RAFFAELE FAMELI
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Inizio : 22/01/2015
Fine : 15/02/2015
Mi chiamo Ryan, se mi avessero raccontato quello che mi sarebbe capitato, giuro su quello che mi è più caro, che non ci avrei creduto… Ero un cacciatore… Dico “Ero”, perché dopo di quell’esperienza, ora non lo sono più.
Un cacciatore, dovrebbe essere serio e calcolatore, dovrebbe amare i fucili più d’ogni altra cosa al mondo… Io ero così! Non mi facevo nessun problema se, anche se tardi, un mio amico veniva a chiamarmi per una battuta di caccia… Magari ero anche in pigiama, ma mi vestivo come un lampo in tenuta venatoria.
Le mie prede preferite, e questo da sempre, erano le volpi! Con quelle bestie, ho avuto sempre un rapporto molto strano! Le odiavo, in quanto erano solite rubare nei pollai, come loro abitudine, le galline che i contadini con tanto amore e sacrificio crescevano e facevano diventare grassottelle e pronte per il forno; però mi piacevano molto per via della loro bella pelliccia, ed anche perché, beccare una di loro e, magari spararle, era un’impresa ardua… Mi piacevano molto e mi piace, a maggior ragione ora ancor di più, la loro proverbiale furbizia… Era uno spasso stare dietro a quelle creature… Mi facevano impazzire, ma per questo le adoravo.
Durante le mie lunghe battute, mi sono sempre fatto aiutare dal mio fedele Tunder! Questo cane da caccia, mi aveva sempre accompagnato in quei boschi ricchi di prede… Non si è mai lamentato di nulla… Io, pensavo non potesse farlo per via della mancanza di parola o per l’assenza della ragione, ma, come m’accorsi in seguito, il mio amico lo faceva per due motivi… uno, l’istinto, e due per l’amicizia con me! Sembrano luoghi comuni, ma v’assicuro che aver vissuto un’esperienza come la mia, porta davvero a vedere le cose che accadono in natura con un’altra ottica.
Dicevo, dunque, che ero un cacciatore! Uno di quelli sfegatati! Avevo comprato il mio primo fucile alla “tenera” età di diciannove anni, età che mi permetteva d’avere un valido porto d’armi… Ma l’esperienza da “killer naturale”, cominciò molti anni prima…
Fu mio padre a portarmi con lui a caccia per la prima volta! Fu con lui che provai le mie prime manovre con il fucile… La prima volta, come un deficiente, mi lussai una spalla e caddi come un broccolo all’indietro a conseguenza del rinculo che il calcio dell’arma mi diede quando premetti il grilletto! Ma, al contrario d’una persona con un minimo di raziocinio, quella dolorosa vicenda non mi fece perdere l’interesse per questo orribile e pericoloso “sport”, no! Al contrario… Vi andai di nuovo… andai di nuovo con il mio papà a sparare ad innocenti animali… e vi confesso che mi piaceva un sacco!
Non mi ero lasciato commuovere nemmeno da i films che avevo visto… A me, Bambi, Red e Toby e molti altri, non m’avevano fatto nessun effetto! In pratica, ero insensibile e duro come una roccia! Tutti, all’uscita dal cinema, o davanti alla tv, piangevano e si disperavano per quelle storie così ricche di sentimento, io invece il nulla più assoluto! Pensavo che gli animali, ed a maggior ragione, quelli dei cartoni animati, non potessero provare nulla!
Nemmeno quando comprai Tunder da cucciolo, e dopo averlo accarezzato, riuscivo a comprendere… Semplicemente lo comprai perché un cacciatore deve avere necessariamente un cane da caccia! Mi serviva solo un compagno per le battute e nulla più! Non lo vedevo come animale… ma a pensarci bene, lui mi rispettava proprio come se anch’io fossi uno di loro… un cane… ma, questo lo capii soltanto dopo…
Continuavo, perciò, nella pratica venatoria, che ormai era diventata la mia ossessione e la mia unica ragione di vita! Mi piaceva udire il colpo provocato dal fucile, e, stupidamente, anche i lamenti di quelle creature, che ormai consideravo solo “prede”!
Mi piacevano pure i complimenti degli amici del bar, quando tornavo con gli animali morti che facevo vedere come se si trattasse di quadri da esposizione… Ma io non ero un pittore, e quelle “tele” erano dipinte con il sangue degli animali… ma io non riuscivo… anzi, non volevo capirlo.
Contento, forse anche più di me, era mio padre! Cacciatore di vecchia data e stampo… Con lui, potevo condividere pienamente le emozioni di quelle uccisioni, e talvolta, era anche super contento il pellicciaio della mia città, amico di famiglia, che, con quelle volpi, ermellini e quant’altro, poteva ben guadagnare, e così far contente anche tutte quelle “diaboliche” e belle signore, che entrando nel suo negozio, e subito dopo aver sborsato molti quattrini, potevano così sfoggiare nei giorni di festa quelle carcasse svuotate dall’interno di animali morti, come se si trattasse di vestiti all’ultima moda di Parigi… In pratica, si mettevano addosso dei cadaveri veri e propri! E pensare che a tutte quelle signorone, quelle cose non facevano per nulla schifo, ma, appena vedevano un topolino in casa “vivo”, saltavano per la paura e per l’orrore, sui tavoli… Gli animali cadaverici si… mentre solamente vedere un topo le faceva saltare e stare male… Forse non si rendevano conto che i topi avevano molta più paura di loro…! Alla faccia della coerenza femminile…
Tutto questo, dunque, mi piaceva da morire, anche perché anch’io ci guadagnavo bene! Ormai, non vedevo che la caccia e solo la caccia! Ero diventato un cacciatore per professione e passione… insomma… tra me e Jack lo Squartatore non c’era alcuna differenza!
