RAFFAELE FAMELI
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(XXXI) – GLI ULTIMI EXPERIMENTES E LA CONSEGNA DI TALE POTERE – IL BUIOS – GLI INNOCENTI NELLA CULLA - IL DUCA
Cominciava a piovere! Era anche scesa la nebbia! La visita nella casa di Telma m'aveva fatto capire molte cose... ed ora capivo anche le parole di Doroty! Comunque, io dovevo andare da Mario! Ora, s’era fatto davvero tardi! Così, appena svoltato l'angolo, aprii l'ombrello e m'apprestai a raggiungere la piazza. Mi misi a pensare alla mia situazione ed a quello che avrei dovuto vedere e fare! La mia situazione era paradossale! Sembrava una cosa scritta in un romanzo o cose del genere! Non pensavo, almeno fino all'inizio di tutta quella storia, che dei mostri, LORO, sarebbero usciti dal buio! Fino ad allora, io ero un ragazzo normale, anche se, come ho già detto, la mia vita era sempre stata piena di misteri e di bugie... ma si sa... questa è la mia vita!
Arrivato in piazza, mi guardai intorno... Nessuno! In quella piazza dove di mattina regnava la vita, ora non c'era anima viva! Mi venne di nuovo paura... Era il luogo ideale per un'aggressione, ma, sapevo bene che il vero pericolo l'avrei dovuto affrontare nella mia soffitta... in quella stanzetta bassa bassa, e non di certo in quel luogo! Così, con quella paura nel cuore, corsi come un matto fino ad arrivare davanti alla scala di mio cugino! Ad attendermi un gattino sul primo gradino! Sorrisi! Era lui... Mario! Volli accarezzarlo, ma quello, gnaolando, corse via! Dopo che scomparve dalla mia vista, cominciai a salire le scale, e poi... eccolo! Ecco il portone! Suonai ma ad aprire fu sua sorella Vanna! M'accolse con uno strano sorrisino sul viso, e mi disse: "... Ric... Mario adesso arriva... Lui vuole che tu vada in salotto! Ah! M'ha anche detto che non devi accendere per nessuna ragione la luce! Questi sono i suoi ordini... AHAHAHA... quindi, va a sederti su quella poltrona ed attendi! Arriverà presto... Io... io adesso devo uscire!" Dicendo così, prese un giubbotto color di rosa, si mise il cappuccio in testa e via... Vanna uscì lasciandomi da "solo" in quella casa.
Anche se era un luogo che conoscevo, mi fece lo stesso uno stranissimo effetto! Potevo sentire odor di braciere, ma compresi, come avevo già fatto, che c'era davvero! M'avvicinai alla porta del salotto, guardando la stanza dove avevo visto il Pen con molta agitazione, e, piano piano, avanzando nel buio, con le mani tese in avanti, toccai lo schienale sdrucito di quella poltrona! Mi girò la testa! Quella era una sensazione che già avevo provato altre volte entrando in certe case! Case… per così dire particolari… Però, anche provando quella strana cosa, girai intorno alla poltrona, sentendo sotto dei miei piedi il morbido tappeto simil persiano, e poi mi ci sedetti! Il buio di quella stanza era avvolgente! Anche, provando una certa tensione, comunque, mi trovavo a mio agio… L’unica cosa che davvero mi preoccupava in quel momento era il pensiero di trovare all’improvviso mio cugino dietro di me come un fantasma... Era la stessa paura, di quando, da piccolo insieme a Doroty ed a sua sorella, giocavamo a nascondino nella mia vecchia casa… Però, ora capivo che non si trattava solo d’un gioco! In quelle stanze… dietro a quelle tende, c’era davvero qualcuno… e noi… ci nascondevamo… ci nascondevamo da LORO!
