I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

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(XXVIII) – NUOVI AMICI – LA CASA VICINO AL MARE – LA LETTERA ED IL REGALO DAL PASSATO CHE E’ PRESENTE – DANIELE E LA SPERANZA – LA MACCHINA MISTERIOSA

 

         Attraversando quella strada percorsa in tempi passati, mille volte, oltre alla paura si aggiungeva anche la contentezza per aver trovato Meni sul mio cammino, ed essere riuscito a portarle qualcosa che nemmeno io sapevo di possedere! Quel potere, pensavo, potesse far la differenza tra il vivere ed il morire! Meni si era affidata completamente a me! Io dovevo proteggerla in quanto era per me la LUNA… la LUNA contro di LORO! Era dura pensare che sarei rimasto solo a fare tutto ciò… Però, era la mia missione! Non potevo tirarmi indietro!

         Avanzando, vidi la porta della casa dove abitava la mamma di Margarita… La guardai con intensità e provai a spingerla! Era chiusa! Era come se io non l’avessi mai varcata! Aveva esaurito il suo compito! Rimasi male… ed, anche se sapevo che era tutto vero, pensai d’aver sognato, ma, una luce grigiastra, sotto l’uscio, che di certo non poteva esserci, mi ha fatto scuotere dal torpore dell’incredulità! Ero davvero stato lì dentro! Provando una strana sensazione, avanzai, e vidi anche la casa di mia zia Ina, e provai un forte senso d’angoscia… Comunque, andai avanti… ed arrivai di fronte alla casa di mio cugino Mario, e poi in piazza… Lì, vidi Lio con sua moglie, in compagnia della signora Katy e sua figlia Francy, e dopo nemmeno un minuto, Rita con Checca ed anche Achille! Sembravano essersi dati appuntamento… tutti lì… a parlare di qualcosa di molto importante, visto che le loro espressioni facciali, parlavano molto di più di mille discorsi! Quando si accorsero di me, si fecero seri seri, e tentarono anche di fuggire, ma, non potendo farlo per ovvie ragioni, atteggiando uno strano sorriso, mi chiamarono. Non pensavo che la signora Katy e Francy conoscessero gli altri… ma, probabilmente i volti, oltre che a distruggere chi osa essere puro, mettono in contatto chi deve detenere il LORO segreto… un segreto che devono conoscere tutti, tranne i diretti interessati. Presi la palla al balzo, per chiedere a Lio ed a Peppa, se conoscessero il segreto della “TELECAMERA” e di quell’”ORFANOTROFIO”… Così, con baldanza m’avvicinai a loro con uno strano sorrisino sulla bocca… Ero diventato spavaldo! Sapevo di incutere paura e terrore con le mie domande a quelle persone! Sapevo che SAPEVANO… Facevo paura, poiché parlavo di Mami e Co. , senza provare (almeno secondo loro) terrore! Erano appunto loro ad averne di me, e di conseguenza anche di LORO… cosa che un po’ mi dispiaceva, ma in quel momento mi faceva divertire da matti… infondo, se lo meritavano… infatti, anche a fin di bene, m’avevano nascosto tutta la verità su di LORO e me…