Quello che capitò, come un fulmine a ciel sereno nella mia vita, potrebbe anche sembrare qualcosa di già visto o sentito… ma, vi assicuro che non è così… Ah! Ne ho viste e sentite così tante che, se non avessi una buona capacità di sintesi, non riuscirei a far entrarle tutte in poche pagine… dovrei scrivere come minimo la “Divina Commedia”
Cominciamo con ordine… Quella mattina, mi svegliai molto presto! Era il primo giorno d’apertura ufficiale della stagione di caccia. Da buon “killer” quale ero, m’apprestai, la sera prima, ad andare a letto presto, per essere sveglio ed attivo al mattino! Costrinsi anche Tunder a dormire, visto che mi serviva assolutamente il suo supporto ed il suo infallibile fiuto. Lui, sbadigliando, come al solito, riversandomi addosso, tutta la sua brava fedeltà, mi leccò e mi seguì in bagno come ogni santo giorno. Quella, per noi, doveva essere una giornata importante! Infatti, dovevamo star fuori fino a notte, perché avevo intenzione, non solo di cacciare, o per meglio dire “assassinare” poveri uccellini indifesi, ma, siccome le volpi sono animali notturni, dovevamo necessariamente, al chiaror della luna, affilare per così dire, le nostre armi, ed effettuare così, “volpicidi” premeditati!
Dopo essermi lavato, attraversai il corridoio di casa mia al buio come un fantasma… e Tunder lo attraversò con me come il migliore amico del suddetto ectoplasma. Dovevo andare ad indossare i vestiti adatti… vestiti verde mimetico, e poi prendere il mio amatissimo fucile… ma non un fucile qualunque… (io ne possedevo tantissimi), ma quello per le grandi occasioni, cioè, proprio quello che avevo comprato a diciannove anni! Quell’arma, ormai, la usavo solo raramente… lo facevo per non rovinarlo… Già… proprio come il vestito delle feste, anche se, e adesso me ne rendo conto, c’era poco da festeggiare… Andavo solo ad uccidere…
Com’era bello… Lì, nella fuciliera! Ah! Quante volte, insieme alle altre armi di distruzione di massa, l’avevo lucidato… Era scintillante alla luce del sole che era appena sorto! Quella luce soffusa ed a trattini rossi, per via della tapparella non chiusa perfettamente!
Dopo un minuto di contemplazione, aprì gli sportelli di vetro della fuciliera e presi il fucile! Lo strinsi tra le mani! Mi dava una sensazione di potere incredibile… un potere fasullo e fatuo. Anche Tunder sembrava essere contento, ma forse lo era perché sapeva di dover andare in cucina a far colazione.
Come un cecchino, indossai il gilé verde con la cartucciera e gli stivali, con fissato ad un supporto, un coltellaccio lungo lungo! Sembravo Rambo! Solo che l’eroe cinematografico in questione, si vestiva in quel modo solo per difendersi, mentre io no! Io volevo solo divertirmi. Presi anche dei fischietti di richiamo per gli uccellini! Volevo non solo sparargli, ma anche prendermi il supremo divertimento di prenderli per i fondelli, facendogli credere che io fossi uno di loro… Mi divertivo da matti a farlo… e subito dopo… PUM! Un colpo in pieno petto!
Presi anche parecchie scatole di cartucce… Non volevo rimanere a secco! Avevo speso un occhio della testa per poterle comprare un giorno prima dall’amico armaiolo all’angolo, che ormai mi considerava un cliente fisso, proprio come un ubriacone al bar… Con tutti quei soldi, avrei potuto fare la spesa per una settimana… Ma al diavolo il cibo! Io dovevo andare a caccia!
Dunque, bardato come un soldato che sta per andare in guerra, con il sorriso a trecentosessanta gradi, sempre con Tunder affamato che scodinzolava festoso, andammo in cucina… Presi al volo un caffè e feci fare al “cagnetto killer” ma, mio amico, una bella scorpacciata fino a scoppiare di croccantini! Si sa… Dovevamo star fuori a sparare fino a sera, per colpire a tradimento chi non se lo aspettava, ma… a pensarci ora, se l’aspettavano e come… da me… uomo.
Uscimmo fuori da casa di corsa, manco stavamo per perdere il treno… e poi, di corsa verso la mia Jeep. Il sole illuminava leggermente il cofano. Tunder, si sistemò sul sedile vicino a me, guardandomi in modo tenero, mentre io svoltavo per raggiungere la strada di campagna dove avremmo dovuto scendere per raggiungere la zona di caccia. Era tutto così bello ed eccitante… Ma ancora doveva venire il bello.
Siamo giunti al posto della “guerra a senso unico” che già conoscevo. Il posto era uguale, ma l’esperienza che dovevo avere in quel tratto di bosco, era totalmente inaspettata.
Siamo scesi dal fuoristrada, e subito Tunder fiutò qualcosa… Presi armi e bagagli, ed iniziai a seguire il mio amico a quattro zampe. Confesso che camminare per quel sentiero, che molte volte avevo preso, quella mattina mi sembrò diverso, e stranamente, mi sentivo come osservato. Avevo come l’impressione che tra quei folti cespugli, qualcuno mi stesse spiando, osservando furtivamente le mie mosse… Ma Tunder continuava ad abbaiare ed a correre, tanto veloce che alla fine non lo vidi più. Provai a richiamarlo, ed invece il nulla… Non lo sentivo nemmeno abbaiare…
Non lo sapevo ancora, ma il mio amico aveva avuto un incontro molto particolare.
Alla fine, vidi Tunder tornare da me mesto mesto. Sembrava essere spaventato… Si, ma da cosa? Lo vidi trotterellare verso di me, con la coda tra le zampe, ed alla fine, si avvicinò cercando una carezza. Per non fare il duro di cuore, cominciai ad accarezzare il Setter che prese a guardarmi in modo molto strano! Provai soggezione per la prima volta, davanti a lui… Io, che lo avevo sempre accarezzato ed accudito… Io, che gli avevo sempre fatto il bagnetto, e confesso che qualche volta l’avevo portato con me in vasca da bagno per lavarci e per stare un po’ a mollo…
Io guardavo lui, e lui guardava me… Sembrava quasi che volesse fare qualcosa di inusuale… Si mise a guaire leggermente, e poi, di scatto, si voltò verso il posto da cui era arrivato, come se ci fosse qualcun altro nascosto in quella natura, che gli aveva dato ordini ben precisi, dicendogli di far qualcosa di strano per lui… e di farlo di fronte a me!
“Ryan! Padroncino mio!! Ti prego… Non aver paura!! Ti devo dire una cosa… Per favore… Getta il tuo fucile a terra… Loro… loro non vogliono vederlo!! Hanno paura!!”