Guardavo davanti a me, cercando di scorgere qualcosa… Vedevo un’ombra! Era un televisore spento, dal quale potevo vedere piccole luci! Erano i riflessi esterni! Mi parve anche di vedere figure muoversi, ma, girandomi… solo l’oscurità! Alle spalle di quella TV, delle persiane semichiuse, che, ogni tanto lasciavano intravedere dai vetri sporchi dei flash di luce! Erano i lampi… e subito dopo, in lontananza… i tuoni! Il temporale, ormai, era davvero vicino! Quell’atmosfera lugubre, invece che atterrirmi, mi caricava! Presto… avrei affrontato i miei ultimi EXPERIMENTES… Quanti interrogativi… quante domande senza risposta… Ancora, io non capivo molte cose! La mia mente, aveva già compreso quasi tutto, ma ancora, alcuni particolari mi sfuggivano! Nel mio cervello, e così nel mio cuore, regnava un temporale… già… proprio come quello che stava per arrivare… proprio quello che faceva tremare le imposte in quella casa! Mi sentivo così… inerme davanti al mistero! Ma… il mio cugino gatto non arrivava! Attesi per molti minuti… Questo mi innervosiva come non mai… Cominciai a sollevarmi da quella poltrona, cercando di carpire minimi segnali rumorosi… però nulla! Quella casa sembrava “deserta”! Grattai con le mie dita i braccioli di quella poltrona, saggiandone la rugosità… L’odor di braciere si stava facendo sempre più intenso… ed adesso, sembrava assumere la fragranza d’incenso! Un odore molto strano! Il rumore di quel silenzio era assordante… sembrava ingigantire quel suono naturale che si sente quando non s’ode nulla! Era frastornante! Mi sembrava d’impazzire! Cercavo di rimanere calmo… ma era difficilissimo!
Ad un tratto, dalla camera dove avevo avuto l’incontro con l’essere senza volto, un tonfo! Sobbalzai e tremai! “… Dantini… Chiudi gli occhi… presto arriverò da te! Cosa fai? Già vuoi andartene? Ah! Voi volpi frettolose… Ancora non abbiamo iniziato e cosa fai? Già cominci a tremare di paura? Tu… tu non sai ancora cos’è la VERA paura…” Era la voce di mio cugino, ma non sembrava provenire dalla stanza citata prima… sembrava provenire proprio dalla stanza dove mi trovavo in quel momento… precisamente sul divano opposto! “… No! Io non sto tremando! Tu sai perché sono qui! Voglio comprendere e capire! Sai… ho scoperto molto anche sul tuo conto! E… ti ringrazio per tutto! Dovrò combattere anche per te! NON SCAPPERO’! Chiuderò gli occhi come vuoi tu! Dai… cominciamo!” Urlai e chiusi gli occhi! Tutto ripiombò nel silenzio! Però, questa volta… era un silenzio innaturale… ovattato! Avendo gli occhi chiusi, potevo vedere quei famosi puntini di quando si chiudono forte le palpebre, e quelle figure allungate… dopo, invece del tunnel, come dei visi spaventosi! Molte altre volte mi era capitato, ma, non ci avevo mai fatto caso! Mi sentii buttare sopra la testa il plaid! Capii che Mario era dietro di me! Gli EXPERIMENTES erano già iniziati… “… Dantini! Ti piacciono i Guardiani dei Ricordi? Sono loro che ti hanno protetto durante la tua ricerca su di LORO!” Nel dire così, mio cugino, mi premette forte le sue dita (che sembravano essere provviste d’artigli) sui miei occhi… tanto forte da farmi urlare! “… Sono i guardiani del buio! Ah! Sono anche loro a consentire i viaggi durante gli EXPERIMENTES! Prendine nota… Un giorno potresti invocarli pure tu, aiutando altri… altri come te!” Capii tutto! Mario, mi stava insegnando ad eseguire per conto mio, aiutando gli altri, gli EXPERIMENTES! Compresi anche che non c’erano solo LORO nella mia vita, ma anche altri… altri che portavano la conoscenza! Erano la MEMORIA! Con l’aiuto