         “Salve!” Dissi, e quelli, balbettando risposero al mio saluto. “… Sapete…” Continuai… “… Oggi… anzi… precisamente questa notte… sarà la volta buona! Oggi è il gran giorno! Sapete… anche senza il vostro aiuto, sto per incontrarLI… Sto per incontrare LORO…” Quelli parvero agitarsi di più, e Lio, bianco come un fantasma, disse, contorcendosi: “… E proprio a noi vieni a raccontarlo? Gran pezzo di pazzo che non sei altro… Non ti rendi conto di quello che dici? Hai messo in pericolo tutti, facendo queste maledette domande! CHE LI VUOI? Non vuoi vivere tranquillo? Vuoi far del male ai tuoi genitori? In altre parole… VUOI MORIRE? Vuoi ancora portare paura e dolore? COSA LI VUOI? NON ESISTONO!” Io, arrabbiandomi, dissi: “Se non esistono, allora perché Lio, continui, anzi… tutti quanti, continuate a non dire la VERITA’… LORO ci sono! Ci sono sempre stati! Lo so! LI voglio, perché tramite LORO ho scoperto finalmente chi sono! Siete voi, con le vostre sporche bugie e negazioni ad avermi impedito di riscoprirmi! M’avete sempre tarpato le ali! Ora voglio TRASMETTERE! Ma ora basta! Spetta a me decidere! Farò quello che è giusto! Il tuo libro… Lio… te lo puoi anche tenere… come il giornale e la Maschera per gli altri… Magari, visto che LI incontrerò di persona, vi porterò una LORO foto con tanto d’autografo quando tutto sarà finito… Grazie per avermi sempre mentito!” Tutti furono presi dal panico, e cercarono di parlare, ma io, girando le spalle, dissi: “… Siete stati la mia FINTA infanzia! Il mio FINTO PASSATO!  Quindi… COMPLICI… complici di Mami che è appunto questo!” Francy, con il volto di mille colori, fu l’unica a fermarmi ed a dirmi: “… Ah! Se avessi immaginato… Se solo avessi saputo… Ric… Scusami… ma, ora, anche se volessi farlo non potrei… I LORO simboli sono scomparsi! Forse… forse è arrivata la fine…” “No! Non è la fine! E’ solo un inizio! Il mio inizio! Sarà dura… ma ce la farò! Ce la devo fare! Sarà terribile, ma voglio ritrovare attraverso i volti, quella atmosfera… quegli odori e suoni… quei sentimenti di tanti anni fa! Ora, so di poter portare la Kalimba Lunare, proprio come Mirmo che ne è maestro! Ho anche una persona da proteggere ed una da vendicare! Ho anche delle persone ed entità da ringraziare! DELFINO E MIMOSA! Non sono più da solo! Ho conosciuto anche altri volti miei alleati!” Francy, m’abbracciò e si mise a piangere, e la signora Katy, avvicinandosi a noi disse: “… Riccardo… Cosa hai detto a mia figlia per farla piangere? Vedi? Vedi quanto dolore porti?” “La verità signora… Ho detto solo la verità!” E dicendo così, m’allontanai! Dovevo proseguire! Francy, disse a sua madre: “… Mamma… Abbiamo sbagliato a non dire a Ric quello che si celava nel suo passato… TUTTI abbiamo commesso questo errore! Ed ora, è solo, senza l’aiuto di nessuno… ABBIAMO COMMESSO UN ERRORE… La colpa di tutto, se dovesse accadergli qualcosa, sarà solo nostra…” Tutti, sentendo queste parole abbassarono la testa, e Checca, con Achille, dissero: “… Francy ha ragione! Anche noi la pensiamo così…” Ma Lio, Peppa, la signora Katy e Rita, storsero la bocca. Lio, disse con sdegno, rivolgendosi ai ragazzi: “… Vergognatevi! Siete come lui… e come lui, porterete solo DOLORE, PAURA, PANICO….” E quelli, in coro, per la prima volta sorridendo dissero: “… No! Noi porteremo solo SPERANZA E RICORDO… Riccardo ha perfettamente ragione! Non ci si può negare al proprio destino! Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità! BISOGNA RITROVARSI…”