Il mio cane mi stava parlando? Un cane parlava? Si!! Rimasi senza fiato! Non era una cosa possibile! Provai a schiaffeggiarmi come uno scemo per capire se stavo sognando oppure no… “Padroncino… Padroncino mio… So che hai molta paura!! Sai… ho paura anch’io!! E’ una regola di noi animali non poter parlare con voi esseri umani… Ma io ho avuto licenza dal RE… Sua Maestà, non vuole farti paura più del giusto, ed ha mandato me a prepararti psicologicamente! Noi… noi siamo amici giusto?” Io, cosa che non avevo mai fatto, gettai il fucile che avevo in spalla in terra, e con le lacrime agli occhi annuì senza dire nulla. “Bene!! Se siamo amici, come sono certo che lo siamo, visto che mi hai allevato amorevolmente fin da quando ero cucciolo, ti devo dire che qui, LORO, non vogliono vedere più fucili e né coltelli!! Sono molto arrabbiati perché, nonostante la RIUNIONE ed il PROCESSO, voi umani, ancora vi ostinate ad usare violenza gratuita contro gli animali! Adesso LORO, ora, sono di più! Molti di più! Io ti giuro, padroncino mio, che non lo sapevo… Non sapevo nulla di queste cose… Prima… prima erano in pochi, durante la RIUNIONE ed il PROCESSO, ma ora sono in tanti!! Hanno formato un SINDACATO proprio ieri… Hanno saputo che è cominciata la caccia, e, secondo il DOCUMENTO UFFICIALE stipulato qualche tempo fa, proprio da LORO, la caccia è vietata! LORO chiamano quest’atto: ‘ Mancanza di rispetto ‘!! Vedi… a tal proposito, LORO, vorrebbero parlarti direttamente, ed hanno scelto me, tuo amico, come messaggero. Ora… padroncino mio… Lascia qui le armi e le cartucce con il coltello, e vieni con me… il RE ti sta aspettando con impazienza… Ma ricordati… io sarò sempre al tuo fianco per difenderti! La paura è tanta!! E ti chiedo scusa già da ora, se comincerò a farmi la pipì addosso… Ma, il RE è il RE!! A lui non si può dir di no…”
Rimasi senza fiato! Chi erano “LORO”, e chi diamine era il “RE”? Ero terrorizzato, ma cercai di trattenere tutta la mia ansia di fronte a Tunder… Tunder che pensavo fosse un cane normale, ma a quanto pare, non lo era affatto… Ci vollero diversi minuti perché mi decidessi a far a quella creatura, la domanda che mi ronzava nel cervello… “… Tunder!! Come fai a parlare? Tu sei un cane… un animale!! Gli animali non parlano… Non hanno mai parlato!! Non sono dotati dell’intelletto e di conseguenza, del dono della parola!! Ma tu…”
Altre due creature, sbucarono dal bosco! Davanti a me, vidi apparire un gatto, e stando a distanza, una volpe! Il gatto mi venne vicino e disse: “Se permetti amico Volpe, visto che hai troppa paura di quel fucile che è per terra, parlo io con il due zampe!! Sempre… se il cagnacc… Ehm…cioè, volevo dire, il Signor Tunder, sempre per cortesia e sicurezza di tutti… soprattutto mia… si allontani dal sottoscritto, mentre rispondo alla domanda dell’essere senza peli!!” La volpe si mise a ringhiare, mentre Tunder, guardò in cagnesco il gatto, che fece con la zampa davanti, sul suo capo, come una forma di corona, indicandogli il bosco alle sue spalle. Tunder, vedendo il gesto del gatto, s’allontanò dal felino tremando.
“Dunque… Due zampe!! Ti rispondo subito…” Disse il gatto: “Non è vero che noi animali non parliamo… Parliamo e come!! Solo che, è stupido parlare con voi altri… Non ci avete mai ascoltati, e continuate a fare di testa vostra, fin dall’alba dei tempi!! Per questo, una regola di noi animali in vigore fino dai tempi di Noè, sancisce il DIVIETO ASSOLUTO di comunicazione con i due zampe come te… Ah!! Quel Noè, era proprio un bel tipo… Ho letto in un vostro libro, che durante il diluvio, lui aveva detto a tutti gli animali: ‘ Venite tutti!! Dio è arrabbiato con noi uomini… ma io vi salverò tutti!! Venite sull’arca a due a due!! Un maschio ed una femmina per ogni specie… Fate in fretta!! ‘ Ma poi, si scordò i liocorni a terra… poverini… fecero una bruttissima fine!! Due zampe… ti sembra un comportamento corretto? E allora? Perché dovremmo sprecare energie per parlarvi? Tanto, anche se lo dovessimo fare, non ci capireste lo stesso!! E’ vero amico… si fa per dire… Volpe?” La volpe annuì e Tunder la puntò facendola scattare sulle zampe. “E’ vero amico Gatto!! Però… secondo me, quel Noè, avrebbe dovuto lasciare a terra un’altra specie e non i liocorni…” E guardò male Tunder il cane da caccia, che a quel punto, avrebbe voluto saltargli addosso, ma, guardando il bosco, s’accontentò di fargli vedere tutti i denti, mentre il gatto, infastidito, cercava di portar ordine dicendo: “Zitti!! Basta!! Non possiamo fare queste figure davanti al due zampe…”
Ero divertito, ma altrettanto spaventato. Non sospettavo minimamente che quelle bestie potessero discutere all’uso umano, ma, evidentemente mi sbagliavo. La discussione continuava in modo animato, e si vedeva bene che lo scopo ero io, che, continuavo a rimanere imbambolato! Cosa avrei dovuto fare… e dove avrei dovuto andare? Io questo non lo sapevo, e quindi… attendevo! Sapevo solo che Tunder, comunque sia, mi era amico, non come le altre creature che ora mi giudicavano! Lui era con me!
Il gatto, dopo vari miagolii, disse: “Adesso… Amici, si fa per dire… il Re attende! Mi sembra che il due zampe, a questo punto, abbia visto abbastanza… Non penso che gli venga un colpo vedendo Sua Maestà! Quello… quello sventurato, aspetta nella sede numero due del SINDACATO… Dunque, andiamo!!” Dove mi volevano portare? Dovevo sapere! Così, cercando di mandare via la mia paura, chiesi a Tunder, che mi guardava con apprensione: “Tunder… scusa la mia curiosità… ma non riesco a capire! E’ la prima volta che parlo con degli animali! Pensavo che certe cose succedessero solo nei cartoni animati!! Scusami… ma, chi diavolo è il RE?” Il cane, con un’espressione spaventata disse: “Perché? Non lo sai? Ah! Povero padroncino mio… Lo vedrai presto! Ma ti prego… non aver paura! Lui, il RE, è maestoso e forte!” A me, al sentire le parole di Tunder, venne in mente un’immagine, ma cercai di non pensarci! Tra i films che avevo visto, senza emozionarmi, ce ne era uno che parlava di un certo leone che era re! Che si trattasse proprio di un leone? Ma no! In quel posto… nel mio continente, non c’erano leoni… Avrei voluto, a quel punto, stringere tra le mani il mio amato fucile… non per cacciare, ma questa volta per difendermi da una minaccia più grande di me!
