ti proteggerà!” Lei, strinse la piramide nella sua mano, e mi baciò sulla bocca, e poi disse: “… Sei eccezionale! Non so come ringraziarti! Troppo bene! Farò come dici tu…” Arrossii… Avevo qualcuno da proteggere… Mi sentivo forte! Sapevo che era sola! Non aveva più una casa sicura, e nessuno! Tutto si stava compiendo come tra me ed il mio fratello volpe! Andammo verso la stanza di cristallo, abbracciati come fratello e sorella… Notai un’ombra in quella stanza! Daniele era con noi!

         Ci accomodammo su quel letto! Ci abbracciammo… abbiamo anche fatto l’amore! Fu meraviglioso! Eravamo un tutt’uno! Uniti dai nostri corpi e dal destino crudele! Dopo averlo fatto, ci addormentammo in un sonno tranquillo! Sognammo praterie ed oceani calmi! Stavamo vedendo i colori! Non più la scacchiera ed il terrore! Lei era molto più grande di me, ma non esisteva per noi il tempo! Era bellissima… dolce, proprio come il mare! Dal canto mio, io ero la terra… protettrice e madre! Non ci accorgemmo di nulla… I volti non potevano entrare! C’era solo la Kalimba Lunare… Aveva smesso anche di piovere! Comprendevo solo ora quell’enorme potere… La luna era da sempre stata nostra amica.

         La notte passò tranquilla! Quando mi svegliai, lei… Meni, era ancora abbracciata a me! La svegliai teneramente, accarezzandole il bel volto! Mi guardò, ed io guardai lei, e dopo un po’, le dissi di seguirmi al piano di sotto, dove ero sicuro di trovare i miei che erano ritornati dalla signora Mary… Lei, stiracchiandosi, s’alzò, ed insieme scendemmo giù dalle scale. Meni aveva ancora in mano la piramide! Nello scendere, sentivo il buon odore di caffè e di ragù… Certamente, mia madre era intenta a cucinare… Fu una vera sorpresa, appena varcata la soglia della cucina, vedere che insieme a mio padre ed a mia madre, c’era anche lei… la signora Mary! Era seduta sul divano, con la tazzina del caffè in mano… Stava discutendo con i miei… Appena tutti ci videro, ci salutarono calorosamente, come se fosse stato normale che con me ci fosse anche Meni… “Riccardo! E’ stata una bellissima notte! Eh? Non solo hai scoperto molte cose credute dimenticate, ma hai anche trovato un’amica! Le mie congratulazioni! Adesso… mi occuperò io di Meni… Non ti devi preoccupare! La porterò con me a casa mia… e starà al sicuro, fino a quando non sarà tutto terminato!” Disse la signora Mary, mentre mio padre, con un sorriso, offrì anche a noi il caffè… Notai che mia madre sorrideva! Io, sorbendo il caldo ed odoroso liquido, dissi: “… Già… E’ stata una magnifica notte! Ho capito l’importanza della protezione! Ho capito cosa significa la Kalimba Lunare… E’ solo il bene della luce! Luce, che anch’io, come ha fatto Mirmo… adesso, porterò a tutti! Comunque… adesso devo andare a vestirmi! So che oggi sarà una giornata particolare… Voglio TRASMETTERE! Adesso è quello che devo fare! Ho già ricevuto molto… forse… ora è la volta buona anche di DARE!” Stavo per andare via, quando la signora Mary, prendendomi per un braccio disse: “… Tutto finirà, là dove tutto ha avuto inizio! Va dove vuoi… fa tutte le ricerche che vuoi, ma è su che tutto avrà luogo! Il tempo è basso basso, Riccardo! E tu… Meni… sai quello che devi fare!” Non so come fece a capire Meni… comunque, mi ridiede la piramide e disse: “… Certo! Questa serve più a Riccardo! Io… io ora, proprio come tanti anni fa, sono piena di Kalimba Lunare!” Piansi, poiché compresi d’aver donato io a lei quel potere, e corsi di sopra a vestirmi!

         Dopo essermi vestito e lavato, velocemente ritornai in cucina. Salutai tutti i presenti, e con determinazione, m’avviai verso il portone ed aprii! Meni era ora al sicuro da LUI! Io… lo sapevo! Mi trovai fuori… non avevo nessuna idea su dove andare! Avevo lasciato la piramide nel mobiletto! Cosa avrei fatto quel giorno? Era quello il giorno del combattimento con LORO? I dubbi mi tartassavano la mente! Tutto era così strano… Da normale ragazzo, adesso, i miei occhi e la mia mente vedevano tutto con occhi diversi! Io… ero diverso! Decisi di recarmi nel bar del Pirata / Zingaro… Presi un caffè, e ritornai all’esterno, e, guardandomi in giro, notai che a guardarmi, vicino ad un muretto, c’era mio cugino Mario, sbucato dal nulla proprio come fanno i gatti! “… Cugino volpe… Dantini… Vedo che sei vivo e vegeto! Anzi… direi che questa notte, mentre io me la vedevo con Falda, tu, eri lì che ti divertivi con… con quella ragazza… Meni… Ah! Se sapessi… se sapessi quello che m’ha fatto! Lei… proprio come era il Pen, è un demone LORO! Comunque… me la sono cavata bene… Il peggio toccherà a te!” Mi disse venendomi incontro… Io, lo salutai, e quello disse: “… Tu lo sai… stasera è l’ultima sera! Dovrai affrontare altro Dantini… Comunque, ormai ci sei… Ora possiedi il potere del ricordo nella Kailmba Lunare! Dovrai tornare indietro… dalla TELECAMERA negli EXPERIMENTES di questa sera… e molto altro… Dovrai rivivere il terrore! Non era solo quello… mah… Comunque, ancora è presto! Ti saluto cugino volpe… Ci vedremo questa sera… alla solita ora… Ricordati che questa notte dovrai INCONTRARLI DAVVERO!” Io rimasi immobile! Quella notte, come già avevo presagito, avrei dovuto combattere! Era così! Avevo paura, ma il mio pensiero, adesso, era a quella TELECAMERA! Dunque… non avevo ricordato tutto su quell’”ORFANOTROFIO”?

Mario se ne andò, ed io, iniziai a percorrere la strada! Ero agitato e spaventato… Dunque… ero arrivato al capolinea di quella assurda storia che era la mia vita? Avrei incontrato quella notte stessa, LORO… i volti del passato? Tremai, ma dovevo proseguire nella mia ricerca, che ormai, era arrivata alla fine.

 

 

 

 

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