         Avevo sentito quelle parole… Anche se lontano… avevo udito e ne rimasi commosso! Adesso, sapevo d’avere anche altri amici… Però, non potevo ritornare indietro… quindi decisi d’andare verso il bel vedere… Presi quella via, e mi trovai sotto ad un tunnel e poi… ecco, il mare!  Decisi di recarmi lì… davanti a quella casa dove Doroty giocò tante volte insieme a me ed a sua sorella. Infatti, chiesi un passaggio ad un signore che conoscevo, e quello mi portò proprio dove si ergeva quell’edificio affacciato sul mare… un mare stupendo! Mi lasciò all’entrata del lido, e camminai sulla ghiaia polverosa, annusando l’aria ricca di salsedine! Puzzava anche di pesce… quel luogo, aveva avuto sempre quell’atmosfera! M’avvicinai alla casa, e notai una bici arrugginita, appoggiata maldestramente al muro… Quella era un’altra cosa che ricordavo… Quella bici, era proprio quella con la quale, una sera d’estate, avevo fatto un bel giretto per il lido… Ricordo che in tv, a casa di Doroty, stavano trasmettendo un programma live di canzoni inglesi… Era una bici da donna… ma a me non importava! Era bella… rossa ed alta! Nel vedere quella bicicletta, fui preso da una malinconia bella! M’avvicinai e toccai il suo manubrio arrugginito e mi scappò un sorriso! Però, ora dovevo salire per quella scala che doveva condurmi in quella casa così carica di mistero ed odori… odori di creme solari… A me, sono sempre piaciute le profumerie, poiché, in quei negozi, specie d’estate, si sentiva proprio quell’odore… Dunque, cominciai a salire per quella scala, disseminata qua e la da calcinacci, ed arrivai fino alla porta di legno! I genitori di Doroty con sua sorella non abitavano più lì in estate da tantissimo tempo, ed io credevo che fosse abitata da altri… Però così non era! Sulla porta troneggiava un cartello bianco e rosso… VENDESI… Pensai a Meni, e decisi di comprarla… infondo, non poteva costare molto, e con il mio stipendio potevo permettermelo… Questo pensai davanti all’uscio. Appena appoggiai la mano sulla maniglia dorata a forma di ovolo, da sotto la porta, una bellissima luce, come di sole al tramonto… Mi colse un sentimento di benessere, misto ai ricordi d’un tempo ormai lontano! Ricordai me stesso, con il costume bagnato ed i piedi insabbiati, sedermi su quei divani letto, con i cuscini duri! Ricordai i cassetti al di sotto di quei letti, e l’odore di crema abbronzante… odore d’estate e di fantasia! Stranamente, spingendo la porta, s’aprì! Rimasi stupito! Non pensavo di poterci addirittura entrare… Però, quell’uscio cigoloso m’invitava ad entrare… e così, misi piede nella casa disabitata. Stranamente, tutto era come mi ricordavo! Il piano cottura… le pentole con i bicchieri ed i piatti, il televisore bianco con i pulsanti a scatto argentati. La luce del sole, filtrava proprio dalla persiana sopra quel divano letto… Sembrava fosse il tramonto, anche se sapevo benissimo che era mattina! Girando lo sguardo, il piccolo bagnetto con la porta scorrevole che si chiudeva a fisarmonica, e poi la camera da letto dei genitori di Doroty, con all’angolo quella macchina per fare i massaggi… quella macchina che a me era proibito toccare… quella macchina con le fasce! Ah! Quante volte, di nascosto, l’avevo accesa per sentirne la vibrazione… Solo un secondo… non di più… altrimenti m’avrebbero di certo sgridato! Poi, voltandomi verso la luce con i puntini, m’accorsi che sul divano, dove c’era quella finestra, proprio sul bel cuscino centrale quadrato, c’era qualcosa… Era come una busta da lettera! Cosa poteva mai contenere? Era rimasta lì, probabilmente, da quando i padroni di casa andarono via, chiudendo la casa… Quella busta m’attraeva… dovevo vedere di cosa si trattava… Così, camminai su quei mattoni scivolosi per via di alcuni granelli di sabbia, e m’avvicinai.