Il gatto, insieme alla volpe ed a me e Tunder, ci inoltrammo verso quei cespugli fitti! Dovevo andare! Ero obbligato e, totalmente disarmato!
Con le mani, cercai di farmi largo tra quei rami, e quando intravidi l’uscita, rabbrividii all’improvviso! C’era uno spazio con un prato verde, e lì, a pochi centimetri da me, un leone, una zebra, un cane pastore tedesco, ed infine una tigre. Mi venne da piangere dalla paura, e cercai di trattenere un urlo di terrore! “Ah! Eccolo qua… l’essere senza peli!” Disse ruggendo il leone, vedendomi. “La prego…” Disse il pastore tedesco: “La prego Maestà di rivolgersi all’uomo con più rispetto…” Si levò un coro di protesta, subito mitigato dall’enorme felino che disse: “Io… Leone… Re di tutti gli animali, porto rispetto a tutte le creature! Uomini compresi!” La zebra, nel sentire questo replicò sarcasticamente: “Già… a tutti, tranne che alle povere zebre indifese…” Il leone ruggì forte come per ammonire la zebra, la quale cambiò subito discorso: “… Visto che l’umano ed il suo cane sono qui, cerchiamo di spiegargli il motivo della sua convocazione in mezzo a noi! Volpe, amico, lo vuoi dire tu?” La volpe, schiarendosi la voce disse: “Visto che l’umano qui, ha tentato e ritentato di spararmi con il bastone che sputa fuoco, proprio in questo posto, parlerò io… Sempre che, tutti voi, amici e colleghi animali, mi concordiate il permesso… amica zebra!” In effetti, quella volpe mi sembrava di averla già vista… Rabbrividii… ora ricordavo! In molte battute di caccia, era proprio quella ad essermi sempre sfuggita! La riconoscevo perché aveva, al contrario delle altre volpi di quella zona, la punta della coda nera invece che bianca… Dunque, aspettava a quella volpe, spiegarmi il motivo di quella situazione così pazzesca?
“Dunque…” Continuò la volpe: “… Visto che la RIUNIONE ed il PROCESSO non sono serviti ad un fico secco, poiché gli uomini… e lui in particolare… continuano a fare tutto quello che vogliono su di noi… ed oserei dire anche a toglierci la dignità e la vita… Ti abbiamo convocato, umano, per dare a tutti quelli della tua specie una specie di ULTIMATUM! Tu, devi andare, possibilmente da solo… Accompagnato da me, come concordato in precedenza con Sua Maestà il Leone, nella sede numero due del nostro SINDACATO, per farti ottenere la CERTIFICAZIONE DI ANIMALITA’, che ti verrà consegnata dopo aver superato un esame! Questo CERTIFICATO, valido nel nostro SINDACATO, serve per capire, visto che sei un maledetto cacciatore, se sei cambiato oppure no! Tu sei il primo… ma tutti i due zampe, prima o poi, dovranno ricevere tale certificazione!” Quindi, dovevo affrontare degli esami? Mi venne la paura… non ero pronto per quella cosa! Mi sentivo come a scuola prima di un’interrogazione… ma così non era! Dovevo dimostrare d’essere buono e rispettare tutti gli animali… Io che avevo sempre vissuto per la caccia! “Cosa fai uomo? Accetti?” Disse la tigre ruggendo. Il pastore tedesco, volle difendermi dicendo: “Per me, è opportuno che con l’essere umano, vada pure il suo cane… Questa è una richiesta legittima come suo DIFENSORE D’UFFICIO!” Tunder annuì, mentre la volpe, disse: “… Se l’amico (per modo di dire), Cane va con il due zampe, allora, io mi dimetto d’accompagnatore ufficiale!! Non mi va, con rispetto parlando del collega Cane, avere la costante paur…ehm… il costante controllo sul mio operato! L’essere umano deve cavarsela da solo!! Il Cane è suo servo!!” I due cani si misero a ringhiare nei confronti della volpe, che intimidita e con il pelo ritto disse: “… Questa… comunque, è una decisione che spetta al Leone! Ma… siamo in democrazia… Tutti possiamo dire la nostra… Non vi pare?” La zebra disse: “Mah… Secondo me, anche con l’aiuto del Sig. Cane, il due zampe non riuscirà ad ottenere il documento!! Per me, il cane può andar con lui…” Il gatto, spalancando i suoi bellissimi occhi verdi disse: “Siccome… io non sono accompagnatore… menomale…, il Sig. Tunder, potrebbe anche andare con il due zampe, ma è una scelta infelice!! Per me è no!! Anche se… come giustamente ha detto l’amico Volpe… Siamo in democrazia!! Tutti possiamo dire la nostra…” Mancava solo la tigre, e quindi, il leone disse: “Amica Tigre… tu sei l’ago della bilancia… Cosa decidi? Ha ragione l’amico Volpe a dire che siamo in democrazia!! E’ giusto!! Tutto dipende da te!!” La volpe, piccata, allungò il muso a sentire queste parole. La sua proposta democratica, gli si era rivoltata contro, e si voltò con apprensione verso la tigre, mentre i cani guardavano anche loro l’enorme felino pieni di speranza, ma anche di timore. Alla fine, la tigre disse: “Anche per me, l’essere senza peli non ha nessuna speranza!! Ma… da come si dice, il cane è il suo migliore amico… Per me, può andar con lui!! Tanto, non gli servirà a nulla!!” Il leone, al sentire questo, proclamò: “Bene!! Tunder il Cane, andrà con il due zampe e con la Volpe… che, siccome rispettosa di me e di tutti, apprezzerà di certo la decisione unanime di questa democratica decisione, che tra l’altro ha scelto lei!!”
