I TRE VOLTI DEL PASSATO

RAFFAELE FAMELI

Attenzione !! Le storie sono protette da copyright  dell'autore SIAE (C)

 

(VII) LA CASA DEI VICINI – I CASSETTI E LA TELEVISIONE – LE SIGLETTE - LE CROCINE CROCINE CHE NON FINISCONO MAI - LA STANZA DI CRISTALLO

 

Non avevo sempre vissuto in quella casa… I miei, con moltissimi sacrifici, l’avevano costruita quando io avevo circa cinque anni, e dopo, a sei, ci siamo trasferiti lì… Ma prima no… Abitavamo in un condominio, con un’altra famiglia che abitava proprio di fronte a noi… sul nostro stesso pianerottolo!

         Ricordavo l’odore strano e dolciastro di quella casa… Quei vicini così accoglienti, e la loro abitazione particolare! Ricordavo soprattutto le tre figlie e quella musica… quella musica che usciva fuori da una vecchia radio o da un giradischi! Una musica che tutt’ora ricordo! Era strana! Una musica languida con suoni di steel guitar! Canzoni dolci, fino ad essere quasi ipnotiche… Ne ricordavo soprattutto una!

         Una delle tre figlie dei nostri vicini, per farmi stare tranquillo, metteva su quel giradischi un disco molto particolare… Si intitolava “LA LUNA” quella canzone, incisa su un quarantacinque giri con l’etichetta verde! Ricordavo anche il simbolo della casa discografica… Un’ellisse con caratteri particolari!

         Comunque, andando avanti nei ricordi, rivedevo quella casa… Un lungo corridoio ed a destra una cucina con un tavolo, e sempre in quella stanza, sempre sulla destra, l’angolo cottura con il frigorifero! Odorava sempre di cibo e di roba da mangiare quella stanza… Poi, guardando avanti un balcone chiuso, e sulla sinistra, appoggiata a dei mobili pieni di cassetti, una TV. Seguendo sempre il corridoio, dalla parte sinistra, la camera da letto dei genitori delle tre sorelle che era sempre buia… Avanzando, sempre in questo corridoio, sulla destra, una consolle di legno con un enorme specchio, e poi, sulla destra, dopo la cucina, una stanza che fungeva da studio! Ah! L’atmosfera di questa stanza era dolciastra… opprimente, un po’ come tutta la casa! Forse ancor di più… Una finestra, con le tapparelle mezze abbassate, faceva filtrare la luce del sole al tramonto, facendo apparire sul muro i riflessi del sole, come tanti puntini, che assumevano la forma di tante strisce piccole di luce quasi arancione! Ricordo anche i mobili… di color legno, con delle strisce bianche e nere a sottolinearne i vari cassetti, che io aprivo da piccolo avidamente per cercare qualcosa di mio gusto, che poi, chiedevo ai proprietari di regalarmi! I cassetti! Credo che anche questi centrino qualcosa con il mio passato… Amavo frugare per trovare! Vicino alla porta, un divano con un colore indescrivibile, mentre sui muri, una lunga fila di poster e di puzzle di ogni genere! Evidentemente, le tre sorelle, si divertivano ad appiccicarli! Si prendevano anche la briga di mettere insieme puzzle anche molto complessi, con moltissimi pezzi! Questi ricordi, come colonna sonora, avevano sempre la musica ipnotica e dolciastra citata prima…

         Avanzavo e, a forma di “ T “, il corridoio s’apriva in due! Dal lato sinistro, in fondo, il bagno e poco prima, sulla destra la camera delle tre sorelle! L’odore che ricordai per questa stanza, era l’odore tipico delle piastrine contro le zanzare, che io prendevo sempre di nascosto per poterle portare a casa ed odorare! Mi piacevano molto! Poi, ricordo che in questa stanza, trovai anche un numero della tombola… cioè, quelli che si estraggono dal sacchetto per giocare! Era un “ 64 “ di colore verde! Lo portai a casa anche quello, proprio come le piastrine, poiché mi piacque… In fondo, messi in fila, i tre letti delle tre ragazze e poi una scrivania! Sui muri, sempre poster e puzzle! Sforzandomi a ricordare… ora vedevo anche una bambola… una bambola dal viso allungato e lunghi capelli neri… Un altro volto! Un altro volto somigliante a quello che ho già detto! Il primo! Ricordando questa bambola ebbi un sussulto, e ricordai d’aver ricevuto in dono, proprio in quella stanza, da una delle tre sorelle, una pallina. La ragazza la chiamava “PAZZO MONDO” Una pallina che rimbalzava facendo danni! Cambiai nel ricordo stanza! Seguendo il segmento a “ T “, dopo la stanza delle ragazze, si giungeva al salone! Lì c’era il famoso giradischi… le grosse casse acustiche sui mobili alti, interamente fatte di legno bruno con la retina di protezione dei coni, fatta di legno a righe sempre dello stesso colore. Girandomi, altri divani, ed al centro della stanza un tavolo antico… lungo, con le sedie, anch’esse in quello stile, come del resto tutti i mobili di quella stanza, disposte ordinatamente ai suoi bordi! Quel tavolo odorava di spray per il legno! Proprio alla fine del lungo tavolo, ricoperto da ogni tipo di cianfrusaglia come bomboniere ed altro, si trovava il balcone con delle tende, che sembravano antiche anch’esse, e subito sulla destra, un organo ad aria per i bambini, e molti spartiti per questo strumento!