         Presi in mano quella busta, ma un rumore metallico mi fece sobbalzare! Era caduto qualcosa… un qualcosa che era lì, proprio in quella busta… un qualcosa di pesante… Guardai a terra, e vidi, con mia enorme sorpresa, proprio la chiave di quella casa… la chiave ottagonale! Mi chinai e la raccolsi… Come mai si trovava lì? E poi perché? Pensavo che i genitori di Doroty se la fossero portata via… pensavo di non rivederla mai più… ed invece, ed invece era lì davanti ai miei occhi! Il motivo della sua comparsa era scritto sulla lettera. Tolsi dalla busta un foglio di quaderno… come quello delle scuole elementari, con le righe sia larghe che strette! Il vedere questo foglio, mi riportò alla mente la mia infanzia, proprio a scuola… ne potevo sentire anche l’odore… odore di pollaio… comune a tutte le scuole del mondo… l’odore dell’innocenza dei bambini… Comunque, anche se immerso nei ricordi, dovevo leggere quello che c’era scritto.

         Mi sedetti su quel divano, in perfetta penombra, e quello che lessi con attenzione, mi lasciò di stucco! Si trattava d’un messaggio per me da parte di Dino… il padre di Doroty…

 

 

 

“ Carissimo Riccardo…

So che sei stupito dalla presenza proprio qui, di questa lettera,

ma era necessario che ti lasciassi qualcosa…

un qualcosa di molto importante…

Se sei qui, è perché hai incontrato la dolce Meni… ed hai

anche ricevuto il dono della Kalimba Lunare.

Sei cresciuto! Sei cresciuto ed hai avuto il coraggio di

sfidare i VOLTI…

Non è stato facile né per i tuoi e né per chi ti ha sempre conosciuto,

tenere il segreto… ma ti chiedo di perdonarci tutti! Sei molto coraggioso!

Farai sicuramente del tuo meglio per far in modo che LORO

non possano, in nessun modo, più nuocere a te ed ai tuoi che

hanno molto sofferto proprio a causa LORO! Probabilmente,

hai anche conosciuto tuo fratello Daniele, e questo dovrebbe renderti

felice! Doroty, in questo momento è con me! Lei ti ha, a suo modo

preparato… E’ stata lei a convincermi di farti un bel regalo… un regalo

che, di certo, non rifiuterai!

Riccardo… quando esci da questa casa, togli il cartello VENDESI…

non serve più! Nella busta, ti ho lasciato la chiave… Ora

la casa è TUA! Ah! Quanto tempo è trascorso… e quanto tempo dovrà ancora

passare… Noi… forse, un giorno, ci rincontreremo… ma, fino ad

allora, combatti… combatti la paura ed il dolore… combatti

contro chi ha fatto del male! NON SEI DA SOLO!

Ci sono molti amici con te… Però, dovrai fare molta attenzione!

Sicuramente, ti faranno di nuovo provare le pene dell’inferno…

pene che tu hai già vissuto in precedenza… Ma sono certo

che riuscirai a cavartela ed a dare a LORO il benservito!

A me non resta che augurarti buona fortuna… Abbi il coraggio

di TRASMETTERE e di RICEVERE! E nel dirti ciò,

ora, ti chiedo di guardare sotto il divano sul quale sei seduto…

troverai un altro regalo da parte di Doroty… Potrà esserti

di grande aiuto per la tua giusta battaglia! Guardare lontano è importante…

Ciao… e buona fortuna… Arrivederci!

DINO.”

 

        

         Non sapevo cosa dire e cosa pensare! Mi venne da piangere, e lo feci senza vergogna! Era perfetto! Era tutto come mi ricordavo… Stavo recuperando quello che avevo perduto in anni ed anni di tribolazione e bugie! Quella casa era mia! Non ci potevo credere! Dino, insieme a sua figlia, m’avevano voluto fare quel bel regalo! Non mi chiesi com’è che potevano sapere… non mi chiesi nulla! Sapevo solo che avrei onorato chi mi aveva sempre voluto bene e protetto! Piansi… piansi per un’ora! Erano lacrime di gioia e di tenerezza infinita! Però, dovevo reagire e continuare! Così, m’alzai, mi misi in tasca la lettera e la chiave ottagonale, e poi mi chinai per guardare sotto il divano… Era chiaro! Dovevo aprire, proprio come avevo sempre fatto da bambino, quel cassetto! Lo feci, e subito m’assalì l’odore di mare! Un odore che mi riportò indietro negli anni… In quel cassetto, c’era di tutto, proprio come al solito… però, intravidi quel binocolo che chiudendosi diventava piatto! Ripensai alle parole della lettera e capii… Era mio! Provai ad aprirlo ed a guardarci dentro! Scattò! Era bellissimo! Lo richiusi, e me lo infilai in tasca, pensando a come avrei dovuto usarlo contro di LORO!