La povera volpe, non poteva tirarsi indietro, ma mi mostrò con rabbia i suoi denti, mentre Tunder gli disse: “La decisione è stata ormai presa Volpe!! Cerca di comportarti con il mio padroncino come si conviene… altrimenti…” L’astuto canide, abbassò le orecchie, ma continuava a guardarmi male.
Così, avevano deciso di farmi affrontare l’ignoto? Quelle creature, senza nemmeno ascoltare il mio punto di vista, volevano umiliarmi in quel modo? Purtroppo si! Almeno, avevo ottenuto il permesso di portare in quell’avventura Tunder.
La volpe, ovviamente, non fu affatto contenta della presenza del mio amico, ma fu costretta dal Re degli animali, che da quanto avevo capito fungeva da giudice, ad accompagnarmi per affrontare quell’esame! Volli comunque fare una domanda legittima al grande Re felino che, nonostante tutto e nonostante le parole della Bibbia che avevo letto da piccolo durante il catechismo, quando, per prepararmi a fare la Prima Comunione, fui costretto a leggere sotto la costante minaccia di una suora che più che una donna di chiesa sembrava un maresciallo dei carabinieri, e cioè che l’uomo avrebbe dovuto dominare su tutte le creature della terra, del mare e del cielo, voleva sottomettermi alla o alle loro leggi, che, sinceramente non avevo capito, e dissi con ansia, prendendo la parola: “Scusatemi… So che avete scelto me per primo, per affrontare, davanti al vostro SINDACATO, questo esame per ottenere il CERTIFICATO DI ANIMALITA’… e per questo vorrei solo sapere una cosa… Cosa succederebbe se, io, non lo superassi? Anche se confesso che una certa idea me la sono fatta ascoltandovi… Non vorrei avere i vostri denti / artigli sulla mia pelle… Questo è certo! La prego… Re Leone… mi risponda…” Ero terrorizzato dalla eventuale risposta del gran felino, e quello se ne rese conto! Avevo il viso d’un pallido cadaverico, e Tunder, appoggiandosi sulla mia gamba con tutto il suo corpo, sembrava volermi rassicurare e dirmi che sarebbe stato insieme a me fino alla fine. Il leone, fiero e maestoso, si voltò verso tutti i suoi ‘ colleghi ‘, e poi mi disse: “Temi per la tua vita, essere umano? Però, da quanto so, tu non hai mai avuto nessuna paura o rimorso a togliere la vita ai nostri amici animali! Sai… che per colpa tua, la Volpe qui presente, ha perso la compagna? Ti sembra giusto due zampe? Vorresti per caso che noi non facessimo lo stesso… con la tua stessa malvagità? Avanti… Essere senza peli! Affronta tutto con dignità! Per quello che tu… e gli altri come te avete fatto, ci sarebbe solo una punizione… LA PENA CAPITALE!! Però, tuttavia, da quello che è risultato nella RIUNIONE, voi, avete seri problemi di ordine psicologico, e noi, visto che siamo buoni, abbiamo deciso di darvi un’altra possibilità di riscatto!! In realtà avrebbe dovuto essere guerra aperta… ma… siete malati di mente e così vi dobbiamo trattare! Ah!! Spero che tu sia diverso… come lo è stato il piccolo due zampe durante il PROCESSO… Però, francamente ne dubito!! Affronta l’esame essere umano, e poi le conseguenze si vedranno!! Volpe… amico, accompagnalo da quel poveretto che proprio ieri ha chiesto il nostro aiuto e sostegno!!” Ero ancor di più spaventato… Cosa ne sarebbe stato di me? E poi, chi era quel ‘ poveretto ‘ di cui andava parlando il leone? Speravo solo che non si trattasse d’un animale feroce… “Vado… Sua Maestà!! Ma se posso esserle sincero… mi è sembrata una mancanza di delicatezza ricordare la prematura scomparsa della mia povera compagna, avvenuta circa un mese fa, proprio vicino alla città dei due zampe… Ed, ancor di più… far chiamare come primo due zampe ad avere l’importante certificazione, proprio l’artefice del VOLPICIDIO in questione…” Qui, la volpe si girò verso di me, facendomi vedere i suoi temibili denti, mentre Tunder si mise a ringhiare nei suoi confronti, che continuò a parlare al leone: “… Comunque… Sempre ai suoi ordini Maestà!! L’amico Gatto, avrebbe potuto scegliere come prima persona qualcun altro… Ma si sa… i gatti sono gatti!!” “Cosa intendi dire amico Volpe? Vorresti insinuare che l’ho fatto apposta? (Beh… un po’ si, lo ammetto…) Ma non mi permetterei mai di farti soffrire… Siete voi volpi, di solito, ad essere cattivi con noi gatti!! Comunque, esegui l’ordine del Re!! Muoviti!!” Disse il gatto alla volpe guardandola male. La volpe, avrebbe voluto far qualcosa per far pagare al gatto la sua mancanza di rispetto, ma non lo fece, in quanto la tigre si mise a guardarla male.
Mi resi conto, per la prima volta in vita mia, della crudeltà di cui mi ero sempre macchiato! Avevo ucciso una volpe! Per me, che già ne avevo uccise tante altre per puro divertimento, questo non mi aveva mai provocato nessun turbamento, anzi… tanto tanto divertimento e danaro. Però, per quella creatura che avevo vicino… sicuramente, il mio divertimento, aveva provocato solo dolore e tristezza… Ora che poteva comunicare con me… capivo anche il suo stato d’animo! Ancora mi piaceva la caccia e la mia vita da killer, ma adesso, adesso che capivo quelle bestie, qualcosa in me stava per cambiare per sempre! Tunder se ne accorse! Avevo le lacrime agli occhi…
La zebra incattivita, accorgendosi del mio stato, disse: “Ah!! Adesso l’essere umano che mi ha tolto dalla mia amata savana, piange come un cucciolo? Non sono lacrime sincere!!” “Che ne vuoi sapere tu… Zebra? Il mio padroncino non è cattivo!! La cattiva sei sicuramente tu!! Non è colpa sua se non ti trovi più in Africa!!” Disse per difendermi Tunder, mentre il pastore tedesco annuiva. “Comunque… è un due zampe!! Essere senza cervello e senza raziocinio!! E’ vero!! Non è stato lui a farmi soffrire… ma è un umano, e quindi, senza possibilità di dubbio, cattivo!!” Disse la zebra arrabbiata. “Ora basta amica Zebra!! Altrimenti ti farò rivedere io l’Africa… che anche a me manca… ma a te la farò rivedere con i miei denti sul tuo collo!!” Disse ruggendo il leone guardando male la zebra, che scattò come per prepararsi a correre. “… Volpe!! Accompagna l’essere senza peli da quel poveretto!! E’ costretto in gabbia in quel maledetto zoo!! Menomale che l’amico Canarino non è presente… Al sentire parlare di gabbie… gli si sarebbe spezzato il cuore…” Disse il leone intenerito, ma una voce da sopra un albero disse: “Ah!! Leone!! Maestà!! Ci sono… ci sono… Purtroppo ho sentito…” A parlare era un canarino che stava piangendo, accovacciato ad una rondine che con la sua ala, sembrava volerlo sorreggere.