di mio cugino, li stavo recuperando… A quel punto, mi sentii buttare giù dalla poltrona! Mi ritrovai steso su quel tappeto… però, provando ad aprire gli occhi, con mio terrore, vidi solo un’immagine! La scacchiera! Li richiusi subito, capendo che non mi trovavo più in casa di Mario… Era un’altra dimensione… la LORO! Mio cugino… sempre sopra di me, rideva… rideva con una voce nasale… “… Non aprire gli occhi Dantini! Non ancora… ti trovi nella PIANURA! Ancora ESISTE… E tu… tu non sei quello che eri… Vuoi dunque… vuoi rivedere la “TELECAMERA”? Vuoi rivedere l’orrore?” Io al sentire queste parole urlai e tremai! “… Certo che vuoi… ma per rivederla, dovrai capire la SOFFERENZA nel TRASMETTERE! Per ora, hai solo RICEVUTO… Mi dispiace per quello che ti dovrò fare…” Erano le stesse parole di Doroty… volevo piangere, ma il mio cugino gatto non me ne diede il tempo: “… Oh! Dovrai trovarti … NELLA SELVA OSCURA! E’ questo il tuo destino… DANTINI! Un destino che presto ti porterà alla LUCE DELLA LUNA! La LUNA SULLA TESTA!” Tremai di nuovo… Ricordai mio zio chinato, e capii anche il perché Mario mi chiamava Dantini… Ero un viaggiatore! Già… un viaggiatore dell’ignoto! “… L’unicornina t’ha fatto vedere… ma… io ti devo far SENTIRE! Il tuo grido sarà la TUA PRIMA TRASMISSIONE! Sei pronto Dantini?” Cosa potevo dire? Nulla! Dissi solo un lungo e sospirato : “… SI!”
Mi sentii stringere i genitali! Era un dolore insopportabile! Un dolore che portava, oltre allo strazio fisico, anche un certo malessere a livello psicologico! Però… avvertivo di non essere più umano! Sentivo un dolore strano… come se avessi avuto la CODA! Cominciai a guaire! Già… guaivo come una volpe! Guaivo forte! “… Ecco… ecco la sofferenza nel TRASMETTERE! Ecco il GRIDO DELLA VITA… GRIDO NELLA TRASMISSIONE DELLA PUREZZA!” Disse Mario, mentre piangevo disperatamente: “… Ora, comunque BASTA! Non piangere più Dantini! Sei una bellissima creatura! Una creatura PURA! Ecco… ecco quello che LORO vogliono eliminare da te! Adesso… ti porterò dove tutto ha avuto inizio… Anche per me…” Mi sentii sollevare da terra dai fianchi… Era come volare! Certamente, mio cugino m’aveva preso per portarmi in un altro luogo… ma dove?
Quello che successe dopo non lo capii… Avevo ancora gli occhi chiusi! Vedevo solo un gran bagliore bianco, come se, davanti a me ci fosse una fonte luminosa molto intensa! Mario, tenendomi, rideva, ma poi si bloccò di colpo dicendomi: “… Dantini… E’ da qui che dobbiamo partire per comprendere… Tutto nasce dal buio fino ad arrivare alla luce! Tu possiedi entrambi le cose! Sai perché la piramide che t’ho donato ha tre punte? La spiegazione è semplice… LORO sono in TRE… i TRE PUNTI DEL TEMPO! Dovrai trovare anche il buco che ti permetterà di ritrovarti… Ecco qual è lo scopo di quel foro sull’oggetto!” Quelle parole mi fecero capire molto… Dunque, quella piramide… quell’oggetto era una sorta di mappa? Ma… per andare dove? Per trovare cosa? Avrei voluto chiedere spiegazioni, ma, m’accorsi di non poter parlare! Questo mi fece spaventare e piangere! Mio cugino, s’accorse del mio stato d’animo, e si mise a ridere! Con voce nasale, mi disse, lasciandomi cadere a terra facendomi molto male (ero atterrato con le zampe tese): “… Cugino volpe… Non sempre si può sapere di più! Devi essere più puro! Comunque, capirai tutto a tempo debito… Ora… ora il BUIOS!” Tutto divenne nero! Stetti male! Mi faceva male la pancia… provai anche a vomitare, però non ci riuscii…