         All’improvviso, l’atmosfera nel ricordo cambiò! L’odore di quella stanza, diventò come quello dello studio! Notai che sul tavolo, non c’erano più le bomboniere, ma liquori, confetti e dolci! La musica divenne più insistente e malinconica che mai… Percepivo, anche, la presenza di molte persone… come se ci fosse una ricorrenza! Vicino al balcone, seduta su una sedia, un’anziana signora, con i capelli lunghi e bianchi che gli arrivavano sulle spalle! Erano spettinati! Era vestita con una lunga veste a fiori. Quella donna odorava di vecchio, ma non era un odore normale! Ricordai che mi guardava e che mi sorrideva! Era la mamma di Margarita… la nostra vicina! Quella donna sapeva… sapeva sicuramente tutto di me e dei miei misteri, ma andarle a parlare era impossibile… infatti sapevo che era morta da anni… molto prima del mio tentativo di riscoprire me stesso! Come ho già detto, ricordavo d’aver visto molta gente in quella stanza… però non ricordavo nessun volto! Ricordavo solo il volto di quell’anziana signora… Non so perché, ma gli altri mi facevano paura… Anche se non riuscivo a vedere i visi di quelle persone, ebbi paura come se avessero avuto anomalie al volto! I volti! Ritornavano appunto i volti! Provai una sensazione di pericolo imminente… come se dovesse accadere qualcosa da un momento all’altro… Tutte quelle ombre, sembravano guardare dal balcone qualcosa di terribile…

         Cambiai stanza, di nuovo nel ricordo! Forse per timore… Ora, con il cuore che mi batteva ero di nuovo in cucina, ma questa volta il balcone era spalancato, e si vedevano passare delle ombre di persone, visto che il sole al tramonto non rendeva possibile la visione corretta… infatti era proprio davanti a me! La televisione era accesa! Subito, partì una sigletta di molti anni fa… Era la sigletta delle pubblicità in onda negli anni ’80… una noce che si rompeva… farfalle e colori che uscivano da quel guscio aperto a mo di bocca! Poi, un caleidoscopio di colori ed un melograno che sembrava essere appeso ad un filo che, dondolando come un pendolo, si rompeva come la noce… poi dei pesci che nuotavano in banco, vicino ad una pianta indistinta… Tutto questo, su uno schermo bianco a righine a far da sfondo! La musica faceva paura! Musiche orribili di xilofoni, sintetizzatori e Dio solo sa cos’altro… e poi Mami! Apparve lui e…

         Riaprii gli occhi tremando! Fuori pioveva a dirotto! Tuonava! Perché? Perché avevo avuto quelle visioni? Mi ero forse addormentato? Riaccesi la luce e guardai l’ora… Erano ancora le undici… I miei non sarebbero rientrati prima delle tre di notte! Avevo ancora tempo per recuperare i miei ricordi!

         Qualcuno, ormai era chiaro, non desiderava che io vedessi… che aprissi quei cassetti nascosti del mio passato! Però… io sono sempre stato testardo! Come mi batteva il cuore… Dovevo farlo! Forse quel televisore era la chiave per poter scoprire di più? Forse dovevo aver la forza di cambiar canale? Cosa avrei visto? E poi… l’odore di Mami… Adesso ricordavo meglio… Come ho già detto, somigliava in modo impressionante all’odore antico di braciere con dentro bucce d’arancia e di mandarino per far profumare l’aria… Era un odore esoterico di certo! Dovevo ritornare ancora lì… Dovevo recuperare…

         Spensi di nuovo la luce, e questa volta fissai il lampadario. Fuori, la pioggia cadeva incessantemente, ed io, cullato da quel suono… sempre con l’ansia e Mami che mi girava in mente, con i suoni e le immagini di quel televisore, cercai di guardare in un punto illuminato da un lampione esterno, su quel lampadario! Guardai pure l’armadio e vidi quello che da sempre avevo visto… fin da piccolino! Fessure tra gli sportelli che assomigliavano a croci, tanto da chiamarle da bambino: “… Crocine crocine che non finiscono mai…” Questo mi diede coraggio di continuare nel mio percorso… Mi fece bene! Non so perché, ma quelle “croci” mi avevano sempre dato coraggio e fiducia. Con questa calma riacquistata, ritornai a fissare quel punto sul lampadario! Dopo un po’ di tempo, tutto scomparve! Fissando un punto intensamente, senza distogliere lo sguardo, si può annullare tutto oppure vedere l’aura delle cose… Questo lo avevo letto su Internet, ma io mi concentrai molto di più! Non muovevo neppure le palpebre…

         Mi ero talmente concentrato, che tutto intorno a me… la stanza… si fece trasparente! Sembrava una stanza interamente fatta di cristallo! Magari… in quella stanza, e con quel tipo di concentrazione sarei stato capace di vedere di più?

 

 

 

HOME DELLA SEZIONE

HOME