         Sorridendo, m’avviai verso la porta… Dovevo ritornare a casa… Si era già fatto molto tardi… Era l’una! Tolsi dalla tasca la chiave ottagonale, ma, all’improvviso udii, da fuori il balcone chiuso, un verso… era come un cagnolino che guaiva… sembrava chiamarmi… Così, con ancora la chiave in mano, andai verso quel balcone che s’affacciava sul mare, ed aprii la serranda! Non notai subito chi c’era, ma vidi, il tavolo quadrato di plastica con l’ombrellone, la sedia sdraio, diversi giornali d’un tempo ormai passato, e proprio su quel tavolo il portapacchi di sigarette della mamma di Doroty, e poi due o tre sedie di plastica! Era tutto come lo ricordavo… anche quel posto… Però, vicino ad un’asta di legno ed un ombrellone chiuso, proprio sotto una finestra, notai una creatura! Era proprio quella che guaiva… Con sorpresa e tenerezza, m’accorsi che era una volpe! Non pensai a come aveva fatto ad entrare… non ne ebbi il tempo… Chinandomi, dissi a quella creatura tenera: “… Daniele… Sei tu?” Gli occhietti color ambra della volpe, si voltarono verso l’alto ad osservarmi. Non ebbe nessuna paura! S’avvicinò e si mise a leccare la mia mano! Non parlò, ma io capii benissimo che era lui! Mio fratello! Colui che m’aveva difeso, e che era stato condannato a rimanere in stato animale per proteggermi! Con la zampetta davanti, sollevandosi sulle zampe posteriori, mi toccò il petto… mi toccò sul cuore! Daniele, volle dirmi con quel gesto che mi voleva bene e che era con me! Lo abbracciai e lo accarezzai a lungo, e poi,  baciai il soffice pelo arancione! Sembrò sorridere… Poi, tutto ad un tratto, corse via, saltando sul muretto alto del balcone che divideva quella casa con le altre… Andò via, dopo avermi riempito di tenerezza! Mi misi di nuovo a piangere di gioia! Sapevo d’avere un fratello… sapevo che presto, avrebbe potuto anche parlarmi da essere umano! Finalmente, la mia famiglia si sarebbe riunita. Era la speranza! Guardai il mare, e con tenerezza pensai anche a Meni… Però, era tempo d’andare… Così, rientrai in casa, chiusi la serranda aperta del balcone, e m’avviai verso la porta di legno! La chiusi a chiave, facendo molti scatti! Era mia! Staccai il cartello VENDESI, e, proprio come un frisbee, lo feci volare via… su dei vicini alberi! Mi sentivo libero e felice… LORO non erano lì… Però… avrei, molto presto, dovuto incontrarli.

         Scesi dalle scale, e m’accorsi, che nella strada fatta di ghiaia, c’era una macchina parcheggiata… Suonò il clacson… sembrava che volessero attirare la mia attenzione… Ma… chi mai poteva essere? Chi poteva sapere che io mi trovavo lì? Pensai ad uno scambio di persona, ma, non c’era nessun’altro! Non potevano che volere me! Un altro suono di clacson, e, anche se con timore, decisi d’andare verso quella vettura… Volevo vedere chi c’era alla guida… Guardando dentro, non ci potevo credere! Non era possibile!

 

 

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