Comunque, per me, l’ora delle prova era iniziata. Il leone ruggì alla volpe dicendogli: “Amico Volpe, l’ora è scoccata! Porta l’essere umano da quel poveretto!! Mi raccomando… vigila sulla legittimità dell’esame…” “Ah già… Di sicuro, il due zampe farà di tutto per fregarci!! Comunque, avete scelto l’animale giusto per lo scopo!! Una volpe, infondo, è sempre una volpe!! Controllerò che tutto vada per il meglio!!” Aggiunse la volpe guardandomi male, ma il pastore tedesco cercò di difendermi e le ringhiò: “Amico Volpe… Sono certo che l’essere umano non farà cose del genere!! Come al solito, manchi di rispetto al mio assistito!! E questo non va!! Io so che siete sempre voi volpacce a fregare il prossimo… E’ la vostra sporca natura!! Però, mi consola il fatto che con lui c’è l’amico Tunder!! Almeno, così saremo sicuri sul vero risultato delle prove…” La volpe, sbuffando come un treno a vapore, sentendosi molto offesa dalle insinuazioni del cane, mi tirò con i denti dai pantaloni dicendomi ringhiando: “Ok!! Vieni due zampe!! La prova ha inizio!!”
Il leone diede il suo benestare, e così, tra gli sguardi di quelle creature, io e Tunder, guidati dalla volpe, uscimmo da quel luogo. Ecco! Ormai ero in ballo! Dovevo sottostare a quella cosa che ancora non avevo capito.
Appena arrivammo dove avevo lasciato il fucile e l’automobile, feci il gesto di prenderlo da terra, ma la volpe m’ammonì dicendo: “Ah!! Cosa devo vedere!! Ah!! Che mancanza di rispetto!! Lascia stare quel bastone che sputa fuoco!! Anzi… se vuoi farmi un favore, dovresti gettarlo via, insieme a tutti gli altri marchingegni di tortura che si trovano in terra!! Tu hai il vizietto di sparare… e questo non va bene!! Dai… Anche se questo non me lo ha ordinato nessuno, ti ordino di fare quello che ti dico… Getta quel coso lì… il quel burrone!! Fallo!!” Avevo capito bene? Avrei dovuto gettare via il mio amato fucile? Era il mio primo fucile… quello a cui tenevo di più! Non volevo privarmene! No! Avrei voluto rifiutarmi… ma Tunder, vedendo la mia indecisione, leccandomi disse: “Padroncino mio… So che non vuoi, ma lo devi fare!! Quel documento è importantissimo!! Da quello, dipende tutto!!” Accarezzai il mio amico, ma guardavo il mio fucile. “Avanti!! Cosa aspetti due zampe? Vuoi per caso che ti morda o che lo dica a Sua Maestà? Vuoi questo?” Disse ringhiandomi la volpe, e così, presi il fucile da terra. Ero arrabbiato! Ero arrabbiato e spaventato! Non so per quale motivo, ma nel prendere l’arma, lo rivolsi verso la volpe! Quella scattò… Notai la paura nei suoi occhi color ambra… Non era la prima volta che vedevo quello sguardo, non m’aveva mai intenerito, ma, la storia che avevo sentito sulla sua compagna, mi aveva fatto notare per la prima volta quegli occhi spaventati! Fu come se me lo avessero puntato a me addosso quel fucile… Provai dolore mischiato a tanta tenerezza! Fu quella la prima volta! Abbassai il fucile. “Ah!! Come hai osato puntare su di me quel bastone che sputa fuoco? Cosa speravi d’ottenere? Ed adesso… come mai hai di colpo cambiato idea? Ah!! Ma io lo sapevo… Voi due zampe siete deboli!! Perché non mi hai sparato?” Tunder volle difendermi! Aveva capito tutto, e disse: “Non l’ha fatto poiché ti rispetta!! Sei tu che sei stato cattivo mancando di rispetto al mio padrone!! Se sei vivo lo devi al suo buon cuore volpe!! Se ci provi a dire qualcosa di sbagliato su di lui… ti salterò addosso!! LEGITTIMA DIFESA!! Ecco cosa invocherò davanti al Re!!” Sentendo le parole del mio amico, mi decisi… Andai vero quel burrone, e gettando via il mio amato fucile dissi: “Ecco!! L’ho fatto!! Ma non è con le minacce che si può far cambiare atteggiamento alla gente!! Secondo me, voi animali, vi siete fatti delle strane idee su di noi… Totalmente sbagliate!! Ah!! E pure io… che mi sto prestando a questa farsa!! Comunque, ho fatto quello che dovevo fare!!” La volpe, con aria indispettita, mi disse: “Va bene… va bene!! Adesso però essere umano, vieni con me!! Vedremo se dopo sarai così spavaldo… Secondo me, ti senti sicuro perché c’è lui!!” Ed indicò con il muso Tunder, e poi mi disse: “Ricordati, comunque, che questi trucchi non funzionano con il RE!!”
Ci apprestammo così, con guida la volpe, a camminare per una via molto erbosa. Adesso ero curioso di vedere dove m’avrebbe condotto, anche se, mi doleva il cuore pensando al mio bel fucile che non avrei più rivisto. Ancora, ancora non ero cambiato del tutto, ma presto avrei scoperto un altro lato di me che non conoscevo.
Quella, era una strada che non avevo mai fatto prima… In lontananza, vidi come dei muri molto alti, ed appoggiati a quelli, delle sbarre di ferro che sembravano quelle di una gabbia. Cercai di fare mente locale, e m’accorsi che si trattava delle pareti esterne dello zoo della mia città. “Ecco!! E’ qui che dovrai conoscere chi ti deve far sostenere l’esame!! Adesso… adesso ci starà aspettando con ansia!! Andiamo due zampe…” Guaiolò la volpe, ed io, senza dire nulla, la seguii con Tunder sempre dietro di me.