Mi ritrovai di nuovo con il plaid sulla testa! Ero steso sul tappeto… ero da solo! Mio cugino non c’era! Lo avvertivo… e così, mi tolsi dalla testa quella coperta! Notai che qualcosa m’aveva colpito in pancia! Forse era stato Mario a colpirmi! E poi, per quale motivo? Era questo, dunque, il BUIOS di cui parlava? Il buio del terrore e del dolore? Non ero più una volpe! “… Questa è solamente una parte del dolore che c’è stato davanti all’obiettivo di quella “telecamera”! Dantini… Vuoi davvero vedere cosa si cela dietro al tuo ricordo? Se la tua risposta è si… alzati e và in mezzo alla stanza… dove vedrai davvero il BUIOS e… LUI, altrimenti, accendi la luce e và via! Nessuno ti fermerà, solo che LORO ti uccideranno! Ricordati che questa è la prova suprema prima d’incontrarLI!” Disse Mario, ma la sua voce sembrava provenire da tutti il lati di quella oscura stanza! Anche, stando parecchio male per il colpo ricevuto, urlai fino a perdere la voce: “… Si! Ormai lo devo fare, cugino gatto! Conosco il mio destino! So perché agisci così violentemente nei miei riguardi! L’ho capito! AIUTERO’ GLI ALTRI… NO! Non accenderò quella dannata luce e non andrò via! Non fuggirò dai miei ricordi e da me stesso… NEMMENO DA LORO! Voglio trovare la mia strada che è già segnata sulla piramide! So che è stata anche la tua!” M’aggrappai alla poltrona e m’alzai! Andai verso il centro di quella stanza, e, spalancando gli occhi, urlai: “… SONO PRONTO!” Sentii Mario cingermi la vita con le sue braccia, e mi sussurrò all’orecchio: “… Dantini! Hai fatto la scelta giusta! Però… tu lo sai… soffrirai… ma tutto è necessario prima ad arrivare al premio finale…” “Lo so! Fammi vedere il BUIOS! Voglio progredire! VOGLIO TRASMETTERE! Non ho più paura!”
Udii solo: “… BUIOS…”. Quella, poi capii, che era un’altra forma di FLASHBACK MOMENT! Molto più potente! Il Plaid mi coprì di nuovo la testa! Questa volta, mi sentii pesante! Aprendo gli occhi, mi sembrò d’essere di nuovo sulle scale di quell’”orfanotrofio”! Mi trovavo a metà percorso… Potevo udire i gridi di gioia di quei bimbi! Andai avanti… Lì, vidi il piccolo Riccardo che era da solo! Guardava… osservava! Esplorava! M’avvicinai, e lui vedendomi arrivare mi sorrise… mi chiamò: “… Amico! Vieni! Andiamo in giro! Qui m’annoio! Però, dobbiamo stare attenti! La suora non vuole…” Piangendo, risposi: “… Certo Riccardo! Piccolino! Dobbiamo andare! Starò vicino a te!” Quello, prendendomi per la mano, mi condusse all’interno di quel lungo corridoio! Non sentivo più le urla dei bimbi! Udivo solo il suono lontano di quelle maledette siglette! LORO erano lì! Puzzava di vecchio… di cose lontane… Il piccolo Riccardo, sembrava non accorgersi di nulla! “… Sai… Prima ho visto i topolini sulla provola… poi, ho visto anche una “telecamera”… è di là!” Disse! Tremai, però, riprendendomi gli dissi: “… Sai Ric… Dobbiamo andare di nuovo a vederla… ma tu… m’accompagnerai, e poi tornerai dalla tua mamma!” Lui, con un sorriso mi disse: “Si! … Ma prima voglio vedere i bambini appena nati… So che ci sono!” Risposi di si, e ci avviammo! Vedevo figure coperte d’un velo nero, andare avanti ed indietro… Erano figure spettrali! Sembravano demoni e non suore! “… Eccole! Le suore! Non facciamoci vedere… sennò ci cacciano! Tu sai, amico mio, dove si trovano i bambini piccoli?” Mi disse, ed io, anche non sapendolo razionalmente, risposi: “… Di là… Dobbiamo andare avanti…” Il piccolo Riccardo, mi sorrise ed andammo…
Quel corridoio era buio… ma… proprio in fondo, una strana luce quasi blu… e poi un vetro separatore che faceva vedere da un muro un’altra stanza! Sembrava un ospedale, ma… capivo che non lo era! Ah… Ricordavo quel posto, e mi sentii strano! All’improvviso non avevo più il coraggio per andare a vedere, ma il piccolo me stesso, con gioia, corse al vetro e stando sulle punte dei piedini, tentava di scorgere oltre… “… Non vedo! E’ alto! Amico… mi prendi in braccio?” Mi disse triste… Rimasi fermo! Non osavo muovermi… avevo paura! Ma, il piccolo Ric, insistendo, mi fece avvicinare. Mi chinai, lo presi dai fianchi e lo sollevai! Lui guardò brevemente, ma io non ne ebbi il coraggio! Una voce… una voce che udii solo io, disse: “… Dantini! Devi guardare! Non puoi tirarti indietro proprio ora… Non ricordi più cosa mi hai detto prima del BUIOS? E poi… LUI!” Era Mario! Mio cugino gatto mi esortava a continuare la mia “TRASMISSIONE”! Capii che tutto quello che stavo vedendo io, in realtà, veniva trasmesso da TELE PIANURA… Prendendo coraggio da quelle parole, girai lo sguardo al di là del vetro… Mi sentii intenerire e cominciai a piangere! Quello che vidi, fu tutto surreale e magico…
Vidi dei lettini, proprio come in un reparto d’ostetricia… bambini che dormivano, urlavano, forse perché avevano fame… Insomma vidi la vita! Però, guardando meglio, notai anche che in quei piccoli giacigli, c’erano anche altre piccole creature! Erano cuccioli di volpe e d’altri animali! Insomma tutto era perfetto… però, poi, mi si gelò il sangue nelle vene… Una visione terribile!
Da piccolino, non mi ricordo bene né dove e né quando, ma, a pensarci bene, alle scuole elementari, qualcuno, forse un mio compagno, mi parlò d’un qualcosa che io avevo rimosso per tutto quel tempo… prima d’arrivare lì… in quel momento… in quell’”orfanotrofio”! L’avevo completamente eliminato dalla mia memoria… forse… perché quella cosa l’avevo vista veramente… Si trattava d’una figura lunga con il mantello nero bordato di rosso! Aveva anche un cappello sulla testa… un cilindro! Mi dissero che si chiamava “IL DUCA”!
Ad aggirarsi furtivamente tra quei lettini in quella specie di nursery, vidi proprio LUI! Mi ricordai ad un tratto, e preso dal terrore, feci scendere il piccolo me per non farglielo vedere! La maledetta sigletta continuava a suonare! Il piccolo Riccardo, vedendo che io non lo volevo più prendere in braccio, si mise a piangere! Voleva ancora vedere in quei lettini i bambini ed i cuccioli! Con le lacrime che gli solcavano il viso mi disse: “… Amico… Perché? Perché m’hai fatto scendere? Dai… fammi vedere ancora… Voglio vedere i piccolini!” Ma, io, gli tappai la bocca con una mano e gli dissi dolcemente: “… No Ric! Non piangere! E’ pericoloso! Lì… lì c’è il DUCA! Di certo ancora non l’hai visto! Non lo devi ancora vedere! Sei ancora troppo piccolo! Ti prego…” Ma lui, liberandosi da me, saltò su una fredda e sporca panchina che si trovava appoggiata sul muro dietro di noi… una sorta di sala d’aspetto molto tetra… Cominciò a saltare per guardare quei lettini! Avrei voluto andare da lui per tirarlo giù, ma da quel vetro… con quella luce quasi blu, vidi avvicinarsi LUI… il DUCA, proprio di fronte a me ! A quel punto, con paura, cominciai a ricordare molto altro…