In uno di quei muri, c’era uno squarcio, una specie di buco, tanto grande da far passare un uomo. La volpe mi disse piano: “Dobbiamo passare da qui!! E’ l’entrata della sua prigione… Poverino… E’ uscito solo per chiederci aiuto e spiegazioni su di voi, ma poi è rientrato subito dentro poiché ha paura della reazione dei suoi secondini!! Non ha il coraggio d’esser libero!! Tu devi spiegargli molte cose!! Ad ogni sua domanda devi rispondere con sincerità e senza fronzoli!! Ecco quale sarà l’esame!! Parlare con quel disperato!! Sai… è da un mese che l’hanno portato in questo zoo!! Viene da molto lontano!!” Al sentire le parole della volpe, mi si raggelò il sangue, ma… dovevo dimostrare agli animali che, noi umani, non avevamo paura di nulla, e nemmeno del confronto con loro… quindi, dissi alla volpe determinato: “Andiamo pure Volpe!! Supererò l’esame!!”
Ci infilammo dentro quel buco ed arrivammo in un ambiente molto strano. Pensavo di vedere da un momento all’altro una belva feroce, con tanto d’artigli e denti affilati, ed invece vidi la seguente scena… di spalle a me, una creatura dalla pelliccia bianca e nera che guardava tristemente tra le sbarre il viale dello zoo che, vista l’ora era deserto. “Amico… sono Volpe!! Ti ho portato il due zampe!! E’ inoffensivo… ma comunque, stai attento!! Era questo che volevi… o mi sbaglio? Non ha con sé nessuna arma…” Al vedere quell’animale seduto, mi sentii addolcire il cuore! Era un panda! Avevo sentito che nello zoo era arrivato proprio uno di quegli animali, ma non ci avevo fatto molto caso. “Ah!! E’ arrivato? L’avete convinto? Sapevo di potermi fidare di voi!! Ed io che pensavo che non avrei mai potuto chiedere nulla all’uomo!! Mah… Il Re ha fatto il miracolo!! Avvicinati due zampe!! Avvicinati a me!! Non aver paura UOMO!!” Dicendo così, quella bellissima creatura si girò verso di me.
Nel vederlo, così tenero e stupendo, e così… tanto vicino, ritornai ad essere come un bimbo! “Ah… se non ci fossero stati loro… non avrei mai saputo della RIUNIONE e nemmeno del PROCESSO, anche se io sono contrario ai PROCESSI, perché secondo me, nessuno nasce cattivo!! Ma adesso, ho l’opportunità di sapere e, soprattutto di capire!! Sai UOMO, io vengo dall’oriente!! Mi hanno prelevato dalla mia foresta e costretto con la forza a salire nel buio, su un uccello tutto fatto di ferro!! Ero nella sua pancia fredda!! Pensavo di morire lì dentro!! Pensavo che la mia vita finisse quel maledetto giorno!! Rimpiangevo la mia compagna ed i miei piccoli!! Però, non giudicai mai male gli uomini!! Forse, m’avevano portato lì per il mio bene… Ah!! Quanto mi manca la mia foresta!! Invece, dopo moltissime ore, rividi la luce!! Mi sono ritrovato ad essere trasportato su un coso con tante ruote che faceva un gran rumore e che si muoveva veloce!! Mi fecero scendere proprio qui, nella mia prigione!! Ho passato molte notti insonni per riuscire a capire!! Avevo visto quel buco in quel muro, ma non ho mai trovato il coraggio necessario per attraversarlo!! Poi… dopo qualche giorno, ho intravisto l’amico Volpe insieme all’amico Gatto, aggirarsi al di là del muro, e così mi sono fatto coraggio ed ho chiesto il loro aiuto!! Mi hanno spiegato tutto quello che avevano fatto, i loro studi, e naturalmente mi hanno anche portato il resoconto della RIUNIONE e del PROCESSO! Diventai per loro un DELEGATO ESTERNO per i RAPPORTI CON VOI UOMINI!! Ho fondato così il SINDACATO!!” Ero confuso! Il panda sembrava non provare risentimento né per me e né per gli altri uomini che, comunque, lo avevano costretto a stare lontano da casa sua, in una gabbia! Semplicemente, mi voleva conoscere e, di conseguenza sapere il perché di tanta sofferenza. Mi avvicinai con un po’ di paura, ma alla fine gli accarezzai il pelo, proprio come facevo con Tunder. Provai moltissima tenerezza… una cosa mai provata prima! Gli dissi dolce: “Tu… tu sei un panda!! Sei un animale stupendo… Come posso aiutarti?” La volpe, nel sentire le mie parole, così cariche d’ammirazione, disse ringhiando: “Voi!! Voi due zampe siete molto strani!! Con alcuni di noi… tutti, vi comportate male… mentre con altri… quasi nessuno, vi sciogliete come cioccolatini messi al sole!! Perché non parli così anche a me?” Il panda, nel sentire queste parole, pacificamente disse: “Proprio per il tuo comportamento l’uomo non si comporta così con te, amico Volpe!! Evidentemente loro, si comportano male con voi, poiché siete stati proprio voi a comportarvi male con loro!! Avete sicuramente fatto qualcosa di sbagliato nei loro riguardi!! E poi… te l’ho già detto quando ci siamo conosciuti… Io voglio solamente sapere dagli uomini, il loro modo di vivere e d’essere!! Non voglio giudicare quello che non so!! Quello, se non sbaglio, l’avete già fatto voi…” La volpe, sentendo le parole giuste e sagge del panda, che aveva tutto l’aspetto di un Buddha, disse infastidita: “E’ evidente, caro amico Panda, che tu non conosci affatto i loro problemi psicologici e neuropsichiatrici!! Non dimenticare che sono stati loro a rinchiuderti in questo orribile posto!! Non sono capaci nemmeno di vivere in natura!! Questo è venuto fuori durante il PROCESSO!!” Tunder ringhiò nei confronti della volpe, ma il panda, tristemente fermò il cane, disse alla volpe: “Si!! E’ vero!! Ma non è stato questo essere umano che ho davanti a compiere l’atto atroce verso di me… Non so, amico Volpe, cosa ha fatto a te, ma a me non ha fatto nulla!! Anzi… si sta comportando molto bene!! Pertanto, vorrei, sempre se non ti dispiace, discutere da solo con lui!!” La volpe, piegando le sue orecchie all’indietro per la rabbia, si girò verso il buco del muro dicendo: “INSUBORDINAZIONE!! Solo di questo si tratta!! Lo dirò subito al Re!! Sua Maestà prenderà provvedimenti!! Parla amico Panda… Parla pure con l’essere senza peli!! Ancora non li conosci… Buona fortuna!! Ne avrai bisogno!! Se non lo sai… quello che hai davanti a te è un KILLER!! Ha già distrutto la mia famiglia!! Pensa alla tua vita!!” Dicendo così, la volpe se ne andò correndo verso la foresta!