Era un giorno come tanti altri nella mia scuola elementare… Non ricordo bene il motivo, però, mi ritrovai a scendere le lunghe scale, che, dal secondo piano, dovevano condurmi al piano terra dove pensavo d’uscire fuori nel cortile! I muri erano colorati con due colori… bianco e sotto una specie di marroncino chiaro! Tutto puzzava di vernice fresca! La scuola era stata ristrutturata da poco… Dalla alta tromba delle scale, guardavo in giù per paura che qualcuno mi vedesse scendere! Arrivato al piano terra, vidi l’entrata posteriore della scuola che dava proprio su quello spazio recintato da lunghi ferri e chiuso da un cancello marrone… che stranamente era aperto! Non c’era nessuno in quella piccola entrata! Si vedeva solo una finestra chiusa e quella dannata porta! Fu una vera fortuna che non uscii in quel cortile! Mi aveva distratto, un’altra porta semiaperta con la maniglia nera lunga che faceva accedere dalla parte posteriore all’aula magna! In quel periodo, proprio da quella porta, s’accedeva dietro al piccolo palcoscenico, da due scalini molto alti, per arrivare proprio sul centro di quel palco! Quante volte avevo provato ad andare lì… Mi piacevano molto i microfoni… di certo li avrei trovati in quel posto, ma tutti gli insegnanti ed i bidelli mi impedivano di farlo… Molto dopo, come ho già raccontato, avrei avuto molto a che fare con i microfoni, essendo diventato speaker in una emittente radiofonica… ma quella volta, non andò così… Stavo quasi per toccare quella maniglia nera, quando udii il cancello esterno del cortile cigolare! Lasciai la maniglia e mi misi a guardare all’esterno! C’era un sole molto strano… quasi al tramonto, nonostante fosse mattina piena! Fui abbagliato… non vedevo il cortile! Era una luce molto forte! Per istinto, guardai giù sul pavimento… a macchie bianche e nere! Fu lì che vidi l’ombra del DUCA allungarsi su quelle strane mattonelle! Una figura lunga… Potevo vedere distintamente la forma del SUO cilindro… Si stava avvicinando… questo lo capivo, perché vedevo l’ombra accorciarsi! Aveva intenzione d’avvicinarsi proprio dov’ero io… Preso dal panico, aprii la porta dell’aula magna! Sapevo che ero da solo… Sapevo di trovarmi in pericolo! Salii i gradini che davano sul palco in modo veloce, ma caddi in avanti con le mani sulla moquette sporca di coriandoli e molto polverosa! Mi feci male alle ginocchia, ma… non potevo piangere… dovevo scappare! Sapevo d’avere alle costole il DUCA… così, rialzandomi, mi feci spazio tra quelle tende da quinta di sipario! Ero piccolo! Quel palco, che ora sembrerebbe minuscolo, a me pareva immenso! Le tende erano di colore blu e rosso! Ah! Quanta polvere! Con le mani, cercavo di trovare la via d’uscita! Mi misi anche a tossire in modo tanto forte che stavo quasi per rigettare! Ma dovevo trovare lo spazio tra quelle tende che pareva non esserci! Quelle tende, erano molto fitte! Non riuscivo a vedere nulla… solo il blu ed il rosso… e la polvere! Ad un tratto, ho creduto di trovare il centro del palco, ma ho sbattuto la testa contro il muro! Infatti, ero arrivato al limite del fondale! Le quinte mi stavano facendo smarrire il senso dell’orientamento! Dovevo trovare il sipario! Ma… così non fu! Caddi di nuovo stremato! Sentivo la presenza del DUCA… mi misi ad urlare! Mi feci anche la pipì addosso! Mi sentivo braccato… in trappola! Due mani mi presero da un braccio… “… Riccardo! Ah! Ti ho trovato! Per quale ragione sei qui? Uh! Guarda… ti sei bagnato! Porcellino! Lo dico a tuo padre… Cosa hai fatto? NON C’E’ NULLA! LUI NON C’E’… NON ESISTE! Quante volte t’ho detto che non devi venire qui da solo? Sei stato cattivo! Poteva… potevi farti male!” Era la mia maestra! Pensai che fosse il DUCA, ma quando riuscii a capire che non era LUI, mi misi a piangere! Avrei voluto spiegare alla mia insegnante cosa era successo, ma quella non mi diede modo di farlo! Mi portò, prima in bagno per asciugarmi la pipì, e poi, di nuovo in aula! Quella è stata forse l’esperienza che m’ha fatto rimuovere il DUCA dalla mia mente… Ma ora era lì… di fronte a me…