Per la prima volta, in quella situazione, avevo trovato una creatura che, proprio come Tunder, mi aveva difeso ed ora, voleva solo conoscere il mio punto di vista! Questo mi fece sentire piccolo piccolo nei confronti della maestosa natura del Pianeta Terra.
“Allora… Adesso che siamo rimasti da soli, vorrei sapere molto di voi esseri umani!! Non credo che servano processi, riunioni, sindacati e documenti di animalità per conoscervi… Anzi, credo che tutto questo sia stato fatto solo per rabbia… la rabbia della non conoscenza!! Invece di leggere libri su libri e di scrivere regole su fogli di carta che nessuno leggerà mai, l’amico Volpe, insieme al Gatto e compagnia, avrebbero dovuto parlarvi direttamente senza giudicarvi a priori… Io, come vedi, amico Uomo, non sono come loro!! Dimmi… cosa fai nella vita? Se hai un cane con te, è evidente che l’amico Volpe ti ha giudicato male… Tu non sei quel killer che và dicendo… Avanti… dimmi amico Uomo” Come avrei potuto dire al panda che ero un cacciatore professionista? Avrei voluto dire una bugia, ma quell’animale, con quegli occhi dolci, aspettava solo che io dicessi la verità! Così, a malincuore, mi decisi e cominciai a parlare: “Panda!! Quello che la volpe ha detto su di me, purtroppo è vero! Ho ucciso!! Sono un cacciatore… Non capisco comunque, come sia possibile che tu, non come gli altri, non mi hai giudicato!! So che ora, probabilmente, mi giudicherai male anche tu!! E’ quello che comunque mi merito… è quello che sono e sono sempre stato fin da bambino!! Oh!! Vorrei tanto mostrarti come vivo, ma so che non ti piacerebbe!!” Il panda, mi guardò negli occhi e mi vide piangere. Capì. “Uomo… Amico… Tu hai fatto solamente degli errori!! E’ vero!! Ma adesso sei sincero!! Hai detto la verità!! So che per te è stato molto difficile, e per questo ti ringrazio!! Vedi… io non ho mai conosciuto davvero gli uomini… ma adesso ho conosciuto te… e tutto è diverso!! Voglio vedere… voglio vedere come vivi… Forse questo miracolo che è gia capitato ad altri… chissà… forse un giorno capiterà anche a me… ESSERE UOMO PER DUE GIORNI… non di più!! Poi, voglio rimanere quel che sono… un panda!!” Quell’animale… diverso da me… ora stava chiedendo della mia vita, e della vita di tutti gli uomini! Cosa avrei dovuto dirgli? Forse che la sua bellissima specie era minacciata d’estinguersi? Oppure che non avrebbe mai potuto rivedere la sua compagna ed i suoi cuccioli? Tutto questo a causa degli uomini… e che, di noi, era meglio non fidarsi? Si! Raccontai tutto…
Parlai dei nostri errori ed orrori! Raccontai con le lacrime agli occhi del fucile e della caccia. Non tralasciai nemmeno quello che succedeva dopo… Il panda ascoltava tutto esterrefatto! Pensavo che dopo il mio racconto, non mi volesse più ascoltare, invece mi disse di continuare. Ed ecco che parlai a lungo anche della vivisezione e degli esperimenti su indifesi animali, ed anche delle guerre che tra di noi umani, continuamente, scoppiavano. Orrori su orrori… Alla fine, chiesi scusa!
Non mi ero reso conto, ma davanti alla gabbia, molta gente si era fermata ad ascoltare quello che stavo dicendo. Mi ero seduto davanti al panda… e continuavo nel mio triste monologo. Lo zoo aveva aperto i battenti! Si erano fatte le dieci del mattino! I visitatori erano già lì, ma invece d’andare in giro per le varie gabbie, lo spettacolo dell’uomo che parla al panda, fece scalpore, e tutti rimasero fermi davanti a noi.
Ma non solo gli uomini ascoltarono… Dal buco della gabbia, la volpe con il Leone, il gatto e tutti gli altri animali, avevano ascoltato il mio racconto.
Siccome c’era altra gente, gli animali, seguendo la loro regola, non parlarono più!
Tutti quegli occhi erano puntati su di me… Nessuno ebbe il coraggio di cacciarmi oppure di dirmi come ero finito dentro a quella gabbia…
Quando rimasi in silenzio… solo applausi! Le persone e gli animali, avevano compreso il mio sfogo! Tunder, insieme al panda, mi guardavano amorevolmente. Dopo, dal buco, gli animali della RIUNIONE e del PROCESSO andarono via.
Il leone… il Re, volle premiarmi. Quando, confuso, dal buco, con Tunder uscii da quella gabbia, trovai in terra quel CERTIFICATO… quel CERTIFICATO DI ANIMALITA’ che il SINDACATO volle darmi… poiché avevo superato degnamente l’esame. Quel CERTIFICATO significava far parte del mondo… Tutti… animali ed uomini ne facciamo parte! Basta solo amare la natura e le sue creature! Dunque… niente più esami!! Avevo imparato, a rispettare ed a rispettarmi!
Da quel giorno non cacciai più! Quel panda, mi aveva parlato al cuore, proprio come aveva sempre fatto Tunder…
A distanza di tempo, mi capitò di ricevere una telefonata… La voce all’altro capo del filo di disse: “Ciao!! Ci siamo già conosciuti… Ti ricorderai di me… Non ho avuto la possibilità di parlarti dopo… Tu mi capisci? Ma comunque… ora, ho ottenuto il permesso d’essere UOMO PER UN GIORNO!! Sono il tuo amico PANDA… Incontriamoci allo zoo… ma questa volta non nella gabbia… ma su una panchina!! Ti racconterò la mia di vita…”